Stroncato da un morbo
ribelle ad ogni cura, si è addormentato per sempre nel Reparto di Medicina
dell’ospedale di Melito Porto Salvo, diretto dal primario dottor Elio
Stellitano. Aveva 57 anni. Lascia la moglie, professoressa Concetta Cuzzola,
docente presso il Liceo Classico (IGF di Melito) e due figlie, Rita e
Chiara studentesse universitarie. Affermato pittore aveva pure vinto un Premio
internazionale a Milano
MELITO PORTO SALVO
(RC) SI È SPENTO L’ARCHITETTO ANTONIO
SCARAMUZZINO, PITTORE E SCULTORE, AVEVA MATURATO IL DIRITTO ALLA PENSIONE,
MA NON HA FATTO IN TEMPPO A “PRENDERLA”.
NON SI È POTUTO GODERE NEMMENO LA FESTA DEL PAPÁ
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO
(Reggio Calabria)-La cultura, non solo melitese è in lutto, per la prematura scomparsa del
pittore, scultore ed architetto Nino Scaramuzzino, di 57 anni. Ha raggiunto
nell’al di là, il papà Saverio, la mamma, Caterina ed i fratelli, Pasquale e
Giorgino. Un’altra tragedia. Abbiamo avuto il privilegio di conoscere un simile
personaggio. La sua vita si divide in tre periodi: Montebello Jonico, Milano e
Melito Porto Salvo. Ha frequentato le scuole materne, elementari e medie nel suo
paese, Fossato. Poi ha preso anche lui la valigia di cartone, destinazione
Milano, dove ha lavorato (lavoratore precoce) ben prima dei diciotto anni. Di
sera studiava. Ha conseguito la laurea in Architettura a Milano. Nella città
meneghina aveva avuto le grosse soddisfazioni morali, sociali e spirituali ma
soprattutto culturali. Non solo per l’affermazione della sua pittura che s’ispirava al surrealismo; il movimento, (la
fantasia, la follia, l’inconscio) , che si proponeva non soltanto un nuovo
modo di fare l’arte, ma addirittura un nuovo modo di vita, si basava
sull’irrazionale, in contrapposto con la ragione; fu codificato dallo storico
manifesto di André Breton e, attraverso De Chirico e Max Ernst degli anni
Venti, Masson, Picasso, Picabia, Savinio, Tanguy, Mirò, Oelze, Léonor Fini,
Italo Cremona, Delvaux, Brauner, Magritte, Dorotea Tanning, Dalì, arriva fino a
Lam, Gorky, Sutherland, Bacon e Giacometti; artisti che in qualche modo si
possono ancora far rientrare nella bizzarra famiglia.
Già segnato dalla
tragedia dell’emigrazione, perde i genitori in età giovanile. E poco dopo,
anche due fratelli (Giorgino e Pasquale).S’innamorò perdutamente della
professoressa Concetta Cuzzola. I due si sposarono e la loro unione fu
allietata dalla nascita di due splendide creature, gemelle.Dopo un tira e molla
fra Milano e Melito Porto Salvo. Nino Scaramuzzino si trasferisce sulla punta
dello Stivale, Lari e Penati; armi e bagagli. Ogni tanto fa una rimpatriata con
i vecchi amici…come diceva Giorgio Gaber…”seconda traversa/a sinistra nel viale/ci
sta quel locale/abbastanza per male/che chiamano/trani a gogo/si passa la sera/barbera/scolando
barbera/nel trani a gogo/c'e' un vecchio barista/dall'aria un po' triste/che si
gratta in testa/poi serve il caffe'/e un toast a me/nel trani a gogo/ci son
quattro dischi/due tanghi una polka/un'antica mazurka/due mosci foxtrot/e il twist
non c'e'/nel trani a gogo/si passa la sera/scolando barbera/nel valpolicella/la
vecchia zitella/cerca l'amor/nel trani a gogo/la la la...../la la la...../la la
la...../nel trani gogo/chi gioca a boccette/e chi fa a cazzotti/un vecchio a
tresette/ha perso/ il palto'/l'ha perso con me/nel trani a gogo/c'e' un
pregiudicato/uscito da poco/che spiega a un amico/l'errore che fece/e che pago'/nel
trani a gogo/si passa la sera/scolando barbera/c'e' il gruppo affiatato/che
intona stonato/mi sun alpin/nel trani a gogo/la la la ...../la la la ...../la
la la ...../nel trani gogo/per fare del colore/c'e' il finto pittore col finto
scrittore/che parlan di se'/tra se' e se'/nel trani a gogo/c'e' il tipo che in
pista/non sbaglia mai un passo/e' un mezzo califfo/peccato che e' zoppo/chissa'
se no/nel trani a gogo/si passa la sera/scolando barbera/scolando barbera/nel
trani a gogo/nel trani a gogo/nel trani a gogo/”.
Nino Scaramuzzino,
non aveva mai fatto un mistero delle sue idee comuniste. S’infervorava, ma
rispettava le idee degli altri. Avrebbe voluto fare tante altre cose, ma la
morte non gli ha dato altre chances. I suoi quadri, ben oltre il centinaio,
hanno oltrepassato anche i confini nazionali. Era un uomo buono, retto,
moralmente ineccepibile. Un padre affettuoso; un marito premuroso; un cittadino
esemplare. Gli amici della cultura, dopo i giorni del dolore e la tumulazione,
stanno già pensando ad una commemorazione degna di questo nome. Non possiamo
raggiungere i sindaci di Montebello e Melito Porto Salvo, per una dichiarazione
di prassi. I due enti. sono stati sciolti per mafia e sono di fatto
commissariati. In Paradiso ti
accompagnino gli angeli,/al tuo arrivo ti accolgano i martiri,/e ti conducano
nella santa Gerusalemme./Ti accolga il coro degli angeli,/e con Lazzaro povero
in terra/tu possa godere il riposo eterno nel cielo./Io sono la risurrezione e
la vita./Chi crede in me anche se muore vivrà;/e chiunque vive e crede in
me,/non morrà in eterno./Apritemi le porte della giustizia:/entrerò e renderò
grazie al Signore./Questa è la porta del Signore/per essa entrano i
giusti./Celebrate il Signore, perché è buono;/perché eterna è la sua
misericordia./. Aut…
Nelle tue mani, Padre clementissimo,
/consegniamo l’anima del-la nostro-a
fratello-sorella / con la sicura speranza che risorgerà nell’ultimo
giorno/insieme a tutti i morti in Cristo./Ti rendiamo grazie, o Signore,/per
tutti i benefici che gli hai dato in questa vita,(come segno della tua bontà/e
della comunione dei santi in Cristo./Nella tua misericordia senza
limiti,/aprigli le porte del paradiso;/e a noi che restiamo quaggiù/dona la tua
consolazione con le parole della fede,/fino al giorno in cui, tutti riuniti in
Cristo,/potremo vivere sempre con te nella gioia eterna./Per Cristo nostro
Signore./”.
Melitoonline-Mnews.it esprime cordoglio e vicinanza ai parenti e familiari. Ma Nino Scaramuzzino, culturalmente parlando, non è morto. Non morirà mai. La sua arte è stata consegnata agli annali della Storia. Ma poi, c’è la poesia, la tomba, il ricordo. Senza scomodare Ugo Foscolo…. Il sepolcro sorgente di poesia, le tombe degli eroi vincono il silenzio dei secoli attraverso il canto dei poeti; il culto delle tombe perché attraverso esse, attraverso questo ideale, si stabilisce una comunione di affetti tra i vivi e i morti. Le tombe non servono ai morti, ma servono ai vivi; un fatto divino questo scambio di affetto fra i vivi e i morti : la tomba servirà al vivo per continuare a dialogare col morto , servirà al morto per rimanere nel ricordo dei vivi.
Melitoonline-Mnews.it esprime cordoglio e vicinanza ai parenti e familiari. Ma Nino Scaramuzzino, culturalmente parlando, non è morto. Non morirà mai. La sua arte è stata consegnata agli annali della Storia. Ma poi, c’è la poesia, la tomba, il ricordo. Senza scomodare Ugo Foscolo…. Il sepolcro sorgente di poesia, le tombe degli eroi vincono il silenzio dei secoli attraverso il canto dei poeti; il culto delle tombe perché attraverso esse, attraverso questo ideale, si stabilisce una comunione di affetti tra i vivi e i morti. Le tombe non servono ai morti, ma servono ai vivi; un fatto divino questo scambio di affetto fra i vivi e i morti : la tomba servirà al vivo per continuare a dialogare col morto , servirà al morto per rimanere nel ricordo dei vivi.
Oggi 19 marzo 2014, abbiamo perso tutti, amici, parenti e conoscenti, ma soprattutto ha perso la cultura. Nino ‘ha scelto’ di andarsene alle soglie della primavera. Nel giorno della festa del papà, che non si è potuto godere. Ha lottato e lavorato una vita per la pensione, ma nemmeno quella si godrà mai….Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris. Rimane alta e possente la sua arte ed il suo messaggio artistico a culturale. Quelli, sono eterni. A Melito la notizia circolava stamani sul Corso Garibaldi e subito si sono accesi i commenti. Tutti favorevoli, Nino era uno di noi, professionista stimato, apprezzato e benvoluto. Si era fatto conoscere ed ammirare per le sue doti umane, per il carattere e la personalità. Davvero un grande personaggio benemerito, dell’arte, della cultura e della società.
Domenico Salvatore



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