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La pagina politica del 15 agosto 2014, pomeriggio




ALFANO, 'VU CUMPRA«? C'È ANCHE SULLA TRECCANI  - ROMA, 15 agosto 2014- Il termine 'vu cumpra» «c'è anche sulla Treccani». Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sollecitato dai giornalisti nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto al Viminale, torna sulle polemiche suscitate dall'espressione da lui usata nei giorni scorsi e, a sostegno della sua tesi, mostra la definizione dell'enciclopedia sul suo palmare, ironizzando che «si tratta di una definizione giornalistica». Riguardo alla 'guerrà da lui scatenata contro i venditori ambulanti, il ministro sottolinea che «la lotta alla contraffazione è per il Made in Italy, per i commercianti che pagano tasse, spese e licenze e non possono subire la concorrenza sleale dei contraffattori che rubano posti di lavoro legali. Ogni mese - aggiunge - ci riuniremo per fare il punto sul contrasto a questa attività».

SICUREZZA STRADALE: ALFANO; 1.689 MORTI IN UN ANNO, È PRIORITÀ  - Dall'1 agosto 2013 al 31 luglio 2014 si sono registrate 1.689 vittime di incidenti stradali. «Troppi morti», osserva il ministro Angelino Alfano, nella conferenza stampa di Ferragosto, annunciando che il tema «sarà una nostra priorità nei prossimi 12 mesi. Già a settembre faremo una riunione, allargata ai rappresentanti del ministero dei Trasporti, per analizzare possibili contromisure». Nel periodo considerato si sono verificati 77.432 incidenti stradali ed i feriti sono stati 53.538. Le infrazioni accertate sono state 1.979.789, le pattuglie impiegate 4.432.480 ed i controlli con etilometro 1.625.997.

 SICUREZZA:ALFANO,PAESE TIENE, GRAZIE A FORZE DELL'ORDINE Per ordine pubblico, contrasto a antagonisti e terrorismo - «L'Italia è un Paese che tiene dal punto di vista dell'ordine pubblico, del contrasto alle frange antagoniste ed al terrorismo». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto al Viminale, al termine della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Durante il comitato, ha spiegato Alfano, «è stata fatta un'analisi dei risultati ottenuti sui diversi fronti della sicurezza e sono confortanti sotto ogni punto di vista. Di questo - ha aggiunto - ringrazio le donne e gli uomini delle forze dell'ordine che fanno ogni giorno il loro dovere senza avere stipendi alti».
Il ministro ha passato in rassegna i dati dell'ultimo anno (1 agosto 2013-31 luglio 2014), sottolineando che «abbiamo retto circa 10mila manifestazioni pubbliche, arrestato 1.779 mafiosi e 78 latitanti, sequestrato 10.700 beni alla criminalità organizzata, per un valore di quasi 5 miliardi di euro, ci sono state 10.700 denunce per stalking e 189 allontanamenti disposti dal questore, sono state disposte 31 gestioni commissariali per infiltrazioni mafiose negli enti locali». Alfano ha quindi ringraziato le forze dell'ordine, osservando che «lo Stato ha a cuore il destino di chi protegge gli italiani». Nel corso della conferenza, il ministro si è collegato con le sale operative di tutti i corpi in diverse città. A Ferragosto sono 55mila gli operatori della sicurezza al lavoro. Presenti con Alfano, tra gli altri, il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, il capo della polizia, Alessandro Pansa, il comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, il comandante generale della Guardia di finanza, Saverio Capolupo, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, il direttore dell'Aisi, Arturo Esposito

SICUREZZA: ALFANO,RIDURRE CORPI POLIZIA? NO, SISTEMA FUNZIONA  - «Bisogna riformare le cose che non funzionano, ma quando il sistema di sicurezza produce questi risultati positivi, occorre pensarci bene prima di smontarlo». Risponde così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, all'ipotesi di accorpamento tra le diverse forze di polizia esistenti. «Non ci sono - spiega Alfano, nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto al Viminale - forze generaliste, ognuna ha compiti specifici. Razionalizzare le spese delle singole forze è dunque logico e giusto, ma se si deve tagliare con la mannaia è diverso ed io non aderisco». 


CRISI: BRUNETTA, GERMANIA FACCIA CRESCERE DOMANDA INTERNA Devono fare riforma fiscale, Renzi lo spieghi alla Merkel  - ROMA, 15 AGO - «Tutta l'eurozona è in frenata e anche la Germania rallenta. Proprio per questo motivo, Matteo Renzi deve fare sue le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, e del suo stesso ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: servono riforme simultanee e coordinate in tutta l'area dell'euro. Per far sì che gli effetti benefici delle riforme in un Paese si trasmettano anche alle economie degli altri paesi. E per fare ciò deve essere proprio la locomotiva d'Europa, se ancora vuole essere tale, a cominciare». Lo dice il presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. «La Germania - aggiunge - deve fare le sue riforme, a partire da quella fiscale, per mettere più soldi nelle tasche dei tedeschi e far crescere la domanda interna, con il giusto e buon livello di inflazione che ne deriverà. Anche per non incorrere nella procedura di infrazione per avanzo eccessivo della bilancia dei pagamenti, che tanti problemi ha creato a tutta l'eurozona. Squilibrio derivante da un euro tedesco sottovalutato rispetto ai fondamentali dell'economia della Germania, che ha reso le esportazioni di quel paese più competitive rispetto a quelle degli altri Stati dell'eurozona, senza alcun meccanismo redistributivo. La Germania colmi, quindi, questo gap di solidarietà rispetto agli altri partner europei, e tornerà a crescere a ritmi elevati e a trainare l'economia dell'intera area dell'euro. Se davvero vuole che la moneta unica continui ad esistere. Matteo Renzi lo spieghi alla sua collega Merkel».


REPORTER MORTO: BOLDRINI,SACRIFICIO SPINGA RIAPRIRE DIALOGO - ROMA, 15 AGO - «Simone Camilli è morto facendo il proprio lavoro con coraggio, passione e umanità. Ha perso la vita per raccontare a tutti noi che nelle ore del cessate il fuoco tra le macerie di Gaza ci sono bombe inesplose ma ancora terribilmente letali e per informarci della tragedia che sta vivendo il Medio Oriente. Ai genitori, alla moglie e alla piccola figlia un abbraccio affettuoso e la mia vicinanza». Lo scrive su Facebook la presidente della Camera Laura Boldrini. «L'opera di Simone, come quella di tanti altri giornalisti ed operatori dell'informazione, rappresenta uno strumento insostituibile e prezioso per consentirci di essere consapevoli di quanto avviene in tante parti del mondo martoriate da guerre e violenza. Nei molti anni trascorsi presso le agenzie delle Nazioni Unite, che mi hanno spesso condotto in tante di queste zone, sono stata testimone diretta del lavoro e dell'abnegazione di tanti reporter che mettono a rischio la propria vita senza reti di protezione per fornire un servizio alla collettività. Dobbiamo essere loro grati perchè questo impegno è strumento per l'affermazione dei diritti umani e per la libertà di ognuno. Il sacrificio di Simone, come quello pochi mesi fa di un altro fotoreporter italiano come Andrea Rocchelli, ucciso in Ucraina insieme all'attivista per i diritti umani e traduttore Andrej Mironov, deve spingerci a riattivare canali di dialogo e a trovare soluzioni pacifiche nelle controversie tra popoli e paesi».


AMBIENTE: GALLETTI, SICUREZZA MARE È AL CENTRO MIA POLITICA Ministro visita Capitaneria di porto di Cagliari - CAGLIARI, 15 AGO - «La sicurezza del mare è al centro della politica del mio Ministero, ritenevo importante essere qui oggi con gli uomini che se ne occupano direttamente per ringraziarli per quello che fanno», lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, in visita alla Capitaneria di porto di Cagliari. Prima di salutare i militari ha risposto anche alle domande dei giornalisti in merito alle bonifiche militari e industriali. «La Sardegna è uno dei luoghi dal punto di vista idrogeologico e delle bonifiche più a rischio d'Italia, un luogo simbolo e mi sembrava giusto essere qui. Per quanto riguarda il decreto Competitività - ha ribadito il ministro - io trovo quella norma molto giusta, prende atto di una situazione: che fino a oggi le bonifiche militari non sono state fatte, quasi nessuna in Italia, perchè il livello di caratterizzazione era troppo elevato. Noi obbligavamo la Difesa a fare delle bonifiche come se lì, il giorno dopo, venissero costruiti negli stessi luoghi degli edifici residenziali. Quindi bonifiche molto difficili da fare e molto costose, ma il giorno dopo in quei posti non venivano costruiti degli edifici residenziali ma si bombardava ancora. Ho ritenuto opportuno dare dei criteri di caratterizzazione più bassi che sono quelli delle zone industriali, così sarà possibile fare le bonifiche. Nel momento in cui non saranno più zone militari si rientrerà nella norma generale, quindi le bonifiche si faranno in base a quello che si farà in quella zona. Con questa norma risolviamo un problema non lo complichiamo. Dico alla gente della Sardegna di interpretarla come una buona norma dal punto di vista ambientale».


UE: MARINI (REGIONI), SI PUÒ CAMBIARE PATTO STABILITÀ «Regole contrastanti nella spesa dei fondi europei» (ANSA) - PERUGIA, 15 AGO - Nella spesa dei fondi europei «sottostiamo a due regole contrastanti: da una parte ci si dice di spendere tanto e velocemente, dall'altra abbiamo regole per cui dobbiamo spendere meno e lentamente. Mi riferisco al patto di stabilità interno cui devono sottostare le spese finanziate con i cofinanziamenti nazionali e regionali ai fondi strutturali Ue, ma mi riferisco anche alle regole europee sul deficit». È quanto osserva la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, coordinatrice della Conferenza delle Regioni nella partita della programmazione dei fondi Ue 2014-2020. «Sul primo fronte - prosegue, in una intervista al Sole 24 Ore - sottolineo la parola 'internò e dico che possiamo cambiarlo, trovare noi una soluzione senza dover contrattare nulla con Bruxelles, purchè alla fine si rispettino i parametri complessivi della spesa. Sul secondo versante, registro che il Governo ha aperto una partita con la commissione e con i partner europei sulla flessibilità. La prima flessibilità che dovrebbe essere accordata da Bruxelles è tutto ciò che ruota intorno ai fondi strutturali». Secondo la presidente, nella programmazione dei fondi 2014-2020 «certamente c'è preoccupazione per i tempi. Abbiamo già inviato i programmi operativi regionali a Bruxelles alla scadenza del 22 luglio, ma se non si conclude l'accordo tra Governo e commissione sul quadro complessivo degli interventi, non si potrà partire. E ancora una volta partiremo in ritardo e dovremo spendere in cinque anni quel che si dovrebbe spendere in sette, perchè il 2014 di fatto è già andato e il primo anno di operatività ha sempre una spesa molto lenta».

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