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La debolezza della Chiesa del progresso.

La debolezza della Chiesa del progresso.
Una Chiesa forte e non Conciliare dopo il massacro e la fuga dei cristiani dal Medio Oriente. Un nuovo Templarismo
di Pierfranco Bruni

Certo. Si tratta di una questione legata alle religioni, alle fedi, ai culti, alle devozioni. Ma i cristiani sono al centro di un massacro in quella terra devastata tra i confini irakeni estesi lungo le fasce iraniane.

Il cristiano vive il sacrificio della Croce. Non possiamo non dirci cristiani? No, direi piuttosto che non possiamo non sentirci ed essere cristiani. E lo siamo, ma questo non ci esula a non essere e a non sentirci cattolici.

Una Chiesa debole che continua a praticare la  insostenibile leggerezza conciliare ha reso teologico il percorso cattolico - cristiano e con questo ha indebolito la presenza della fede cristiana proprio in quei quei Paesi in cui si ha bisogno di una testimonianza pre- conciliare dei valori dei significati delle eredità di una Chiesa forte.

Ma Chiesa forte non significa offrire allori e incenso con la prevalenza dell'oro alla Chiesa progressista. Una Chiesa alla quale si debba rispetto deve far prevalere la tradizione nella innovazione. Anche nel mondo Mediterraneo questa Chiesa ha mostrato la sua consistente leggerezza.

La sua non posizione a Gaza è una emblematica testimonianza. Abbiamo bisogno di una Chiesa forte e che sappia prendere delle decisioni e assumere delle posizione e debba avere il coraggio di schierarsi.

Il banalume di una Chiesa che dice di schierarsi per i più deboli i più diseredati i più bisognosi ha lo scettro dell'inutile e fa comodo. Ma la Chiesa deve riprendere il suo processo filosofico culturale storico oltre che teologico. Basta con il "popolare" del predicume.

Una Chiesa forte ha bisogno di sacerdoti e di personalità forti culturalmente. Viviamo in un tempo di emergenza e anche il mistico conosce l'età della emergenza.

Cristo, Paolo e Agostino sono la necessità. Ma questa Chiesa che si fa massacrare in Medio Oriente è quella Chiesa che si è inventata la conciliatoria del progresso popolare e del popolo neo dialogante.

Ritorniamo alla Tradizione perché soltanto recuperando la Tradizione è possibile difendere la fede e il mistero della fede. Insomma ci vuole in nuovo Templarismo per difendere la debolezza post conciliare. 

Continuo a sostenere  che Papa Francesco non mi convince e che la sua pastorale è molto debole e fragile e non ha la forza né di confrontarsi né di contrapporsi ai tragici conflitti in Oriente.

La guerra ai cristiani è archeologia ma legare il mondo ebraico a quello cristiano oggi non ha senso. Il cristiano è più arabo che ebraico. Una Chiesa culturalmente forte e cristianamente mistica e meno teologica: su questo occorre puntare in un tempo di disgreganti lacerazioni.

  La Chiesa della leggerezza ha bisogno di una nuova Crociata e di Templari della fede.