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Il clan dei Gallico di Palmi nel mirino della DDA reggina che coordina la Squadra Mobile di Reggio Calabria, guidata dal primo dirigente Gennaro Semeraro

REGGIO CALABRIA 23 luglio 2014. Ha fatto luce sulla governance del patrimonio immobiliare della cosca Gallico, individuato a Palmi e a Roma, e sulle capacità della 'ndrina di manovrare una moltitudine di soggetti disponibili a fungere da prestanome per consentire la schermature del patrimonio, l'inchiesta «Orso» della Dda reggina che stamani ha portato all'arresto di 14 persone mentre una quindicesima, latitante da novembre 2013, è ricercata. «L'inchiesta - ha detto il procuratore capo Federico Cafiero de Raho illustrando i particolari - conferma l'interesse strategico della 'ndrangheta, in questo caso dei Gallico, di trovare persone insospettabili cui intestare beni ingenti. I Gallico avevano cominciato da tempo a spostare le loro attività di riciclaggio a Roma, acquistando immobili e locali, affidando a Giovanni Iannino il compito di proteggere il loro consistente patrimonio. Iannino, un vecchio accoscato, si era da qualche tempo 'inabissato', ma le sue mosse non erano certamente sfuggite alle nostre osservazioni anche nella capitale grazie anche al supporto della squadra mobile capitolina. Abbiamo purtroppo verificato - ha concluso Cafiero de Raho - il coinvolgimento di persone apparentemente lontane da logiche criminali che con il loro perbenismo hanno però contribuito a rendere ricco il potente clan di Palmi». Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sequestrati anche immobili per un valore di sette milioni di euro acquistati, secondo l'accusa, con proventi illeciti.

NEL MIRINO DELLA DDA DI REGGIO CALABRIA DIRETTA DAL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA FEDERICO CAFIERO DE RAHO, “L’INVINCIBILE” C’É ANCORA, IL CLAN DEI GALLICO DI PALMI
Domenico Salvatore



Non è morto, né sepolto. Anzi periodicamente, risorge dalle sue stesse ceneri, come l’araba fenice. Del clan dei Gallico di Palmi, alleato con i Bellocco di Rosarno, se n’è parlato poco in questi anni. Se non per la ben nota faida che li ha visti rivali dei Condello (saltato in aria con la sua Alfa Romeo, imbottita di tritolo) dei Parrello e dei Bruzzise, suoi alleati se non federati e via dicendo. Ma l’arsenale dei Condello ( ben dieci fucili calibro 12 e calibro 20, alcuni dei quali a canne mozze, due pistole calibro 45 e una calibro 38, numerose micce per ordigni esplosivi ad alto potenziale, decine di caricatori per pistola e per fucili, centinaia di munizioni da guerra, migliaia per pistole e fucili caricati a pallettoni.) venne scoperto anni dopo, dagli agenti del questore Ennio Gaudio, che ricevette i complimenti proprio dal procuratore Elio Costa, in località “Strazzata”… Ennio Gaudio che anni dopo, sarebbe diventato sindaco di Palmi. Dei Gallico se n’è parlato in questi anni a macchia di leopardo. Eppure i Gallico, dice la Commissione Parlamentare Antimafia e le relazioni annuali di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, sono un clan di ‘ndrangheta fra i più forti, ricchi e potenti dell’intero comparto. Lo confermano i pentiti, i mass-media e la saggistica, che fiocca come la neve a Courmayeur, ma anche i procuratori capo della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, oggi a Firenze; nel posto che fu del procuratore nazionale defunto Pierluigi Vigna e di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, trasferito a Roma ed il successore Federico Cafiero De Raho. Tuttavia negli ultimi anni, sono stati spesso e volentieri alla ribalta della cronaca nera e nel mirino della DDA; se non della Procura della Repubblica di Palmi. Anche ai tempi del chiacchierato procuratore Elio Costa. Scriveva Pantaleone Sergi su “La Repubblica del 28 marzo 1994…” Non solo un segmento di intercettazione telefonica che lo indica come amico delle logge. Contro Elio Costa, nuovo procuratore di Palmi, c' è dell' altro. Ci sono segnalazioni, veleni, tanto fango. Lo si vuole massone a tutti i costi, ma lui giura che non lo è e non lo è mai stato. Al Csm ha risposto, ha spiegato, ha chiarito. E ha avuto via libera. Pronto a dare spiegazioni Ma come può prendere possesso del nuovo incarico se il suo nome è iscritto tra quelli degli indagati nell' inchiesta sulla massoneria deviata? "A Palmi non metto piede se prima non si chiarisce questa storia", risponde Costa all' invito del procuratore generale Guido Neri che fissa la data dell' insediamento. Non può essere un buon inizio arrivare a Palmi e trovarsi indagato dai sostituti che dovrà dirigere. Il magistrato sa di che cosa lo si accusa, l' ha appreso dal Csm. E chiede di parlare, di spiegare come stanno i fatti ai colleghi di Palmi. "Contro di me c' è qualcuno che trama", assicura Costa, "con la massoneria non ho mai avuta nulla da spartire, è lontana dalla mia cultura". "Faremo subito, con celerità, tutti gli accertamenti necessari", afferma adesso il sostituto procuratore di Palmi Carlo Macrì; "Cercheremo di chiarire la vicenda a tamburo battente", aggiunge il suo collega Dario Granieri. I magistrati sono stati impegnati in questo senso dal procuratore generale Neri, il quale vuole che Costa si insedi a Palmi entro metà aprile. La procura ne ha bisogno. Basteranno questi pochi giorni per mettere la parola fine a una storia così imbarazzante per la stessa magistratura? I sostituti Macrì e Granieri ci si sono messi d' impegno. Anche ieri hanno lavorato per alcune verifiche…”. Comunque la commissione referente del Csm, a titolo di cronaca archiviò  non essendo emersi elementi, che comprovino la sua appartenenza alla massoneria.

Per 20 anni, è stato: sostituto procuratore della Repubblica a Vibo Valentia; procuratore capo a Crotone dal 1988 al 1994; e dal '94 al 2001 procuratore capo della Repubblica di Palmi; prima di essere trasferito alla Corte d’Appello di Roma e lasciare la reggenza nelle mani del procuratore aggiunto, Bruno Giordano. A Palmi aveva preso il posto di Agostino Cordova, promosso procuratore capo della Repubblica di Napoli, ‘gratificato’ con una storica battuta sibillina…”  "Qui non si riesce a trovare neanche i fascicoli di processi iscritti regolarmente nel registro generale, ma stranamente scomparsi”. Già, i due flash dell’Ansa…(”Operazione della Polizia di Stato di Reggio Calabria che, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura distrettuale reggina, ha eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di 'ndrangheta dei Gallico, operante nella Piana di Gioia Tauro. Le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni. Contestualmente, nell'ambito della stessa operazione, sono stati sequestrati beni immobili e società per un valore complessivo di sette milioni di euro.  Reinvestivano il provento delle attività illecite nell'acquisto di beni immobili, come un palazzo storico di Palmi, pagato 450 mila euro contro un valore di un milione, che avrebbe dovuto essere demolito per costruire nuovi appartamenti da mettere poi in vendita. E' quanto emerso dall'inchiesta "Orso" della Dda di Reggio Calabria, che stamani ha portato all'arresto di 15 presunti esponenti della cosca di 'ndrangheta dei Gallico, operante nella Piana di Gioia Tauro. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla squadra mobile di Reggio a Palmi e a Roma, con l'ausilio dell'omologa struttura investigativa capitolina e con la partecipazione dei Reparti prevenzione crimine. Al termine delle indagini, coordinate dal pm della Dda Gianni Musarò e dal procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho, oltre agli arresti, gli agenti hanno sequestrato anche beni immobili e società a Palmi e a Roma per un valore di 7 milioni. In particolare, oltre al palazzo storico, a Palmi sono stati sequestrati appartamenti e una villetta, mentre a Roma sono stati messi i sigilli a un ristorante-rosticceria e ad altri appartamenti ritenuti riconducibili ai Gallico. La Polizia sta inoltre eseguendo numerose perquisizioni disposte dalla Dda, anche nei confronti di persone non colpite dal provvedimento cautelare”.), offrivano un quadro sufficientemente chiaro dell’operazione ‘Orso’  di Palmi. Nel mirino la cosca palmisana dei Gallico. Uno degli anelli concentrici della controffensiva dello Stato. Polizia (Guido Longo), Carabinieri (Lorenzo Falferi) e Guardia di Finanza ( Alessandro barbera), coordinati dalla DDA reggina, diretta dal procuratore capo della Repubblica Federico Cafiero De Raho, stanno sferrando duri e circostanziati attacchi alle più potenti cosche della ‘ndrangheta. L’operazione, è stata condotta in sinergia con la Squadra Mobile di Roma, diretta dal primo dirigente Renato Cortese e coordinata  dal procuratore capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone.

L'attività investigativa si è incentrata prevalentemente sulla figura di Giovanni Iannino, 59 anni, storico affiliato alla cosca, condannato per associazione mafiosa con sentenza passata in giudicato “Tenuto conto che Iannino aveva ormai assunto il ruolo di 'specialista’ in riciclaggio dei beni dei Gallico”, ha detto il questore Guido Nicolò Longo, affiancato dal dirigente della Squadra Mobile reggina, Gennaro Semeraro, dal dirigente della Sezione criminalità organizzata Francesco Rattà e dal dirigente del Commissariato di Palmi Fabio Catalano. L'uomo, anche dopo la condanna risalente agli Anni Novanta, secondo l'accusa, ha continuato a far parte della consorteria, anche con il ruolo di prestanome. Ed è proprio seguendo le dinamiche che hanno connotato le sue condotte che sono stati individuati ulteriori beni. L'inchiesta si è avvalsa di numerose intercettazioni ambientali e telefoniche e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, oltre che di accertamenti documentali e bancari. Nell'operazione sono stati sequestrati tre fabbricati a Palmi, uno a Roma e due società. Si tratta di un fabbricato ubicato in via Bruno Buozzi di Palmi, un fabbricato sito in via Letterio Francia di Palmi, un fabbricato ubicato in via Gambarie di Palmi, un appartamento sito in via Guastella di Roma, le società ‘Il Quadrifoglio sas” di Roma e la ‘C&C sas’ di Palmi. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha colpito: Francesco Barbera, 37 anni; Antonino Cosentino, 53 anni, inteso Nino alias “Poldino”, già detenuto per altra causa; Emanuele Cosentino, 28 anni; Giuseppe Cosentino, 61 anni; Daniele De Salvo, 32 anni; Domenico De Salvo, 45 anni; Carmelo Gallico, 51 anni, già detenuto per altra causa; Domenico Gallico, 56 anni, già detenuto per altra causa; Teresa Gallico, 66 anni, già detenuta per altra causa; Giovanni Iannino, 59 anni. Gli arresti domiciliari sono stati concessi a: Antonino Cosentino, 30 anni; Domenico Cosentino, 28 anni; Pasquale Gangemi,  67 anni; Santina Iannino, 31 anni; Vincenzo Parisi, 48 anni. È irreperibile Emanuele Cosentino, 28 anni, latitante dal novembre 2013….”Il 23 Luglio 2014  a conclusione di una complessa ed articolata attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro e dal Commissariato P.S. di Palmi (RC), diretto dal vicequestore Fabio Catalano con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma, diretto da Maria Luisa Pellizzari, la Polizia di Stato diretta dal questore Guido Longo, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica, diretta da Federico Cafiero De Raho, dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 15 persone, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, in particolare associazione di ‘ndrangheta, nella sua articolazione denominata cosca GALLICO di Palmi (RC), oltre che per quelli di riciclaggio aggravato ed intestazione fittizia di beni. 


In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di 1. BARBERA Francesco nato a Palmi (RC) il 08.07.1977, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 132 (custodia cautelare in carcere);2. COSENTINO Antonino inteso Nino, alias “Poldino”, nato a Palmi (RC) il 25.08.1961, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);

3. COSENTINO Antonino nato a Palmi (RC) in data 09.02.1984, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 98 (arresti domiciliari);4. COSENTINO Domenico nato a Palmi (RC) il 13.03.1986, ivi residente in via Rimembranze n. 25 (arresti domiciliari);5. COSENTINO Emanuele nato a Palmi (RC) in data 11.03.1986, in atto latitante (custodia cautelare in carcere);6. COSENTINO Giuseppe nato a Palmi (RC) il 30.07.1953, ivi residente in via Rimembranze n. 25 (custodia cautelare in carcere);7. DE SALVO Daniele nato a Palmi (RC) il 05.10.1982, ivi residente in via Bruno BUOZZI n. 50 piano II°, di fatto domiciliato in Roma (custodia cautelare in carcere);8. DE SALVO Domenico nato a Palmi (RC) in data 04.11.1969, ivi residente in via Della Resistenza n. 2 (custodia cautelare in carcere);9. GALLICO Carmelo nato a Palmi (RC) il 12.09.1963, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);10. GALLICO Domenico nato a Palmi (RC) il 30.08.1958, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);11. GALLICO Teresa nata a Palmi (RC) il 27.04.1948, detenuta per altra causa (custodia cautelare in carcere);12. GANGEMI Pasquale nato a Palmi (RC) il 14.11.1947, ivi residente in via San Giorgio n. 152 (arresti domiciliari);13. IANNINO Giovanni nato a Palmi il 12.08.1955, di fatto domiciliato in Roma alla via Bartolomeo Avanzini n. 15(custodia cautelare in carcere);14. IANNINO Santina nata a Oppido Mamertina (RC) il 15.03.1983, residente a Palmi (RC) in via Bruno Buozzi n. 50 Piano I°, di fatto domiciliata in Roma (arresti domiciliari)15. PARISI Vincenzo nato a Palmi (RC) in data 09.01.1966, ivi residente in Contrada Vitica s.n.c. (arresti domiciliari)Nello specifico, IANNINO Giovanni e BARBERA Francesco, personaggi chiave attorno ai quali ruota l’inchiesta, sono accusati del delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, in quanto organici alla cosca Gallico, operante a Palmi1, nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria, nonché in altre parti d’Italia e segnatamente nella Capitale, in concorso con numerosi soggetti, anche appartenenti all’omonima famiglia della ‘ndrangheta calabrese, tratti in arresto nel corso di precedenti operazioni di polizia (note alle cronache con il nome di Cosa Mia 1, 2 e 3, Fiore), finalizzata - attraverso la forza di intimidazione, l’assoggettamento, l’omertà, il controllo capillare del territorio e l’influenza sulla vita pubblica ed economica - a conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività economiche attraverso la partecipazione alle stesse, ovvero attraverso la riscossione di somme di denaro a titolo estorsivo; ad acquisire direttamente o indirettamente la gestione o il controllo di attività produttive nei più svariati settori; ad affermare il dominio sul territorio, da attuarsi anche attraverso accordi con altre organizzazioni della ‘ndrangheta calabrese (in particolare, con la cosca Pesce di Rosarno, e Mole’di Gioia Tauro); a commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi; ad accaparrarsi lavori in sub-appalto nei tratti ricompresi tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla, appaltati al Consorzio Scilla, imponendo alle società appaltatrici, proprie ditte.    Il problema principale per le cosche della ‘ndrangheta,  sosteneva il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, noto scrittore e saggista, autore di premiati best-sellers, in coppia con il professore universitario italo- americano, scrittore e giornalista, Antonio Nicaso, nel corso di una conferenza stampa, è quello di riciclare i miliardi, del vecchio conio. I Gallico tuttavia questo problema, in parte lo avevano superato. Ma non hanno fatto i conti con i segugi delle Fiamme Gialle, attrezzati di sofisticate apparecchiature, in grado di individuare flussi di denaro, abilmente celati e nascosti; perfino nei paradisi fiscali. Polizia e Carabinieri dotati di moderne tecnologìe, fanno la loro parte. Sebbene i compiti istituzionali nella lotta alla malavita ed al malaffare, siano di altro tenore e portata. Domenico Salvatore

 CORRELATO
 Nota della Polizia – Nella mattinata odierna, a conclusione di una complessa ed articolata attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato P.S. di Palmi (RC), con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica, dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 15 persone, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, in particolare associazione di ‘ndrangheta, nella sua articolazione denominata cosca GALLICO di Palmi (RC), oltre che per quelli di riciclaggio aggravato ed intestazione fittizia di beni.
La Polizia di Reggio Calabria sta eseguendo questa mattina un'operazione contro la cosca Gallico che opera nella Piana di Gioa Tauro. Sono quindici le persone colpite da un'ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia. Le accuse nei confronti degli arrestati vanno dall'associazione mafiosa al riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Contestualmente si sta procedendo al sequestro di numerosi beni mobili per un valore di sette milioni di euro. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella Questura di Reggio Calabria.
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di :
1.      BARBERA Francesco nato a Palmi (RC) il 08.07.1977, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 132 (custodia cautelare in carcere);
2.    COSENTINO Antonino inteso Nino, alias “Poldino”, nato a Palmi (RC) il 25.08.1961, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
3.    COSENTINO Antonino nato a Palmi (RC) in data 09.02.1984, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 98 (arresti domiciliari);
4.    COSENTINO Domenico nato a Palmi (RC) il 13.03.1986, ivi residente in via Rimembranze n. 25 (arresti domiciliari);
5.     COSENTINO Emanuele nato a Palmi (RC) in data 11.03.1986, in atto latitante (custodia cautelare in carcere);
6.    COSENTINO Giuseppe nato a Palmi (RC) il 30.07.1953, ivi residente in via Rimembranze n. 25 (custodia cautelare in carcere);
7.     DE SALVO Daniele nato a Palmi (RC) il 05.10.1982, ivi residente in via Bruno BUOZZI n. 50 piano II°, di fatto domiciliato in Roma (custodia cautelare in carcere);
8.    DE SALVO Domenico nato a Palmi (RC) in data 04.11.1969, ivi residente in via Della Resistenza n. 2 (custodia cautelare in carcere);
9.    GALLICO Carmelo nato a Palmi (RC) il 12.09.1963, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
10.                       GALLICO Domenico nato a Palmi (RC) il 30.08.1958, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
11.  GALLICO Teresa nata a Palmi (RC) il 27.04.1948, detenuta per altra causa (custodia cautelare in carcere);
12.GANGEMI Pasquale nato a Palmi (RC) il 14.11.1947, ivi residente in via San Giorgio n. 152 (arresti domiciliari);
13.IANNINO Giovanni nato a Palmi il 12.08.1955, di fatto domiciliato in Roma alla via Bartolomeo Avanzini n. 15(custodia cautelare in carcere);
14.IANNINO Santina nata a Oppido Mamertina (RC) il 15.03.1983, residente a Palmi (RC) in via Bruno Buozzi n. 50 Piano I°, di fatto domiciliata in Roma (arresti domiciliari)
15. PARISI Vincenzo nato a Palmi (RC) in data 09.01.1966, ivi residente in Contrada Vitica s.n.c. (arresti domiciliari)
Nello specifico, IANNINO Giovanni e BARBERA Francesco, personaggi chiave attorno ai quali ruota l’inchiesta, sono accusati del delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, in quanto organici alla cosca Gallico, operante a Palmi, nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria, nonché in altre parti d’Italia e segnatamente nella Capitale, in concorso con numerosi soggetti, anche appartenenti all’omonima famiglia della ‘ndrangheta calabrese, tratti in arresto nel corso di precedenti operazioni di polizia (note alle cronache con il nome di Cosa Mia 1, 2 e 3, Fiore), finalizzata – attraverso la forza di intimidazione, l’assoggettamento, l’omertà, il controllo capillare del territorio e l’influenza sullavita pubblica ed economica – a conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività economiche attraverso la partecipazione alle stesse, ovvero attraverso la riscossione di somme di denaro a titolo estorsivo; ad acquisire direttamente o indirettamente la gestione o il controllo di attività produttive nei più svariati settori; ad affermare il dominio sul territorio, da attuarsi anche attraverso accordi con altre organizzazioni della ‘ndrangheta calabrese (in particolare, con la cosca Pesce di Rosarno, e Mole’di Gioia Tauro); a commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi; ad accaparrarsi lavori in sub-appalto nei tratti ricompresi tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla, appaltati al Consorzio Scilla, imponendo alle società appaltatrici, proprie ditte di riferimento (in particolare, l’impresa individuale GALIMI Giuseppe, di fatto gestita da GALIMI Vincenzo) per l’aggiudicazione dei sub-appalti, delle forniture e, di conseguenza, per l’esecuzione dei lavori.
Le indagini condotte per oltre un anno dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Palmi, su cui si fonda l’intero impianto accusatorio della D.D.A. di Reggio Calabria, consentivano di ricostruire il ruolo svolto da:
  • IANNINO Giovanni all’interno della cosca GALLICO, in qualità di referente nella Capitale, gestore del patrimonio immobiliare a Palmi (RC) e a Roma, organizzatore delle intestazioni fittizie finalizzate ad eludere i sequestri dei beni riconducibili alla cosca di appartenenza, plenipotenziario in Italia, da giugno a dicembre 2011, del boss GALLICO Carmelo, rifugiatosi a Barcellona (Spagna) dopo aveva violato le prescrizioni imposte conla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Brescia, sottraendosi peraltro all’esecuzione di misura cautelare in carcere. In particolare si è accertato che nell’Autunno 2011 IANNINO Giovanni, eseguendo le disposizioni di GALLICO Carmelo e avvalendosi dell’ausilio dell’Avv. Francesco CARDONE (professionista palmese attualmente imputato davanti al Tribunale di Palmi per favoreggiamento aggravato dalla finalità di agevolare la cosca GALLICO), si era interessato della vendita di un compendio immobiliare riconducibile al sodalizio palmese ed intestato a prestanome, al chiaro fine di prevenire provvedimenti ablatori da parte dell’A.G.; a talescopo lo IANNINO aveva mantenuto i contatti tra GALLICO Carmelo, all’epoca latitante in Spagna, e l’Avv. Francesco CARDONE.
  • BARBERA Francesco,in qualità di esattore dei crediti di natura usuraria di GALLICO Teresa (soggetto apicale della cosca), nonché gestore, con COSENTINO Antonino classe 1961, con COSENTINO Emanuele e con il minore GALLICO Alfonso,delle attività estorsive poste in essere nell’interesse della cosca GALLICO;
  • GALLICO Carmelo, GALLICO Domenico, GALLICO Teresa, IANNINO Giovanni, IANNINO Santina, DE SALVO Daniele, DE SALVO Domenico, GANGEMI Pasquale, PARISI Vincenzo, i quali, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali,attribuivano fittiziamente a IANNINO Santina, DE SALVO Daniele e DE SALVO Domenico un fabbricato sito in Palmi alla Via Buozzin. 48-50-52, del valore di € 450.000,00, riconducibili in buona parte ad alcuni componenti della famiglia GALLICO, nonché ad alcuni esponenti della omonima cosca, fra i quali lo stesso IANNINO Giovanni;
  • GANGEMI Pasquale, PARISI Vincenzo, DE SALVO Daniele e IANNINO Giovanni, in quanto autoridi attività di riciclaggio, per avere ostacolato, mediante operazioni di versamento e prelievi su alcuni conti correnti postali, l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme di denaro utilizzare per l’acquisto dell’immobile del valore di € 450.000,00 sito a Palmi alla Via Buozzi n. 48-50-52;
  • COSENTINO Antonino classe 1961, COSENTINO Giuseppe, COSENTINO Emanuele, COSENTINO Antonino classe1984, COSENTINO Domenico, i quali, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, attribuivano fittiziamente a COSENTINO Antonino classe 1984 e COSENTINO Domenico, che accettavano, la titolarità formale della “C. & C. s.n.c. di COSENTINO Antonino & C.” esercente l’attività di vendita al dettaglio di carburanti, autolavaggio, bar e commercio di giornali, riviste e periodici, affittuaria del distributore Tamoil s.p.a., sito in Palmi sulla S.S. 18, riconducibile di fatto alla cosca GALLICO.
Contestualmente alle misure cautelari della custodia in carcere ed agli arresti domiciliari, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo dei seguenti beni immobili e società, con sede a Palmi (RC) e a Roma, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della D.D.A., in quanto riconducibili alla cosca GALLICO:
1) fabbricato sito in Palmi, in via Bruno BUOZZI ai civici n. 48, 50 e 52, individuato nel catasto fabbricati del Comune di Palmi foglio 29, particella 318, sub. 8, via Bruno BUOZZI n. 44, P1-2-3, cat. A/3, cl. 2, vani 14;
2) fabbricato sito in Palmi alla via Letterio Francia, lotto edificatorio n. 22 (di mq 151), Comune di Palmi-Catasto foglio n. 31, particelle n. 936, 873, 939, 934, intestato a VIOLA Carmelo, nato a Palmi il 24.09.62 e SCARCELLA Santa, nata a Palmi il 10.02.66;
3) fabbricato sito in Palmi alla via Gambarie nr. 118, catasto del comune di Palmi al foglio 26, particella 118, subalterno 27, mq 232, intestato a SURACE Francesca, nata a Palmi il 18.09.1960;
4) fabbricato sito in Roma alla via Guastalla n. 4, piano I° interno 4 (censita al foglio di mappa n. 448, particella n. 95, subalterno n. 504), intestato a GANGEMI Daniela, nata a Palmi il 10.07.1980.
5) “Il Quadrifoglio s.a.s. di IANNINO Rocco”, con sede legale in Roma alla Via Giovanni Maria Lancisi nr. 33/35, con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento), i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti;
6) “C. & C. s.n.c. di COSENTINO Antonino & C.”, con sede legale in Palmi alla Via S. Leonardo nr. 75, con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento), i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti.

L’Operazione odierna denominata Orso rappresenta un’ulteriore importante tappa dell’azione di contrasto sviluppata,negli ultimi anni, nei confronti di della cosca GALLICO, operante a Palmi e comuni viciniori, unanimemente considerata una delle strutture criminali più potenti e temibili della ‘ndrangheta calabrese operante nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

Com’è noto, nel corso degli ultimi quattro anni, la cosca GALLICO è stata duramente colpita da un’azione sistematica di contrasto promossa dalla Polizia di Stato che ha prodotto decine di arresti e numerosi sequestri dei beni ad essa riconducibili. E’ sufficiente ricordare al riguardo le operazioni passate alla cronaca con il nome Cosa Mia I, II e III,l’operazione Fiore, il sequestro di beni operato a Palmi e Roma, riconducili agli imprenditori MATTIANI, ritenuti contigui alla citata cosca, nonché il sequestro, avvenuto nell’autunno 2012, di un palazzo, ubicato in Palmi, luogo di residenza della famiglia GALLICO, considerato il simbolo del loro potere mafioso.

La presente inchiesta fa luce sullagovernancedel patrimonio immobiliare,riconducibile alla cosca GALLICO, individuato a Palmi e nella Capitale, nonché sulle capacità della consorteria di manovrarenel suo interesseuna moltitudine di soggetti disponibili a fungere da prestanome onde consentire agli accoliti di schermarne il patrimonio, soprattutto nel settore immobiliare.

L’attività di indagine, riassunta in una corposa informativa di reato depositata alla D.D.A. di Reggio Calabria da questa Squadra Mobile e dall’Ufficio di Polizia di Palmi, si incentra prevalentemente sulla figura di IANNINO Giovanni, storico affiliato alla cosca GALLICO, condannato per associazione mafiosa con sentenza passata in giudicato.

Il predetto, anche dopo la condanna (risalente agli anni novanta) ha continuato a far parte della consorteria mafiosa palmese, anche con il ruolo di prestanome. Ed è proprio seguendo le dinamiche che hanno connotato le sue condotte al servizio del sodalizio, che sono stati individuati ulteriori beni, in particolare immobili, che fanno parte di quello che, senza alcuna enfasi, può essere definito l’ingente patrimonio della cosca GALLICO, frutto di illecite acquisizioni di cui, nel tempo, si è resa protagonista, conclamate dall’assenza di una lecita spiegazione di vorticosi movimenti di denaro che le investigazioni hanno portato alla luce.

Le complesse ed articolate indagini da cui scaturisce l’operazione Orso, sono state condotte con il supporto di numerose intercettazioni ambientali e telefoniche, delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia (RUSSO Antonio, MARINO Vincenzo, GAGLIOSTRO Pasquale), degli esiti delle pregresse attività investigative inerenti il sodalizio GALLICO (operazioni Cosa mia I, II e III, Fiore, ecc…), delle dichiarazioni di persone informate sui fatti,nonché di accertamenti documentali e bancari effettuati a seguito delle attività di captazione, che ne hanno confermato la rilevanza indiziaria.
L’esistenza e l’operatività, in Palmi e territori limitrofi, della cosca GALLICOrisale alla fine degli anni ’70, quando era in corso una sanguinosa faidafra le famiglie GALLICO-MORGANTE-SGRO’-SCIGLITANO da un lato e CONDELLO-BRUZZISE dall’altro.

Originariamente le faide erano due, fra loro separate: quella di Palmi fra i CONDELLO ed i GALLICO e quella di Barritterifra i BRUZZISE e gli SGRO’-SCIGLITANO. La prima era nata per una questione apparentemente futile, ovvero l’aggressione compiuta da alcuni componenti della famiglia GALLICO ai danni di CONDELLO Francesco, a causa di un circolo privato che quest’ultimo aveva aperto in Palmi, città di appartenenza di entrambe le famiglie. La seconda, invece, era stata determinata da comuni interessi su alcune opere pubbliche che dovevano essere realizzate in località “Madonna delle Nevi”, che si estende per circa 170 ettari nella frazione Barritteri, a ridosso del parco naturale del Monte Sant’Elia.

All’inizio degli anni ’80 lo scontro fra i BRUZZISE e gli SGRO’-SCIGLITANO confluì in quello in atto nella vicina Palmi, tra i GALLICO ed i CONDELLO, ed i due schieramenti di Barritteri, evidentemente nel tentativo di avere rispettivamente la meglio su quello avverso, si allearono ciascuno al fianco di uno dei clan di Palmi. Invero, mentre la famiglia BRUZZISE risultava legata da tempo anche per “vincoli di comparato” con la famiglia PARRELLO di Palmi, i defunti fratelli SGRO’ ed il cognato SCIGLITANO risultavano essere “compagni di lavoro” del defunto GALLICO Antonino classe 1928. Tale “legame” veniva in seguito rafforzato dalle nozze tra SGRO’ Maria e MORGANTE Salvatore, quest’ultimo nipote della moglie di GALLICO Antonino.

Uscita vincente dalla faida, la cosca GALLICO, nel corso degli anni, aveva saputo imporsi con la forza e la violenza, acquisendo il controllo illecito di tutte le attività economiche operanti nell’area di influenza. Negli ultimi anni aveva allungato i suoi tentacoli perfino nella Capitale dove attualmente vanta forti interessi nel settore imprenditoriale e commerciale.
Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa 7 milioni di euro.
Nel corso dell’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni nei confronti dei vari indagati durante le quali è stata sequestrata copiosa documentazione ritenuta utile per il prosieguo dell’attività investigativa.
Allo stato il solo COSENTINO Emanuele, già latitante dal novembre 2013, risulta irreperibile ed è attivamente ricercato.