Ma la dea bendata è cieca e...scarica la cornucopia con 100.000 euri, sul bancone del tabacchino di Sergio Zampaglione a Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria)
Audaces fortuna iuvat… unusquisque faber est fortunae suae…aiutati che Dio t’aiuta! Per gli antichi Romani, era la forza che guidava e avvicendava i destini degli uomini ai quali si assicurava l’arrivo di benessere e ricchezza piovuta dal cielo!
QUANDO LA FORTUNA, FA TAPPA A MELITO PORTO SALVO (RC)
Domenico Salvatore
“Il tabacchino di Sergio” ; e, non c’è bisogno di aggiungere: “ dottor Zampaglione”, a Melito e nello hinterland, lo conoscono tutti. Nemmeno fosse re Luigi. Non è la prima volta, che gli avventori del centralissimo localino del Corso Garibaldi, entrino con le tasche vuote ed escano pieni di soldi. Cinque, dieci, ventimila euri, ma stavolta c’è una vincita di 100.000 euri, che fa alzate la testa di scatto. Con la modica, comoda puntata di euri ‘uno’. “Ma come avrà fatto”, si chiedeva la gente incredula e scettica, commentando la notizia, “ad azzeccare nove numeri su nove? Chi guidava la sua mano? La statistica, sicuramente No! O si? Tutto dipende dall’angolazione. Non cambiano la vita come le mega-vincite del Super-Enalotto, ma a Melito con quella cifra, si possono comprare due appartamentini, (reparto notte e giorno) chiavi in mano”.
Sulla fortuna, se ne dicono; se ne sono dette; se ne diranno sempre tante….”Finchè il sole risplenderà su le sciagure umane!”. Quello è un uomo fortunato! Quella è una donna fortunata. Che c…proprio a lui; proprio a lei. Ed a me, quando toccherà? Chissà che scarica di adrenalina avrà provato l’anonimo scommettitore agostano. Un turista, un residente, un pendolare. Nella mitologia greca, Tiche (o Tyche, dal greco Τύχη) è la personificazione della fortuna.Tiche, era la divinità tutelare che presiedeva la prosperità delle città e degli stati. La sua importanza, fonte Wikipedia, crebbe in età ellenistica, tanto che le città avevano la loro specifica versione iconica della dea, che indossava una corona raffigurante le mura della città. Nell'omerico "Inno a Demetra" Tyche era considerata una delle Oceanine, figlie del titano Oceano e della nereide Teti.In altre versioni è la figlia di Ermes ed Afrodite. Nell'arte medievale la dea è raffigurata con una cornucopia e la ruota della fortuna. Il suo corrispettivo nella mitologia romana è la dea Fortuna. L'epiclesi, dal greco epìklēsis, "invocazione", a sua volta da epikalêin, "chiamare", è la parte della Preghiera Eucaristica in cui il celebrante, a nome della Chiesa, implora con speciali invocazioni la potenza dello Spirito Santo, affinché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, e affinché la vittima immacolata, che si riceve nella Comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno. Nel rito latino riformato dopo il Concilio Vaticano II, l'epiclesi è situata prima dell'anamnesi. Tuttavia nel Rito Romano antico, in vigore tuttora nella "Forma straordinaria", l'epiclesi era anticipata all'offertorio, con l'invocazione: “Veni sanctificator omnipotens æterne Deus...”Epiclesi indica inoltre l'appellativo specifico che, fin dall'antichità, viene dato ai luoghi di culto. La denominazione specifica nasce o dal luogo particolare o dai caratteri della divinità. Un esempio di epiclesi si ebbe ai templi a Roma ai tempi di Servio Tullio, quando vennero fondati 26 templi dedicati alla Fortuna, ciascuno con un'epiclesi diversa: Fortuna Virilis (degli uomini), Fortuna Verticolis (per il cuore), Fortuna Barbata (con la barba). Fortuna Huiusce Diei (del giorno presente), ecc. Cornucopia, dice la ‘Treccani’ è il Corno dell’abbondanza, simbolo della fertilità: è raffigurato da un corno, che in origine era quello della capra Amaltea, nutrice di Giove, colmo di frutti e circondato d’erbe e fiori . Era attributo di molti dei e dee ritenuti dispensatori dei beni della terra. Bisogna capire il valore che l’uomo assegni alla fortuna. Simbolo di abbondanza, fertilità, potere, ricchezza, salute, successo o più semplicemente ‘felicità’. Lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
L’idea di felicità ci fa pensare sempre alla nostra felicità personale, raramente a quella del genere umano. La felicità non è il possesso materiale, ma la consapevolezza di avere attorno persone che ci amano sinceramente. Albano e Romina Power dicono che felicità sia… tenersi per mano, andare lontano; il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente; restare vicini come bambini; un cuscino di piume, l'acqua del fiume che passa e che va; la pioggia che scende, dietro le tende; abbassare la luce per fare pace; un bicchiere di vino con un panino; lasciarti un biglietto, dentro al cassetto; cantare a due voci; una sera a sorpresa la luna accesa e la radio che va; un biglietto d'auguri pieno di cuori; una telefonata non aspettata; un cuscino di piume, l'acqua del fiume che passa e che va; la pioggia che scende, dietro le tende; un raggio di sole caldo che va; come un sorriso che sa di felicita'... Per Epicuro la felicità sta ne “l'aponia” (=assenza del dolore fisico) e ne “l'atarassia” (=assenza del dolore spirituale). Una volta raggiunta, non può aumentare, è già completa in sé; è assoluta. I piaceri naturali e necessari, ovvero quelli ai quali non si può rinunciare per ottenere la felicità, sono: l'amicizia, la libertà, la consolazione e il conforto derivanti dall'uso del pensiero e della parola; un riparo, del cibo, dei vestiti.
Non è questa la sede in cui e per cui, possiamo tediare oltre ogni ragionevole dubbio i nostri lettori sovrani, che sull’argomento ne sanno sicuramente più di noi. La nostra, era una semplice riflessione, sic et simpliciter, condita con reminiscenze scolastiche e scampoli di vita vissuta. Il diritto alla felicità! La Dichiarazione d’indipendenza americana lo riconosce a tutti gli uomini…. “Tutti gli uomini nascono eguali e liberi e hanno il diritto di perseguire la felicità.”
Domenico Salvatore
QUANDO LA FORTUNA, FA TAPPA A MELITO PORTO SALVO (RC)
Domenico Salvatore
“Il tabacchino di Sergio” ; e, non c’è bisogno di aggiungere: “ dottor Zampaglione”, a Melito e nello hinterland, lo conoscono tutti. Nemmeno fosse re Luigi. Non è la prima volta, che gli avventori del centralissimo localino del Corso Garibaldi, entrino con le tasche vuote ed escano pieni di soldi. Cinque, dieci, ventimila euri, ma stavolta c’è una vincita di 100.000 euri, che fa alzate la testa di scatto. Con la modica, comoda puntata di euri ‘uno’. “Ma come avrà fatto”, si chiedeva la gente incredula e scettica, commentando la notizia, “ad azzeccare nove numeri su nove? Chi guidava la sua mano? La statistica, sicuramente No! O si? Tutto dipende dall’angolazione. Non cambiano la vita come le mega-vincite del Super-Enalotto, ma a Melito con quella cifra, si possono comprare due appartamentini, (reparto notte e giorno) chiavi in mano”.
L’idea di felicità ci fa pensare sempre alla nostra felicità personale, raramente a quella del genere umano. La felicità non è il possesso materiale, ma la consapevolezza di avere attorno persone che ci amano sinceramente. Albano e Romina Power dicono che felicità sia… tenersi per mano, andare lontano; il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente; restare vicini come bambini; un cuscino di piume, l'acqua del fiume che passa e che va; la pioggia che scende, dietro le tende; abbassare la luce per fare pace; un bicchiere di vino con un panino; lasciarti un biglietto, dentro al cassetto; cantare a due voci; una sera a sorpresa la luna accesa e la radio che va; un biglietto d'auguri pieno di cuori; una telefonata non aspettata; un cuscino di piume, l'acqua del fiume che passa e che va; la pioggia che scende, dietro le tende; un raggio di sole caldo che va; come un sorriso che sa di felicita'... Per Epicuro la felicità sta ne “l'aponia” (=assenza del dolore fisico) e ne “l'atarassia” (=assenza del dolore spirituale). Una volta raggiunta, non può aumentare, è già completa in sé; è assoluta. I piaceri naturali e necessari, ovvero quelli ai quali non si può rinunciare per ottenere la felicità, sono: l'amicizia, la libertà, la consolazione e il conforto derivanti dall'uso del pensiero e della parola; un riparo, del cibo, dei vestiti.
Non è questa la sede in cui e per cui, possiamo tediare oltre ogni ragionevole dubbio i nostri lettori sovrani, che sull’argomento ne sanno sicuramente più di noi. La nostra, era una semplice riflessione, sic et simpliciter, condita con reminiscenze scolastiche e scampoli di vita vissuta. Il diritto alla felicità! La Dichiarazione d’indipendenza americana lo riconosce a tutti gli uomini…. “Tutti gli uomini nascono eguali e liberi e hanno il diritto di perseguire la felicità.”
Domenico Salvatore
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