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Rassegna "Cinema e Resistenza" Giovedì, 27 marzo 2014, tocca a "Una vita difficile" di Dino Risi





Comunicato Stampa

  

                            Rassegna “Cinema e Resistenza”

Giovedì, 27 marzo 2014, tocca a “Una vita difficile” di Dino Risi

 

Proseguono gli incontri, organizzati dall' A.N.P.I. di Reggio Calabria, sul tema  "Cinema e Resistenza", nella sala riunioni ANPI/Athena Teatro di via XXIV Maggio.

Giovedì 27 marzo 2013, alle ore 20.00,  la serata sarà dedicata al film "Una vita difficile” di Dino Risi.

 

Scheda del film:

Nell'arco breve d'un triennio, Sordi affronta in rapida successione tre momenti fondamentali della vita nazionale attraverso altrettanti film rimasti nella storia del cinema italiano: il primo conflitto mondiale ne "La grande guerra" (1959) di Monicelli, il fatidico 8 settembre 1943 in "Tutti a casa" (1960) di Comencini, il tempo della ricostruzione pel tramite di "Una vita difficile" (1961).Diretto dal più spietato ed asciutto analista del costume nostrano, Dino Risi, il pannello conclusivo del trittico risorge oggi a nuova vita: in virtù d'un perfetto restauro della pellicola, ottenuto con procedimenti all'avanguardia ed hardware avanzatissimi, grazie all'interessamento della Philip Morris Progetto Cinema e della Scuola Nazionale del Cinema.
Torna dunque il personaggio di Silvio Magnozzi, tra i più celebrati nel culto del "sordismo" ed anche fra i maggiormente atipici del catalogo suo: ché qui l'attore romano, invece di proporre l'ennesima variazione sul tema della vigliaccheria o dell'ignavia comportamentale, compone da par suo il ritratto d'una persona integerrima e ricca di idealità, un uomo di sinistra già partigiano e speranzoso d'un futuro non corrotto da iniquità.
Il suo percorso, dagli anni della Resistenza a quelli del boom, è narrato esemplarmente per merito pure dell'eccelso lavoro di scrittura di Sonego: rivisto a quattro decenni dal suo concepimento, il film risulta ancora teso, graffiante, vigoroso.
Se si nutrissero dubbi sul fatto che Sordi sia stato il maggior interprete espresso dalla nostra cinematografia nel dopoguerra, c'è qui modo d'uscirne irrevocabilmente: si rivedano, per favore, sequenze come quella della cena in casa monarchica, dell'esame universitario, segnatamente dell'ubriachezza molesta al night. In quest'ultima, che doveva concludersi dopo il diverbio con la moglie ed il suo nuovo compagno, Sordi improvvisa uno straordinario assolo fuori copione: nell'alba viareggina, inveisce contro gli automobilisti di passaggio, sputa sulle loro vetture, appella un villico locale con l'indimenticabile "Dimmi, pastore, tu sei felice?". Non si vuole qui, per carità di patria, far confronti tra l'oggi e l'ieri, proporre paragoni impossibili, raffronti che sarebbero magari ingiusti. Ma nulla potrà impedirci di ringraziare Alberto Sordi (che a breve compirà ottant'anni, auguri) e di domandarci: ci sarà mai qualcuno, in futuro, capace di dare altrettanto, in termini di arte della recitazione, al cinema indigeno?

 

Reggio Calabria 25 marzo 2014



 

 






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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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