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Massimo Canale su dissesto e Decreto Reggio

Massimo Canale
Reggio Calabria - La conferenza stampa tenutasi l’altra sera a Palazzo San Giorgio ha lasciato l’amaro in bocca a quanti confidavano che i commissari avessero un’idea precisa sul disavanzo del Comune di Reggio Calabria e sul futuro della nostra Città.
La mancanza di un punto, fermo e certo, da cui ripartire ha dei riflessi immediati sul dibattito politico ed è anche la causa principale della difficoltà di superare la fase attuale che fa avvitare destra e sinistra ormai da anni intorno al tema delle responsabilità (penali, contabili e morali) e le rende del tutto incapaci di immaginare una Città nuova e alternativa rispetto a quella del decennio che ci lasciamo alle spalle.
Ma c’è una cosa che è emersa in maniera inequivocabile nel corso della conferenza stampa ed è la dichiarata volontà della terna commissariale di evitare la dichiarazione di dissesto.

La conferenza stampa trasmessa in Diretta Streaming da MNews.IT il 22 gennaio 2013

Non si tratta di una scelta di poco momento.
Anzi, l’avere imboccato questa via comporta la elaborazione da parte della terna commissariale di un piano di rientro attendibile, capace di riscuotere la fiducia dei creditori e l’affidabilità finanziaria del Comune di Reggio, che sia costantemente monitorato e sottoposto a verifica pena il fallimento del Comune, senza se e senza ma.
Rispetto al dissesto, così come fu per lo scioglimento del Comune, non mi sono mai dichiarato a favore o contro a prescindere dai fatti e in questo caso ritengo che l'azione commissariale vada assecondata.
Sfugge, tuttavia, che i Cittadini di Reggio Calabria stanno già subendo gli effetti del tracollo finanziario e in dissesto ci sono già, con mani e piedi.
· L’IMU nell’ultimo anno è aumentata in maniera esponenziale e i reggini hanno pagato in media una seconda rata superiore di tre volte rispetto all’anno scorso;
· la TARSU aveva già subito negli ultimi tre anni aumenti del 200% circa a causa dell’adeguamento ISTAT e del 25% rispetto agli anni passati, ci mancava solo che i Commissari con una delibera di ottobre aumentassero ancora il tributo locale facendolo schizzare ai massimi storici e di legge;
· il canone per il servizio idrico ha seguito le stesse sorti dei primi due tributi e, in conclusione, possiamo affermare senza smentita di essere sottoposti a una pressione tributaria locale semplicemente esasperante.

Allo stesso tempo la mancanza di servizi al Cittadino è sotto gli occhi di tutti.
La società “Multiservizi in liquidazione” percepisce un canone mensile con cui riesce a stento a coprire le spese del personale e sta diventando nei fatti una sorta di ammortizzatore sociale per fare fronte al rischio di licenziamento di circa 300 operai. Di servizi manco a parlarne.
La situazione di Leonia e della raccolta dei rifiuti non meriterebbe commento alcuno a causa della sua evidenza, ma forse vale la pena di insistere sulla necessità che Commissari e Dirigenza di Leonia individuino forme di incentivi tributari per coloro che fanno la raccolta differenziata; la drammaticità della situazione economica delle famiglie reggine potrebbe invogliare maggiormente il cittadino in vista di un vantaggio economico.

Ma anche qualora i Commissari riuscissero far fronte a tutti i debiti nei confronti delle imprese ciò non sarebbe ancora sufficiente a rilanciare la fragile economia reggina.
In altre parole, in mancanza di nuovi investimenti le nostre aziende potrebbero anche morire di “piani di rientro” per cui diventa indispensabile individuare un modo per liberare risorse pubbliche.
Un’opportunità potrebbe essere costituita da ciò che rimane del Decreto Reggio.
Esistono opere iniziate ma non portate a termine o, addirittura, non ancora appaltate, talvolta bloccate per cavilli burocratici ma capaci di rimettere in moto, almeno in parte, l’economia legata all’edilizia e al relativo indotto.
Si faccia quindi una ricognizione delle opere, si verifichi la immediata cantierabilità di alcune di esse, magari ricalibrando alcune scelte in modo da renderle più attuali e utili alla Città.

I commissari e il Governo potrebbero agire congiuntamente su questo fronte tenendo fede alla promessa del Ministro Cancellieri di “non far morire Reggio” e confidando nell’autonomia del Decreto Reggio rispetto al bilancio comunale, condizione che pone i relativi fondi al riparo da creditori e rischi di impantanamento.
D’altra parte il Decreto Reggio era nato con finalità simili - in un periodo storico altrettanto drammatico per la vita di Reggio - per far fronte a un’emergenza che a distanza di oltre vent’anni è nuovamente attuale.
Potrebbe essere una buona occasione per parlare a vecchie e nuove generazioni dando loro una speranza di futuro.

Si può ripartire dalle macerie sociali e dal pattume delle periferie abbandonate per creare opportunità, riscoprire orgoglio e senso di appartenenza a una comunità.

Reggio Calabria, 26 gennaio 2013

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