Gl'indizi puntavano tutti sul marito, ma c'era qualche 'ragionevole dubbio'. Poi il crollo…"Motta Visconti, tre morti mamma e figli I carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano stanno sentendo il capofamiglia, i vicini e i parenti. la tragedia non sia la reazione degenerata di una rapina finita male. Una cassaforte che si trovava nella villa è stata trovata aperta e svuotata dei contanti in essa contenuti definiti "cifra di poco conto". Ma né sul forziere né sulla porta di ingresso sono state rilevate effrazioni macroscopiche. Una cassaforte che si trovava nella villa è stata trovata aperta e svuotata dei contanti in essa contenuti definiti "cifra di poco conto". Ma né sul forziere né sulla porta di ingresso sono state rilevate effrazioni macroscopiche. il marito della donna, Carlo Lissi, ha lasciato la caserma dei carabinieri di Abbiategrasso. Il professionista di 31 anni era stato lungamente sentito nel corso della notte. …''Non c'è stato un raptus o un elemento scatenante - hanno aggiunto gli inquirenti - come una lite, o una brutta notizia: Lissi ha agito in modo lucido, nonostante il folle gesto''. E mai l'uomo aveva dato adito a violenze in famiglia o a liti particolari con i conoscenti.
LA TRAGEDIA DI MOTTA VISCONTI (MI), È STATO IL MARITO, CARLO LISSI 31 ANNI, AD AMMAZZARE LA MOGLIE CRISTINA OMES 38 ANNI FUNZIONARIA ASSICURATRICE, LA FIGLIA GIULIA DI 5 ANNI ED IL FIGLIO GABRIELE DI 20 MESI
Domenico Salvatore
Stavolta non c'entra la mafia; nessuna rapina finita in tragedia e non c'azzecca nemmeno la gelosia; il marito tradito; una questione di corna; un problema di droga; di deviazionismo; un improvviso cambiamento di religione; un raptus omicida; l'onore…Come quella volta il 7 luglio 2012, che… un operaio di Trapani, Salvatore Savalli, 39 uscito da casa con vanga, cemento e benzina uccise la moglie Maria Anastasi di 39, incinta al nono mese, aspettava il quarto figlio e le diede fuoco. Voleva rifarsi una vita con l'amante che aveva portato a casa, presentandola come una ex del fratello; forse aveva pensato ad un ménage a trois. O l'altra volta, quando sulla bretella di raccordo tra il Vomero e Pianura, a Napoli il 2 marzo 2012, Nicola Manfrecola, 54 anni, assistente capo della polizia municipale all'interno di una Seat, uccise la moglie Gabriella Lanza, di 49 anni con un colpo di pistola al ventre e tentò il suicidio con un colpo alla testa. Il 23 maggio 2013, un poliziotto Gabriele Ghersina, 37 anni, in servizio al secondo reparto mobile di Padova, ha ucciso la moglie Silvana Cassol, 50 anni, ex vigile urbano, con un colpo di pistola a Cadoneghe, nel Padovano, e quindi si è suicidato con la stessa arma. Il 2 gennaio 2014 a Paderno Dugnano, Giancarlo Bocciarelli, 76 anni ex gioielliere in pensione, negozio di via Losanna, zona Sempione originario di Milano, era andato a trovare la moglie Anna Pirotta, 79 anni, a cui era molto legato ricoverata in clinica per una malattia. Di solito, portava caffè e fiori, alla moglie nella Residenza sanitaria assistenziale per anziani Emilio Bernardelli, in via Maresciallo Giardino. Ma quella volta, con sè aveva una pistola una "38 special", era regolarmente detenuta. E l'ha usata prima contro di lei e poi contro se stesso. Il 28 luglio 2011 Agostino Bova, 56 anni ex operaio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, ha sparato e ucciso la moglie, Margherita Carollo, che soffriva di depressione ed era in cura da un medico; ha ferito la figlia, Ornella e poi si e' suicidato
Descritte come persone tranquille e perbene. Un raptus di follia scatenato dalla depressione in cui era piombato dopo essere stato licenziato, la causa scatenante? Venerdi 11 ottobre 2013 un geometra di 55 anni di Loano, Paolo Moisello, per gelosia ha ammazzato con un colpo di Beretta calibro 9 alla testa, la moglie, Stefania Maritano, 49 anni, vicesindaco di Borghetto Santo Spirito. Poi ha rivolto l'arma verso di sé e si è ucciso. "Lei - hanno riferito i vicini, increduli per l'accaduto - andava spesso a dormire dai genitori, e qui lo sapevano tutti che lui era un tipo geloso". A trovarli sono stati i vigili del fuoco e i carabinieri, che erano stati allertati da alcuni parenti preoccupati. Il 16 maggio 2014 n via Guarducci, traversa di via Garibaldi, al quarto piano. al civico 37 secondo quanto ricostruito dai carabinieri, un uomo di 81 anni, Luciano Rinaldi, malato di Alzheimer ha ucciso la moglie di 80, Cosetta Barsotti, a coltellate nella loro casa Molte le coltellate inferte al corpo della donna mentre si trovava a letto "E' stato un raptus scatenato dalle sue condizione di salute od altro? La badante, come ogni giorno, ha raggiunto la casa dell'uomo, per prestare assistenza ma ha trovato la porta chiusa A quel punto ha suonato ma Rinaldi aveva "staccato" la corrente e il campanello. Insospettita dalla situazione ha chiamato uno dei figli, il quale arrivato al portone di casa lo ha sfondato trovandosi di fronte alla scena raccapricciante e via di sèguito. Faremmo ben volentieri a meno di occupare di fatti raccapriccianti come questi. Purtroppo, ce ne sono anche di più gravi. Luigi, suole ripetere ad libitum che "quando la notizia c'è bisogna darla!" Ma i nostri lettori sovrani, se non tutti, potrebbero appropriarsi della battuta di Rhett Butler ('Via col vento') e risponderci con quella storica frase, rivolta a Rossella O'Hara…"Francamente me ne infischio". Nostro malgrado dobbiamo occuparci anche di queste storie macabre e lugubri, quanto si voglia ma realmente accadute. Dovere di cronaca se non altro. Dio mio quanti Jack lo Squartatore, Monsieur Henri Desirè Landru, il mostro di Firenze. I primi flash dell'Ansa, tuttavia davano già la misura dei risvolti…I corpi delle vittime riportano ferite d'arma bianca al collo, compatibili con uno sgozzamento. Una donna di 38 anni i suoi due figli, un bambino di 20 mesi e una bambina di 5 anni, sono stati trovati uccisi, colpiti al collo da un'arma bianca, la scorsa notte in una abitazione a Motta Visconti (Milano). A scoprire i cadaveri è stato il padre, rientrato a casa dopo aver visto la partita con alcuni amici.
L'allarme ai carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso (Milano) è giunto dal 118 intorno alle 2, quando l'uomo, un 31enne, è rientrato dopo aver visto la partita fuori casa, nella zona, da amici. Nel corso del sopralluogo di investigatori e inquirenti nella villetta di via Ungaretti a Motta Visconti (Milano) non è stata trovata l'arma del delitto. Lo ha spiegato il procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, precisando che al momento non ci sono elementi per ipotizzare un omicidio-suicidio. Il marito è stato sentito prima dai carabinieri e poi dal magistrato di turno che coordina le indagini ma nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti e in mattinata l'uomo ha lasciato la caserma. Dopo i primi rilievi effettuati dalla sezione scientifica dei carabinieri di Milano si attende per stasera o domattina anche l'arrivo del Ris di Parma che effettuerà ulteriori analisi sul luogo del delitto. Erano sposati da circa 6 anni Cristina Omes, 38 anni, la donna trovata uccisa, e Carlo Lissi, 31 anni, professionista milanese che li ha trovati rientrando a casa. I due bambini si chiamavano Giulia e Gabriele, rispettivamente di 5 anni e 20 mesi. La coppia e i bambini vivevano in una villa della zona residenziale di Motta Visconti, all'angolo tra via Di Vittorio e via Ungaretti, dove in questo momento i carabinieri hanno chiuso la strada e tengono a distanza le televisioni e i fotografi in attesa dell'arrivo del magistrato". Si capiva che il marito potesse essere coinvolto. Ci s'interrogava se avesse avuto dei complici o meno…." Dopo essersi preso la testa fra le mani e aver invocato per sé il massimo della pena, Carlo Lissi, l'uomo fermato dai carabinieri per l'omicidio della moglie e dei due figli, a Motta Visconti (Milano) ''si è come lasciato andare e da quel momento è stato un fiume in piena''. A raccontarlo sono stati, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore capo di Pavia Gustavo Cioppa e il comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, Maurizio Stefanizzi. ''Non c'è stato un raptus o un elemento scatenante - hanno aggiunto gli inquirenti - come una lite, o una brutta notizia: Lissi ha agito in modo lucido, nonostante il folle gesto''. E mai l'uomo aveva dato adito a violenze in famiglia o a liti particolari con i conoscenti.Sono circa le 23 quando Carlo e la moglie, Cristina, si trovano nel soggiorno della villa. I bambini dormono di sopra. I due hanno un rapporto sessuale, poi lei si adagia su un divano, a guardare la tv, e lui si alza e va in cucina. Un gesto normale, come per bere un bicchiere d'acqua, ma quando torna impugna un lungo coltello, si porta silenziosamente alle spalle della moglie e la colpisce di punta tra la gola e le spalle.
Lei scatta in avanti, barcolla, si gira, lo guarda negli occhi e gli chiede ''Carlo che stai facendo..perché?'', grida ''aiuto'' (la sua voce verrà sentita dai vicini ma scambiata per un urlo per la partita, anche se non era ancora cominciata) ma come risposta ottiene un pugno che la fa stramazzare al suolo. Una volta a terra lui la colpisce ancora con altri 3 o 4 fendenti, all' addome e alla schiena. Per la donna non c'è scampo. A qual punto l'uomo sale al piano di sopra, dove ci sono la camera matrimoniale e le due camerette dei bambini. Prima va in quella della figlia di 5 anni, le appoggia una mano sul collo e le affonda con l'altra, di punta, tutto il coltello nella gola. La piccola morirà senza nemmeno svegliarsi. Poi va nella camera grande, dove il fratellino abitualmente viene fatto addormentare per poi essere spostato in cameretta: anche a lui, di soli 20 mesi, l'uomo fa scendere la lama profondamente, di punta, nella gola, tenendo fermo il collo, mentre dorme profondamente. Quindi scende in cantina (è ancora in mutande, dopo il rapporto intimo con la moglie), si fa una doccia, risale, si veste. Ha un appuntamento con un amico per vedere la partita dell'Italia. Come niente fosse si prepara, sale sull'auto, si ferma alcune centinaia di metri dopo, si sbarazza del coltello gettandolo in un tombino, arriva al pub dell'appuntamento, saluta l'amico e guarda la partita. Poi alle 2 torna a casa, e inscena il ritrovamento dei corpi e il panico per la strage della sua famiglia da parte di sanguinari rapinatori per svaligiare la cassaforte. Ma era tutta una bugia.". I Carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso, diretti dal capitano Antonio Bagarolo, hanno svolto con incredibile celerità le indagini relative al triplice omicidio; assieme ai carabinieri della stazione di Motta Visconti, che si muovono sotto le direttive del Comando Provinciale di Milano, coordinato dal nuovo comandante, colonnello Maurizio Stefanizzi. Tutto con la supervisione del p.m. e del procuratore capo della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Sociologi, crimiinologi, psico-terapeuti, psichiatri, medici, magistrati, periti giudiziari ecc. non si fermano agli atti processuali, alle carte giudiziarie. Vogliono e pretendono rapporti informativi condotti con rigore scientifico. Per capire "perché", tante donne, troppe, diventano vittime dei mariti bruti, selvaggi, barbari. Ci sono altre motivazioni, oltre quelle…'normali', scontate, inevitabili, su cui valga la pena di riflettere e meditare? Domenico Salvatore

















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