«A quel cronista faccio causa. Per pagare venderà i suoi organi»
il consigliere regionale del Pd, Demetrio Naccari Carlizzi, ha annunciato la sua candidatura alla Regione Calabria
Reggio Calabria 30 marzo 2014 - Qualche giorno prima della condanna del governatore Giuseppe Scopelliti, il consigliere regionale del Partito democratico, Demetrio Naccari Carlizzi, renziano di primo piano, ha annunciato la sua autocandidatura alla presidenza della Regione: «Presto - ha affermato - si andrà alle elezioni perché non è possibile che Scopelliti, a fronte delle prove raccolte, non venga condannato».
E così è stato. Il governatore ha poi annunciato le dimissioni, e Naccari ora si appresta a correre per succedergli. Su di lui è in corso un’inchiesta giudiziaria riguardante il concorso per il posto di dirigente medico di primo livello nell’unità di dermatologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, che lo vede coinvolto insieme alla moglie, Valeria Falcomatà, vincitrice di quel concorso.
Per entrambi i pm reggini si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio. Della vicenda giudiziaria si è occupato a più riprese un giornalista del Quotidiano della Calabria, Michele Inserra. Prima riportando questa frase pronunciata dalla Falcomatà: «Il posto è mio e lo devo vincere», poi rivelando che la stessa, interrogata a inizio indagine, si avvalse della facoltà di non rispondere. Le due notizie, pubblicate dal Quotidiano, non hanno lasciato indifferente Naccari Carlizzi, come dimostra un’intercettazione del giugno 2012 contenuta nelle carte dell’inchiesta.
Naccari, al telefono con un interlocutore, parla proprio del giornalista del Quotidiano: «Perché poi – afferma - è inutile dirti che la polizia provinciale probabilmente è il soggetto che gli dà le carte, no? Non me ne fotte se ci stanno sentendo... attivati per capire, perché parliamoci chiaro, se loro sono, hanno consegnato il loro patrimonio a Michele Inserra va bene, l'importante è che lo sappiano… vuol dire che Scopelliti gliene dà il doppio, va bene… perché quando loro dicono, cioè, quello continua a pubblicare la cosa “il posto è mio” con la data di chi… dove già erano stati pubblicati i risultati delle prime prove, cioè... oltretutto guarda è una, una, è ignobile».
Poi Naccari aggiunge: «Oppure se il Quotidiano c’ha delle microspie all'interno della procura, forse potimu scopriri chi da famosa microspia c'ha misi u Quotidianu (forse possiamo scoprire che quella famosa microspia gliel’ha messa il Quotidiano, ndr)».
La discussione prosegue. È sempre Naccari a parlare: «Ho visto oggi la nota con lo strillo addirittura di Inserra, ma c'è sembrata veramente, io non capisco i motivi di questa persecuzione da parte di questo soggetto (…) cioè non arrivo a capire perché è evidente che… cioè voglio dire che se lui scrive per quella cosa (…) cioè ti voglio dire lui si venderà la casa, noi gli facciamo l’azione civile che gli avremmo fatto, è? Ma io attacco pure al direttore, perché... lui può pensare che è il direttore solo editoriale e non faci nenti (e non fa niente, ndr), cioè questa è una persecuzione che sta facendo verso mia moglie. Cioè capisci che ti voglio dire? È un’azione persecutoria, perché non si è mai visto un titolo, cioè lui non ha scritto dell'interrogatorio di Scopelliti sull'omicidio Filianoti, cioè ma ti rendi conto? E scrive di mia moglie… se ha detto non ha detto… noi non abbiamo chiesto copia appunto per responsabilizzare i funzionari su questa cosa qui. Ma voglio dire che senso ha quello che scrive “la Falcomatà muta”, poi ripete il fatto del “il posto è mio”. Cioè ma il fatto de “il posto è mio”… si venderà gli organi, si venderà… si venderà un piede, hai capito? Lui sa perché si venderà la casa, ammesso che ce l'abbia e anche direttore».
Nelle stesse carte è riportata una seconda intercettazione nella quale Naccari, al telefono col deputato del Pd Demetrio Battaglia, che è anche il suo avvocato difensore, rivela di aver avuto una «soffiata»: «Sai che ti volevo dire? Mi hanno riferito riservatissimamente dal Quotidiano che domani Inserra tornerà sull’argomento e dirà che Valeria si è avvalsa della facoltà di non rispondere».
Battaglia replica: «Voglio dire… questo però… evidentemente c’è qualcuno che… gli fa queste… queste notizie dall’interno (…) a conoscere le cose eravamo noi tre più il verbalizzante che non so chi è, quello che assisteva alla verbalizzazione e il magistrato».
Naccari interviene ancora: «Guarda, Valeria manco a sua mamma gliel’ha detto, cioè proprio a sua mamma gli ha detto che hanno fatto un primo interrogatorio». Proseguendo nella conversazione, Battaglia aggiunge:«Ora bisogna vedere se glielo avrà detto il maresciallo o (…) …loro sicuramente cosa faranno, daranno la notizia e basta, non riprendono, come dire, il contenuto totale del verbale, proprio per evitare che la procura venga, diciamo, accusata di aver dato una copia del verbale, no? (…) A quel punto un’indiscrezione di questo tipo, insomma, è ascrivibile a nessuno»
Naccari conclude: «Certo certo, non c’è dubbio. Ma io comunque, che vuoi che ti dica, aspettiamo, che possiamo fare».
Luca Rocca
Fonte Il Tempo: http://www.iltempo.it/cronache/2014/03/30/a-quel-cronista-faccio-causa-per-pagare-vendera-i-suoi-organi-1.1235237
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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