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Ma il Paese di Guglielmo Tell è stato colonizzato dalla 'ndrangheta?

Operazione Helvetia Reggio Calabria, 22 agosto 2014.
In Svizzera era operativa da circa 40 anni un'articolazione della 'ndrangheta direttamente collegata a cosche di Fabrizia (Vibo Valentia) e di Reggio Calabria. Una circostanza inedita portata alla luce dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio, diretto dal colonnello Lorenzo Falferi, che stamani hanno eseguito un decreto di fermo della Dda capitanata dal procuratore capo della Repubblica Federico Cafiero De Raho, per 18 persone, due bloccate nel reggino e le altre 16, oggetto di localizzazione in Svizzera da parte delle locali autorità e che saranno arrestate dopo l'estradizione. Dall’operazione “Il Crimine”, madre di tante altre indagini, era scaturito l’omonimo processo in cui Primerano in contatto don il capo dei capi della ‘ndrangheta, Domenico Oppedisano, classe 1930  veniva condannato alla pena di anni tredici di reclusione poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione di tipo  mafioso. Emergeva il ruolo apicale del capomafia Giuseppe Antonio Primerano, riconosciuto dal ‘Crimine’ di Polsi; personaggio cui NESCI Antonio, inteso “Cucchiaruni”, alias “’a muntagna da’  Sbizzira”. doveva far riferimento per ottenere l’autorizzazione ad estendere il dominio territoriale oltre che in Svizzera, anche in altre località tra cui Singen – comune tedesco del Baden – Wuttemberg
MA LA ‘NDRANGHETA, HA CLONATO IL MODELLO E COLONIZZATO PURE LA SVIZZERA?
Domenico Salvatore

Svizzera, Germania, Francia, Spagna…Lotta alle mafie. Nella Ue, siamo all’anno zero. In Europa, tecnicamente, la mafia non esiste nei codici giuridici degli Stati membri. E quindi nemmeno la ‘ndrangheta. Il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso c' è solo in Italia. I magistrati non possono aggredire i patrimoni con i sequestri preventivi. Là, i boss possono circolare liberamente; le mogli ricevono l’indennità di disoccupazione e sono esentate dal pagare l' affitto. La ‘ndrangheta mira alla conquista dei mercati del pianeta. E sicuramente non disprezza quello elvetico. Considerato strategico e baricentro. Le intercettazioni, effettuate con la collaborazione dell’Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, hanno consentito non solo di confermare l’esistenza e l’operatività della “locale” di Frauenfeld, ma anche di individuarne gli associati, di carpirne i ruoli e le cariche ma soprattutto di verificarne la dipendenza dalla “casa madre” calabrese, la “Provincia”, organo supremo di autogoverno planetario. Giuseppe Antonio Primerano, detenuto in Italia perchè condannato nel luglio 2013 a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa nell'ambito del processo "Il Crimine" era il capomafia riconosciuto dal “Crimine” di Polsi, del locale svizzero in questione; Antonio Nesci il reggente, ma non poteva prendere nessuna decisione senza Primerano. Antonio Nesci e Raffaele Albanese appena hanno rimesso piede in Italia, sono stati “pizzicati”dai Carabinieri, fermati e condotti in galera.
 Siamo al confine con la Germania. Nel 2009, la polizia federale dichiarava che in Germania c' erano almeno 230 ' ndrine con 1800 affiliati, dislocati soprattutto in Baviera, Assia, Renania settentrionale. Cinque "locali" sono impiantate a Ravensburg, Francoforte, Engen, Rielasingen e Singen. ‘Ndrangheta amnbiziosa? L’hanno ribadito sino alla nausea, in tutte le conferenze stampa ufficiali ed nelle assemblee studentesche, ma anche sui mass-media e sui libri del settore. Ne è convinta la Commissione Parlamentare Antimafia; la Direzione Nazionale Antimafia; i Comandi provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri e la Questura. Gl’inquirenti ad ogni latitudine. Finalmente anche Milano, che finora ha tenuto la testa sotto la sabbia come lo struzzo. Non è velleità; ambizione sfrenata; smania sproporzionata. ‘Bufala’ o peggio ‘leggenda metropolitana’. Ne hanno parlato i pentiti e perfino gli affiliati, intercettati. La conferma è giunta attraverso le varie operazioni della DDA. ‘Helvetia’, lo conferma, oltre ogni ragionevole dubbio. Incertezze, non ne ha mai avute, il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, sino all’ultimo, in predicato di diventare Ministro della Giustizia nel Governo Renzi. E nemmeno la sua spalla editoriale, professore universitario Antonio Nicàso; con il quale ha pubblicato a quattro mani, geniali e fondamentali lavori letterari sulla ‘ndrangheta. In sede di conferenza stampa dell’operazione “Crimine 2” il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria del tempo, Giuseppe Pignatone (oggi alla Procura di Roma), commentando disse : ” É la conferma dell'espansione della 'ndrangheta - non solo sul piano del traffico internazionale di stupefacenti ma anche sul piano dell'associazione mafiosa - in altre regioni fuori dall'Italia.

All'estero c'è una perfetta riproduzione dell'organizzazione calabrese: l'unità di base è sempre quella che viene definita locale e poi da queste locali estere si mantengono sempre i contatti con la casa madre cioè con la “Provincia” di Reggio Calabria, dove periodicamente vengono a prendere ordini, direttive e strategie di lungo periodo e a rendicontare quello che avviene. Questo mi pare il dato fondamentale. Senza alcun dubbio, Il fulcro rimane la Calabria e la provincia di Reggio Calabria in modo particolare: questo, è ciò che emerge con sicurezza sia dalle indagini culminate a luglio sia da quest'altra”. Purtroppo, ci sono ancora in giro gonzi, allocchi e creduloni, disposti e disponibili a credere, che la Piovra calabrese, sia una banda di pecorai aspromontani, paludati di velluto, scarpe grosse, ‘alliccasapuni’, coppola e lupara a tracolla; buono al massimo per risolvere il problema di una ragazzina ingannata, sedotta ed abbandonata; o di far restituire un gregge, una mandria, un trattore, un camion di paglia e fieno rubati e razziati; se non una partita di ‘bionde’ depredate; oppure regolare una ‘gebbiata’ d’acqua, peraltro di proprietà del Barone, del Marchese e del Conte, negata a muso duro con la forza bruta della violenza, dai suoi stessi accoliti. E perfino la restituzione di alcune filiere di salame affumicata o di formaggi e ricotte, frutto di ‘bait’.

Il Continente Europa, ovviamente è il più colonizzato. Poi viene l’America. Quindi l’Oceania. Gli ultimi interessati dall’espansione della ‘ndrangheta, sono stati l’Asia e l’Africa. I tre patriarchi della ‘ndrangheta, Antonio Macrì (Mandamento Jonico), Domenico Tripodo (Mandamento di Centro) e Girolamo Piromalli (Mandamento Ti\rrenico), che in illo tempore, si chiamava ancora ‘Onorata Società’ e perfino: la società degli ‘omini di pettu, panza e prisenza’ e poi anche ‘Cosa Nuova’, nei summit di mafia solevano dire…”U mundu è ‘u nostru! Ma forse, non intendevano tutto il pianeta. Parallelamente arrivarono gli Iamonte, Jerinò, Ursini, Scali, Mazzaferro, Belfiore, Lo Presti, i Morabito, i Commisso, Pelle, Barbaro, Papalia, Sergi, Marando, Trimboli, Ruga, Strangio, Romeo, Mammoliti Fischiante, Scriva, Talia, Rodà, Casile, Equisone, Zavettieri, Tripodi, Passaniti, Ciccio Canale, Valle, Lampada, Mico Strati, Carbone, Araniti, Imerti, Zito, Furci, Nasone, Cambareri, Parrello, Gallico, Mammoliti di Oppido-Castellace, Crea, Rugolo, Zagari, Barca, Maisano, Macrì, Alvaro, Mazzagatti, Polimeni, Zumbo, Bonarrigo,Chindamo, Lamari, Cutellè, Tassone, Violi, Italiano, Raso, Furfaro, Gioffrè, Pellegrino, Facchineri, Avignone, Longo, Versace, Petullà, Albanese, D’Agostino, Molè, Tripodi, Pesce. Bellocco, Pisano, Scriva, Giovinazzo, Viola, Zagari, Neri. Un discorso a parte spetta a ‘Santu Luca’, regno dei Nirta Scalzone.

Il locale ‘numero uno’, quartier generale della ‘ndrangheta; a cui ci si deve rivolgere prima di aprire un locale di ‘ndrangheta. Nel suo territorio, a Polsi, ogni anno si svolge l’assemblea generale dei quadri della ‘ndrangheta. Poi, avanzarono le “seconde linee” dei Mazzaferro, Aquino, Macrì, Scali, Cordì, Commisso, Pelle, Morabito, Cataldo, Barbaro, Strangio, Nirta, Vòttari, Leuzzi, Ruga, Bruzzaniti, Palamara, Criaco, Belcastro, Romeo, D’Agostino, Cua, Pipicella, Bruzzese, Callà, Coluccio, Loiero, Femia, Sainato, Loccisano, Mujà, Crea, Simonetti, Metastasio, Costa, Sergi, De Masi, Manno, Maione, Iamonte, Paviglianiti, Casile, Verno, Pangallo, Stelitano, Favasuli, Maesano, Zavettieri, Stilo, Gagliardi, Vadalà, De Stefano, Condello, Araniti, Imerti, Serraino, Libri, Tegano, Schimizzi, Lo Giudice, Zindato, Greco, Audino, Barreca, Rosmini, Saraceno, Fontana, Latella, Ficara, Labate, Franco, Rogolino, Martino, Chirico, Iannò, Garonfolo, Buda, Bertuca,Valle, Lampada,  Greco, Nasone, Gaietti, Tripodi, Bellantone, Laurendi, Parrello, Gallico, Bruzzise, Gioffrè, Piromalli, Molè, Pesce, Bellocco, Ascone, Pisano, Leotta, Alvaro, Crea, Facchineri, Raso, Albanese E perfino le terze file, che portano gli stessi cognomi e soprannomi; con l’aggiunta di altri clan che avanzano in punta di piedi, ma non troppo. Tipo i Brandimarte, Perre, Priolo, Fioriglio, Albanese, D’Agostino, Napoli, Santaiti, Corica, Cianci, Fazzalari, Giovinazzo, Viola, Zagari, Da Masi, Gallizzi, Sainato, Roccisano, Belfiore, Cordì, Cataldo, Costa, Commisso, Ierinò, Mazzaferro, Perre, Ruga, Barbaro, Papalia, Marando, Trimboli, Strangio, Nirta, Mammoliti, Perre, Vallelunga e Vallelonga, Iamonte, De Stefano, Condello, Serraino, Libri, Caridi, Zindato, Borghetti, Bellocco, Pesce, Alvaro, Nirta, Strangio, Piromalli e via di sèguito.

La ‘ndrangheta è la più forte mafia del pianeta? Forse! Sicuramente è la più impermeabile al pentitismo, che fa decimare, azzerare e smantellare interi clan di mafia. Duemila pentiti, collaboranti o collaboratori di giustizia nella Camorra; mille in Cosa Nostra e solo una cinquantina nella ‘Ndrangheta. La Piovra calabrese, ha i rapporti diretti con i narco-trafficantes di cocaina. Controlla più dell' 80 per cento del narcotraffico europeo. Una multinazionale del crimine, che importa e smercia cocaina ed eroina; investe in immobili e villaggi turistici; acquisisce società e titoli finanziari; organizza estorsioni, traffica in armi. Alcuni italo-americani; altri residenti in Sud e Centro America; diversi intermediari parlano lo Spagnolo ed il Portoghese, come e meglio dell’Italiano. La ‘Gramigna’, riscuote la massima fiducia. Anche perché, paga in contanti e non fa storie. Di soldi ne ha, quanti ne voglia. Per comprarsi catene di alberghi, ristoranti, hotels, centri residenziali, interi quartieri, super-markets, pubs, pizzerie, centri commerciali, negozi alla moda al mare ed ai monti, abiti griffati, scuderie di macchine e motociclette di marca e super accessoriate, super-veloci, super-costose, moderne tecnologie, computer, i-phone, i-pad; in patria e fuori; ville, villette, palazzi, condomini, castelli e grattacieli.

O per trasformarli in Bot, CCT. BPT, azioni ed obbligazioni, se non altre cedole assicurative. Denaro a fiumi per il traffico di droga, ma anche per l’usura o prestito a strozzo. Senza per questo trascurare il rakett delle estorsioni che assicura quattrini in quantità e controllo del territorio; appalti, sub-appalti, filiera del cemento, spazzatura ordinaria, tossica e radiattiva, scommesse clandestine, boat-people o traffico degli immigrati e così via. I figli dei mafiosi vanno all’Università; seguono corsi post-universitari, master, specializzazioni; conoscono almeno tre o quattro lingue; giocano in Borsa; viaggiano in aereo nella business class; vanno in vacanza nei paradisi artificiali. All’ombra dei loro padri mammasantissima e della “Provincia” massimo organo di autogoverno della ‘ndrangheta planetaria. L’Anti Stato avanza nel mondo e in patria. Ma lo Stato, non si limita a…’guardarsi la partita’. Non solo avviso orale, diffida, sorveglianza speciale e soggiorno obbligato se non domicilio coatto. Prevenzione e repressione dei reati e dei delitti.Ha varato tutta una serie di dispositivi, leggi, leggine, decreti. Come la creazione della DDA; provvedimenti in materia di sequestro e confisca dei beni mobili ed immobili ed agenzia apposita per la gestione e l’assegnazione ad enti ed associazioni; la legge sui pentiti; la legge per combattere i prestanome; la legge per lo scioglimento dei Comuni, per infiltrazioni mafiose e via dicendo. Ed altre molto restrittive, sono allo studio del Parlamento, perché in gioco c’è  la libertà e la democrazia, la Giustizia e la trasparenza ed altri valori morali ed ideali. Prefetti, Questori, comandanti provinciali della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, del CFS, della Pol-penitenziaria ecc, invitano i cittadini ad una maggiore e migliore collaborazione con la forze dell’ordine e con la Magistratura. Per la difesa e la tutela degli anzidetti valori, ma anche per assicurare ai figli ed alle generazioni future un avvenire meno nebuloso. La Strage di Duisburg aveva chiarito molte cose e le operazioni “Crimine 2” le ha ribadite. In Germania hanno sistemato decine di "locali";  in Svizzera hanno i soldi; in Olanda e Belgio controllano i porti; in Costa Azzurra, hanno ville e hotels; in Bulgaria, investono nel settore turistico sul Mar Nero; nei Balcani controllano la rotta della droga. Già anni fa il procuratore aggiunto della DDA di Reggio calabria, Michele Prestipino, oggi a Roma con Péignatone, disse che… L' Antimafia italiana ha certificato l' esistenza di due locali, a Zurigo e a Frauenfeld. Nell' operazione Crimine 2 spunta un soggetto, "Ntoni lo svizzero" alias Antonio Nesci, cugino di un boss di Singen, Bruno Nesci.

Così recita il c.s. ufficiale…”In data 22 agosto 2014, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 18 affiliati alla ‘ndrangheta, di cui 2 catturati nella provincia di Reggio Calabria ed i restanti 16 oggetto di attiva e contemporanea localizzazione – da parte degli organi di Polizia Federale - in territorio elvetico i quali saranno arrestati dopo l’espletamento delle procedure estradizionali.
Gli indagati sono tutti componenti dell’articolazione territoriale denominata “Società di Frauenfeld (Svizzera)”, dipendente dalla “Locale di Fabrizia (VV)”, responsabili di associazione di tipo mafioso (artt. 416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e 61 nr. 6 c.p.), aggravata dall’art. 3 lett. B) e C) l. n. 146/2006 (reato transnazionale) in quanto commesso in Italia e Svizzera da un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato.
Le indagini, avviate nel gennaio del 2012, nonché la contemporanea fase esecutiva di queste ore, si sono avvalse anche del contributo investigativo dell’Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, in relazione alle attività svolte in territorio elvetico, per l’utilizzo delle quali, il 17.04.2013, veniva siglato a Milano, presso gli uffici del Comando Provinciale Carabinieri, un “accordo su indagini collegate tra il Ministero Pubblico della Confederazione Svizzera - Divisione Protezione dello Stato - Reati Speciali e Criminalità Organizzata e la Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria”.
Le investigazioni, hanno consentito non solo di confermare l’esistenza e l’operatività – già dagli anni settanta - della “Locale” di Frauenfeld, alla cui testa vi è NESCI Antonio, ma anche di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al “Crimine” calabrese,

L’analisi complessiva delle risultanze investigative hanno consentito per la prima volta in assoluto, di apprendere dettagli e caratteristiche del contesto criminale elvetico con riguardo alla struttura di ‘ndrangheta in quel territorio. Il dato essenziale appurato – sino ad ora inedito -  riguarda la piena operatività da circa 40 anni dell’articolazione di ‘ndrangheta insediata in territorio elvetico ed in particolare nella città svizzera di Frauenfeld (“… la nostra società è formata da 40 anni …”) con la piena e diretta rispondenza alla terra d’origine degli affiliati (“… Gli ho detto…gli ho detto che il “locale” è da 40 anni che “risponde” a Fabrizia …”). 

Domenico Salvatore




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