Fossato in lutto per la morte di una grande donna d’altri tempi, vissuta a cavallo del Fascismo e della Repubblica; tra il XX° ed il XXI° Secolo
È TORNATA ALLA CASA DEL PADRE MARIA ANTONIA SAPONE, VEDOVA DEL MEDICO, POETA E GIORNALISTA PAOLO TRIPODI
Domenico Salvatore
Fossato Jonico (Reggio Calabria)-Campane a morto: Maria Antonia Sapone è tornata al Padre, ancora nonuagenaria; sebbene conservasse intatti, i lineamenti della sua verde età. Una simpatica vecchietta, che sembra schizzata fuori da “Il sabato del villaggio…”Siede con le vicine/su la scala a filar la vecchierella,/incontro là dove si perde il giorno;/e novellando vien del suo buon tempo,/quando ai dì della festa ella si ornava,/ed ancor sana e snella/solea danzar la sera intra di quei/ch'ebbe compagni dell'età più bella./…”. Ma ai bei tempi, faceva girare la testa alla beata gioventù.

Il leggendario scrittore e poeta Edmondo De Amicis la cantò così…” Non sempre il tempo la beltà cancella/o la sfioran le lacrime e gli affanni/mia madre ha sessant’anni e più la guardo/e più mi sembra bella./Non ha un accento, un guardo, un riso/che non mi tocchi dolcemente il cuore./Ah se fossi pittore, farei tutta la vita/il suo ritratto./Vorrei ritrarla quando inchina il viso/perch’io le baci la sua treccia bianca/e quando inferma e stanca,/nasconde il suo dolor sotto un sorriso./Ah se fosse un mio prego in cielo accolto/non chiederei al gran pittore d’Urbino/il pennello divino per coronar di gloria/il suo bel volto./Vorrei poter cangiar vita con vita,/darle tutto il vigor degli anni miei/Vorrei veder me vecchio e lei…/dal sacrificio mio ringiovanita!/. Le doti di profonda umanità di Antonia Maria Sapone vedova Tripodi, sono state commentate nelle more della cerimonia…”Era buona, onesta, gentile, elegante, affettuosa, dispensava saggi consigli, aiutava i poveri, consolava gli afflitti. Nonostante fosse la first lady di un simile personaggio, non si montò mai la testa. Rimase sempre con i piedi ben piantati per terra. Anche dopo la prematura scomparsa del marito, dimorò spesso e volentieri a Fossato Jonico, che aveva eletto a sua patria; ed era rispettata, riverita ed ossequiata. Nel 1200-1300, l’avrebbero chiamata ‘Madonna Antonia Maria’. E Dante Alighieri, avrebbe detto …” « Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia, quand'ella altrui saluta,/ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,/e li occhi no l'ardiscon di guardare./Ella si va, sentendosi laudare,/benignamente d'umiltà vestuta,/e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a miracol mostrare./Mostrasi sì piacente a chi la mira/che dà per li occhi una dolcezza al core,/che 'ntender no la può chi no la prova;/e par che de la sua labbia si mova/un spirito soave pien d'amore,/che va dicendo a l'anima: Sospira. ». E l’amico Dino, si rivolgerà ai grandi napoletani per riascoltare quei versi celeberrimi di ‘Lacreme Napulitane’…” Mia cara madre, che só', che só' 'e denare?/Pe' chi se chiagne 'a Patria, nun só' niente./Mo tengo quacche dollaro, e mme pare/ca nun só' stato maje tanto pezzente./Mme sonno tutt' 'e nnotte 'a casa mia/e d' 'e ccriature meje ne sento 'a voce,/ma a vuje ve sonno comm'a na "Maria"/cu 'e spade 'mpietto, 'nnanz'ô figlio 'ncroce….” Domenico Salvatore
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