CASO RUBY: DI PIETRO, IN PROCURA A MILANO UNA VOLTA C'ERA PIÙ RISPETTO TRA PM = SCONTRO INTERNO FA PERDERE CREDIBILITÀ
Milano, 19 luglio 2014 - «Una volta alla Procura di Milano c'era più rispetto fra i diversi sostituti e un coodinamento tra loro molto più efficace». Questo il parere dell'ex Pm, Antonio Di Pietro, sulla Procura di Milano alla luce della sentenza di ieri, che ha assolto Silvio Berlusconi in secondo grado, ma anche delle polemiche di questi ultimi tempi tra il Procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati e l'aggiunto Alfredo Robledo. «Condivido poco di quanto è successo in questi ultimi tempi alla Procura di Milano -spiega Di Pietro all'Adnkronos- soprattutto perchè conosco i protagonisti e riconosco la loro buona fede. In certi casi però la buona fede finisce per essere testardaggine e questo può creare ancora più danni perchè con la testardaggine non ci si ferma. Chi in buona fede pensa di esercitare un dovere -sottolinea- va fino in fondo e a volte fa perdere la propria credibilità». «Io riconosco al capo ufficio della Procura di Milano il diritto e dovere di coordinare l'indagini e il ruolo dei magistrati. Non riconosco corretta però -aggiunge- questa sua intromissione all'interno dell'indagine stessa perchè vorrei che ci fosse una indipendenza totale del magistrato, anche inquirente, non solo verso l'esterno, ma anche verso l'interno. Una volta alla Procura di Milano c'era un coordinamento molto più efficace e un rispetto fra i diversi sostituti molto più forte. Ma soprattutto -conclude- quello che sta succedendo fa perdere credibilità alla stessa Procura stessa».
Milano, 19 luglio 2014 - «Una volta alla Procura di Milano c'era più rispetto fra i diversi sostituti e un coodinamento tra loro molto più efficace». Questo il parere dell'ex Pm, Antonio Di Pietro, sulla Procura di Milano alla luce della sentenza di ieri, che ha assolto Silvio Berlusconi in secondo grado, ma anche delle polemiche di questi ultimi tempi tra il Procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati e l'aggiunto Alfredo Robledo. «Condivido poco di quanto è successo in questi ultimi tempi alla Procura di Milano -spiega Di Pietro all'Adnkronos- soprattutto perchè conosco i protagonisti e riconosco la loro buona fede. In certi casi però la buona fede finisce per essere testardaggine e questo può creare ancora più danni perchè con la testardaggine non ci si ferma. Chi in buona fede pensa di esercitare un dovere -sottolinea- va fino in fondo e a volte fa perdere la propria credibilità». «Io riconosco al capo ufficio della Procura di Milano il diritto e dovere di coordinare l'indagini e il ruolo dei magistrati. Non riconosco corretta però -aggiunge- questa sua intromissione all'interno dell'indagine stessa perchè vorrei che ci fosse una indipendenza totale del magistrato, anche inquirente, non solo verso l'esterno, ma anche verso l'interno. Una volta alla Procura di Milano c'era un coordinamento molto più efficace e un rispetto fra i diversi sostituti molto più forte. Ma soprattutto -conclude- quello che sta succedendo fa perdere credibilità alla stessa Procura stessa».
Social Plugin