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Mezzanotte di fuoco all'Amazzonas Arena di Manaus in Inghilterra-Italia (1-2) per i mondiali 'brasiliani' di calcio

Gli azzurri hanno legittimato il successo con un palo ed una traversa di Pirlo, in zona recupero. Primo tempo al piccolo trotto, senza arrembaggi improduttivi o barricate affannose. Vanno in vantaggio con Marchisio e dopo il pareggio inglese, si bada più che altro a non prenderle. Nella ripresa il tema della partita non cambia. Decide il match-winner Mario Balotelli, con uno splendido colpo di testa
L'ITALIA ESORDISCE CON UNA CONVINCENTE ED IMPORTANTISSIMA VITTORIA SULLA FORTE E QUOTATA INGHILTERRA (2-1), CON RETI DI MARCHISIO E BALOTELLI, UN PALO, UNA TRAVERSA ED UN TIRO PARATO SULLA LINEA DI PORTA
Gl'Inglesi se la giocano ad armi pari. Pareggiano subito la rete dello svantaggio e tentano il ribaltone. Nel secondo tempo vanno sotto, ma non si arrendono mai. Sino all'ultimo secondo hanno tentato di agguantare almeno il pareggio. Nonostante qualche giocatore importante, si sia limitato a guardarsi la partita. Ottimo l'arbitraggio olandese. Gli stunt man 'bianchi hanno tentato di trarlo in inganno,  con la solita scena madre; ma non  l'Inghilterra, stavolta, non è la squadra di casa
Domenico Salvatore

Magiche notti brasileiros. Alla fiera dei sogni c'è posto per tutti. Il capo degli Irokesi 'Dente Avvelenato', meglio noto come Mario Balotelli, che ha indossato gli stivali delle sette leghe e corre più del "Gatto" fiabesco, ripaga nel migliore dei modi l'unica persona che credeva in lui e che si è ostinata a portarlo sulle rive del Rio delle Amazzoni. Mister Cesare (Prandelli)…veni, vidi, vici va ad abbracciarlo. Non solo. 'Zoras il ribelle', accetta di buon grado la sostituzione e non manda nessuno a quel paese. Non c'era la folla delle grandi occasioni. Appena 30-35 mila spettatori. Un migliaio di fede azzurra. Nonostante la partita sia stata fissata per la mezzanotte, milioni di Italiani non hanno voluto rinunciare alla prima uscita degli Azzurri. A fine partita i caroselli di macchine per le strade e le bandiere tricolori al balcone, hanno salutato il primo successo.. Tutto bene, ma non sono mancati i contrattempi. Una serie incredibile d'infortuni, e clamorose esclusioni avevano favorito una polemica velenosa che ancora non si spegne. Quanta emozione  alle note degl'inni nazionali, cantati dagli atleti. Il calco torrido consiglia alle squadre di preparare una gara al risparmio. Il modulo tattico è il così detto 4-4-1-1 se non 4-5-1 o 5-4-1. I due trainers sono due vecchie volpi dei campi di gioco e sanno che la canicola giochi brutti tiri. A parte il campo di patate che mette a dura prova i muscoli, le caviglie e le ginocchia dei calciatori. Abituarsi ai 32 gradi di Manaus, non è stato facile per nessuno. Le caratteristiche delle due squadre, la filosofia, se non la mentalità  inibisce il famigerato "tiki-taka". Così si gioca all'arma bianca. A viso aperto. Scuola latina contro scuola anglo-sassone. Un classico. L'Italia dopo i due titoli mondiali del 34 e del 38 era diventata una squadra materasso. La Jugoslavia dei Beara,   Milutinovic M. (cap.), Zebec, Vukas, Liposinovic  sommerse sotto una valanga di reti (6-1), il blocco viola nella Stagione 1956/57 - Domenica 12 Maggio 1957.  L'Inghilterra era la nostra bestia nera. Si perdeva regolarmente in casa e fuori. Ci volle un goal fantasma di Fabio Capello per espugnare il mitico Wembley. Gl'Inglesi si ritenevano i maestri del calcio. Hanno pure snobbato le competizioni internazionali. Poi vennero le vittorie in Coppa del Mondo (in finale turlupinarono la Germania, con un goal fantasma di Hurst) ed in Coppa Campioni Stanley Mattews, Bobby Charlton, George Best, Kevin Keegan, Michael Owen vincevano pure il pallone d'oro. L'Italietta disparve nella mediocrità più assoluta. Sino ai Campionati Europei (in finale battemmo proprio la Jugoslavia, 2-0 con goal di Riva ed Anastasi; ma la prima gara finì 1-1).Tornammo nel limbo del calcio per numerosi altri anni. Sino alla vittoria del suo terzo mondiale in Spagna, nel 1982, targato Enzo Bearzot. Altro purgatorio sino al quarto titolo conquistato in terra di Germania nel 2006, targato Marcello Lippi.Tornando al match contro l'Inghilterra, dobbiamo rilevare che Per nostra fortuna abbia funzionato in zona tiro soltanto Sturridge, che ha segnato la rete del pareggio ma in almeno altre due occasioni, poteva farci davvero male.

Ma Roy Hodgson, va assolto, questa è la nostra opinione. Sebbene Rooney, al di là di quella volèe fantastica non abbia prodotto quella mole di gioco che tutti si aspettavano. Gli anni passano per tutti. Nel complesso ci è piaciuta l'Inghilterra, schierata con l'omologo 4-1-1.  I Londinesi, hanno giocato all'italiana. Fitta rete di passaggi e cross utili per le punte. Anzi per la punta. Bene impostati in difesa ed a centrocampo, hanno messo in difficoltà gli azzurri, che hanno il merito di aver superato il contraccolpo, nel momento clou del match. Ha disputato una gara a viso aperto senza sofismi, tatticismi ed infingimenti. Ha tentato di portare a casa almeno il pareggio, che a nostro <avviso ci poteva stare. Ma gli azzurri ci hanno creduto di più ed hanno operato meglio nella zona nevralgica del campo. Notoriamente l'arma segreta dei sudditi di Elisabetta II. Una bella partita quella degli azzurri. Non attacchi scriteriati, per farsi infilare come polli allo spiedo in contropiede. Comunque si faceva fatica a comprendere il gioco di questa Inghilterra, che a nostro avviso, può superare il turno, nonostante l'handicap iniziale. Ha la mentalità giusta, la squadra giusta, le motivazioni giuste. Tutto questo avvalora di più il successo azzurro. Proprio perché ottenuto ai danni, non solo di una rivale diretta, nella corsa alle qualificazioni, ma contro una squadra che gioca al pallone. Cesare Prandelli, nuovo mago di Hamelin, se non shamano, non ha avuto bisogno di agitare talismani, amuleti, ossicini e ceneri. Anche perché in precedenza, insieme allo staff, aveva coordinato ben altro lavoro, armeggiando intorno alla psicologìa applicata. Non un corso accelerato di training autogeno per insegnare agli atleti il controllo delle emozioni, dello stress e dell'ansia. Ma un metodico e sistematico esercizio. Prandelli è riuscito a suonare il suo Olifante e mescherare l'Italia nelle partitelle pre-mondiali. Gli 007 avversari, hanno offerto l'immagine di un'Italietta, debole ed indifesa. Ma non ha vinto soltanto sul campo. Sta funzionando tutto bene intorno all'entourage, nonostante i contrattempi, gl'imprevisti, i disguidi ed i problemi. A saperli gestire, ecco l'arma del successo; ecco  la Durlindana che può tagliare le difficoltà. Primum vivere deinde philosophari. Prima non prenderle e poi, magari con una dose di fortuna (l'aiutino della dea bendata non guasta mai).

Aver gestito al meglio la punta di diamante Mario Balotelli, ha premiato l'ostinazione di Prandelli, pronto a macellare il vitello più grasso per il ritorno del figliol prodigo alla casa del padre. L'unico, e comunque uno dei pochi, a credere ciecamente nel centravanti del Milan e della nazionale. La stampa sibilava, proprio alla vigilia della partenza, che sarebbe stato più produttivo lasciarlo a casa; che ci avrebbe creato dei problemi ed una brutta immagine della squadra e del paese; ed altre cattiverie razzista, che non stavano né in cielo, né in terra e che non avevano né capo, né coda. La storia c'insegna che i titoli si vincano con le belle individualità…Pelè, Maradona, Muller, Rossi…ed un collettivo funzionale efficiente ed efficace. Ma il trainer italiano, ha azzeccato le marcature e le sostituzioni. Soprattutto ha saputo gestire gl'infortunati. Gianluigi Buffon è solo l'ultimo anello della ben lunga catena. "Voglio sbagliare con la mia testa e magari anche pagare per questo, com'è giusto che sia". Non è il caso di ricordare che il rinnovo del contratto sia stata  sdrucciolevole e soprattutto alla vigilia della partenza per il Brasile. Ma Prandelli, che ha percorso ventimila leghe sotto i mari per giungere nella terra di Pelè, sempre pronto come il pastore bibblico a raccogliere la pecorella smarrita, ha altri assi nella manica. Non ultimo Antonio Cassano. Uno, che non  è pronto a porgere l'altra guancia; ma anche uno, potrebbe fare la differenza. Ha carisma, classe e professionalità da vendere ed esperienza quanto basti. Per ora, parte dalla panchina. E bisognerà avere una pazienza francescana, se non certosina. Ci sono nomi nuovi in questa formazione. Completamente sconosciuti alla gran parte dei tifosi e degli sportivi in genere. Ma non perché ci sia disaffezione verso la squadra. Ogni new generation, figlia del suo tempo, fa il tifo a suo modo. Basterebbe vedere come si siano riempite le piazze; e come il tricolore, sventoli e garrisca al vento dell'euforia. Dopo tanta amarezza per la crisi economica, una caramella alla menta ben venga. Nessuno si aspettava una partita alla camomilla ed in effetti gli atleti non hanno sorbito nessuna valeriana o decotto della nonna. Attenti al lupo, predicava il mister. Anzi al…Leone. Lo diceva anche Lucio Dalla, riferendosi a Cappuccetto Rosso…"C'è una casetta piccola così,/con tante finestrelle colorate,/e una donnina piccola così,/con due occhi grandi per guardare,/e c'è un omino piccolo così,/che torna sempre tardi da lavorare,/e ha un cappello piccolo così,/con dentro un sogno da realizzare,/e più ci pensa più non sa aspettare.

Amore mio non devi stare in pena,/questa vita è una catena,/qualche volta fa un po' male,/guarda come son tranquilla io/anche se attraverso il bosco con l'aiuto del buon Dio,/stando sempre attenta al lupo./…". Manaus, nonostante il terreno infame, l'umidità e la temperatura tropicale, ha portato bene agli Azzurri. Manaus è una città brasiliana, capitale dello Stato di Amazonas, fonte Wikipedia,ubicata nella mesoregione di Centro Amazonense e nella microregione di Manaus. Situata sulla riva del Rio Negro vicino alla confluenza con il Rio delle Amazzoni, è un porto importante e un centro di snodo per il sistema fluviale della regione. È anche un punto comune da cui i turisti partono per visitare la Foresta Amazzonica. Protagonista assoluto del match a nostro avviso è stato Andrea Pirlo, padrone e signore del centrocampo, con l'inedita fascia di capitano al braccio, per il forfait di Buffon. Incontrista, centrocampista, maratoneta all'Abebe Bikila. Buono nell'interdire e coprire migliore nell'impostare ottimo nella zona tiro. La sua perla, allo scadere ha incantato la platea, che comunque aveva fatto il pieno di brividi, souspences ed emozioni. Una stangata  da trenta metri che ha scheggiato la traversa. Sembrava destinata alla gradinata, invece improvvisamente si è abbassata. Hart è rimasto lì imbalsamato come un salame, attonito ed incredulo, praticamente ipnotizzato. Intorno al pifferaio magico, ha funzionato la doppia gabbia, ordita dal coach azzurro per frenare i pericoli reali. I Britannici, hanno giocato al pallone, ma stavolta la proverbiale fortuna non li ha tutelati. In questa partita ha brillato come la stella polare il sostituto di Buffon, Salvatore Sirigu(Nuoro, 12 gennaio 1987). Un po' l'oggetto misterioso, attenzionato dalla platea non solo azzurra; se non l'illustre sconosciuto. Lui gioca in Francia, dopo un calvario per i campi di gioco italici, , portiere del Paris Saint-Germain. Ed ancora… Darmian, Barzagli, Paletta, Pirolo, Perin, Verratti. Mah! La seguiamo poco la nazionale di calcio?Una bella domenica! Una domenica coi fiocchi… "Domenica e' sempre domenica /se sveglia la citta con le campane/al primo din don del gianicolo/sant'angelo risponde din don dan/domenica e' sempre domenica/e appena ognuno si risvegliera'/felice sara' e spendera'/sti' quattro soldi de felicita'/. Sogni e felicità sono quelli che ha fatto vivere Supermario con quella perla che a molti era sembrata 'dentro'. Più forte della falsa bomba di Manaus.

Anche per bilanciare le sgroppate di Sturridge che in un paio di occasioni ubriaca la nostra difesa senza Brunello di Montalcino, Barbera, Barolo, Valpolicella e Chianti. Taglia la difesa come fosse di butto e manda gli Azzurri el tunnel dell'Horror se non sul Vascello del Pirata e sulle Montagne Russe. Avete notato amici lettori che in questa partita i falli si potessero contare col contagocce? Sembra incredibile ma vero. Ed il proverbiale gioco aereo della perfida Albione, che fine ha fatto? Quello che ha permesso a squadre britanniche come il Celtic, Manchester United, Leverpool, Nottingham Forest, Aston Villa di alzare la 'Coppa dalle grandi orecchie'. Capitan Steven Gerrard allarga le braccia "Nessuno può puntare il dito contro perchè il mondo intero ha visto che l'Inghilterra ha dato tutto quello che aveva stasera. Le occasioni le abbiamo create, ma ora dobbiamo cercare di finire meglio. Stasera non siamo stati troppo fortunati". Certamente, non sbotterà come Rhett Butler di fronte a Rossella O'Hara …"Francamente me ne infischio". E De Rossi? Nel libro 'Cuore' di Edmondo De Amicis era il migliore della classe. Sicuramente ha capito che i suoi capricci e le bizze, potrebbero fare tanto male agli Azzurri ed ha dismesso i panni di Franti. Sta meglio in quelli di Garrone. Gli esperti, ritengono che contro l'Inghilterra sia stato determinante nella zona nevralgica. Sia sul piano agonistico che tecnico e soprattutto tattico. Senza nulla togliere al bomber Candrega ed al rientrante Thago Motta. Il "tedesco" Immobile, entrato al posto di Balotelli, non è rimasto a guardare all'Amazonas Arena. C'era un rigore per gli azzurri, ma tutte quelle telecamere, piazzate a iosa in ogni angolo, l'hanno appena focalizzato. Ora, c'è il Costarica, che ha battuto (3-1) l'Uruguay. I ragionieri sono già all'opera, ma sarà bene evitare la trappola dei pronostici e dei calcoli o conti senza dell'oste. I Costaricani, ex Cenerentola che vuole diventare principessa,vanno affrontati con lo stesso spirito d'avventura di Indiana Jones e Jim Hawkins, Possibilmente con i canini di 'Zanna Bianca' e la lama di D'Artagnan; se non di Cyrano di Bergerac. Guai grossi come montagne a sottovalutare l'avversario.Il popolo azzurro si è localizzato già sulle spiagge ed ha piantato l'ombrellone ad un palmo dal bagnasciuga con l'immancabile giornale sportivo, la radiolina con cuffia, l'i-phone, l'ipad ed una lap top, con la batteria ricaricata, bene in vista. Sebbene i villaggi turistici e le strutture balneari siano comunque forniti di televisore a cristalli liquidi con il digitale terrestre. Le urla degli hooligans e degli skin-heads si sentono lontano un miglio. Seguendo le molliche di Pollicino si avvicinano alle comode poltroncine, come le formiche argentine…una pizza della casa ed una birra alla spina per favore, grazie! Domenico Salvatore


Il tabellino di Dosa

Inghilterra-Italia 1-2
Campionati mondiali in Brasile 2014:Italia-Inghilterra 2-1 (1-1) 
ITALIA (4-1-4-1): Sirigu 9, Darmian 9, Barzagli  9, Paletta 8, Chiellini 9, De Rossi 9, Candreva  10(33' st Parolo sv), Pirlo 10, Verratti 9 (11' st Thiago Motta 8), Marchisio 10, Balotelli 10 (27 st Immobile sv )
In panchina, 1 Buffon, 2 De Sciglio, 7 Abate, 10 Cassano, 11 Cerci, 13 Perin, 14 Aquilani, 19 Bonucci, 22 Insigne).
All.: Cesare Prandelli, 10
Presidente, Giancarlo Abete, 10

INGHILTERRA (4-2-3-1): Hart  6, Johnson 6, Jagielka 6, Cahill 6, Baines 6, Gerrard 6, Henderson  6 (27' st Wilshere sv), Sterling 6, Rooney 6, Welbeck 6(15' st Barkley ), Sturridge 7 (33' st Llalana sv)

In panchina, Shaw, 8 Lampard, 12 Smalling, 13 Foster, 16 Jones, 17 Milner, 18 Lambert, 22 Forster).
 All.:Roy Hodgson  6
Presidente, David Bernstein


Arbitro: Kuipers (Olanda)9
Reti: nel pt 35' Marchisio, 38' Sturridge. Nel st 5' Balotelli Angoli: 10 a 2 per l'Inghilterra. Recupero: 2' e 5' Ammoniti: Sterling per gioco falloso Spettatori: 35 mila

 

La reti, al 35' pt: angolo di Candreva, velo di Pirlo, Marchisio ferma la palla poi infila di destro con un gran tiro – al 38' pt: parte velocissimo Rooney sulla sinistra del centrocampo, cross lungo sul secondo palo a superare tutta la difesa: sbuca Sturridge e batte Sirigu al volo - 5' st: Candreva a destra va in profondità, sterzata a rientrare e cross sul secondo palo dove Balotelli di prepotenza schiaccia di testa in rete


CORRRELATO SALVATORE SIRIGU
Salvatore Sirigu è un calciatore italiano e della Nazionale italiana. Nella Primavera del Palermo era stato soprannominato Walterino, in onore di Walter Zenga, dallo staff tecnico dell'allora allenatore Francesco Guidolin. Iniziò la carriera giovanile come attaccante, ma non riusciva a tenere i ritmi dei compagni di squadra a causa di una leggera asma. Per questo motivo il suo allenatore dell'epoca, viste anche le grandi mani del giovane, lo schierò tra i pali, facendolo diventare portiere. cresciuto nelle giovanili del Posada e del Siniscola, è stato ceduto alla Puri e Forti di Nuoro, e nel 2002, dopo essere stato scartato dal Cagliari, passa al Venezia, in cui resta fino al 2005 senza collezionare presenze in Serie B.  Svincolatosi dal Venezia, si trasferisce al Palermo, dove diventa subito il portiere titolare della Primavera e viene utilizzato come terzo portiere della prima squadra con un contratto da 200 000 euro a stagione. Nel luglio 2007 passa in prestito alla Cremonese, in Serie C1, per giocare e fare esperienza. Il suo allenatore Emiliano Mondonico disse di lui: "Sirigu sarà il portiere dei prossimi dieci-quindici anni." Per la stagione 2008-2009 viene ceduto in prestito con diritto di riscatto e controriscatto della metà del cartellino all'Ancona, in Serie B.A fine stagione torna per fine prestito al Palermo, che lo inserisce nella rosa della stagione 2009-2010 inizialmente come secondo portiere alle spalle di Rubinho. Esordisce in Serie A alla sesta giornata di campionato all'Olimpico contro la Lazio (1-1  Titolare anche nella successiva e delicata partita casalinga contro la Juventus (2-0), si è dimostrato all'altezza della causa rosanero, affidabile e sicuro  tanto da meritarsi il rinnovo del contratto fino al 2014, per un ingaggio di circa 135 000 euro annui.Una serie di circostanze favorevoli, come le perplessità iniziali di Rubinho e un'intuizione dell'allenatore Walter Zenga (ex portiere), gli hanno consentito di ritagliarsi uno spazio importante in squadra, restando poi titolare fino alla fine della stagione in cui ha potuto dimostrare le sue qualità.Chiude la sua prima stagione in massima serie con 32 presenze e 39 gol subiti, a cui si aggiungono una presenza e due gol subiti in Coppa Italia nell'ottavo di finale perso per 2-0 contro la Lazio. È stato un punto fermo della squadra e le sue prestazioni sono state di alto livello.Titolare anche nella stagione 2010-2011, nella sesta giornata di campionato vinta dal Palermo per 2-1 in casa della Fiorentina,[al 65' para un calcio di rigore per la prima volta in massima serie, ad Adem Ljajić, salvando il risultato.[ A livello di prestazioni, è stato il portiere con la media-voto più alta del 2010 e del girone di andata del campionato 2010-2011. Il 27 febbraio 2011 subisce sette reti nella partita Palermo-Udinese (0-7) valida per la 27ª giornata di campionato. La vittoria per 1-0 sul Milan alla 30ª giornata ferma la serie negativa di violabilità della porta di Sirigu che durava da nove partite. Chiude la stagione con 45 presenze e 74 gol complessivi subiti fra campionato, Coppa Italia (ha giocato tutte le 5 partite che hanno visto coinvolti i rosanero nella coppa nazionale persa in finale contro l'Inter per 3-1) ed Europa League; in particolare, le 62 reti subite il campionato lo rendono il portiere della seconda difesa più perforata del torneo. Il 28 luglio 2011 viene ceduto alla squadra francese del Paris Saint-Germain per 3,9 milioni di euro, dopo aver firmato un contratto quadriennale da 1,2 milioni a stagione. Debutta nel campionato francese il 6 agosto 2011 in Paris Saint-Germain-Lorient (0-1) alla prima giornata Nella successiva partita contro il Rennes è il migliore in campo salvando più volte il risultato, subendo il gol del definitivo 1-1 solo all'88'. Nel corso del campionato le sue prestazioni sono di alto livello. Chiude la stagione 38 presenze in campionato (sempre presente, chiuso al secondo posto dietro il Montpellier), 2 nella Coppa di Francia e una in Europa League, subendo rispettivamente 41, una e nessuna rete per un totale di 41 presenze e 42 gol subiti.Nella stagione 2012-2013 ottiene il record di imbattibilità per un portiere del PSG, superando il primato di 697 minuti che apparteneva a Bernard Lama. A fine anno, dopo 33 presenze in campionato e 10 in Champions League, vince il suo primo campionato e il suo nome appare due volte nel Trophées UNFP du football, come Miglior portiere della Ligue 1 e come componente della Squadra ideale della Ligue 1.Apre la stagione 2013-2014 vincendo la Supercoppa di Francia in cui la sua squadra batte per 2-1 il Bordeaux il 3 agosto 2013. Il 19 aprile 2014 ha vinto la Coupe de la Ligue battendo in finale l'Olympique Lione per 2-1, mentre a fine stagione vince nuovamente il campionato e il suo nome appare nuovamente due volte ai Trophées UNFP du football. A livello di Nazionali giovanili ha giocato con l'Under-18 (3 presenze nel 2005 ai tempi in cui vestiva la maglia delle giovanili del Venezia), l'Under-19 (sempre nel 2005 militante nel Palermo) e l'Under-21 (3 presenze allorquando vestiva la casacca numero uno di Cremonese, nel 2007, e Ancona, due volte nel 2009).Nel massimo livello giovanile è stato convocato per la prima volta dal tecnico Pierluigi Casiraghi per la partita Italia-Albania (4-0) del 1º giugno 2007, primo match di qualificazione agli Europei U-21 del 2009. Il 21 agosto 2007 esordisce con l'Under-21 nel secondo tempo dell'amichevole Italia-Francia (2-1).

Nel biennio 2007-2009 è il secondo portiere dell'Under-21, dietro il titolare Andrea Consigli.Ai Giochi olimpici del 2008 è una delle quattro riserve convocate dalla Nazionale Olimpica di Casiraghi.[  Nel 2009 viene convocato per l'Europeo U-21 che si è svolto in Svezia dal 15 al 29 giugno.Il 28 febbraio 2010 ha ricevuto la prima convocazione in Nazionale maggiore, a opera del commissario tecnico Marcello Lippi, in vista dell'amichevole del 3 marzo contro il Camerun allo Stadio Louis II del Principato di Monaco, l'ultima prima dei Mondiali del 2010, nella quale non viene impiegato.Viene convocato per il ritiro della Nazionale azzurra in vista del Mondiale 2010, inserito in una lista di 30 giocatori poi ridotta a 28;il 1º giugno 2010 viene però escluso della lista dei 23 atleti effettivamente convocati per la competizione.Il 6 agosto 2010 ottiene la convocazione da parte del nuovo CT Cesare Prandelli per la partita amichevole contro la Costa d'Avorio del 10 agosto. In tale partita, finita 1-0 per gli africani, ha fatto il suo esordio da titolare con la maglia azzurra viste anche le indisponibilità per infortunio di Gianluigi Buffon e Federico Marchetti; è stato il 61º portiere schierato nella storia della Nazionale di calcio dell'Italia.Convocato anche per le partite contro Estonia e Fær Øer valide per le qualificazioni all'Europeo 2012, gioca da titolare la prima di queste vinta in trasferta per 2-1, esordendo dunque nelle competizioni ufficiali.Il 13 maggio 2012 viene inserito dal CT Prandelli nella lista dei 32 calciatori pre-convocati per la fase di preparazione in vista dell'Europeo 2012, venendo poi incluso nella lista definitiva consegnata il 29 maggio come terzo portiere dopo Buffon e De Sanctis, ma non rendendosi necessarie sostituzioni fino alla finale, non gioca alcuna partita; la Nazionale italiana perde 4-0 contro la Spagna in finale.Il 16 maggio 2013 viene inserito da Prandelli in una lista di 31 giocatori da cui uscirà la rosa per la FIFA Confederations Cup 2013,venendo confermato in essa nella lista ufficiale consegnata il 3 giugno. Non gioca alcuna partita in tale torneo, ma vince la medaglia di bronzo dopo la finale per il terzo posto vinta contro l'Uruguay.Il 13 maggio 2014 è stato inserito nella lista di 30 calciatori pre-convocati in vista dei Mondiali 2014, confermato nei 23 disponibili per il torneo il 1º giugno seguente.

 Domenico Salvatore


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