REGGIO
CALABRIA 23 luglio 2014. Ha fatto luce sulla governance del patrimonio
immobiliare della cosca Gallico, individuato a Palmi e a Roma, e sulle capacità
della 'ndrina di manovrare una moltitudine di soggetti disponibili a fungere da
prestanome per consentire la schermature del patrimonio, l'inchiesta «Orso»
della Dda reggina che stamani ha portato all'arresto di 14 persone mentre una
quindicesima, latitante da novembre 2013, è ricercata. «L'inchiesta - ha detto
il procuratore capo Federico Cafiero de Raho illustrando i particolari -
conferma l'interesse strategico della 'ndrangheta, in questo caso dei Gallico,
di trovare persone insospettabili cui intestare beni ingenti. I Gallico avevano
cominciato da tempo a spostare le loro attività di riciclaggio a Roma,
acquistando immobili e locali, affidando a Giovanni Iannino il compito di
proteggere il loro consistente patrimonio. Iannino, un vecchio accoscato, si
era da qualche tempo 'inabissato', ma le sue mosse non erano certamente
sfuggite alle nostre osservazioni anche nella capitale grazie anche al supporto
della squadra mobile capitolina. Abbiamo purtroppo verificato - ha concluso
Cafiero de Raho - il coinvolgimento di persone apparentemente lontane da
logiche criminali che con il loro perbenismo hanno però contribuito a rendere
ricco il potente clan di Palmi». Gli arrestati sono accusati di associazione
mafiosa e riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sequestrati anche
immobili per un valore di sette milioni di euro acquistati, secondo l'accusa,
con proventi illeciti.
NEL MIRINO DELLA DDA DI REGGIO CALABRIA DIRETTA DAL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA FEDERICO CAFIERO DE RAHO, “L’INVINCIBILE” C’É ANCORA, IL CLAN DEI GALLICO DI PALMI
Domenico Salvatore
NEL MIRINO DELLA DDA DI REGGIO CALABRIA DIRETTA DAL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA FEDERICO CAFIERO DE RAHO, “L’INVINCIBILE” C’É ANCORA, IL CLAN DEI GALLICO DI PALMI
Domenico Salvatore
Non è morto, né sepolto. Anzi periodicamente, risorge
dalle sue stesse ceneri, come l’araba fenice. Del clan dei Gallico di Palmi,
alleato con i Bellocco di Rosarno, se n’è parlato poco in questi anni. Se non
per la ben nota faida che li ha visti rivali dei Condello (saltato in aria con
la sua Alfa Romeo, imbottita di tritolo) dei Parrello e dei Bruzzise, suoi
alleati se non federati e via dicendo. Ma l’arsenale dei Condello ( ben dieci fucili calibro 12 e calibro
20, alcuni dei quali a canne mozze, due pistole calibro 45 e una calibro 38,
numerose micce per ordigni esplosivi ad alto potenziale, decine di caricatori
per pistola e per fucili, centinaia di munizioni da guerra, migliaia per
pistole e fucili caricati a pallettoni.) venne scoperto anni dopo, dagli agenti
del questore Ennio Gaudio, che ricevette i complimenti proprio dal procuratore
Elio Costa, in località “Strazzata”… Ennio Gaudio che anni dopo, sarebbe
diventato sindaco di Palmi. Dei Gallico se n’è parlato in questi anni a macchia di leopardo. Eppure i Gallico, dice la
Commissione Parlamentare Antimafia e le relazioni annuali di Polizia,
Carabinieri e Guardia di Finanza, sono un clan di ‘ndrangheta fra i più forti,
ricchi e potenti dell’intero comparto. Lo confermano i pentiti, i mass-media e
la saggistica, che fiocca come la neve a Courmayeur, ma anche i procuratori
capo della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, oggi a Firenze; nel posto che
fu del procuratore nazionale defunto Pierluigi Vigna e di Reggio Calabria,
Giuseppe Pignatone, trasferito a Roma ed il successore Federico Cafiero De
Raho. Tuttavia negli ultimi anni, sono stati spesso e volentieri alla ribalta
della cronaca nera e nel mirino della DDA; se non della Procura della
Repubblica di Palmi. Anche ai tempi del chiacchierato procuratore Elio Costa.
Scriveva Pantaleone Sergi su “La Repubblica del 28 marzo 1994…” Non solo un segmento di intercettazione
telefonica che lo indica come amico delle logge. Contro Elio Costa, nuovo
procuratore di Palmi, c' è dell' altro. Ci sono segnalazioni, veleni, tanto
fango. Lo si vuole massone a tutti i costi, ma lui giura che non lo è e non lo
è mai stato. Al Csm ha risposto, ha spiegato, ha chiarito. E ha avuto via libera.
Pronto a dare spiegazioni Ma come può prendere possesso del nuovo incarico se
il suo nome è iscritto tra quelli degli indagati nell' inchiesta sulla
massoneria deviata? "A Palmi non metto piede se prima non si chiarisce
questa storia", risponde Costa all' invito del procuratore generale Guido
Neri che fissa la data dell' insediamento. Non può essere un buon inizio
arrivare a Palmi e trovarsi indagato dai sostituti che dovrà dirigere. Il
magistrato sa di che cosa lo si accusa, l' ha appreso dal Csm. E chiede di
parlare, di spiegare come stanno i fatti ai colleghi di Palmi. "Contro di
me c' è qualcuno che trama", assicura Costa, "con la massoneria non
ho mai avuta nulla da spartire, è lontana dalla mia cultura". "Faremo
subito, con celerità, tutti gli accertamenti necessari", afferma adesso il
sostituto procuratore di Palmi Carlo Macrì; "Cercheremo di chiarire la
vicenda a tamburo battente", aggiunge il suo collega Dario Granieri. I
magistrati sono stati impegnati in questo senso dal procuratore generale Neri,
il quale vuole che Costa si insedi a Palmi entro metà aprile. La procura ne ha
bisogno. Basteranno questi pochi giorni per mettere la parola fine a una storia
così imbarazzante per la stessa magistratura? I sostituti Macrì e Granieri ci
si sono messi d' impegno. Anche ieri hanno lavorato per alcune verifiche…”.
Comunque la commissione referente del Csm, a titolo di cronaca archiviò non essendo emersi elementi, che comprovino la
sua appartenenza alla massoneria.
Per 20 anni, è stato: sostituto
procuratore della Repubblica a Vibo Valentia; procuratore capo a Crotone dal
1988 al 1994; e dal '94 al 2001 procuratore capo della Repubblica di Palmi;
prima di essere trasferito alla Corte d’Appello di Roma e lasciare la reggenza
nelle mani del procuratore aggiunto, Bruno Giordano. A Palmi aveva preso il
posto di Agostino Cordova, promosso procuratore capo della Repubblica di Napoli,
‘gratificato’ con una storica battuta sibillina…” "Qui non si riesce a trovare neanche i
fascicoli di processi iscritti regolarmente nel registro generale, ma
stranamente scomparsi”. Già, i due
flash dell’Ansa…(”Operazione della Polizia di Stato di Reggio Calabria che, al
termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura
distrettuale reggina, ha eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare nei
confronti di altrettanti esponenti della cosca di 'ndrangheta dei Gallico,
operante nella Piana di Gioia Tauro. Le persone destinatarie dei provvedimenti
restrittivi sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio
ed intestazione fittizia di beni. Contestualmente, nell'ambito della stessa
operazione, sono stati sequestrati beni immobili e società per un valore
complessivo di sette milioni di euro.
Reinvestivano il provento delle attività illecite nell'acquisto di beni
immobili, come un palazzo storico di Palmi, pagato 450 mila euro contro un
valore di un milione, che avrebbe dovuto essere demolito per costruire nuovi
appartamenti da mettere poi in vendita. E' quanto emerso dall'inchiesta
"Orso" della Dda di Reggio Calabria, che stamani ha portato
all'arresto di 15 presunti esponenti della cosca di 'ndrangheta dei Gallico,
operante nella Piana di Gioia Tauro. Le ordinanze di custodia cautelare sono
state eseguite dalla squadra mobile di Reggio a Palmi e a Roma, con l'ausilio
dell'omologa struttura investigativa capitolina e con la partecipazione dei
Reparti prevenzione crimine. Al termine delle indagini, coordinate dal pm della
Dda Gianni Musarò e dal procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho, oltre
agli arresti, gli agenti hanno sequestrato anche beni immobili e società a
Palmi e a Roma per un valore di 7 milioni. In particolare, oltre al palazzo
storico, a Palmi sono stati sequestrati appartamenti e una villetta, mentre a
Roma sono stati messi i sigilli a un ristorante-rosticceria e ad altri
appartamenti ritenuti riconducibili ai Gallico. La Polizia sta inoltre
eseguendo numerose perquisizioni disposte dalla Dda, anche nei confronti di
persone non colpite dal provvedimento cautelare”.), offrivano un quadro
sufficientemente chiaro dell’operazione ‘Orso’
di Palmi. Nel mirino la cosca palmisana dei Gallico. Uno degli anelli
concentrici della controffensiva dello Stato. Polizia (Guido Longo), Carabinieri
(Lorenzo Falferi) e Guardia di Finanza ( Alessandro barbera), coordinati dalla
DDA reggina, diretta dal procuratore capo della Repubblica Federico Cafiero De
Raho, stanno sferrando duri e circostanziati attacchi alle più potenti cosche
della ‘ndrangheta. L’operazione,
è stata condotta in sinergia con la Squadra Mobile di Roma, diretta dal primo
dirigente Renato Cortese e coordinata
dal procuratore capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone.
L'attività investigativa si è
incentrata prevalentemente sulla figura di Giovanni Iannino, 59 anni, storico
affiliato alla cosca, condannato per associazione mafiosa con sentenza passata
in giudicato “Tenuto conto che Iannino aveva ormai assunto il ruolo di
'specialista’ in riciclaggio dei beni dei Gallico”, ha detto il questore Guido
Nicolò Longo, affiancato dal dirigente della Squadra Mobile reggina, Gennaro
Semeraro, dal dirigente della Sezione criminalità organizzata Francesco Rattà e
dal dirigente del Commissariato di Palmi Fabio Catalano. L'uomo, anche dopo la
condanna risalente agli Anni Novanta, secondo l'accusa, ha continuato a far
parte della consorteria, anche con il ruolo di prestanome. Ed è proprio
seguendo le dinamiche che hanno connotato le sue condotte che sono stati
individuati ulteriori beni. L'inchiesta si è avvalsa di numerose
intercettazioni ambientali e telefoniche e delle dichiarazioni di collaboratori
di giustizia, oltre che di accertamenti documentali e bancari. Nell'operazione
sono stati sequestrati tre fabbricati a Palmi, uno a Roma e due società. Si tratta
di un fabbricato ubicato in via Bruno Buozzi di Palmi, un fabbricato sito in
via Letterio Francia di Palmi, un fabbricato ubicato in via Gambarie di Palmi,
un appartamento sito in via Guastella di Roma, le società ‘Il Quadrifoglio sas”
di Roma e la ‘C&C sas’ di Palmi. L’ordinanza di custodia cautelare in
carcere ha colpito: Francesco Barbera, 37 anni; Antonino Cosentino, 53 anni,
inteso Nino alias “Poldino”, già detenuto per altra causa; Emanuele Cosentino,
28 anni; Giuseppe Cosentino, 61 anni; Daniele De Salvo, 32 anni; Domenico De
Salvo, 45 anni; Carmelo Gallico, 51 anni, già detenuto per altra causa;
Domenico Gallico, 56 anni, già detenuto per altra causa; Teresa Gallico, 66
anni, già detenuta per altra causa; Giovanni Iannino, 59 anni. Gli arresti domiciliari
sono stati concessi a: Antonino Cosentino, 30 anni; Domenico Cosentino, 28
anni; Pasquale Gangemi, 67 anni; Santina
Iannino, 31 anni; Vincenzo Parisi, 48 anni. È irreperibile Emanuele Cosentino,
28 anni, latitante dal novembre 2013….”Il 23 Luglio 2014 a conclusione di una complessa ed articolata
attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal
primo dirigente Gennaro Semeraro e dal Commissariato P.S. di Palmi (RC), diretto
dal vicequestore Fabio Catalano con il coordinamento del Servizio Centrale
Operativo di Roma, diretto da Maria Luisa Pellizzari, la Polizia di Stato diretta
dal questore Guido Longo, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare
emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura
della Repubblica, diretta da Federico Cafiero De Raho, dal G.I.P. presso il
Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 15 persone, ritenuti
responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, in
particolare associazione di ‘ndrangheta, nella sua articolazione denominata
cosca GALLICO di Palmi (RC), oltre che per quelli di riciclaggio aggravato ed
intestazione fittizia di beni.
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di 1. BARBERA Francesco nato a Palmi (RC) il 08.07.1977, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 132 (custodia cautelare in carcere);2. COSENTINO Antonino inteso Nino, alias “Poldino”, nato a Palmi (RC) il 25.08.1961, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di 1. BARBERA Francesco nato a Palmi (RC) il 08.07.1977, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 132 (custodia cautelare in carcere);2. COSENTINO Antonino inteso Nino, alias “Poldino”, nato a Palmi (RC) il 25.08.1961, detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
3. COSENTINO Antonino nato a Palmi (RC)
in data 09.02.1984, ivi residente in Contrada San Leonardo n. 98 (arresti
domiciliari);4. COSENTINO Domenico nato a Palmi (RC) il 13.03.1986, ivi
residente in via Rimembranze n. 25 (arresti domiciliari);5. COSENTINO Emanuele
nato a Palmi (RC) in data 11.03.1986, in atto latitante (custodia cautelare in
carcere);6. COSENTINO Giuseppe nato a Palmi (RC) il 30.07.1953, ivi residente
in via Rimembranze n. 25 (custodia cautelare in carcere);7. DE SALVO Daniele
nato a Palmi (RC) il 05.10.1982, ivi residente in via Bruno BUOZZI n. 50 piano
II°, di fatto domiciliato in Roma (custodia cautelare in carcere);8. DE SALVO
Domenico nato a Palmi (RC) in data 04.11.1969, ivi residente in via Della
Resistenza n. 2 (custodia cautelare in carcere);9. GALLICO Carmelo nato a Palmi
(RC) il 12.09.1963, detenuto per altra causa (custodia cautelare in
carcere);10. GALLICO Domenico nato a Palmi (RC) il 30.08.1958, detenuto per
altra causa (custodia cautelare in carcere);11. GALLICO Teresa nata a Palmi
(RC) il 27.04.1948, detenuta per altra causa (custodia cautelare in
carcere);12. GANGEMI Pasquale nato a Palmi (RC) il 14.11.1947, ivi residente in
via San Giorgio n. 152 (arresti domiciliari);13. IANNINO Giovanni nato a Palmi
il 12.08.1955, di fatto domiciliato in Roma alla via Bartolomeo Avanzini n.
15(custodia cautelare in carcere);14. IANNINO Santina nata a Oppido Mamertina
(RC) il 15.03.1983, residente a Palmi (RC) in via Bruno Buozzi n. 50 Piano I°,
di fatto domiciliata in Roma (arresti domiciliari)15. PARISI Vincenzo nato a
Palmi (RC) in data 09.01.1966, ivi residente in Contrada Vitica s.n.c. (arresti
domiciliari)Nello specifico, IANNINO Giovanni e BARBERA Francesco, personaggi
chiave attorno ai quali ruota l’inchiesta, sono accusati del delitto di
partecipazione ad associazione mafiosa, in quanto organici alla cosca Gallico,
operante a Palmi1, nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria,
nonché in altre parti d’Italia e segnatamente nella Capitale, in concorso con
numerosi soggetti, anche appartenenti all’omonima famiglia della ‘ndrangheta
calabrese, tratti in arresto nel corso di precedenti operazioni di polizia
(note alle cronache con il nome di Cosa Mia 1, 2 e 3, Fiore), finalizzata -
attraverso la forza di intimidazione, l’assoggettamento, l’omertà, il controllo
capillare del territorio e l’influenza sulla vita pubblica ed economica - a
conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività economiche attraverso la
partecipazione alle stesse, ovvero attraverso la riscossione di somme di denaro
a titolo estorsivo; ad acquisire direttamente o indirettamente la gestione o il
controllo di attività produttive nei più svariati settori; ad affermare il
dominio sul territorio, da attuarsi anche attraverso accordi con altre
organizzazioni della ‘ndrangheta calabrese (in particolare, con la cosca Pesce
di Rosarno, e Mole’di Gioia Tauro); a commettere delitti contro il patrimonio,
contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi; ad accaparrarsi
lavori in sub-appalto nei tratti ricompresi tra gli svincoli di Gioia Tauro e
Scilla, appaltati al Consorzio Scilla, imponendo alle società appaltatrici,
proprie ditte. Il problema principale per le cosche della
‘ndrangheta, sosteneva il procuratore
aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, noto scrittore e
saggista, autore di premiati best-sellers, in coppia con il professore universitario
italo- americano, scrittore e giornalista, Antonio Nicaso, nel corso di una
conferenza stampa, è quello di riciclare i miliardi, del vecchio conio. I
Gallico tuttavia questo problema, in parte lo avevano superato. Ma non hanno
fatto i conti con i segugi delle Fiamme Gialle, attrezzati di sofisticate
apparecchiature, in grado di individuare flussi di denaro, abilmente celati e
nascosti; perfino nei paradisi fiscali. Polizia e Carabinieri dotati di moderne
tecnologìe, fanno la loro parte. Sebbene i compiti istituzionali nella lotta
alla malavita ed al malaffare, siano di altro tenore e
portata. Domenico Salvatore
CORRELATO
Nota della
Polizia – Nella mattinata odierna, a conclusione di una complessa ed articolata
attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato
P.S. di Palmi (RC), con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di
Roma, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare
emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura
della Repubblica, dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei
confronti di 15 persone, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di
associazione mafiosa, in particolare associazione di ‘ndrangheta, nella sua
articolazione denominata cosca GALLICO di Palmi (RC), oltre che per quelli di
riciclaggio aggravato ed intestazione fittizia di beni.
La Polizia di Reggio Calabria sta
eseguendo questa mattina un'operazione contro la cosca Gallico che opera nella
Piana di Gioa Tauro. Sono quindici le persone colpite da un'ordinanza di
custodia cautelare emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia. Le
accuse nei confronti degli arrestati vanno dall'associazione mafiosa al
riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Contestualmente si sta procedendo
al sequestro di numerosi beni mobili per un valore di sette milioni di euro. I
particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza
stampa che si terrà alle 11 nella Questura di Reggio Calabria.
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso
l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e
degli arresti domiciliari nei confronti di :
1.
BARBERA
Francesco nato a Palmi (RC) il 08.07.1977, ivi residente in Contrada San
Leonardo n. 132 (custodia cautelare in carcere);
2.
COSENTINO
Antonino inteso Nino, alias “Poldino”, nato a Palmi (RC) il 25.08.1961,
detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere);
3.
COSENTINO
Antonino nato a Palmi (RC) in data 09.02.1984, ivi residente in Contrada San
Leonardo n. 98 (arresti domiciliari);
4.
COSENTINO
Domenico nato a Palmi (RC) il 13.03.1986, ivi residente in via Rimembranze n.
25 (arresti domiciliari);
5.
COSENTINO
Emanuele nato a Palmi (RC) in data 11.03.1986, in atto latitante (custodia
cautelare in carcere);
6.
COSENTINO Giuseppe
nato a Palmi (RC) il 30.07.1953, ivi residente in via Rimembranze n. 25
(custodia cautelare in carcere);
7.
DE SALVO
Daniele nato a Palmi (RC) il 05.10.1982, ivi residente in via Bruno BUOZZI n.
50 piano II°, di fatto domiciliato in Roma (custodia cautelare in carcere);
8.
DE SALVO
Domenico nato a Palmi (RC) in data 04.11.1969, ivi residente in via Della
Resistenza n. 2 (custodia cautelare in carcere);
9.
GALLICO Carmelo
nato a Palmi (RC) il 12.09.1963, detenuto per altra causa (custodia cautelare
in carcere);
10.
GALLICO
Domenico nato a Palmi (RC) il 30.08.1958, detenuto per altra causa (custodia
cautelare in carcere);
11.
GALLICO Teresa
nata a Palmi (RC) il 27.04.1948, detenuta per altra causa (custodia cautelare
in carcere);
12.GANGEMI Pasquale nato a Palmi (RC) il 14.11.1947, ivi
residente in via San Giorgio n. 152 (arresti domiciliari);
13.IANNINO Giovanni nato a Palmi il 12.08.1955, di fatto
domiciliato in Roma alla via Bartolomeo Avanzini n. 15(custodia cautelare in
carcere);
14.IANNINO Santina nata a Oppido Mamertina (RC) il
15.03.1983, residente a Palmi (RC) in via Bruno Buozzi n. 50 Piano I°, di fatto
domiciliata in Roma (arresti domiciliari)
15.
PARISI Vincenzo
nato a Palmi (RC) in data 09.01.1966, ivi residente in Contrada Vitica s.n.c.
(arresti domiciliari)
Nello specifico, IANNINO Giovanni e BARBERA Francesco,
personaggi chiave attorno ai quali ruota l’inchiesta, sono accusati del delitto
di partecipazione ad associazione mafiosa, in quanto organici alla cosca
Gallico, operante a Palmi, nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio
Calabria, nonché in altre parti d’Italia e segnatamente nella Capitale, in
concorso con numerosi soggetti, anche appartenenti all’omonima famiglia della
‘ndrangheta calabrese, tratti in arresto nel corso di precedenti operazioni di
polizia (note alle cronache con il nome di Cosa Mia 1, 2 e 3, Fiore),
finalizzata – attraverso la forza di intimidazione, l’assoggettamento,
l’omertà, il controllo capillare del territorio e l’influenza sullavita
pubblica ed economica – a conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività
economiche attraverso la partecipazione alle stesse, ovvero attraverso la
riscossione di somme di denaro a titolo estorsivo; ad acquisire direttamente o
indirettamente la gestione o il controllo di attività produttive nei più svariati
settori; ad affermare il dominio sul territorio, da attuarsi anche attraverso
accordi con altre organizzazioni della ‘ndrangheta calabrese (in particolare,
con la cosca Pesce di Rosarno, e Mole’di Gioia Tauro); a commettere delitti
contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di
armi; ad accaparrarsi lavori in sub-appalto nei tratti ricompresi tra gli
svincoli di Gioia Tauro e Scilla, appaltati al Consorzio Scilla, imponendo alle
società appaltatrici, proprie ditte di riferimento (in particolare, l’impresa
individuale GALIMI Giuseppe, di fatto gestita da GALIMI Vincenzo) per
l’aggiudicazione dei sub-appalti, delle forniture e, di conseguenza, per
l’esecuzione dei lavori.
Le indagini condotte per oltre un anno dalla Squadra
Mobile e dal Commissariato di P.S. di Palmi, su cui si fonda l’intero impianto
accusatorio della D.D.A. di Reggio Calabria, consentivano di ricostruire il
ruolo svolto da:
- IANNINO Giovanni all’interno della cosca GALLICO, in qualità di
referente nella Capitale, gestore del patrimonio immobiliare a Palmi (RC)
e a Roma, organizzatore delle intestazioni fittizie finalizzate ad eludere
i sequestri dei beni riconducibili alla cosca di appartenenza,
plenipotenziario in Italia, da giugno a dicembre 2011, del boss GALLICO
Carmelo, rifugiatosi a Barcellona (Spagna) dopo aveva violato le
prescrizioni imposte conla misura di prevenzione della sorveglianza
speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Brescia,
sottraendosi peraltro all’esecuzione di misura cautelare in carcere. In
particolare si è accertato che nell’Autunno 2011 IANNINO Giovanni,
eseguendo le disposizioni di GALLICO Carmelo e avvalendosi dell’ausilio
dell’Avv. Francesco CARDONE (professionista palmese attualmente imputato
davanti al Tribunale di Palmi per favoreggiamento aggravato dalla finalità
di agevolare la cosca GALLICO), si era interessato della vendita di un
compendio immobiliare riconducibile al sodalizio palmese ed intestato a
prestanome, al chiaro fine di prevenire provvedimenti ablatori da parte
dell’A.G.; a talescopo lo IANNINO aveva mantenuto i contatti tra GALLICO
Carmelo, all’epoca latitante in Spagna, e l’Avv. Francesco CARDONE.
- BARBERA Francesco,in qualità di esattore dei crediti di natura
usuraria di GALLICO Teresa (soggetto apicale della cosca), nonché gestore,
con COSENTINO Antonino classe 1961, con COSENTINO Emanuele e con il minore
GALLICO Alfonso,delle attività estorsive poste in essere nell’interesse
della cosca GALLICO;
- GALLICO Carmelo, GALLICO Domenico, GALLICO Teresa, IANNINO Giovanni,
IANNINO Santina, DE SALVO Daniele, DE SALVO Domenico, GANGEMI Pasquale,
PARISI Vincenzo, i quali, al fine di eludere le disposizioni di legge in
materia di misure di prevenzione patrimoniali,attribuivano fittiziamente a
IANNINO Santina, DE SALVO Daniele e DE SALVO Domenico un fabbricato sito
in Palmi alla Via Buozzin. 48-50-52, del valore di € 450.000,00,
riconducibili in buona parte ad alcuni componenti della famiglia GALLICO,
nonché ad alcuni esponenti della omonima cosca, fra i quali lo stesso
IANNINO Giovanni;
- GANGEMI Pasquale, PARISI Vincenzo, DE SALVO Daniele e IANNINO
Giovanni, in quanto autoridi attività di riciclaggio, per avere
ostacolato, mediante operazioni di versamento e prelievi su alcuni conti
correnti postali, l’identificazione della provenienza delittuosa delle
somme di denaro utilizzare per l’acquisto dell’immobile del valore di €
450.000,00 sito a Palmi alla Via Buozzi n. 48-50-52;
- COSENTINO Antonino classe 1961, COSENTINO Giuseppe, COSENTINO
Emanuele, COSENTINO Antonino classe1984, COSENTINO Domenico, i quali, al
fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di
prevenzione patrimoniali, attribuivano fittiziamente a COSENTINO Antonino
classe 1984 e COSENTINO Domenico, che accettavano, la titolarità formale
della “C. & C. s.n.c. di COSENTINO Antonino & C.” esercente
l’attività di vendita al dettaglio di carburanti, autolavaggio, bar e
commercio di giornali, riviste e periodici, affittuaria del distributore
Tamoil s.p.a., sito in Palmi sulla S.S. 18, riconducibile di fatto alla
cosca GALLICO.
Contestualmente alle misure cautelari della custodia
in carcere ed agli arresti domiciliari, è stato eseguito un decreto di
sequestro preventivo dei seguenti beni immobili e società, con sede a Palmi
(RC) e a Roma, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su
richiesta della D.D.A., in quanto riconducibili alla cosca GALLICO:
1) fabbricato sito in Palmi, in via Bruno BUOZZI ai civici
n. 48, 50 e 52, individuato nel catasto fabbricati del Comune di Palmi foglio
29, particella 318, sub. 8, via Bruno BUOZZI n. 44, P1-2-3, cat. A/3, cl. 2,
vani 14;
2) fabbricato sito in Palmi alla via Letterio Francia,
lotto edificatorio n. 22 (di mq 151), Comune di Palmi-Catasto foglio n. 31,
particelle n. 936, 873, 939, 934, intestato a VIOLA Carmelo, nato a Palmi il
24.09.62 e SCARCELLA Santa, nata a Palmi il 10.02.66;
3) fabbricato sito in Palmi alla via Gambarie nr. 118,
catasto del comune di Palmi al foglio 26, particella 118, subalterno 27, mq
232, intestato a SURACE Francesca, nata a Palmi il 18.09.1960;
4) fabbricato sito in Roma alla via Guastalla n. 4,
piano I° interno 4 (censita al foglio di mappa n. 448, particella n. 95,
subalterno n. 504), intestato a GANGEMI Daniela, nata a Palmi il 10.07.1980.
5) “Il Quadrifoglio s.a.s. di IANNINO Rocco”, con sede
legale in Roma alla Via Giovanni Maria Lancisi nr. 33/35, con tutti gli
elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti
dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento),
i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività
commerciale concesse dalle Autorità competenti;
6) “C. & C. s.n.c. di COSENTINO Antonino &
C.”, con sede legale in Palmi alla Via S. Leonardo nr. 75, con tutti gli
elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti
dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento),
i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività
commerciale concesse dalle Autorità competenti.
L’Operazione odierna denominata Orso rappresenta
un’ulteriore importante tappa dell’azione di contrasto sviluppata,negli ultimi
anni, nei confronti di della cosca GALLICO, operante a Palmi e comuni
viciniori, unanimemente considerata una delle strutture criminali più potenti e
temibili della ‘ndrangheta calabrese operante nel mandamento tirrenico della
provincia di Reggio Calabria.
Com’è noto, nel corso degli ultimi quattro anni, la
cosca GALLICO è stata duramente colpita da un’azione sistematica di contrasto
promossa dalla Polizia di Stato che ha prodotto decine di arresti e numerosi
sequestri dei beni ad essa riconducibili. E’ sufficiente ricordare al riguardo
le operazioni passate alla cronaca con il nome Cosa Mia I, II e
III,l’operazione Fiore, il sequestro di beni operato a Palmi e Roma,
riconducili agli imprenditori MATTIANI, ritenuti contigui alla citata cosca,
nonché il sequestro, avvenuto nell’autunno 2012, di un palazzo, ubicato in
Palmi, luogo di residenza della famiglia GALLICO, considerato il simbolo del
loro potere mafioso.
La presente inchiesta fa luce sullagovernancedel
patrimonio immobiliare,riconducibile alla cosca GALLICO, individuato a Palmi e
nella Capitale, nonché sulle capacità della consorteria di manovrarenel suo
interesseuna moltitudine di soggetti disponibili a fungere da prestanome onde
consentire agli accoliti di schermarne il patrimonio, soprattutto nel settore
immobiliare.
L’attività di indagine, riassunta in una corposa
informativa di reato depositata alla D.D.A. di Reggio Calabria da questa
Squadra Mobile e dall’Ufficio di Polizia di Palmi, si incentra prevalentemente
sulla figura di IANNINO Giovanni, storico affiliato alla cosca GALLICO,
condannato per associazione mafiosa con sentenza passata in giudicato.
Il predetto, anche dopo la condanna (risalente agli
anni novanta) ha continuato a far parte della consorteria mafiosa palmese,
anche con il ruolo di prestanome. Ed è proprio seguendo le dinamiche che hanno
connotato le sue condotte al servizio del sodalizio, che sono stati individuati
ulteriori beni, in particolare immobili, che fanno parte di quello che, senza
alcuna enfasi, può essere definito l’ingente patrimonio della cosca GALLICO,
frutto di illecite acquisizioni di cui, nel tempo, si è resa protagonista,
conclamate dall’assenza di una lecita spiegazione di vorticosi movimenti di
denaro che le investigazioni hanno portato alla luce.
Le complesse ed articolate indagini da cui scaturisce
l’operazione Orso, sono state condotte con il supporto di numerose
intercettazioni ambientali e telefoniche, delle dichiarazioni di collaboratori
di giustizia (RUSSO Antonio, MARINO Vincenzo, GAGLIOSTRO Pasquale), degli esiti
delle pregresse attività investigative inerenti il sodalizio GALLICO
(operazioni Cosa mia I, II e III, Fiore, ecc…), delle dichiarazioni di persone
informate sui fatti,nonché di accertamenti documentali e bancari effettuati a
seguito delle attività di captazione, che ne hanno confermato la rilevanza
indiziaria.
L’esistenza e l’operatività, in Palmi e territori
limitrofi, della cosca GALLICOrisale alla fine degli anni ’70, quando era in
corso una sanguinosa faidafra le famiglie GALLICO-MORGANTE-SGRO’-SCIGLITANO da
un lato e CONDELLO-BRUZZISE dall’altro.
Originariamente le faide erano due, fra loro separate:
quella di Palmi fra i CONDELLO ed i GALLICO e quella di Barritterifra i
BRUZZISE e gli SGRO’-SCIGLITANO. La prima era nata per una questione
apparentemente futile, ovvero l’aggressione compiuta da alcuni componenti della
famiglia GALLICO ai danni di CONDELLO Francesco, a causa di un circolo privato
che quest’ultimo aveva aperto in Palmi, città di appartenenza di entrambe le
famiglie. La seconda, invece, era stata determinata da comuni interessi su
alcune opere pubbliche che dovevano essere realizzate in località “Madonna
delle Nevi”, che si estende per circa 170 ettari nella frazione Barritteri, a
ridosso del parco naturale del Monte Sant’Elia.
All’inizio degli anni ’80 lo scontro fra i BRUZZISE e
gli SGRO’-SCIGLITANO confluì in quello in atto nella vicina Palmi, tra i
GALLICO ed i CONDELLO, ed i due schieramenti di Barritteri, evidentemente nel
tentativo di avere rispettivamente la meglio su quello avverso, si allearono ciascuno
al fianco di uno dei clan di Palmi. Invero, mentre la famiglia BRUZZISE
risultava legata da tempo anche per “vincoli di comparato” con la famiglia
PARRELLO di Palmi, i defunti fratelli SGRO’ ed il cognato SCIGLITANO
risultavano essere “compagni di lavoro” del defunto GALLICO Antonino classe
1928. Tale “legame” veniva in seguito rafforzato dalle nozze tra SGRO’ Maria e
MORGANTE Salvatore, quest’ultimo nipote della moglie di GALLICO Antonino.
Uscita vincente dalla faida, la cosca GALLICO, nel
corso degli anni, aveva saputo imporsi con la forza e la violenza, acquisendo
il controllo illecito di tutte le attività economiche operanti nell’area di
influenza. Negli ultimi anni aveva allungato i suoi tentacoli perfino nella
Capitale dove attualmente vanta forti interessi nel settore imprenditoriale e
commerciale.
Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a
circa 7 milioni di euro.
Nel corso dell’operazione sono state effettuate
numerose perquisizioni nei confronti dei vari indagati durante le quali è stata
sequestrata copiosa documentazione ritenuta utile per il prosieguo
dell’attività investigativa.
Allo stato il solo COSENTINO Emanuele, già latitante
dal novembre 2013, risulta irreperibile ed è attivamente ricercato.
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