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Sonia Cammarata: “Nei costumi di Aida ho catturato la luce dell’antico Egitto


A colloquio con la costumista dello spettacolo che inaugurerà a Siracusa il Festival Euro Mediterraneo

Sonia Cammarata: "Nei costumi di Aida ho catturato la luce dell'antico Egitto"

L'opera di Verdi sarà rappresentata al Teatro Greco il 12, 19 e 26 luglio, con la regia e le scene di Enrico Castiglione



    Il suo percorso artistico parla chiaro. Sonia Cammarata, nata e formatasi a Palermo, è una delle più affermate costumiste della scena internazionale. I suoi successi, in Sicilia come nei teatri in giro per il mondo, non lasciano alcun dubbio. Dopo aver conseguito il diploma all'Accademia di Belle Arti di Palermo, sua città natale, con Francesco Zito, e partecipato a master come costumista realizzatrice al Teatro Massimo di Palermo, le sue prime esperienze annoverano collaborazioni ed assistenze di prestigio sia nel settore del teatro musicale che in quello cinematografico: assistente di Carlo Poggioli per l'opera La lupa di Marco Tutino per il Teatro Massimo di Palermo (1998), di Franca Squarciapino per l'Aida messa in scena per la riapertura del Teatro Massimo di Palermo (1999), di Michele Canzoneri per la Norma di Vincenzo Bellini andata in scena al Teatro Bellini di Catania (1999) e per Maria De Buenos Aires di Astor Piazzola messo in scena al Teatro di Verdura di Palermo (1999), di Santuzza Calì per L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini andata in scena al Teatro Massimo di Palermo (2000).

    Ha debuttato da costumista e scenografa nel 1996 al Teatro Al Massimo di Palermo con lo spettacolo Le petit Music Show e da costumista nell'opera Pollicino di Hans Werner Henze al Teatro Massimo di Palermo nel 1997. Nello stesso anno ha realizzato a Palermo i costumi per il "373° Festino di Santa Rosalia" per la regia di Monica Maimone e Valerio Festi e firma fin da giovanissima la realizzazione dei costumi per numerose opere teatrali andate in scena al Teatro Biondo, al Teatro Dante e al Teatro Politeama di Palermo. Da questo esordio sui principali palcoscenici della propria città, ha proseguito con un'intensa attività di costumista, esprimendosi attraverso un linguaggio estetico raffinato e fantasioso, rivelando una particolare predisposizione per il costume storico, ma anche un'indispensabile versatilità soprattutto nelle collaborazioni a film (Il manoscritto del Principe, regia di Roberto Andò, 1999; Angela, regia di Roberta Torre, 2001; Il consiglio d'Egitto, regia di Emilio Greco, 2001; Sud Side Story, regia di Roberta Torre, 1999) e a videoclip realizzati per i principali cantanti di musica leggera italiana.

    A partire dal 2003 l'incontro con il regista Enrico Castiglione, con il quale forma una collaudata coppia sia nella vita privata che in teatro, ha dato vita a un sodalizio artistico estremamente di successo internazionale, grazie alla realizzazione dei costumi per nuove produzioni operistiche presentate in teatri e festival internazionali, oggi tutte edite in DVD, tra cui quelle che chi ama l'opera ben conosce andate in scena al Teatro Antico di Taormina fin dalla Medea del 2007. Teatro Antico che quest'estate vedrà la Cammarata impegnata il 9 agosto in un nuovo attesissimo allestimento della Tosca di Puccini e prima ancora, il 2 agosto, nella Cavalleria Rusticana abbinata con Pagliacci, mentre per la prima volta firmerà i costumi al Teatro Greco di Siracusa per l'Aida che vi andrà in scena a partire dal 12 Luglio, data inaugurale del Festival Euro Mediterraneo.


- Come si è svolto il percorso del progetto artistico nell'ideazione dei costumi per un luogo così particolare come il Teatro Greco di Siracusa?

Ideare dei costumi per un sito di così tanto fascino è sicuramente una sfida che comporta un approccio specifico e nuovo per due diverse ragioni: intanto si è in un teatro all'aperto e va quindi ripensato il concetto di "palcoscenico", cioè del luogo in cui il costume dona verità alle storie trasformando visivamente cantanti e attori in personaggi;  e poi, stiamo parlando del Teatro Greco di Siracusa, un concentrato di storia e bellezza architettonica per la sua unicità e grandezza. Così, nella realizzazione dei costumi, non ho potuto non lasciarmi coinvolgere dalla magia del luogo, che mi ha offerto una profonda fonte di ispirazione nell'idea di una luce, di un respiro naturale costantemente presente sulla scena e sulla platea. La luce diventa allora l'elemento protagonista nei costumi concepiti per questa Aida. Protagonista nell'insieme e nei dettagli: ed ecco che tutti gli elementi decorativi dei costumi tipici dell'antico Egitto - collari, cinte con batole e polsari -  sono interamente rivestiti di mosaici in foglia d'oro e colori vivi (blu, rosso e verde) che sono i classici colori dell'ornato egiziano. Piccole tessere di mosaico che formano disegni e decori ma che, soprattutto, riflettono luce: naturale elemento al quale gli egizi attribuirono una potente valenza magica. Dunque, senza tralasciare lo studio della musica, della storia, del mondo in cui è ambientata l'opera, ho voluto reinterpretarne l'epoca mantenendone lo stile sobrio ed elegante, frutto di colori chiari e luminosi su tessuti leggeri - come lino e voile - ma caratterizzandola di un taglio personale col gioco dei mosaici e dei tessuti doppiati con sottili reti dorate.
L'immaginario che ho costantemente voluto ricreare nella ideazione di questi costumi è stato dunque quello di un mondo fatto di luce e simboli e contrasti che, come ad esempio nel caso dei costumi tutti in rosso delle ballerine sacerdotesse dessero, in quel momento, risalto ed evidenza alla forza del rito che leggiamo fortemente anche nella musica. 

- Cosa condiziona maggiormente il  disegno di un costume: la storia o la musica, secondo il suo stile?

Quando inizio a lavorare alla progettazione dei costumi di un'opera il primo passaggio che per me è essenziale per sviluppare un'idea è quello dell'ascolto della musica e della lettura del libretto. Pertanto la musica e la storia sono il punto di partenza per poter anche decidere, in accordo con la visione registica, se proporre un'ambientazione legata all'epoca o reinterpretare liberamente. Il mio approccio solitamente consiste nell'approfondire la conoscenza "intima" del costume d'epoca attraverso l'iconografia, per potermene poi distaccare o comunque renderlo personale secondo ciò che mi suggerisce e ispira la musica, alla pari del carattere dei personaggi che essa descrive. Come costumista il mio obiettivo è conferire all'insieme un valore emozionale mediato dal costume, che comunichi attraverso il tipo di tessuto usato, il disegno e la tavolozza dei colori. Oltre alla descrizione psicologica dei protagonisti con i loro caratteri e le loro azioni, il costume può raccontare il contesto di tutta la storia attraverso decori e colori che si usano per dare forma alle masse, spesso imponenti, del coro. Di solito io amo creare un motivo ricorrente utilizzando un materiale o un decoro o dei colori ben precisi per formare un amalgama con tutti i ruoli in scena. La sfida consiste proprio nel riuscire a coniugare estetica e rispetto per la storia con la propria creatività per ottenere dei veri e propri quadri viventi.

- Può "raccontare" i costumi per i titoli di quest'anno? Dopo Aida per il Teatro Greco di Siracusa, i titoli della stagione estiva a Taormina sono Tosca, Cavalleria e Pagliacci.

La Tosca è un allestimento assolutamente classico che mantiene lo stile dell'epoca, quello Napoleonico. Tuttavia l'impronta che ho voluto trasmettervi, sempre utilizzando il taglio dell'epoca, è quella di un'immagine leggera, di una Tosca con abiti eleganti ma sobri e non vecchi. Ho voluto fare un omaggio al cielo stellato di Taormina con il costume di Tosca del secondo atto in blu, ricoperto di cannettes luminose in contrasto con la giacca rosso scuro di Scarpia, rompendo con una tradizione che vede in rosso la protagonista. Il coro è stato pensato seguendo un attento studio dei quadri dell'epoca; ma anch'esso, nel complesso, propone un'idea di eleganza sobria in una scenografia in cui la chiesa evidenzia la spiritualità della musica in quel particolare momento. La tavolozza dei colori è composta da toni tenui che vanno dall'ocra al crema al beige e all'amaranto.

Cavalleria rusticana è un'opera che, essendo ambientata in Sicilia e in questo caso anche messa in scena in uno dei suoi più bei palcoscenici, mi ha immediatamente spinto a renderle omaggio riprendendo un importante elemento artistico dell'artigianato siciliano, molto amato e ricco di storia: la ceramica. Ne ho riprodotto i decori dei vasi cinquecenteschi e della tradizione sui grembiuli indossati dal coro femminile, dipingendoli singolarmente a mano e riproducendo in scala, con certosina precisione, i colori e la vivacità dei disegni classici per portare in scena la Sicilia con  la forza emotiva che la caratterizza.
Il coro maschile accompagna questa vivacità con i colori della terra che sono insiti nella storia stessa, che racconta di contadini al ritorno dal lavoro nei campi.
Anche le tre donne protagoniste, tutte forti e con una personalità molto ben definita, indossano un grembiule "ceramicato" che ne delinea ulteriormente il carattere.

L'opera di Leoncavallo, invece, punta la sua forza visiva nel gioco dei colori accesi e violenti dei Pagliacci, che ho messo in forte contrasto con un coro piuttosto scuro e omogeneo, a raccontare la difficoltà della vita quotidiana dell'epoca. E a intrigarci con l'allegria di un mondo dove regna la finzione fino al consumarsi di una violenta tragedia, in un contesto di finti sorrisi e colori luccicanti. Le maschere dei pagliacci sono quelle classiche, reinterpretate fantasiosamente, ma utili anche a sottolineare la componente fortemente verista dell'opera.



Il programma completo e dettagliato del Festival Euro Mediterraneo a Siracusa si può leggere e scaricare sul sito ufficiale della manifestazione www.festivaleuromediterraneo.eu.

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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