Reggio Calabria - Nella
giornata di sabato 14 giugno 2014, sono sbarcati al porto di Reggio Calabria
283 migranti, di cui almeno 113 bambini, provenienti dall’Egitto, di varie
nazionalità, tra cui siriana, sudanese ed egiziana, soccorsi in acque
internazionali.
Il
peschereccio che li trasportava, privo di bandiera nazionale, è stato
abbandonato alla deriva a causa delle pessime condizioni generali.
L’indagine
volta ad individuare i membri dell’equipaggio, è stata da subito condotta dalla
Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, nonché dalla Guardia di
Finanza, sotto la direzione della Procura della Repubblica.
La
complessa e serrata attività investigativa, svolta senza soluzione di
continuità, ha consentito di individuare
in due persone, di nazionalità egiziana, i responsabili dello sbarco.
I
primi sospetti si erano concentrati su persone risultate, all’esito degli
interrogatori, estranee ai fatti; pur tuttavia, alcune di esse hanno deciso di
collaborare con l’Autorità Giudiziaria, fornendo elementi fondamentali alla identificazione
dei presunti responsabili in:
1)ASSAQA
Samir Farag, sedicente;
2)TAKI
EDDIN MIKDAM Ahmed, sedicente.
Nei
loro confronti il Pubblico Ministero ha emesso, in data 15 giugno,
provvedimento di fermo ex art. 384 c.p.p. per i delitti di associazione per
delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza
di aver sottoposto i migranti a
pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, nonché di averli sottoposti
a trattamento inumano o degradante.
Da una prima stima, si può ritenere che tale viaggio
abbia fruttato agli organizzatori più di 550.000 dollari.
Le
indagini proseguono per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori
e degli altri complici.
Social Plugin