I padroni di casa del trainer Spanò/Brancati si fanno infilzare come polli allo spiedo, già al primo minuto di gioco. Riequilibrano con lo scatenato Scordo al 17° minuto. Subiscono sino al 4-1. Poi la fiammata che riporta il Condofuri sul 4-3. A questo punto la squadra locale, riesce a colpire un palo esterno ed a sgranocchiarsi il pareggio in tre consecutive occasioni; a parte le due magiche parate dell’uomoragno Dulcianu e due salvataggi sulla linea di porta. Nel migliore momento del Conndofuri arrivano le tre espulsioni consecutive, che spaccano la tifoseria. C’è chi contesta dalgi spalti l’incredibile”colomba pasquale” offerta su un piatto d’argento
MELITO PORTO SALVO (RC), IL CAULONIA CHE “VEDE” LA GRIGLIA DEI PLAY-OFF, ESPUGNA IL RETTANGOLO DEL CONDOFURI, IMPELAGATO NEI PLAY-OUT. NON BASTA LO SCATENATO SCORDO AUTORE DI UNA TRIPLETTA ALLA NERVOSA EQUIPE DI TOTÓ CHILÁ, CHE REGALA TRE ESPULSIONI INCREDIBILI SU UN PIATTO D’ARGENTO, NEL MOMENTO PIÙ PROPIZIO
Grande partita in campo esterno del corsaro Caulonia di Felice Ferrara e mister Luciano Scidà, che segnao cinque belle reti. Colpiscono un palo, si vedono parare almeno due tiri sulla linea bianca e due grandi parate di Minniti, che non ha colpa alcuna sulla goleada ospite. Una squadra che ha palesato carattere e personalità nella fossa dei leoni di Melito, campo di casa (si fa per dire) del Condofuri.Nonostante quei cinque minuti di sbandamento colossale, in cui poteva succedere di tutto
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (Reggio Calabria). Pasqua e Pasquetta amara per il Condofuri, che ha disputato una grossa partita, al “Marosimone” di Melito Porto Salvo, campo di casa, si fa per dire. “Gli stava stretto il pareggio, assicura Mario Modsafferi, un ex calciatore presente sugli spalti; la squadra nel complesso, mi è piaciuta sul piano del dinamismo, grinta e mordente e bel gioco sulla fasce laterali; ma non condivido quelle pantomime autolesioniste, che fanno davvero male. Non c’era bisogno di quelle pagliacciate. Serviva stare più concentrati e determinati. Peccato, nel momento migliore del Condofuri, tre espulsioni sono assolutamente gratuite e micidiali. Oramai, il Condofuri era padrone del campo ed il Caulonia, letteralmente allo sbando ed alla mercè dei locali sarebbe andato in barca. Quelle sceneggiate a che servono? Forse a fare il gioco dell’avversario, che ringrazia ed abbandona il “Saverio Spinella” con un bottino incredibile e l’intera posta in palio in saccoccia”. La formazione di Antonio Chilà è costretta a ritornare sulle rive dell’Amendolea, con le pive nel sacco. Condividiamo l’analisi della partita dell’ex difensore del Bagaladi in Eccellenza, dei tempi d’oro. Uno che di pallone se ne intende. Una gara rocambolesca, per quel che si è visto in campo ed anche sugli spalti, dove la tifoseria locale galvanizzata degli Ultras, ha avuto una diversità di opinione con i Contras dal capo ospite. Bisogna dare atto alla Polizia di Stato di Condofuri, diretta dal vice-questore aggiunto Enrico Palermo, di aver saputo tenere costantemente sotto controllo la situazione, monitorando da bordo campo e sugli spalti l’andamento, l’andatura e l’andazzo della gara.
Ma il Condofuri, a scanso di equivoci, non ha aggredito, né l’arbitro, né i calciatori ospiti. Sebbene il dirigente accompagnatore a fine gara si sia lamentato:” A Caulonia, li abbiamo trattati con i guanti bianchi. Capisco che la posta in palio era altissima. Noi abbiamo giocato al pallone, come sempre ed assunto una condotta di gara onesta e leale”. Mister Scidà a bordo campo si occupa della gara sul piano del gioco:”Sapevamo d’incontrare un avversario duro e severo, in casa sua. Consapevoli del nostro gioco e della nostra squadra, che a sentire gli esperti, sia una formazione che giochi al pallone e questo ci consola. Abbiamo avuto un solo attimo di sbandamento, dopo la concessione del calcio di rigore opinabile al Condofuri. Ma tenevamo comunque la situazione sotto controllo”: Il presidente locale Antonio Chilà non ha peli sulla lingua:”Il pareggio ci stava stretto. Figurarsi la sconfitta. Abbiamo disputato un grosso match, sul piano c caratteriale, l’avete visto tutti no? Il Condofuri meritava ampiamente di vincere la partita, questo desidero che sia messo bene in chiaro. Ma qualcosa abbiamo sbagliato anche noi”. Al presidente ospite, l’arbitraggio del signor Saverio Apicella, non è dispiaciuto affatto. Noi abbiamo visto pure un Condofuri determinato e concentrato per quasi tutta la partita.
Tranne quei cinque minuti di follia che hanno fatto davvero male. I ragazzi di Spanò/Brancati sentivano la partita in maniera epidermica. Erano carichi al massimo. E sono stati traditi dall’eccesso di nervosismo. Il Condofuri per dirla tutta ha disputato un grosso match. Ha avuto intanto il merito, di rimontare il risultato, nonostante il contraccolpo psicologico. I tifosi si sono più che dimezzati, ma quelli presenti al “Saverio Spinella” hanno gridato più di Luciano Pavarotti alla “Turandot”. Un grosso incoraggiamento ai ragazzi. I risultati si sono visti. La squadra è arrivata ad un passo dal pareggio strameritato, sacrosanto e legittimo, per carità. E si poteva anche vincere. Questa è la nostra opinione, per carità. Non pretendiamo di essere la bocca della verità o di spacciare la nostra opinione sic et simpliciter per verità assoluta. Ci mancherebbe altro. Questo è un altro paio di maniche. Diciamo però chiaro, forte e tondo, che quei tre cartellini rossi ed i ben numerosi gialli, sono un grosso regalo pasquale agli sopiti che raccolgono, ringraziano e tornano sulla rive dell’Allaro, se non Amusa, con l’intera posta in palio. Tre punti di diamante in vista del rush finale al cardiopalma. Il Caulonia del co-presidente Franco Cagliuso, vuole giocarsi la possibilità di agguantare una griglia di play-off, favorevole. Il Condofuri può imprecare contro la dea bendata che non ha concesso il suo benevolo aiutino, per raggiungere il pareggio.
Può imprecare contro Tarzan-Dulcianu Marius che è volato sulle liane, meglio di Johnny Weissmüller, protagonista di almeno quattro o cinque parate da campione. Contro i difensori caulonesi che hanno salvato sulla linea saette esplose quasi a bruciapelo. Ma il Condofuri deve recitare il mea culpa e battersi il petto per quelle reti praticamente fatte e clamorosamente fallite; due, senza portiere fra i pali. Ora staremmo qui a descrivere un’altra partita. Loccisano, Manno, Logozzo, Fuda e Mullace, si sono comportati molto bene, chiudendo tutti i varchi possibili allo scatenato Scordo, che aveva indossato gli stivali delle sette leghe e correva più del Gatto fiabesco; autore di una tripletta da incorniciare nell’album di famiglia. Ma insufficiente, per acchiappare almeno il pareggio. Unico sbandamento quei cinque minuti di allegra follia, in cui sono andati sulle Montagne Russe; sul Vascello del Pirata, dentro il tunnel dell’Horror e sul letto chiodato del fachiro. Ma Praticò, Modaffari, Scordo Paviglianiti e Chilà si agitavano freneticamente come il Fantasma del Louvre. I dirigenti ospiti, hanno espresso al Genio della Lampada di Aladino tre desideri: vincere questa partita; mantenere inalterate se non erodere qualche punticino agli avversari; trionfare alla lotteria degli spareggi. Antonio Chilà e Demetrio Brancati, hanno messo tutto il loro savoir-faire e strategìa calcistica a disposizione della squadra. In sostanza la giusta carica per recuperare il risultato, che ci stava tutto come detto. Purtroppo qualche “pierino la peste” ha rovinato la festa Tre espulsi e cinque ammoniti. Siamo seri, è davvero troppo. Un esagerato vantaggio agli ospiti caulonesi. Bisognava muoversi con la dovuta delicatezza.
Non certo quella di un elefante dentro un negozio di porcellane. I complimenti raccolti per il gioco, ma non per la disciplina in campo, fanno bene al morale. Tuttavia, non fanno classifica. Nemmeno lo straccio di un esile punticino piccolo così. Verrebbe voglia di rispondere come Rhett Butler a Rossella O’Hara in ‘Via col vento’ …”Francamente me ne infischio”. Il Caulonia è una signora squadra, che pratica un gioco efficiente, funzionale ed efficace. A tratti trascendentale, se non spumeggiante e con le bollicine. Lo shamano Luciano Scidà è una vecchia volpe dei campi di gioco. Bene hanno fatto i dirigenti del Caulonia ad ingaggiarlo. Sa agitare talismani, amuleti, ossicini e cenere meglio di tanti altri santoni e guru. Non ha bisogno di danze esoteriche, voodoo o macumba. Pratica un ottimo training autogeno senza corsi accelerati né tutor o personal trainer. I suoi ragazzi, hanno imparato a gestire le emozioni, lo stress e l’ansia in maniera encomiabile. Si spiega anche così la serie interminabile di risultai fra le mura amiche ed in trasferta. Colpisce del team-dream jonico, la personalità ed il carettere dimostrato fuori casa. Su terreni ostici come il Marosimone di Melito. Ha segnato anche in questa gara una caterva di goal.
E quanti ne ha sbagliati o sono stati parati dal Batman locale, che ha scoperto il segreto dell’eterna giovinezza. Papandrea nel ruolo di Bagheera la pantera nera e Scuteri in quello di Baloo, un grande orso, con Bolognino nei panni di Mowgli sembrano tre personaggi schizzati fuori da” Il Libro della giungla”dello scrittore Premio Nobel per la Letteratura Rudyard Kipling; e Politi nei panni di Akela, un lupo indiano, capo del branco, tuttavia per vincere e regalare agli hooligans e skin-heads caulonesi devono battere Shere Khan, una tigre del Bengala. Lo meritano gl’impagabili tifosi al seguito che sono sempre pronti a lanciarsi generosamente nella mischia come i pirati della Malesia; se non di Sandokhan e Yanez de Gomera. Una gara emozionante ed affascinante ma da sconsigliare ai coronaropatici, agli aritmici, ai cardiopatici. Si rischiava di vedersi saltare in aria, il tappo della valvola mitralica; senza il defibrillatore a portata di taschino. E non c’è Betabloccante che tenga Digitossina e Digossina; ginestra dei carbonai, asparago e biancospino…L’altalena di emozioni poteva giocare qualche brutto scherzo al “battente”. Ma un rigo e mezzo lo dobbiamo dedicare all’eroico Saverio Apicella di Catanzaro, che non si sentiva agnello fra i lupi o vittima designata dei capricci di Genoveffa ed Anastasia. Un signor arbitro. Fiiiuuuu! che grinta! Ha dialogato e si è confrontato democraticamente ed opportunamente, come il regolamento gli concede con i giocatori in campo e con le panchine.
Ma quando qualche duno è uscito fuori dai gangheri e dal seminato, è stato servito di barba e capelli, shampo e frizione. Solo cinque gialli e tre rossi ai giocatori di casa; due gialli agli ospiti, perché la tipografia, non… ha fatto in tempo a stamparne di altri. Le lamentele, le proteste e le contestazioni vanno bene purchè stiano dentro l’alveo della correttezza e della decenza. Altrimenti scattano i cartellini, in quantità industriale. Sul finire del match l’arbitro si è messo i tappi sulle orecchie. Altrimenti avrebbe decimato la squadra. Non era uno di quei direttore di gara “piscialetto e cacasotto” che talora si vedono sui campi della provincia. Ma una giacchetta nera che ha fegato e stomaco da vendere. Conosce ed applica il regolamento; dimostra autorevolezza e decisione. Un uomo e come tutto gli uomini può sbagliare. Ma sempre in buona fede e con la sua testa. Ma poi di che cosa lo si può accusare? Goal non ne ha annullati. Il rigore c’era e lo ha concesso. Benchè gli ospiti, non ne siano convinti. Le punizioni e le rimesse laterali sono stati equamente distribuiti. Il cambio battuta è stato sanzionato. Lo segnaliamo a Laface ed Archinà per un eventuale promozione al grado superiore. Le severe e rigorose selezioni, con Apicella, hanno funzionato. Ed anche questa è la nostra opinione, talis et qualis. Chi ci conosce, sa, che noi diamo…quae sunt caesaris caesari et quae sunt dèi dèo. Con la stessa serenità d’animo, con cui licenziamo i ‘brocchi ed i ronzini’, che non possono arbitrare nemmeno le partitelle fra scapoli ed ammogliati. ‘Palloni gonfiati’, che appena prendono uno spillo fanno “splash down”.
Il pubblico neutro, si è divertito. Si è pure esibito, in scroscianti applausi a scena aperta equamente distribuiti. A noi è piaciuto Favasuli per le sue prestidigitazioni a tutto campo che nulla hanno da invidiare al mago Silvan, Toni Binarelli, Giucas Casella & company. Eleganza e stile l’ abatino di Condofuri, ma anche visione del gioco e sorbola dal limite. Un play-maker, a cui starebbe stretta perfino la serie D, ma è costretto a passare sotto le forche caudine della prima categoria. Questa è un’ingiustizia. Senza nulla togliere, al granatiere Scordo. Per certi versi la sua squadra sembrava “La bella addormentata nel bosco”, vittima di un sortilegio di Grimilde, ma il principe azzurro stavolta non arrivò e non fu felice l’esito finale della favola.
Domenico Salvatore
Il tabellino di Dosa
Condofuri-Caulonia 3-5 domenica 30 marzo 2014-
Condofuri: Minnniti 6, Nucera A. 6, Modaffari L.6, Chilà 6, Chianese 6, Praticò 6, Follia 6, Modaffari A. 6 Scordo, 8,5 Paviglianiti 6,5, Favasuli 8,5
In panchina, Scordo, Nucera, Nicolò, Paone e Mafrici
Sostituzioni, Modaffari e Spanò
Allenatore, Brancati/Spanò 6,5
Presidente, Antonio Chilà 7
Caulonia: Dulcianu 8, Loccisano , Manno 8, Logozzo, 8 Fuda 8, Politi 9, Squillace 9, Papandrea 10, Galluzzo 9, Scuteri 10
In panchina, Tarzia, Tassone, Diakite, Bolognino
Sostituzioni, Russo, Murdocco, Marando
Allenatore, Scidà Luciano 10
Presidente, Felice Ferrara 10
Marcatori, Politi (Ca ) 1° p.t., Papandrea (Ca),38° p.t. 25° s.t.Scuteri (Ca ) 10° e 20° s.t.; Scordo (Co) 17° p.t., 30° e 36° s.t.
Arbitro: Saverio Apicella di Catanzaro, 10
Note, ammoniti, Minniti, Nucera, Chilà, Favasuli e Modaffari M. (Condofuri); espulsi: Nucera A., Chlà e Spanò (Condofuri). Ammoniti: Loccisano e Russo del Caulonia. Angoli 6-3; rimesse laterali 20-16; punizioni 18-16. Incidenti sugli spalti sedati prontamente dalla Polizia di Stato, presente anche a bordo campo
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