Il luogotenente Cosimo Sframeli ed il maresciallo Francesca Parisi
DUE CARABINIERI CONTRO 'A 'NDRANGHETA
Domenico Salvatore
I procuratori capo della Repubblica di Reggio Calabria, di quelli che abbiamo conosciuto…Sebastiano Surace, Carlo Bellinvia, Giuliano Gaeta, Antonino Catanese, Salvatore Boemi, Francesco Scuderi, Giuseppe Pignatone, Federico Cafiero De Raho, e gli aggiunti Nicola Gratteri, Michele Prestipino e Ottavio Sferlazza, ma anche i sostituti, che non sono figli di un dio minore; anzi; oppure i sostituti procuratori generali e lo stesso procuratore generale…Di Landro Salvatore, Marletta Giovanni, Montera Giovanni, Guido Marino, Guido Neri, Francesco Belmonte, nell'àmbito delle loro competenze e funzione, ma anche nei convegni, in conferenza stampa e nelle assemblee-incontri e nelle dichiarazioni alla stampa, se non interviste,lectio magistralis in aula magna con gli studenti ecc. hanno più volte sottolineato l'importanza della c o n o s c e n z a. Conoscere per sapere. Conoscere per informarsi e informare. Conoscere per comunicare. Conoscere per vincere. Ed è stato pure ribadito sino alla nausea che non possa essere affrontato il problema mafia con la sola repressione e perfino con la prevenzione. La lotta contro la criminalità organizzata, non può gravare solo e soltanto sulle spalle dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato ed altri corpi annessi e connessi. La conoscenza dunque è la panacea di tutti i mali…" è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti attraverso l'esperienza o l'apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l'introspezione (a priori). La conoscenza è l'autocoscienza del possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente, hanno un valore e un'utilità inferiori. "Conoscenza" è un termine che può assumere significati diversi a seconda del contesto, ma ha in qualche modo a che fare con i concetti di significato, informazione, istruzione, comunicazione, rappresentazione, apprendimento e stimolo mentale.
La conoscenza, fonte Wikipedia, è qualcosa di diverso dalla semplice informazione. Entrambe si nutrono di affermazioni vere, ma la conoscenza è una particolare forma di sapere, dotata di una sua utilità. Mentre l'informazione può esistere indipendentemente da chi la possa utilizzare, e quindi può in qualche modo essere preservata su un qualche tipo di supporto (cartaceo, informatico, ecc.), la conoscenza esiste solo in quanto c'è una mente in grado di possederla. In effetti, quando si afferma di aver esplicitato una conoscenza, in realtà si stanno preservando le informazioni che la compongono insieme alle correlazioni che intercorrono fra di loro, ma la conoscenza vera e propria si ha solo in presenza di un utilizzatore che ricolleghi tali informazioni alla propria esperienza personale. Fondamentalmente la conoscenza esiste solo quando un'intelligenza possa essere in grado di utilizzarla. In filosofia si descrive spesso la conoscenza come informazione associata all'intenzionalità.
Lo studio della conoscenza in filosofia è affidato all'epistemologia (che si interessa della conoscenza come esperienza o scienza ed è quindi orientata ai metodi ed alle condizioni della conoscenza) ed alla gnoseologia (che si ritrova nella tradizione filosofica classica e riguarda i problemi a priori della conoscenza in senso universale). La penuria della narrativa sul fenomeno mafioso ha avuto effetti deleteri. Solo negli ultimi tempi, tempi d'internet e progressi tecnologici, la saggistica sulla mafia, sta diventando il giusto mezzo e strumento per conoscere più da vicino la fenomenologìa. Unico modo e maniera per poterlo scoprire e combattere. In quest'ottica va inquadrata l'ultima fatica letteraria del luogotenente Cosimo Sframeli e del maresciallo Francesca Parisi. Anfitrione il dottore Sandro Manganaro già direttore dell'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, presidente del Co.RE.COm Calabria, che ha portato i saluti del presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico; era presente il Capo di Gabinetto, dottor Pasquale Crupi.
All'ultima ora un impego istituzionale improrogabile ha intrattenuto il generale Aloisio Mariggiò comandante regionale Calabria ed il colonnello Lorenzo Falferi, comandante provinciale. C'erano il tenente colonnello Giuseppe De Liso, già comandante del Gruppo Locri ed il maggiore, Pantaleone Grimaldi, comandante della Compagnia cittadina; in prima fila il tenente colonnello Domenico Napolitano, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ed il procuratore capo della Repubblica per i minori Carlo Macrì. C'erano però diversi altri giudici a partire dal presidente del Tribunale Luciano Gerardis e dal procuratore generale Salvatore Di Landro, dal sostituto Ezio Arcadi e Giuseppe Adornato. Il capo dei Gip Vincenzo Pedone. Pure la professoressa di Liceo del comandante Sframeli.
Al tavolo, c'era pure il procuratore capo della Repubblica di Locri, uscente, Giuseppe Carbone. La politica, era presente; abbiamo intravisto i consiglieri regionali, Pasquale Maria Tripodi, Michelangelo Tripodi e l'ex senatore Girolamo Tripodi, ex sindaco anche di Polistena, Candeloro Imbalzano e Giuseppe Giordano ed il consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri. Anche la società civile come l'Associazione 'Libera' rappresentata dal responsabile regionale Mimmo Nasone ed altri enti ed associazioni culturali. Oltre s'intende al luogotenente Cosimo Sframeli, comandante della stazione principale dei Carabinieri di Reggio Calabria e maresciallo Francesca Parisi, di stanza presso il Museo Storico dell'Arma di Roma, già autori del libro "Un Carabiniere nella lotta alla 'ndrangheta", editore, sempre Falzea, peraltro presente alla manifestazione, diverse volta premiato. Compresa la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il 'Manganaro Pensiero'…L'odierna iniziativa è da reputare più che valida in quanto si avvale di un linguaggio semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori ed è abbastanza sostenuta da rilevanti documenti grazie a ricerche condotte scrupolosamente e con rigore scientifico. Con eleganza e delicata sensibilità, gli AA, mediante testimonianze significative di Autorità Militari, Magistrati, politici, sociologi, sequestrati e pentiti, effettuano una ricognizione ed un bilancio delle attività investigative e giudiziarie espletate al fine di sconfiggere la criminalità organizzata. Un'attenzione speciale, viene riservata alle modalità ed alle forme di evoluzione di contrasto alla 'ndrangheta, anche se, quasi sempre, si è trattato di una lotta portata avanti da iniziative individuali. Manganaro ha rimarcato "la solitudine di coloro che, nella veste di servitori dello Stato, magistrati e forze dell'ordine hanno agito nell'assoluto isolamento, non avendo alle spalle la presenza rassicurante dello stesso Stato che servivano.
Il messaggio è di natura pedagogica….". Manganaro ha ricordato pure il vescovo di Reggio-Bova Aurelio Sorrentino:"Pochi rammentano, che sia stato il primo a radunare nel Duomo le donne dei mafiosi; punto di partenza per una reale e concreta lotta alla 'ndrangheta. Diversi sacerdoti, erano assiepati sugli scranni. Ha relazionato per la parte di sua competenza, il magistrato Ezio Arcadi, eroe della frontiera locrese, assieme al collega Carlo Macrì e per la verità a Rocco Lombardo procuratore capo della Repubblica di Locri; in quegli storici, indimenticabili Anni Sessanta, Settanta ed Ottanta. Nodi cruciali della lotta alla 'ndrangheta; se non alla delinquenza comune ed organizzata. Si lavorava con scarsi mezzi tecnici, tecnologici, economici e strutturali. Sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda del suo collega Giuseppe Carbone…che ha difeso il Codice Rocco. Sono state dette delle inesattezze. Il Code, che ha fatto da base al Nuovo Codice Penale:era stato continuamente aggiornato con le 'novelle' e reso agile e snello adatto ai tempi. Seppure reso macchinoso con formalismo del sistema anglo-sassone. Niente pentiti, skanner, Gps, laboratorio d'analisi, auto di servizio, computer, i-pad, i-phone o smart-phone, video camere e forocamera digitale, "cimici e pulci" elettroniche o microspie, niente telecamere di ultimo grido, accertamenti bancari, intercettazioni.
Poi ha parlato il suo collega Giuseppe Carbone, altro valente magistrato che ha segnato pagine di storia patria nella lotta al crimine organizzato. Compreso il processo relativo alla 'ndrangheta delle tre province. Carbbone ha citato il procedimento Paolo De Stefano+ 59, ripreso e pubblicato dal CSM nel 'Notiziario' che ha fatto da sfondo al famigerato articolo 416 bis. C'è stato spazio anche per alcuni interventi del pubblico. Molto forte, l'intervento di Mimmo Nasone ('Libera') che riferendosi al processo 'Meta' ha sottolineato la presenza dello Stato, la certezza della celebrazione dei processi e della pena. Aveva il dente avvelenato contro quei preti che non fanno il loro dovere sino in fondo:"Don Ascone, per esempio, ha pure detto, che don Ciotti non sia un prete? Va scomunicato!" . C'è stata una testimonianza molto sentita.
Quella di Fausta Rigoli, medico condotto di Molochio, sequestrata assieme al figlio Rocco Lupini, di soli 10 anni, mentre si recava a scuola, da una banda di Oppido Mamertina, il 1° maggio del 1983, in Contrada Morgone di Molochio figlio dell'avvocato Giuseppe. Polizia e carabinieri hanno scoperto tutto. Il commissario Franco Mesiti ha presentato un suo rapporto ed i carabinieri, altrettanto. Otto persone, tutte di Oppido Mamertina, accusate del rapimento, finirono in manette (Mariano Surace, Nicola Ruggieri, Giuseppe Pardo, Pina Sorrentino Luci, Leone e Giuseppe Timpano, Gaetana e Concetta Malavenda) almeno altre dieci di associazione per delinquere di tipo mafioso mandati di cattura sono stati notificati in carcere a Vincenzo Scarcella e Carmine Longo, con l' accusa di sequestro e a Francesco Scullino e Sebastiano Sturiale per associazione a delinquere. Circolava pure il nome di Matteo Pardo, nel frattempo assassinato (nel 1983); ricercato con la stessa accusa Francesco Madaffari, già latitante. Irreperibili Mario Gattellari, originario di Oppido ma abitante a Brugherio (MI) e Bruno Madaffari.
Il 22 novembre 1983 la dottoressa Rigoli, veniva rilasciata dai banditi, che ricevettero alcune centinaia di milioni, a fronte dei cinque miliardi del vecchio conio richiesti inizialmente ed il 1° gennaio 1985…"Non abbiamo pagato il pizzo e le cosche ci rapirono. Per riavere sano e salvo nostro figlio ci hanno ridotto sul lastrico, ma lo Stato patrigno, assente per trent'anni se non di più, non ci considera vittime della mafia. Vero, verissimo. Infatti siamo vittime dello Stato, non della mafia. ". Non poteva mancare il "Femio" di ulissiana memoria che, sulle note in sottofondo del pianoforte, ha parodiato e recitato alcuni drammatici episodi, oggetto le vittime della 'ndrangheta: donne, bambini ed anziani, ma anche adulti. Ha conquistato scroscianti applausi a scena aperta, sino a surriscaldare i polpastrelli. Cosimo Sframeli e Francesca Parisi, due meritevoli saggisti, che stanno conquistando uno spazio considerevole nella letteratura antimafia e non solo, perché conducono le loro ricerche storiche, con rigore scientifico.
Domenico Salvatore
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