L’architetto, pittore e scultore, morto per un male incurabile a 58 anni, lascia moglie (professoressa Concetta Cuzzola) e figlie (Chiara & Rita). La commossa partecipazione della gente comune. Il toccante messaggio della nipotina, appena laureata…”Non ti dimenticheremo mai, grazie zio, per quello che ci hai dato; saremo degni della tua eredità morale, del tuo messaggio”. L’omelia di don Malara nella chiesa dell’Immacolata stipata come le sardine in scatola. Le commosse parole del parroco
MELITO PORTO SALVO (RC), LA CITTÁ SI È FERMATA PER RENDERE L’ESTREMO OMAGGIO A NINO SCARAMUZZINO ED ACCOMPAGNARLO ALL’ULTIMA DIMORA
Domenico Salvatore
La scomparsa veloce e dolorosa dell’architetto Nino Scaramuzzino, colpito da un male incurabile, ha lasciato un vuoto incolmabile nell’arte e nella cultura, non solo locale. La fama, aveva superato gli angusti ambiti del comprensorio melitese. I clienti-committenti, arrivavano pure da Reggio Calabria e Brancaleone per conoscere il “Fossatoto”. Pittore affermato, che aveva ricevuto commesse per dipingere diversi quadri tra l’altro, di Fossato e per la verità anche di Pentidattilo; ma pure quadri di gente comune o di personaggi storici. Le sue opere sono entrate anche nei Santuari della Chiesa cattolica. Da decenni dipingeva a getto continuo all’interno della “camera stregata”. Specialista pure, per sbarcare il lunario, dentro il suo laboratorio artistico, in Via Nazionale nei pressi dell’Agip, in specchi e cornici. Di lì, sono transitati, quei capolavori neo-surrealisti, che volevano privilegiare nella produzione tutto il mondo dell'inconscio; un nuovo modo di vita, che si basava sull’irrazionale; l’ onnipotenza del sogno ed il gioco disinteressato del pensiero trovavano spazio dentro se. Una tendenza surrealista che aveva attecchito presso gli ambienti dell’arte e della cultura. “Il surrealismo è un movimento culturale molto diffuso nella cultura del novecento che nasce come evoluzione del Dadaismo. Ha coinvolto tutte le arti visive, anche letteratura e cinema, quest'ultimo nato negli anni venti a Parigi, dove, nel 1925 è stata allestita la prima mostra del movimento.
Esso ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che canalizzò la vitalità distruttiva del dadaismo. Breton fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud del 1899; dopo averlo letto arrivò alla conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui il sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo. Fonte Wikipedia. Il primo Manifesto surrealista del 1924, definì così il surrealismo:« Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. »Il surrealismo è quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. I surrealisti si avvalevano di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio, una di queste è il cadavre exquisi (cadavere squisito), tecnica basata sulla casualità e sulla coralità, che prevede la collaborazione di più artisti: uno di essi comincia l'operazione tracciando un disegno, una figura, che deve essere ignorata dagli altri, poi il foglio deve essere passato a tutti i partecipanti, uno per uno, i quali a loro volta faranno una figura, e così via.
Questa tecnica era utilizzata dai surrealisti anche in ambito poetico, ovvero aggiungendo uno per uno una parola, ignorando lo scopo finale dei singoli. Il nome della tecnica deriva infatti da una poesia surrealista: "Il cadavere squisito berrà il vino nuovo". Altre tecniche fortemente utilizzate dai pittori di questo movimento sono: il frottage (strofinamento), il grattage (grattamento, raschiamento), il collage, l'assemblage e il dripping (Max Ernst è il primo ad utilizzare questa tecnica, resa famosa dopo la seconda guerra mondiale da Jackson Pollock).Il surrealismo ha tre tematiche principali:amore, inteso come fulcro della vita sogno e follia, considerati i mezzi per superare la razionalità liberazione dell'individuo dalle convenzioni sociali.La caratteristica comune a tutte le manifestazioni surrealiste è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell'inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo "oltre" la realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il Surrealismo è certamente la più "onirica" delle manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò che sta oltre il visibile. Inoltre esso comprende immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico.
Il pensiero surrealista si manifestò spesso come ribellione alle convenzioni culturali e sociali, concepita come una trasformazione totale della vita, attraverso la libertà di costumi, la poesia e l'amore. Suoi referenti sono Marx e Freud: "Trasformare il mondo, ha detto Marx, cambiare la vita, ha detto Rimbaud. Queste due parole d'ordine sono per noi una sola" (André Breton). Spesso, molti esponenti del surrealismo sposarono la causa del comunismo e dell'anarchismo, per contribuire attivamente al cambiamento politico e sociale che avrebbe poi portato ad una partecipazione più generale alla surrealtà. La critica si divide su dove collocare il punto finale del movimento surrealista”. Tra i surrealisti meritano la citazione…Man Ray, André Breton, Max Ernst, Salvador Dali, Valentine Hugo, René Magritte, Alberto Savinio e fratello Giorgio De Chirico, Léo Malet, C. Cahun, Alberto Giacometti, Meret Oppenheim, Yves Tanguy, H. Dominguez, J. Miro', Kurt Seligmann... Hanno collaborato, inoltre, Marcel Duchamp, Pablo Picasso. Ma nella vicenda Scaramzzino, c’è anche il lato umano, terreno, affettivo, sentimentale. Il decesso di Nino Scaramuzzino, nemmeno 58 anni, lascia un vuoto incolmabile soprattutto all’interno della sua famiglia. La moglie Concetta Cuzzola e le figlie gemelle ventenni Chiara e Rita; amici, parenti e conoscenti; letteralmente distrutti dal dolore. Per espressa volontà della vedova e delle figlie, le spoglie mortali del pittore, riposeranno nel cimitero di Lembo a Melito. La figura dello scomparso, è stata tratteggiata all’omelia, da don Malara, che ha risaltato la personalità ed il carattere dell’artista.
Via Nazionale a Melito, ha perso un altro campione. L’affascinante mistero di una strada, che sembra schizzata fuori dalle geniale pennellate del leggendario Giorgio De Chirico. Quante cose direbbe, se potesse parlare. Un aforisma attribuito a San Giovanni Bosco recita:”Tutto ciò che non è eterno, è niente. Di immortalità ha parlato all’omelia don Malara. Quel concetto di sopravvivere in eterno, o per un periodo di tempo indeterminato, senza affrontare la morte, o superando la morte stessa.L'immortalità può essere intesa in due accezioni principali: fisica e spirituale. L'immortalità fisica è concepita generalmente come l'esistenza senza fine della mente a partire da una sorgente fisica, come un cervello o un computer. L'immortalità spirituale è concepita in genere come l'esistenza senza termine di un individuo dopo la morte fisica in qualità di anima. I concetti di immortalità e eternità vengono spesso confusi, sia perché si intende questa come semplice durata indefinita, sia perché si considera come una vera e propria extratemporalità. La confusione viene giustificata se si pensa che l'immortalità deve escludere ogni idea di fine e deve perciò entrare nell'eternità. Si dovrà quindi chiamare eternità l'assoluta extratemporalità di un essere esistente ab aeterno; immortale, un essere che, pur avendo avuto origine nel tempo, è destinato a superare i limiti della temporalità.
Durante tutta la storia umana molti hanno sperimentato ed espresso il desiderio di vivere per sempre. Che forma avesse una vita umana senza fine o indefinitamente lunga, o se fosse veramente possibile, è stato l'argomento, per secoli, di una grande quantità di speculazioni, dibattiti e opere d'immaginazione. L’arte e l’anima saranno immortali od eterne. Il corpo no. Ieri la città si è fermata per rendere l’estremo omaggio al pittore, scultore ed architetto Nino Scaramuzzino, che verrà tumulato nel camposanto di contrada ‘Lembo’ a Melito di Porto Salvo. “Siamo qui riuniti, diceva all’omelia don Malara, mentre tratteggiava la personalità dello scomparso, per pregare per l’anima di un nostro confratello e ricordava le parole del Vangelo…Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris… Gesù diceva sempre: "Ma a che serve guadagnare il mondo intero se poi si perde la propria anima ?". Già a che serve, se perdi la tua libertà interiore, la tua creatività, la tua voglia di vivere, chi ami, se ti perdi l'infanzia di tuo figlio, l'amore di tua moglie, la forza dell'amicizia!". Nino, lo conoscevamo molto bene, non pensava ai tesori da accumulare, all’avvenire fantastico:”Io lavoro per la mia famiglia; lavoro per l’arte; lavoro per sbarcare il lunario. Non m’interessano le ricchezze.
Mi basta poco. Come dire che non mirasse ai capolavori della National Gallery; della Barbican Art Gallery; al premio The Curve (ma a Milano, aveva vinto un Premio Internazionale); alla Hayward Gallery, nei pressi di Piccadilly Cyrcus; alla Royal Academy. Non pensava di salire sul primo aereo utile per New York, Bilbao, Basilea, Madrid, Miami, Colonia, Parigi, Anversa e Tel Aviv, Pechino, Shanghai e Tokyo. Il cancro del polmone, lo ha obbligato a prenderne uno. Per andare al centro tumori di Bergamo. Per prendersi, la sua ultima boccata di speranza. Per sottoporsi all’inutile calvario della chemioterapia. Con un filo di voce, in ospedale a Melito Porto Salvo, ci disse:”Sollevami… il cuscino!”. Poi il tam-tam “tecnologico”del sentiero della morte; i rintocchi lugubri, se non viscidi e subdoli. Come recita la copertina del romanzo dello scrittore statunitense Ernest Hemingway:” Per chi suona la campana”. E dall’ippocampo, emergono i versi celeberrimi dell’immortale “Alla sera” del mitologico Ugo Foscolo …”Vagar mi fai coi miei pensieri su l’orme/Che vanno al nulla eterno, e intanto fugge,/questo reo tempo, e van con lui le torme/delle cure onde meco egli si strugge;/e mentre io guardo la tua pace, dorme/quello spirto guerrier ch’entro mi rugge./. Nel religioso silenzio dell’Immacolata a Melito, lieve ma solenne all’ambone, si leva la voce di una nipotina…”Caro zio ti scrivo…” E qualcheduno compose pure in fretta e furia un sonetto…”
Il pittore…
Governo ladro, piove sul bagnato. Sparito anche l’architetto/
Il quarto marmocchio, di una nidiata,che risiedeva a Fossato/
Saverio e Caterina maritati tante tempeste avevano superato/
per allevare Pasquale, Giorgino ed Antonino, nel lazzaretto/
Il provessore Legato se lo culla ha scoperto un buon talento/
Di giorno lavora fa il pony-express di sera va all’Università/
Cieli azzurri e colline e praterie con Lucio, benefica in città/
Milano, non lo lascia evadere; della pittura, un monumento/
Ogni giorno, passa sotto il mausoleo, del Francesco Baracca/
Per carpire, i segreti dello scultore, che lo ha così modellato/
I palazzoni di Viale San Michele del Carso hanno insegnato/
I celati dell’architettura; Via Brera di pittore cuce la casacca/
In paese, una passerotta, pigola sempre più piano ed aspetta/
Sotto la Mole, una cinciallegra la malasorte più non accetta/”
Una tomba, custodirà le spoglie mortali e riceverà lacrime, preghiere cristiane e fiori. Ha lottato disperatamente, ma poi, ha dovuto cedere le armi. Abbandonato, pure dagli dèi dell’Olimpo, come il mitico figlio di Priamo ed Ecuba, sposo di Andromaca; ma non dal Cristo, che sta per risorgere dalla morte. Sempre l’immortale Niccolò, ci ricorda…” E tu, onore di pianti, Ettore, avrai,/ Ove fia santo e lagrimato il sangue./ Per la patria versato, e finchè il Sole/ Risplenderà su le sciagure umane/”. Quella corrispondenza di amorosi sensi che nel ricordo della persona estinta genera nel vivo, un senso di compassione e di affetto; compassione per il morto in modo che lui vivrà in noi e noi in lui. Foscolo, si sofferma sul significato e la funzione che la tomba viene ad assumere per i vivi. La poesia, celebra quei valori e quegli ideali che possono dare un significato alla vita umana. La poesia riesce a superare il problema, stabilendo tra i vivi e i defunti, una corrispondenza d'amorosi sensi. Se la vita dell'individuo finisce nella materia, le illusioni, gli ideali, i valori e le tradizioni dell'uomo vanno oltre la morte; perché rimangono nella memoria dei vivi; consentendo, a chi ha lasciato eredità d'affetti una sopravvivenza dopo la morte. Ecco la speciale dedica alla tomba, i cui valori, sono resi eterni dal canto dei poeti; quando il tempo fa scomparire le tombe dei grandi, resta dunque a preservarne la memoria, la poesia "eternatrice. Sul sagrato della chiesa di Maria Santissima Immacolata, c’era il popolo cristiano a rendere l’estremo omaggio all’artista, ma anche la gente comune e le rappresentanze della società civile, associazioni, volontariato ecc. Domenico Salvatore





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