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Il convegno di Bagaladi:Attenti al luipo, ma non è quello di Cappucetto rosso!

Un interessante convegno al Centro Sociale, in piazza Iacopino, l'agorà dei Bagaladesi. Con la presenza anche del sindaco Santo Monorchio, del presidente del Consiglio, Carmelo Nucera, ha presenziato pure il consigliere di minoranza Vincenzo Anghelone e del presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte, Giuseppe Bombino
"IN BOCCA ...AL LUPO!...CREPI! MA IL LUPO, NON È QUELLO DI CAPPUCCETTO ROSSO
Domenico Salvatore

Quando l'invito ufficiale ci sia, bisogna onorarlo in qualche modo. Una sfacchinata per la macchina, tra saliscendi, curve a gomito, strada sdrucciolevole, buche larghe e profonde, se non voragini, sagoma deformata per il caldo, che comincia con il tormentone dei vari…"Carone, Minosse, Scipione, Lucifero, Caligola, Beatrice…" ;e non parliamo dei rattoppi, lavori in corso, lavori sospesi, terriccio perenne, slavine e franette, tombini alla sans façon, rifacimento manto stradale, strettoie e tutte le altre trappole, tranelli e trabocchetti. Paghiamo noi per gl'ignavi, degni del girone dantesco, che hanno boicottato la così detta bretella di scorrimento veloce Melito-Bagaladi, in grado collegare i due centri che sorgono sulla rive del Tuccio-Melito, in una manciata di minuti; avrebbe salvato da sicura morte i comuni di Roccaforte del Greco, Bagaladi, San Lorenzo e fors'anche Roghudi, Ghorio di Roghudi e Montebello; alcuni già morti e sepolti; altri in agonìa, prossimi al decesso. Ben al di là della strage per tumore e leucemia ed altri morbi collegabili, prodotta dall'Eternit, il famigerato amianto, che fa bella mostra sui tetti degli anzidetti paesi, senza che alcun sindaco si pigli la briga di ordinare, almeno un censimento delle case, su cui pende la spada di Damocle. Sai quanto gliene freghi del mesotelioma (pleura)o del carcinoma (polmone). Non ne parliamo delle discariche fantasma o 'normali', dei fusti pieni di sostanze radiattive, espedaliere e comunque velenosi. Ma di che cosa stiamo parlando?!?!? La strada di scorrimento veloce Melito Porto Salvo-Gambarie d'Aspromonte-Delianuova, che avrebbe poi collegato con la pedemontana della Piana, quella sì in fase di realizzazione. Ma nella mancata realizzazione dell'asse di penetrazione, non c'entrano i 'colletti bianchi, la borghesia mafiosa, la zona grigia e nemmeno le cosche mafiose, che non si sarebbero messe d'accordo per spartirsi gli appalti. Nessun collegamento con la Strage di Embresi. "Quei soldini non ci sono più, sibila il sindaco Santino Monorcchio. Erano un APQ, ma qualcuno li ha stornati per altre strade. Bagaladi può attendere. Amen! Ma ci attiveremo affinchè venga almeno ammodernato il tratto Melito-Chorio". Sarebbe contento San Gaetano Catanoso. Altra opportunità incredibilmente persa. Nella dormita colossale collettiva. Sono ancora tutti tra le braccia di Morfeo. Ora, releghiamo nel dimenticatoio questi bla-bla e ciance. Occupiamoci del convegnino sul lupo. Davvero interessante e stimolante, se non pregnante. L'Amministrazione Comunale di Bagaladi punta anche sulla cultura per ritrovare la bussola, sul lavoro e sul turismo. Il nuovo Consiglio Comunale conta su: Santo Monorchio sindaco; Fortunata Branca vicesindaco; Antonino Marrapodi, assessore; e su: Carmelo Nucera, presidente del Consiglio, Alessio Leonardo Sofia,Antonio Perpiglia,Francesco Russo,Pina Tripodi per quanto riguarda la maggioranza. Caterina Rossi, Carmelo Anghelone e Giovanna Pizzimenti per la minoranza

Relatrice la studentessa universitaria Federica Stabile, che ha relazionato sul tema " Convivere con il lupo". Un excursus abbastanza lungo esaustivo ed esauriente, che ha soddisfatto tutti gl'ippocampi e gl'ipotalami. Tanto, da meritarsi alla fine dell'esposizione un grosso e scrosciante applauso a scena aperta. La laureanda, ha fornito una fotografia nitida e funzionale del lupo dallo habitat naturale, alla riproduzione, sino al rapporto con l'uomo. La vita di branco è basata su regole gerarchiche con una predominanza del maschio sulla femmina e della femmina sui cuccioli. In genere nascono dai 4 ai 6 cuccioli alla volta e solo da una femmina la "capobranco". L'allattamento dura circa 35 giorni e i cuccioli incominciano a cacciare insieme al branco dopo i 6 mesi, mentre la maturità sessuale viene raggiunta dopo 2 anni….".Ci viene in mente il lupo delle favole, sebbene l'immagine che ne vien fuori sia negativa:un predatore, forte, insidioso. A parte "Cappuccetto Rosso" di Charles Perrault o dei Fratelli Grimm…" C'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere. La sua mamma n'era matta, e la sua nonna anche di pìù. Quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto rosso, il quale le tornava così bene a viso, che la chiamavano dappertutto Cappuccetto Rosso…."Pierino e il lupo" e " I tre porcellini"… .Il lupo delle favole di Fedro…"Al lupo! Al lupo!": "In un villaggio viveva un pastore che di notte doveva fare la guardia alle pecore. Si annoiava e quindi, decise di fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciava a gridare: "Al lupo, al lupo!" Così tutti si svegliavano e accorrevano per aiutarlo. Ma dopo il pastore burlone rivelava loro che era uno scherzo.Questo scherzo continuò per parecchi giorni, fino ad una notte in cui quel lupo venne veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!", ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo.Così il lupo si mangiò tutte le pecore.". E di Esopo…« Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi./Superior stabat lupus, longeque inferior agnus./Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit:/"Cur - inquit - turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?"/Laniger contra timens:/"Qui possum - quaeso - facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor."/Repulsus ille veritatis viribus:/"Ante hos sex menses male - ait - dixisti mihi"./Respondit agnus:/"Equidem natus non eram!"/"Pater, hercle, tuus - ille inquit - male dixit mihi!"/Atque ita correptum lacerat iniusta nece./Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt. »/. Il lupo di Gubbio di San Francesco d'Assisi…."Un giorno Francesco si recò in vista nella città di Gubbio. Ma come entrò nella città vide che non c'era nessuno ne animali ne persone. Tutti i cittadini di Gubbio erano chiusi nelle loro case per paura di un Lupo veramente  pericoloso e grande .Tutti  conoscevano Francesco e chiesero a lui se poteva aiutarli. Francesco accettò e andò a parlare con il Lupo. Si reco alla foresta, il poverello d'Assisi, fonte jimdo.com e vide arrivare da lui lentamente questo grosso cane. Francesco lo chiamò:"Fratello Lupo , in nome di Dio ti ordino di non farmi male a me e a tutti gl'uomini". Quando furono vicini Francesco fece il segno della Croce in bocca al Lupo. Poi Francesco gli disse: "Fratello Lupo perchè hai fatto del male ai  tuoi fratelli uomini?Tutti ti odiano Fratello Lupo,hanno paura tutti di te, devi smetterla. Ma io sono tuo fratello e voglio che ci sia pace fra te e gli uomini, cosi sarete tutti tranquilli in questa città". Quando il Lupo capì il suo errore scrollò la testa, fu allora che Francesco disse agli abitanti di Gubbio: "Il Lupo vuole vivere in pace con voi, lo desidera veramente. L'importante che mi promettete che  voi gli darete  da mangiare, al vostro nuovo Fratello". Da quel giorno grazie a Francesco e alla buona volontà sia del Lupo che dai cittadini di Gubbio, era tornata la pace e il Lupo passava a trovare gli abitanti ,che gli davano da mangiare , come promesso. Il Lupo era diventato il cane di tutti , era diventato  anche  l'amico di tutti bambini. E quando mori, alcuni anni dopo tutti gli abitanti piansero perché avevano perso il loro caro amico Fratello Lupo".

Il lupo nelle canzoni…Lucio Dalla "Attenti al lupo"… C'è una casetta piccola così,/ con tante finestrelle colorate,/ e una donnina piccola così,/ con due occhi grandi per guardare, /
e c'è un omino piccolo così,/ che torna sempre tardi da lavorare,/ e ha un cappello piccolo così,/ con dentro un sogno da realizzare,/ e più ci pensa più non sa aspettare./ Amore mio non devi stare in pena,/ questa vita è una catena,/ qualche volta fa un po' male,/ guarda come son tranquilla io/ anche se attraverso il bosco/ con l'aiuto del buon Dio,/…Ed anche ne "Lo Zecchino d'oro"…il Lupo Teodoro…"
No! No! No! Io dico no! Sono stufo da un bel po'!/Mi dispiace un'altra fiaba io davvero non farò!Non mi va! Non mi va! Sai che non ho più l'età/E la parte del cattivo questo lupo non la fa!/Nonne, bimbi e caprettini/Non li mangerò mai più/E stavolta i porcellini/Li rincorri un poco tu!/Teodoro su t'imploro, non arrabbiarti! Dai!/Che noia questa fiaba se adesso te ne vai./Dai! Lupo Teodoro ripensaci perché/Nessuno il tuo lavoro sa fare come te!/Ma perché? Ma perché? Sempre nelle fiabe c'è/Un audace cacciatore, ma lui spara solo a me!/Non c'è mai se lo vuoi/Un bel posto tra gli eroi/Chi lo dice poi che un lupo non sia buono come voi?/E toglietemi lo sfizio/Sento spesso dire che:/Perdo il pelo e non il vizio, chi l'ha detto e poi perché?/…"Senza citare il film di Carlo Verdone "Al lupo, al lupo!"  è la presenza dei denti "ferini" particolarmente sviluppati la cui funzione sembra essere quella di tranciare grosse ossa e tendini. Il lupo presente in Italia raggiunge un peso tra i 24 ed i 40 kg, mentre la lunghezza dalla punta del muso alla coda è compresa tra i 100 ed i 140 cm. Il colore del mantello varia dal fulvo al grigio e recentemente sono stati avvistati individui dal colore nero nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e nell'Appennino tosco-emiliano. Indice. Diffusione.E' presente, con grosse popolazioni, in Nord America, nell'ex Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa centro-orientale. Popolazioni meno consistenti ed isolate tra loro sono presenti nella penisola Iberica, in Italia, in Scandinavia, nei Balcani ed in Medio Oriente. Il lupo in Italia. In Campania è presente nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Indice. Habitat. Il lupo, prima che cominciasse la persecuzione sistematica da parte dell'uomo, era diffuso in tutti gli ambienti dell'emisfero settentrionale, in Italia in particolare lo si trovava in tutti gli habitat, dalla macchia mediterranea della costa alle foreste di montagna. Al momento, la scarsa disponibilità di prede e la sempre minore presenza di habitat naturali integri, soprattutto quelli con estesa copertura vegetale che permette ai lupi di nascondersi e sfuggire alla persecuzione umana, hanno ristretto di molto le aree frequentate dai lupi.   Indice. Riproduzione . Il lupo si accoppia verso la fine dell'inverno, e la gestazione dura circa due mesi. Circa 15-20 giorni prima del parto la coppia cerca una tana che può essere costituita da un tronco cavo, da una cavità rocciosa, da una fossa scavata in terra ed in alcuni casi può essere ricavata allargando una pre-esistente tana di volpe, di istrice o di tasso.La femmina alla fine della gestazione, dà alla luce dai 4 agli 8 cuccioli dal peso di circa 300-400 grammi ciascuno. I cuccioli, che in Italia nascono tra aprile e giugno, completamente inetti e con capacità sensoriali scarse (ciechi e sordi), dipendono all'inizio completamente dagli adulti.Vengono alimentati esclusivamente con il latte materno durante i primi 20 giorni di vita. Successivamente, per un periodo di circa 40-50 giorni, gli viene offerto del latte integrato da rigurgiti a base di carne. I cuccioli lasciano la tana dopo circa 2 mesi di vita e a poco a poco iniziano a seguire i genitori nei loro spostamenti apprendendo dagli adulti le tecniche di caccia, la conoscenza e l'utilizzazione ottimale del territorio, le strategie per evitare gli ambienti e le situazioni più pericolose.

 Le dimensioni corporee definitive vengono raggiunte a circa un anno di età, mentre la maturità sessuale verso i due anni, anche se femmine in cattività sono in grado di riprodursi già a 10 mesi. Indice. Alimentazione. Il lupo è un carnivoro specializzato nella predazione di grossi erbivori selvatici, ma può includere nella propria dieta all'occorrenza anche mammiferi di piccole dimensioni, frutti, carcasse, animali domestici e rifiuti di origine umana .Il lupo in Italia ha una dieta molto variabile, va da una dieta che include quasi esclusivamente ungulati selvatici, in particolare il cinghiale nell'Appennino tosco-romagnolo, a diete che includono in misura variabile, ma consistente, bestiame, carcasse e rifiuti, nel Parco Nazionale d'Abruzzo. La caccia avviene generalmente all'interno di territori in cui i lupi persistono per periodi più o meno prolungati ed il fabbisogno giornaliero medio di carne di un lupo di dimensioni medie è di circa 3-5 kg. Comunque il lupo è noto per essersi adattato ad una alimentazione non uniformemente cadenzata nel tempo, e si ha notizia di lupi che sono rimasti fino a 17 giorni senza ingerire cibo. Il tasso di successo dell'attività venatoria del lupo è stimato intorno al 10% del totale degli attacchi, nel caso specifico di caccia a carico di prede di grosse dimensioni. In Europa, segnalazioni di casi di antropofagia da parte del lupo erano frequenti in passato, ma spesso provenivano da fonti non certe ed attendibili, generalmente frutto di pregiudizi e antichi retaggi culturali avversi al lupo. In Italia, dove le segnalazioni di casi di attacchi rivolti a persone da parte di lupi e di cani sono state spesso confuse tra loro, gli ultimi casi accertati di antropofagia si sono verificati intorno al 1825.L'antropofagia del lupo è in ogni caso considerata un comportamento raro del lupo, che può verificarsi occasionalmente solo in condizioni ambientali particolarmente degradate, caratterizzate per esempio da una cronica carenza di prede, una popolazione rurale in forte espansione, e, più spesso, la presenza nella popolazione di individui affetti da rabbia silvestre. Indice. Legislazione. Il lupo è inserito, in qualità di specie "vulnerabile", nella cosiddetta Lista Rossa redatta dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che elenca tutte le specie in qualche modo in pericolo. La popolazione italiana è passata, negli ultimi 30 anni, grazie alla legge che lo protegge dal 1971, da circa 100 esemplari agli attuali oltre 500.Il lupo ha ricolonizzato tutto l'Appennino e ha raggiunto le Alpi Occidentali e la Francia, ma è ancora visto come una minaccia da pastori e cacciatori. Per i pastori il lupo non perderà mai l'appellativo di massacratore di pecore, nonostante oggi rechino più danni alle greggi i cani rinselvatichiti. Per i cacciatori il lupo è un abilissimo concorrente nella caccia al cinghiale, e per tale motivo se ne avvistano qualcuno lasciano lungo i sentieri i bocconi avvelenati o li impallinano direttamente. Per tali motivi ogni anno dai 50 ai 70 esemplari, circa il 10-15% del totale, vengono uccisi illegalmente. Poiché i suoi antichi territori sono protetti, e grazie alla sua notevole adattabilità, la popolazione del lupo è attualmente in crescita. Infatti oltre a predare ungulati selvatici e domestici mangia piccoli mammiferi, carogne, rifiuti e persino frutti". Nel dibattito sono intervenuti: il sindaco, Santo Monorchio ed il presidente del Consiglio Comunale, Carmelo Nucera. E la consigliera Pina Tripodi, la "Dolores Ibarruri intesa la Pasionaria" di Bagaladi. Spazio anche alla domanda del giornalista. Ben articolato pure l'intervento del presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte, Giuseppe Bombino. Un oratore con cui torna difficile annoiarsi, rara avis in caelo. Il Presidente si è lamentato della scarsa consapevolezza degli utenti rispetto alle potenzialità del Parco: "La comunicazione, se non l'informazione, ha funzionato poco. Le notizie sul lupo che arrivano spesso sono false e falsanti. Per esempio, non c'è nessun programma di ripopolamento del lupo. Non solo. Che io sappia in Aspromonte, non ci sono più di 20 o 30 lupi. Altro che  branchi di quaranta lupi che scorrazzano per l'Aspromonte. Lupi che spiovono con il paracadute. Pacchi di vipere. Il vero pericolo sono gl'incendi. C'è poi il fenomeno del randagismo che non va sottovalutato. Per randagismo si intende, in genere, la condizione degli animali domestici che sono stati abbandonati o smarriti, e che si trovano quindi a vagare per proprio conto.[1][2] Più in generale si può intendere per randagio qualsiasi esemplare di una specie di animali, inclusi i volatili, normalmente considerata da compagnia (in particolare cani o gatti) che viva per proprio conto, tipicamente ai margini della società umana, a prescindere che esso sia stato abbandonato o sia nato già in condizioni di randagismo, per esempio da genitori a loro volta abbandonati. Poiché il fenomeno del randagismo comporta anche problemi di sicurezza e di igiene pubblica, nei vari paesi esso è regolato da leggi specifiche e controllato da istituzioni preposte; tali normative e istituzioni possono definire il concetto di randagismo in modi più specifici. Per esempio, la Legge 14 agosto 1991, n. 281 applica solo ai cani la definizione di randagio (classificando invece i gatti senza padrone come animali in libertà) e introduce una distinzione specifica fra cane vagante e cane randagio, riferendosi con quest'ultima espressione al caso di cani abbandonati che si siano abituati alla vita in condizioni semi-selvatiche, per esempio riunendosi in branchi. Sulle pecore ed agnelli scannati dai lupi, si sono raccontate un sacco di bufale e leggende metropolitane. Ottenere l'indennizzo-risarcim3ento, non è facile ancge perché le greggi vanno custodite; le pecore vanno registrate, le capre pure e gli agnellini-capretti anche. La verità, diceva Parmenide è rotonda e va guardata da tutte le parti. Per i pastori, sentinelle del territorio abbiamo in mente dei progetti. A partire dal progetto "Via Lattea". Faremo dei corsi di formazione finalizzati per un nuovo ruolo del pastore e daremo anche un congruo premio". Per randagismo, fonte wikipedia, si intende, in genere, la condizione degli animali domestici, che sono stati abbandonati o smarriti, e che si trovano quindi a vagare per proprio conto. Più in generale si può intendere per randagio qualsiasi esemplare di una specie di animali, inclusi i volatili, normalmente considerata da compagnia (in particolare cani o gatti) che viva per proprio conto, tipicamente ai margini della società umana, a prescindere che esso sia stato abbandonato o sia nato già in condizioni di randagismo, per esempio da genitori a loro volta abbandonati. Poiché il fenomeno del randagismo comporta anche problemi di sicurezza e di igiene pubblica, nei vari paesi esso è regolato da leggi specifiche e controllato da istituzioni preposte; tali normative e istituzioni possono definire il concetto di randagismo in modi più specifici. Per esempio, la Legge 14 agosto 1991, n. 281 applica solo ai cani la definizione di randagio (classificando invece i gatti senza padrone come animali in libertà) e introduce una distinzione specifica fra cane vagante e cane randagio, riferendosi con quest'ultima espressione al caso di cani abbandonati che si siano abituati alla vita in condizioni semi-selvatiche, per esempio riunendosi in branchi.

Domenico Salvatore 


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