Palermo, 12 agosto 2014- Vive da anni sotto protezione in un paese del Nord Italia, ma sta per laurearsi all'Università di Palermo dopo avere ripreso a studiare ed avere sostenuto gli ultimi esami in videoconferenza. È la storia di un testimone di giustizia, di un giovane, cioè, che, per avere testimoniato in processi contro la criminalità organizzata, ha lasciato la Sicilia, la sua famiglia e i suoi studi, ed è entrato nel programma di protezione. Per lui, che vive sotto falso nome, si è messa in moto una complessa macchina amministrativa che gli consentirà a ottobre di laurearsi in Scienze forestali e ambientali. L'Ateneo si è messo, quindi, in contatto con il Servizio centrale di protezione dei testimoni per concordare le modalità di espletamento degli esami. «Bisognava metterlo in condizione di sostenere gli esami senza dover rischiare la propria vita - dice il prorettore vicario, Vito Ferro - e ciò poteva avvenire soltanto sostenendo le prove in videoconferenza
«Non è stato semplice, - continua il prorettore - ma la collaborazione del coordinatore del corso di studio, Giuseppe Venturella, e dei colleghi Conte, Palazzolo, La Mantia, La Mela Veca, Saiano, Lo Pinto hanno consentito al giovane di avere tutte le informazioni per preparare gli ultimi esami, dai programmi ai libri di testo. Il Servizio centrale di protezione ha messo a disposizione locali, funzionari e collegamento skype per lo svolgimento degli esami secondo le modalità stabilite dall'Ateneo, che ha anche predisposto una opportuna modalità di verbalizzazione degli esami». In otto mesi il giovane ha sostenuto i cinque esami che gli mancavano. Per il rettore, si tratta di una nuova sfida «per dimostrare che l'Università di Palermo assiste i suoi studenti anche in condizioni che esulano dalla normalità e che risentono del contesto territoriale siciliano. Oggi possiamo comunicare che questo studente fuori dagli schemi, come lui si definisce, ha completato tutti gli esami e presto potrà discutere la sua tesi di laurea, sempre in modalità videoconferenza, di cui è relatore il professore Giuseppe Venturella. A tutti i docenti va il mio personale ringraziamento per avere condotto a buon fine una esperienza didattica cosi inusuale, ma piena di solidarietà umana».
Il 23 luglio, a esami conclusi, il giovane ha inviato una nuova lettera al prorettore, per ringraziarlo e per chiedergli di raccontare la sua storia, pur rispettando l'anonimato. Una lettera che è una testimonianza pubblica. «Vi volevo raccontare l'altra faccia della Sicilia che non è soltanto criminalità organizzata e omertà, come molti pensano - scrive lo studente, ormai laureando -, ma contiene meravigliosi paesaggi che vanno dal mare alla montagna, che offre mete turistiche piene di storia e di cultura, ma soprattutto ospita persone splendide dotate di onestà, intelligenza e senso di giustizia, in grado di diffondere legalità e solidarietà». «È bastato soltanto accennare la mia situazione e l'impossibilità di recarmi all'Università - scrive ancora - che subito hanno pensato a emanare un decreto per farmi svolgere gli ultimi esami in modalità videoconferenza. Direi un decreto unico e personale dal momento che sono il primo e l'unico studente in Italia a sostenere gli esami in questa modalità particolare». «Che emozione rivedere i mie professori dopo tanto tempo anche se solo per videochiamata - conclude lo studente -. Questo mi ha fatto capire che comportarsi da cittadino onesto comporta sì dei sacrifici e delle rinunce, ma l'onestà paga, ti rende forte e libero dai pregiudizi. Ricorderò con gioia e gratitudine l'impegno mostratomi».
«Non è stato semplice, - continua il prorettore - ma la collaborazione del coordinatore del corso di studio, Giuseppe Venturella, e dei colleghi Conte, Palazzolo, La Mantia, La Mela Veca, Saiano, Lo Pinto hanno consentito al giovane di avere tutte le informazioni per preparare gli ultimi esami, dai programmi ai libri di testo. Il Servizio centrale di protezione ha messo a disposizione locali, funzionari e collegamento skype per lo svolgimento degli esami secondo le modalità stabilite dall'Ateneo, che ha anche predisposto una opportuna modalità di verbalizzazione degli esami». In otto mesi il giovane ha sostenuto i cinque esami che gli mancavano. Per il rettore, si tratta di una nuova sfida «per dimostrare che l'Università di Palermo assiste i suoi studenti anche in condizioni che esulano dalla normalità e che risentono del contesto territoriale siciliano. Oggi possiamo comunicare che questo studente fuori dagli schemi, come lui si definisce, ha completato tutti gli esami e presto potrà discutere la sua tesi di laurea, sempre in modalità videoconferenza, di cui è relatore il professore Giuseppe Venturella. A tutti i docenti va il mio personale ringraziamento per avere condotto a buon fine una esperienza didattica cosi inusuale, ma piena di solidarietà umana».
Il 23 luglio, a esami conclusi, il giovane ha inviato una nuova lettera al prorettore, per ringraziarlo e per chiedergli di raccontare la sua storia, pur rispettando l'anonimato. Una lettera che è una testimonianza pubblica. «Vi volevo raccontare l'altra faccia della Sicilia che non è soltanto criminalità organizzata e omertà, come molti pensano - scrive lo studente, ormai laureando -, ma contiene meravigliosi paesaggi che vanno dal mare alla montagna, che offre mete turistiche piene di storia e di cultura, ma soprattutto ospita persone splendide dotate di onestà, intelligenza e senso di giustizia, in grado di diffondere legalità e solidarietà». «È bastato soltanto accennare la mia situazione e l'impossibilità di recarmi all'Università - scrive ancora - che subito hanno pensato a emanare un decreto per farmi svolgere gli ultimi esami in modalità videoconferenza. Direi un decreto unico e personale dal momento che sono il primo e l'unico studente in Italia a sostenere gli esami in questa modalità particolare». «Che emozione rivedere i mie professori dopo tanto tempo anche se solo per videochiamata - conclude lo studente -. Questo mi ha fatto capire che comportarsi da cittadino onesto comporta sì dei sacrifici e delle rinunce, ma l'onestà paga, ti rende forte e libero dai pregiudizi. Ricorderò con gioia e gratitudine l'impegno mostratomi».
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