Domanda. Settimana scorsa avete dato risposta ad un lettore che chiedeva se fosse vero – come affermato da alcuni esponenti politici e tecnici - che in Italia l'imposizione fiscale sulle case a reddito fosse piu' bassa che all'estero. La vostra risposta è stata esaustiva e netta: negli ultimi due anni l’Italia è balzata ai primissimi posti in tale poco gradevole classifica. Ma, se dunque la e' piu' alta, cosa si dovrebbe fare per riportarla alla media europea? Abbiamo tutti ben presente che l’alto livello di tassazione è il principale deterrente alla ripresa del settore che ha visto lo scorso anno, sesto dall’inizio della recessione, un “rosso” mai registrato dal dopoguerra: dimezzamento delle compravendite, calo del 30% (medio) dei valori degli alloggi e dei canoni di locazione, riduzione dei mutui a un terzo, scomparsa di circa metà delle imprese di costruzione e di oltre 400.000 posti di lavoro, se si comprende l’indotto.
Risposta.La nostra ricetta e' semplice: tornare alla situazione precedente al Governo Tecnico e rettificare qualche distorsione.
In altri termini.
- Riportare la tassazione della patrimoniale Imu alla originaria impostazione contenuta nella legge istitutiva (legge 2011 sul federalismo fiscale municipale ) che prevedeva il dimezzamento dell'aliquota base per gli immobili locati.
In considerazione del fatto che il locatore corrisponde a parte imposte reddituali quali IRE, IRES IRAP o cedolare secca.
- Ripristinare la deduzione forfetaria delle spese afferenti la produzione del reddito locativo ( che non e' in alcun modo una misura agevolativa, ma e' il riconoscimento di un costo per produrre il reddito ), nella misura del 15 % dei canoni di locazione.
- Eliminare o rettificare i coefficienti moltiplicatori delle rendite catastali introdotti dal decreto "Salva Italia".
- Introdurre la facolta' per le persone fisiche di applicare la cedolare secca a tutte le tipologie contrattuali locative.
- Prevedere l'esenzione dall'Imu e dall'imposta sui redditi relativamente agli immobili sfitti a causa della crisi del mercato.
- Ultimo, ma non meno importante: impegno assunto dal Governo di non modificare giornalmente l'imposizione fiscale immobiliare; fattore che genera sgomento, sfiducia e disaffezione tra gli investitori.»
Risposta.La nostra ricetta e' semplice: tornare alla situazione precedente al Governo Tecnico e rettificare qualche distorsione.
In altri termini.
- Riportare la tassazione della patrimoniale Imu alla originaria impostazione contenuta nella legge istitutiva (legge 2011 sul federalismo fiscale municipale ) che prevedeva il dimezzamento dell'aliquota base per gli immobili locati.
In considerazione del fatto che il locatore corrisponde a parte imposte reddituali quali IRE, IRES IRAP o cedolare secca.
- Ripristinare la deduzione forfetaria delle spese afferenti la produzione del reddito locativo ( che non e' in alcun modo una misura agevolativa, ma e' il riconoscimento di un costo per produrre il reddito ), nella misura del 15 % dei canoni di locazione.
- Eliminare o rettificare i coefficienti moltiplicatori delle rendite catastali introdotti dal decreto "Salva Italia".
- Introdurre la facolta' per le persone fisiche di applicare la cedolare secca a tutte le tipologie contrattuali locative.
- Prevedere l'esenzione dall'Imu e dall'imposta sui redditi relativamente agli immobili sfitti a causa della crisi del mercato.
- Ultimo, ma non meno importante: impegno assunto dal Governo di non modificare giornalmente l'imposizione fiscale immobiliare; fattore che genera sgomento, sfiducia e disaffezione tra gli investitori.»
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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