Ritorno al passato od al futuro? To be, or not to be: that is the question
MELITO DI PORTO SALVO, CITTÁ E COMPRENSORIO DA RIFONDARE, RINNOVARE O ROTTAMARE?
Domenico Salvatore

Lo sport anche…Capitanio, Staffara, Melitese, Melito Basket. Nonostante lo sport, cenerentola della programmazione politica, non trovasse cittadinanza presso i sindaci e gli assessori, che risposero come Rhett Butler a Rossella O'Hara…"Francamente me ne infischio", in "Via col vento. Poi, venne il calcetto maschile e femminile di serie B ed A, che continuerà a giocare in trasferta, sempre e comunque. Il leggendario Mimmo Franco, re Mida del calcetto, è costretto a subìre da anni, il supplizio di Sisifo…" Come punizione per la sagacia dell'uomo che aveva osato sfidare gli dèi, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte. Ogni volta, e per l'eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da capo la sua scalata senza mai riuscirci; se non il massacro si Tantalo…"Avvertiva il bisogno di mangiare e bere, ma nonostante fosse circondato da cibo e acqua non poté nutrirsi o dissetarsi. Era legato ad un albero da frutto carico di ogni qualità di frutti, ed immerso fino al collo in un lago d'acqua dolce; tuttavia appena Tantalo provava a bere il lago si asciugava, e non appena provava a prendere un frutto i rami si allontanavano, o un alito di vento improvviso li faceva volare via lontano dalle sue mani.
Una Melito che trasuda cultura rende onore al Grande teatro "Aquila"di Roberto Mandica e Mariella Romeo. Purtroppo c'è anche un primato poco urbano: tre scioglimenti per mafia del Comune; record nazionale poco edificante, di cui non si avvertiva affatto la necessità. La celebrazione di Ciccio Marra in serie B e di Fabio Caserta in serie A. E quante manifestazioni:Nuota Melito, Bici Melito, il Palio Madonna di Porto Salvo, Marecross, il Giro della Provincia ecc.. Tutti argomenti ed avvenimenti di cui ci siamo occupati in questi anni, da comparsa del giornalismo, collaboratore, corrispondente, strillone, caposervizio, redattore e direttore di tre testate, di cui una on line. Scripta manent, verba volant. Rottamare? Ci può stare. Ma deve prevalere l'equilibrio in basso ed in alto.
Altrimenti si va a casa come l'Italia ai Campionati "brasiliani" 2014, un'esperienza amara da dimenticare alla svelta. Il giovane di 20 anni, non può avere l'esperienza di uno di 60. E questi, la gioventù o giovinezza, se la può scordare. La nostra opinione è che in una squadra ci voglia la forza dei giovani e l'esperienza dei vecchi. Smantellare in alto o smantellare in basso non è produttivo. La città ha le sue colpe, grosse anche. Deve avere più coraggio e consapevolezza. Deve prendere più coscienza delle sue prerogative e delle sue potenzialità. Tuttavia non è solo la città a doversi rinnovare, ma anche il comprensorio ha le sue colpe. Non può badare sempre e comunque al suo orticello. Senza partecipare alle vicende di Melito. Piccola capitale del Basso Jonio, il più grosso centro fra Reggio Calabria e Locri. Non solo nella vicenda dell'ospedale. La stragrande maggioranza della pendolarità studentesca, proviene dal comprensorio. I centri commerciali di Melito e supermarket e gli uffici, sono meta di masse di popolazione proveniente dallo hinterland melitese. A parte i matrimoni incrociati mare-monti e sulla riviera. La mancanza di coesione e coordinamento, ha determinato in passato e pure nel presente, la perdita di importanti uffici. Le ultime elezioni hanno partorito verdetti duri da digerire. Niente ministri e sottosegretari, niente deputati e senatori, niente consiglieri ed assessori regionali; niente consiglieri ed assessori regionali. Ma un comprensorio di 50-60 mila abitanti-elettori, ha il diritto sacrosanto di esprimerli. Uniti si vince. Divisi, si perde. Città da rottamare. Comprensorio da demolire? No, ma serve una nuova mentalità. Una nuova filosofia. Più concretezza. Meno dispersione, o saranno dolori.
L'eccesso di egoismo a tutto danno del gioco di squadra se non dell'altruismo, finora, non solo non ha fornito i vantaggi sperati, ma addirittura risultati sterile ed improduttivi, se non controproducenti. Serve dunque, cambiare disco, codice e registro. Più facile a dirsi che a farsi, vista la mentalità radicata del 'fai da te'; se non dell'orticello. L'alibi comodo della mafia, presenta qualche crepa. Il capro espiatorio, di solito viene fuori, quando non si hanno idee in zucca. O quando i Don Abbondio della politica vanno in crisi di panico; i malati immaginari o quelli che soffrono di mania di persecuzione, si fanno irretire dal fumus persecutionis dell'ipocondria. In questi casi, ci sguazzano bene dentro il pantano, il dottor Azzeccagarbugli e Dulcamara ed il Latinorum. Detto in camera caritatis, là dove manchi il profumo del dialogo e della dialettica, se non l'aroma del confronto delle idee, non bisogna invocare il pretesto, il cavillo e la giustificazione della mafia ostile od ostacolo. Rottamare dalle fondamenta, non è una scienza esatta, ma chiudersi nella turris eburnea della conservazione reazionaria, aspettando magari la manna dal cielo, od il ritorno del figliol prodigo, nemmeno. Ettore, non sarebbe morto, se avesse avuto al suo fianco Mèntore, quel personaggio dell'Odissea omerica, nei riguardi di Ulisse che, partendo per Troia, gli aveva affidato la sua casa e la protezione del figlio Telèmaco. Le giovani marmotte scalpitano e nitriscono come i mustangs nel korral. Cercano spazio vitale. Ossigeno alle proprie idee, ma la fretta è una cattiva consigliera. Un canto delle sirene, che spinge al salto nel buio, se non, nel baratro. Bisogna costruire la casa politica sopra la roccia…Cadde la pioggia, strariparono i fiumi soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ma essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
I 'veri' saggi, invece non detengono tutto per sé. Non cadono nella bulimia del potere; e nemmeno nell'anoressia. L'intelligente salto o ricambio generazionale, è un investimento sicuro, sulla conservazione della specie. Una memoria storica, irrinunciabile. Un eldorado praticamente inesauribile, da cui attingere per i bisogni e le necessità. Non un pozzo di San Patrizio da prosciugare, in fretta e furia. Rottamare per migliorare? Il Grillo Parlante, non manca e la Fatina nemmeno. Ben venga, il rinnovamento, il brutto anatroccolo diventerà cigno reale, ma occhio alle bucce di banana.
Domenico Salvatore
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