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CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA

Comune di Bologna


CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL SINDACO
VIRGINIO MEROLA
Si  trasmette  il  testo dell'intervento tenuto dal Sindaco Virginio Merola
nel  corso  del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Marco Biagi,
nel dodicesimo anniversario della sua uccisione.

"Il  19  marzo  di  12  anni  fa,  le Brigate Rosse uccisero brutalmente il
professor  Marco  Biagi.  Fu  un  gesto  vile,  dettato  da  una  ideologia
inaccettabile  che  sconvolse  la  nostra  città  e l'intero Paese. Da quel
giorno  siamo  tutti  orfani.  Siamo  orfani di un padre di famiglia, di un
eccellente  e stimato professore, riconosciuto in tutto il mondo per le sue
qualità  e  per il suo lavoro. Siamo orfani di un esempio di impegno civile
per  tutti  noi,  in  primo  luogo  per noi amministratori locali. Ma siamo
soprattutto  orfani  di  un esempio di coraggio. Il coraggio che tutti oggi
riconosciamo come l'ingrediente determinante per fare le riforme necessarie
a cominciare da quelle del mercato del lavoro.

Perciò  ricordare  oggi  per  noi  non  è  solo un dovere istituzionale che
abbiamo  nei  confronti  della  famiglia  di  Marco, della nostra società e
della   comunità   bolognese,  per  ribadire   a  chi  vorrebbe  uno  Stato
autoritario,  dove  l'ordine  delle cose è sovvertito da atti di violenza e
sopraffazione,  che  non  ci  stancheremo  mai  di  reclamare  uno Stato di
diritto,  civile  e democratico, fondato saldamente sui valori della nostra
Costituzione, che pone tra i propri principi fondamentali l'uguaglianza tra
le  persone, senza distinzione alcuna, ed il rispetto delle idee altrui, la
libertà e la fratellanza.

La  memoria,  e  le  tante iniziative che si susseguono per ricordare Marco
Biagi,  è il modo che abbiamo per essere consapevoli che dobbiamo ritrovare
la  forza  e  il coraggio di combattere per i nostri diritti e e le riforme
necessarie  per  affermarli.  Marco Biagi ha pagato duramente, con la vita,
per  il  proprio  impegno  pubblico contro la precarietà e la condizione di
insopportabile  diseguaglianza  che ancora oggi colpisce la nostra società,
in  particolare le nostre giovani generazioni. Parlò apertamente di diritto
dei  disoccupati,  cercando in ogni modo di regolamentare quell'area grigia
costituita  dall'assenza  del lavoro o, peggio, da un lavoro precario senza
tutele.  Individuò le ingiustizie del nostro ordinamento del lavoro e portò
avanti  battaglie  prima di tutto etiche. Infatti tra l'individualismo e lo
statalismo  ci  ha insegnato che c'è da salvaguardare la persona, l'idea di
una  libertà  responsabile  che  non  può continuare ad essere negata nella
ricerca  di  un lavoro o nell'esercizio di un lavoro conquistato. In questo
momento  storico  il  pensiero  di  Biagi  è  sempre  più attuale perché il
perdurare   della  crisi  impone  un  ragionamento  su  come  riaprire  una
prospettiva  di  lavoro per i nostri giovani. A tale proposito credo che le
riforme  che  il Governo ha annunciato esprima quella necessità di coraggio
che  serve  per  dare subito risposte concrete. Perché una democrazia  solo
dialogante  rischia  l'inconcludenza,  mentre  il  confronto deve servire a
rafforzare una democrazia che decide.

Marco  Biagi  aveva  la  consapevolezza  che, in particolare per le giovani
generazioni,  bisognasse  introdurre   regole  per  evitare la precarietà e
garantire  percorsi  certi  e tutelati di ingresso nel mondo del lavoro. La
prospettiva  di  costruire  un contratto unico per il mondo del lavoro e di
introdurre  un  trattamento di disoccupazione universale capace di superare
le  discriminizioni e le esclusioni oggi perduranti è la prospettiva su cui
lavorare.  Nel  2008  il tasso di disoccupazione nella nostra provincia era
del  2,2%.  Nel  2012 questo dato è salito al 6,9%. Più grave la situazione
per i giovani dai 25 ai 34 anni, per i quali la disoccupazione è salita dal
2,2%  del  2008  all'8,1%  del  2012.  Anche  se  con percentuali inferiori
rispetto  a  quelle  nazionali, anche  la nostra comunità metropolitana sul
tema  del  lavoro  e  della  disoccupazione  vive  una della sue sofferenze
maggiori,   oggi   abbiamo  tutti,  istituzioni,  mondo  della  formazione,
lavoratori  ed  imprese,  la necessità  di agire insieme per dare un futuro
migliore  ai nostri giovani e chiederci, ad esempio, se la nostra realtà in
tema  di rinnovate relazioni sindacali tra imprese e lavoratori non sia già
pronta  per  un salto di qualità nella democrazia economica, per quella che
da   anni    le   più   avanzate  realtà  europee  definiscono  cogestione,
codeterminazione    e  partecipazione  dei  lavoratori  alle  politiche  di
sviluppo delle imprese.

Per  Biagi  nel  mondo  del  lavoro italiano c'era un “disperato bisogno di
Europa". E proprio guardando all'Europa il professore credeva possibile per
il  nostro  Paese un cambiamento in senso positivo dell’impianto sociale ed
economico,  che  non rispondeva più, e non risponde tuttora, alla crescente
sfida  economica  internazionale  e  ai  nuovi  bisogni sociali che essa ha
generato.  Le  promesse  fondative  dell'Europa, la pace, che oggi torna di
attualità  anche in relazione alle vicende della Crimea e i diritti sociali
che  trovarono  risposta  nella costruzione del welfare oggi debbono essere
rinnovate  per  consolidarsi  nel futuro comune dell'Europa. C'è un destino
comune  da perseguire tra la nostra Repubblica e l'Europa. E c'è un destino
comune  da  rafforzare  tra  le imprese e i lavoratori  che deve fare perno
sulla  costruzione  di  una  maggiore  libertà  e  pari  opportunità per le
persone,  in  particolare  i  giovani  che  cercano lavoro e che attorno al
lavoro vogliono costruire il loro progetto di vita.
Lo dobbiamo a Marco Biagi, lo dobbiamo ai nostri figli".

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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