È morto nell'ospedale di Montreal, dove era stato ricoverato ieri per problemi cardiaci, Vito Rizzuto, considerato uno dei principali boss della mafia in Canada. Era rientrato in Canada lo scorso anno, dopo essere stato rilasciato dalla prigione del Colorado, dove aveva scontato una condanna a 10 anni per la partecipazione ad alcuni omicidi avvenuti a New York negli anni ottanta. Gli anni trascorsi in prigione negli Stati Uniti - dove era stato estradato nel 2006 dopo l'arresto nel 2003 a Montreal - lo avevano messo al riparo dalla guerra tra famiglie che nel 2009 era costata la vita al figlio Nick e nel 2010 al padre Niccolò, il padrino del clan Rizzuto. Immigrato dalla Sicilia in Canada con la famiglia nel 1964, Niccolò è stato assassinato, ad 87 anni, nella sua casa nel novembre di tre anni fa. Tornato a Montreal nell'ottobre del 2012, Rizzuto aveva scatenato una nuova guerra tra clan che, stando a quanto riporta la stampa locale, lo stava vedendo vincente. «Era stato in grado di ristabilire il potere con forza in Montreal ed abbiamo visto quasi una decina di omicidi collegati a questa guerra, l'ultimo appena quattro giorni fa», ha commentato con la televisione canadese Cbc Andrè Cedilot, autore di un libro sull'ascesa dei clan mafiosi siciliani a Montreal.
QUELLA DINASTY DEI RIZZUTO IN CANADA, CHI PRENDERÁ IL POSTO DEL BOSS DELLA MAFIA "DON VITO" RIZZUTO, RE DELLA SIXSTY FAMILY MORTO A PIEDI NUDI A MONTREAL?
Domenico Salvatore
Questa storia incrociata, ha a che fare ed a che vedere, con 'Ndrangheta e Cosa Nostra. Non stiamo qui a raccontarvi, quante volte le due mafie dirimpettaie ( e per la verità anche la Camorra, tutte figlie di Osso, Mastrosso e Scarcagnosso; i tre cavalieri spagnoli, appartenenti ad un'associazione cavalleresca, denominata la Garduna e fondata nella stessa Toledo nel 1412, secondo la leggenda sbarcati dalle nostre parti, nell'Isola di Favignana), si siano ritrovate alleate, associate e confederate. In nome del business. Ed anche quante volte si siano ritrovate nemiche acerrime; avversarie irriducibili; rivali inestinguibili, sempre in nome di "Les affaires". Hanno "cantato" le bombe e le bombette di tritolo, candelotti di dinamite, gelignite, lupare, pistole, bazooka, lanciamissili, lanciagranate, kalashnikov, mitra e mitragliette. I bossoli, si potevano raccogliere con la motopala. I morti, con la nave. In Calabria, ad Africo erano di casa i vari boss di Cosa Nostra… Tommaso Scaduto, killer di Piazza Mercato a Locri; il capo dei capi Totò Riina, compare d'anello del mammasantissima dell'Onorata Società, "don Mico" Tripodo; il padrino e medico Michele Navarra ( a Gioiosa Jonica, ospite di "Peppe Manigghjia Jerinò"; ucciso a Corleone il 2 agosto 1958); il capo riconosciuto dei Corleonesi, Luciano Liggio…E ai Carabinieri di Africo si consegnò trafelato e impaurito, nel marzo del 1983, il boss Antonino Salamone, padrino di San Giuseppe Jato e membro della Cupola di Cosa Nostra, che si era allontanato dal soggiorno obbligato di Sacile, in provincia di Udine; ma anche Agostino Coppola, sacerdote e sequestratore, legato ai corleonesi; il 16 aprile 1974 nei giardini di Cinisi, sposa Totò Riina (allora latitante) con Ninetta Bagarella.
Il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria del tempo, Giuseppe Pignatone (e gli aggiunti Nicola Gratteri, Michele Prestipino Giarritta e Ottavio Sferlazza lo confermarono, anche 'dopo') ed il suo collega di Milano, Manlio Minale in conferenza stampa, se non il successore Edmondo Bruti Liberati, dichiararono che l'operazione "Crimine-Infinito" datata 13 luglio 2010, negli anni a venire, avrebbe innescato una serie di altre indagini nel Mediterraneo ed oltre Oceano. L'inchiesta delle DD.DD.AA. reggina e milanese, aveva portato nelle patrie galere, oltre 300 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e/o altri reati connessi. Fra i nomi importanti venne fatto pure quello di Francesco Arcadi, originario di Grotteria, consigliori delle 'famiglie' Cotroni, Violi e Rizzuto. Scomparsi Padre, figlio e nipote. Il 28 dicembre 2009, era stato ucciso Nick Nicolò jr, 42 anni, nipote prediletto del nonno omonimo; con 6 colpi di pistola in pieno giorno, alle 12 e 15. nel centro di Montréal, davanti alla sua Mercedes nera e a una folla di gente che svuotava i saldi dei negozi. Ai funerali, ha fatto sfilare l'amato nipote dentro a una bara ricoperta d'oro, davanti a una parata di Cadillac e Limousine e ad un esercito di uomini col borsalino in testa. Emuli del funerale di John Gotti della famiglia dei Gambino.
Il 10 novembre 2010, era stato ammazzato Nicolò Rizzuto, 86 anni seduto sulla sua poltrona nella sala davanti alla vetrata, mentre parlava con due signore; centrato alla testa con un colpo solo, sparato dalla finestra che dà sul cortile. Morto all'ospedale cittadino "Sacro Cuore". Arrestato l'ultima volta nel novembre 2006 e ai domiciliari dopo due anni di carcere. Il 23 dicembre 2013, è scomparso per morte naturale Vito Rizzuto Senior. E per "lupara bianca" il 20 maggio 2010, il cognato Paolo Renda, ministro delle finanze del clan. Resta da vedere la sorte di Raynald Desjardins, braccio destro del clan dei Rizzuto, che ha chiesto di essere rilasciato su cauzione in attesa del processo per l'omicidio di Salvatore Montagna, inteso "Sal" uno dei capi del clan Bonanno di New York, avvenuto il 24 novembre del 2011. E dopo, anche il duplice omicidio a Palermo di due influenti boss del clan montrealino; due esponenti di vertice di Cosa Nostra Canadese, che dovevano essere arrestati nel blitz del Comando Provinciale dell'Arma e del Ros scattato due giorni fa, contro la famiglia mafiosa di Bagheria. Cosa Nostra, è arrivata prima: Juan Ramon Paz Fernandez, detto "Joe Bravo", una vera celebrità criminale spagnolo classe 1956, è ritenuto uno dei più fidati collaboratori di don Vito Rizzuto.
"Era seduto alla destra di Dio", dicevano di lui gli investigatori della Royal Canadian Mounted Police. "Dio" è proprio Vito Rizzuto, è rimasto sempre fedele al suo padrino. "E' un gangster perfetto", scrivono gli investigatori canadesi nei loro rapporti: "E' un idolo per molti ed è temuto da tutti". Nell'aprile 2012, il Canada lo espelle con il marchio di "indesiderabile". Ufficialmente un istuttore di arti marziali, lavorava in una palestra di Bagheria. E Fernando Pimentel, 36 anni, che a Palermo era sbarcato qualche settimana fa. Un nuovo pentito nel clan di Bagheria, uno dei 21 fermati del blitz dei carabinieri di due giorni fa ha portato gli investigatori nella discarica di Casteldaccia dove erano stati occultati i cadaveri carbonizzati dei due mafiosi canadesi uccisi nei giorni scorsi. l'ordine di morte sarebbe arrivato direttamente dal Canada, epilogo delle faide, sfociate in vera e propria guerra di mafia, senza esclusione di colpi. Il Chief superintendent della Royal Canadian Mounted Police, Ben Soave, dichiarò al Corriere canadese: "La mafia allarga i propri orizzonti e si apre a sempre maggiori profitti e contemporaneamente viene meno la protezione del vincolo etnico e famigliare, ormai sono diverse etnie a lottare sullo stesso fronte". Non più una famiglia sola al comando, ma
"Una coalizione con 4 o 5 capi provenienti dai clan calabresi e siciliani", come sostiene l'esperto di cose mafiose Lee Lamothe.
In manette sono finiti due fratelli di Bagheria (Palermo), Pietro e Salvatore Scaduto, 49 e 51 anni, che in Canada si erano trasferiti nel 1989, dopo la morte del padre, ucciso nel corso della guerra di mafia di Bagheria.Praticamente padre, figlio e nipote della potentissima "Sixsty Family" di Cosa Nostra Americana ( Le cinque famiglie di New York, sono: Bonanno, Colombo, Genovese, Lucchese e Gambino). In questa storia, c'azzecca assai la "Famiglia Bonanno", collegata da un rapporto di amore-odio con quella dei Rizzuto… "dal 12 al 16 ottobre 1957, si tennero una serie di incontri presso il Grand Hotel et des Palmes di Palermo; tra mafiosi americani (Lucky Luciano, Joseph Bonanno, John Bonventre, Carmine Galante, Frank Garofalo, Santo Sorge, Vito Vitale e John Di Bella) e siciliani (Gaspare Magaddino, Cesare Manzella e Giuseppe Genco Russo ma si sospetta che parteciparono anche Salvatore "Cicchiteddu" Greco, Angelo La Barbera, Rosario Mancino, Pietro Davì e Calcedonio Di Pisa. Secondo il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, durante tali incontri il boss Joseph Bonanno discusse, insieme ad alcuni mafiosi siciliani venuti ad incontrarlo sulla creazione di una «Commissione» sul modello di quella dei mafiosi americani, che doveva assicurare l'ordine nelle file dell'organizzazione e risolvere i conflitti interni. Salvatore "Cicchiteddu" Greco (capo della cosca di Ciaculli) venne incaricato di dirigere la nuova "Commissione.
Il crollo della famiglia dei Rizzuto di Montreal. "Don Vito"Rizzuto, 67 anni, originario di Cattolica Eraclea (AG) sarebbe deceduto a causa di una "complicazione polmonare", secondo il bollettino medico citato dall'emittente Radio Canada. All'alba del 23 dicembre 2013. Era il capo di una importante famiglia del crimine organizzato emigrata dalla Sicilia in Canada, dopo la morte prima del figlio Nick Jr. e del padre Nicola. Era stato arrestato nel gennaio 2004 a Montreal dopo le dichiarazioni di pentiti che lo accusarono di un concorso in triplice omicidio commesso nel 1981, lui patteggiò una pena di 10 anni per l'esecuzione di tre boss ribelli del clan dei Bonanno. E che cosa c'entra Bagheria, dove trascorrevano la latitanza 'Zu Binnu' Bernardo Provenzano e Giuseppe 'Piddu' Madonia, capo della provincia di Caltanissetta, un centro di oltre 30 mila abitanti, a dieci chilometri da Palermo, in tutto questo bailamme? E don Antonino Mineo, 80 anni, consigliori della Cupola palermitana, vicino al clan dei Corleonesi, testa di ponte con la 'provincia babba' di Messina, ucciso il 19 aprile 1989?
Aveva ancora peso e carisma all' interno del Gotha di Cosa Nostra. Era una sorta di garante. Sostenne la candidatura del capo dei capi Michele Greco inteso 'Il Papa'. Sostituito per anzianità da Leonardo Greco (Totuccio Contorno lo indicò a Giovanni Falcone come il sostituto effettivo di Antonino Mineo, capo del mandamento di Bagheria, poiché Giovanni Scaduto era stato eletto solo per mettere fine alla pericolosa controversia tra Tommaso Scaduto e Salvatore Greco «il Senatore)e poi da Tommaso Scaduto, morto da latitante, in casa propria, deceduto per infarto, il 23 aprile 1980. Fu all'Asinara, carcere sardo che ospiterà pure Totò Riina, Antonino Bucellato, Tommaso Scaduto, Gaetano Badalamenti, Giacomo Coppola, Rosario Terrasio Gaetano Riina e Giuseppe Brusca; Renato Curcio, capo storico e ideologico delle Brigate Rosse, e per un breve periodo Raffaele Cutolo, capo della camorra napoletana. Il 1° settembre 1986 scappa dal carcere Matteo Boe. I pentiti e non solo, confermarono che a Bagheria abbia avuto luogo un vero e proprio pellegrinaggio. Fatto consacrato dal ministro degl'interni Nicola Mancino, nella relazione per lo scioglimento per mafia del Consiglio Comunale di Bagheria. Giuseppe Scaduto, detto "Pino", fratello del boss, tenterà di rimettere in piedi la Cupola, azzerata dalle operazioni della DDA e dai successivi processi. Esce dalla galera proprio, quando vengono arrestati Salvatore e Sandro Lo Piccolo, il 5 maggio 2007.
Tra i 'papabili' alla carica di capo dei capi, Benedetto Capizzi, 64 anni, boss di Villagrazia, condannato all´ergastolo, formalmente detenuto, ma in libertà vigilata per "motivi di salute" e Gianni Nicchi, poi arrestato. Tutto questo, prima dell'operazione "Perseo", 99 mafiosi, tra capimandamento, capi delle 'Famiglie' e gregari, che fece piazza pulita di vecchi e nuovi capi. Mineo,venne assassinato da due killers a bordo di una Vespa 150 che hanno affiancato la 125 di Mineo ed hanno cominciato a sparare con le loro calibro 38. Ne avevano parlato ampiamente i pentiti Tommaso Buscetta ed Antonino Calderone. Ma uno Scaduto, Giovanni, fece parte della Commissione di Cosa Nostra…Nel 1978 Badalamenti venne messo in minoranza nella "Commissione" da Salvatore Riina ed espulso (Antonino Salamone (capomandamento di San Giuseppe Jato); Luciano Leggio (capomandamento di Corleone); Stefano Bontate (capomandamento di Santa Maria di Gesù); Salvatore Scaglione (capomandamento della Noce); Giuseppe Calò (capomandamento di Porta Nuova); Rosario Di Maggio (capomandamento di Passo di Rigano); Rosario Riccobono (capomandamento di Partanna Mondello); Michele Greco (capomandamento di Ciaculli). Per queste ragioni, l'incarico di dirigerla passò a Michele Greco, il quale consolidò i suoi legami con lo schieramento dei Corleonesi capeggiati da Riina. Ne facevano parte integrante…Antonino Salamone (capomandamento di San Giuseppe Jato); Salvatore Riina (capomandamento di Corleone); Stefano Bontate (capomandamento di Santa Maria di Gesù); Salvatore Scaglione (capomandamento della Noce); Giuseppe Calò (capomandamento di Porta Nuova); Salvatore Inzerillo (capomandamento di Passo di Rigano); Rosario Riccobono (capomandamento di Partanna Mondello); Giuseppe Greco (capomandamento di Ciaculli); Francesco Madonia (capomandamento di Resuttana); Antonino Geraci (capomandamento di Partinico); Calogero Pizzuto (capomandamento di Castronovo di Sicilia); Ignazio Motisi (capomandamento di Pagliarelli); e Giovanni Scaduto (capomandamento di Bagheria), appunto.
Nel 1981 Riina fece uccidere Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo, scatenando la seconda guerra di mafia, in cui numerosi capimandamento e altri mafiosi furono eliminati e i loro mandamenti e relative cosche vennero accorpate, affidandoli a mafiosi fedeli a Riina. A dirigere la "Commissione" rimase Michele Greco fino al sua arresto nel 1986 e il suo posto venne preso dallo stesso Riina. Alla fine della seconda guerra di mafia (1982), la "Commissione" venne così composta:Giuseppe Greco (capomandamento di Ciaculli); Raffaele Ganci (capomandamento della Noce); Giuseppe Calò (capomandamento di Porta Nuova); Antonino Madonia (capomandamento di Resuttana); Salvatore Riina (capomandamento di Corleone); Salvatore Montalto (capomandamento di Villabate); Giuseppe Giacomo Gambino (capomandamento di San Lorenzo); Bernardo Brusca (capomandamento di San Giuseppe Jato); Francesco Intile (capomandamento di Caccamo); Antonino Geraci (capomandamento di Partinico); Salvatore Buscemi (capomandamento di Passo di Rigano); Pietro Lo Iacono e Ignazio Pullarà (reggenti provvisori del mandamento di Santa Maria di Gesù); Matteo Motisi (capomandamento di Pagliarelli); Gabriele Cammarata (capomandamento di Misilmeri); Giuseppe Farinella (capomandamento di San Mauro Castelverde).
Nel 1993, dopo l'arresto di Riina, Leoluca Bagarella, divenne il nuovo capo della "Commissione" ma venne arrestato nel 1995. In seguito la leadership passò a Bernardo Provenzano, che verrà arrestato nel 2006. Nel 2008, in seguito agli arresti di Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo, i mafiosi della provincia di Palermo si accordarono per rifondare la "Commissione" decimata dagli arresti, così composta:Giuseppe Scaduto (capomandamento di Bagheria); Gaetano Lo Presti (capomandamento di Porta Nuova); Giovanni Nicchi (capomandamento di Pagliarelli); Giovanni Adelfio (capomandamento di Santa Maria di Gesù); Luigi Caravello (capomandamento della Noce); Gaetano Fidanzati (capomandamento di Resuttana); Antonino Lo Nigro (capomandamento di Brancaccio); Antonino Spera (capomandamento di Belmonte Mezzagno); Gregorio Agrigento (capomandamento di San Giuseppe Jato); Rosario Lo Bue (capomandamento di Corleone); Francesco Bonomo (capomandamento di San Mauro Castelverde); Antonino Teresi (capomandamento di Trabia). Uno dei pappabili Gianni Nicchi, venne arrestato. Il padrino Matteo Messina Denaro, rimane per ora l'unico ed indiscusso capo dei capi di Cosa Nostra. In Canada era stato arrestato un fratello del capomafia di Salemi, Salvatore Zizzo, perché trovato in possesso di una grossa partita di droga.
Tommaso Scaduto, secondo l'accusa, fece parte insieme all'altro boss Antonio Di Cristina del commando dei killers che insieme a Bruno Marafioti, Giuseppe Nirta, Giuseppe Cataldo e Antonio Macrì, il 23 Giugno del 1967 organizzò ed eseguì la Strage al Mercato di Locri in cui venne ucciso Carmelo Siciliano, uomo di 39 anni. L' attentato, era rivolto a Domenico Cordì, anche lui rimasto ucciso assieme a Vincenzo Saraceno. Così scompare dalla scena, la dinasty dei Rizzuto, costola dei Bonanno di New York, che ha dominato in Canada per 35 anni, dopo l'uscita di scena dei padrini, Vic Cotroni, originario di Mammola, morto "a piedi nudi" e Paul Violi di Sinopoli, morto "con le scarpe ai piedi". Negli ultimi cinque anni, nel labirinto di alleanze, tradimenti e omicidi, tra il Canada e la Sicilia, sono morte o scomparse per lupara bianca una cinquantina di persone, impegnate nella guerra senza quartiere di mafia. La famiglia Rizzuto è un'organizzazione criminale di stampo mafioso con base nel Québec (Canada), a Montréal. I territori sotto l'influenza della famiglia sono principalmente l'Ontario e il Québec meridionale. Secondo l'FBI è connessa con la famiglia Bonanno, invece le autorità competenti canadesi considerano le due famiglie come entità a sé stanti. La famiglia Rizzuto è stata parte della potente famiglia Cotroni di Montreal, fino a che il conflitto interno scoppiato relativamente le sorti della gestione delle attività comportò l'uscita dei Rizzuto come nuovi capi della metropoli.Storia.
Le origini. Nicola "Nick" Rizzuto era nativo di Cattolica Eraclea (Agrigento), e arrivò in Canada nel 1954. Secondo il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, vi era un forte «collegamento tra la famiglia Rizzuto e i Cuntrera-Caruana che insieme ad altri uomini d'onore costituivano una famiglia mafiosa di Siculiana trapiantata a Montreal che continuava a reggere il mandamento di Siculiana». Ponendosi fin dall'inizio come nuova figura dello scenario malavitoso nordamericano, si guadagnò il predominio di Montreal nel 1978, con l'uccisione di Paolo Violi, capo della famiglia calabrese fino ad allora egemone ma rimanendo sempre dipendenti dalla famiglia Bonanno.L'uccisione di Violi arrivò nel contesto di una violento conflitto interno alla famiglia Cotroni, un clan di Cosa nostra americana, sorto tra la fazione siciliana e calabrese. I primi furono guidati dall'allora emergente Nicola Rizzuto, mentre gli altri dal capofamiglia Vic Cotroni. La conseguenza fu lo scoppio di guerra di mafia che colpì Montreal nei tardi anni settanta, conclusasi proprio con la morte di Violi, eletto capo dei calabresi dopo che Cotroni si ritirò dagli affari malavitosi. Il declino e la guerra di mafia (2009-oggi.)Dopo la consolidazione del potere negli anni novanta, i Rizzuto furono colpiti da una serie di arresti importanti nei primi anni del 2000.
Nel gennaio 2004, Vito Rizzuto fu arrestato ed estradato negli Stati Uniti, dove nel maggio 2007 fu condannato a scontare 10 anni per il suo coinvolgimento negli omicidi di tre rivali della famiglia Bonanno nel 1981, Alphonse Indelicato, Phillip Giaccone e Dominick Trinchera. Nel novembre 2006, la vecchia leadership dell'organizzazione criminale fu fatta saltare dall'operazione Colosseo della polizia, nella quale 90 persone furono arrestate, tra cui Nick Rizzuto, Paolo Renda e Francesco Arcadi.Proprio queste operazioni portarono alla decimazione e al declino del clan italoamericano, diminuendone l'influenza sul territorio e favorendo l'espansione di gruppi malavitosi da sempre in secondo piano proprio a causa della famiglia. Per questi motivi, dal 2009 è in atto una guerra di mafia volta a riempire il vuoto di potere nella criminalità organizzata di Montreal venuto a crearsi col declino dei Rizzuto. Nell'agosto 2009 fu ucciso Federico Del Peschio, membro della famiglia. Il 28 dicembre fu il turno di Nick Rizzuto, figlio di Vito, ucciso a Notre-Dame-de-Grace.
L'omicidio di una personalità così di rilievo all'intero dell'organizzazione dimostrò pubblicamente quello che le autorità credevano già da qualche tempo, ovvero che il clan siciliano stava soccombendo a una crisi sia interna (dovuta ad arresti e difficoltà di gestione) che esterna (conflitti con bande di strada e gruppi nordamericani), che aveva portato già tempo prima di questo omicidio alla creazione di un vuoto di potere all'interno della criminalità organizzata di Montreal. Dall'omicidio di Nick, fonte Wikipedia, la famiglia soffrì sempre più chiaramente dei duri colpi ricevuti sia dalla guerra di mafia che dalle autorità, e il 2 maggio 2010 fu rapito Paolo Renda, 70 anni, fratello di Vito Rizzuto, sulle cui sorti le autorità pensano al possibile omicidio.Poco più di un mese dopo, il 30 giugno, furono uccisi in un agguato a Saint-Leonard, Agostino Cuntrera, considerato nuovo capo della famiglia e la sua guardia del corpo Liborio Sciascia. L'omicidio di Cuntrera, secondo gli inquirenti, avrebbe segnato il colpo decisivo ai Rizzuto per la loro estromissione dalle attività illegali su Montreal, e sebbene alcuni investigatori sulla mafia abbiano espresso pareri contrastanti circa i motivi che abbiano fatto scattare il conflitto, molti hanno puntualizzato il fatto che con la liberazione di Vito Rizzuto nel 2010 si sarebbe assistito al regolamento dei conti finale.
A fine settembre fu ucciso Ennio Bruni all'uscita da un bar di Vimont, il quartiere italiano. Il 10 novembre, dopo la lunga serie di omicidi ai danni del clan, è stato ucciso a colpi di pistola nella sua abitazione in Avenue Antoine Berthelet (Cartierville, dimora di diversi mafiosi e criminali) mentre si trovava in cucina, il padrino 86enne della famiglia: Nicola Rizzuto. L'agguato, che ha segnato profondamente le sorti del clan, è stato attribuito dalle autorità a due gruppi: le bande nordamericane o calabresi, ambedue alla ricerca di spazi e compromessi nel nuovo scenario creatosi con il declino e lo sconfinamento a gruppo di secondo piano della famiglia siciliana; l'assassinio sarebbe quindi avvenuto anche a causa del carisma del padrino capace di poter riassestare il clan dalla crisi di potere degli ultimi anni e ridargli nuovo smalto dall'arresto di suo figlio Vito Rizzuto. Dall'inizio del 2010 fino all'uccisione di Nicola Rizzuto, a Montreal sono stati registrati 35 casi di omicidio connessi al crimine organizzato. Francesco Arcadi, secondo la polizia canadese, viene indicato come il successore di Vito Rizzuto dopo il suo arresto. Vito Rizzuto è uscito di prigione il 6 ottobre 2012.A maggio 2013 vengono uccisi a Palermo, Juan Ramon Fernandez (1956), vicino a Vito Rizzuto e definito dalla Royal Canadian Mounted Police "seduto alla destra di Dio" (Vito Rizzuto), presente in Sicilia dal giugno 2012 dopo che fu espulso dal Canada, e Fernando Pimentel (1977), in Sicilia da qualche settimana.
Il primo aveva messo in piedi un traffico di droga con il clan di Bagheria.L'11 novembre 2013 viene ucciso nel ristorante italiano Forza Italia ad Acapulco, in Messico un affiliato al clan di origine calabrese: Moreno Gallo (Rovito - 1946) già condannato all'ergastolo in Canada per aver ucciso uno spacciatore di droga nel 1975 ed espulso nel gennaio 2012.Attività economiche:rackett delle estorsioni; traffico di droga;riciclaggio del denaro sporco;usura; rapina; gioco d'azzardo; traffico di armi; corruzione; scommesse sportive; frode; contrabbando; prostituzione;omicidio. Famiglie alleate: Famiglia Bonanno; Cuntrera-Caruana; Hells Angels; West Eng Gang. Famiglie rivali. Fazione calabrese, Gang minori in Montreal. La famiglia COTRONI. I Cotroni erano una famiglia mafiosa di Montreal in Québec, Canada, mentre ora sono una fazione interna alla famiglia Rizzuto. Il territorio controllato ricopriva la maggior parte del Québec meridionale e l'Ontario.Nacque negli anni '40 da Vic Cotroni, e dagli anni 50 si sviluppò in un ramo importante dei Bonanno, tanto che fu anche coinvolta nella French Connection. Prese contatti con le famiglie italiane per tutti gli Stati Uniti e il Canada. Negli anni '70 scoppiò una faida interna tra i calabresi e i siciliani, che portò alla morte nel 1978 di Paolo Violi, capo del gruppo di Vic Cotroni e di altri. Dopo la morte di Violi nel 1978, la famiglia fu assorbita nella fazione siciliana di Nicola Rizzuto, che prese il nome di famiglia Rizzuto.
Da allora i Cotroni divennero una fazione interna calabrese alla famiglia Rizzuto, mantenendo tuttavia chiare ostilità. Negli anni 2000 riesplose una guerra tra al fazione siciliana e quella calabrese dei Cotroni, vedendo la vittoria dei primi nel 2004 a causa della morte di Frank Cotroni. Si ritiene che dopo l'esplosione di altre guerre, si sia siglata una tregua tra siciliani e calabresi nel 2012, dopo il rilascio di Vito Rizzuto, con la benedizione di Cosa Nostra e 'Ndrangheta. La famiglia VIOLI. Paolo Violi (Sinopoli, 1931 – Montréal, 22 gennaio 1978) è stato un criminale italiano. è stato un criminale italo-canadese di origini calabresi alle dipendenze della famiglia Cotroni.Nacque a Sinopoli (RC), ma emigra in Canada negli anni cinquanta e vive tra Welland, Hamilton e Toronto. Nel 1955 viene accusato di omicidio ma prosciolto per legittima difesa. Nel 1961 va in carcere per produzione illecita di sostanze alcoliche. Sposa la figlia del boss di cosa nostra americana italo-calabrese Giacomo Luppino della famiglia Magaddino di Buffalo. Nel 1975 con l'arresto di Vic Cotroni diventa il nuovo capo, ma i rapporti con Nick Rizzuto capo della fazione siciliana della famiglia, non sono dei migliori.
La faida tra Paolo Violi e Nick Rizzuto. Nel 1973 diventa boss della famiglia Bonanno Philip Rastelli, nonché molto vicino a Violi e che avrebbe potuto rafforzare la sua posizione. Rizzuto si vede costretto a scappare in Venezuela e a Montreal Violi si rafforza, isolando la fazione siciliana. Successivamente vengono uccisi il consigliere della famiglia Cotroni Pietro Sciarra il 14 febbraio 1976 e il fratello minore di Paolo, Francesco Violi l'8 febbraio 1977. Infine viene ucciso Paul Violi il 22 gennaio del 1978 a Montreal mentre giocava a carte in un bar. La Famiglia BONANNO. Area di origine New York. Aree di influenza New York, New Jersey settentrionale, Miami, Arizona. Periodo 1890 - in attività. Boss Michael Mancuso. Sottogruppi Famiglia Rizzuto. Alleati, Cinque famiglie. Famiglia Rizzuto. Famiglia Maggadino. Rivali Varie gang di New York. Cinque famiglie. Attività Traffico di droga, racket, gioco d'azzardo, usura, estorsione, corruzione, sindacati, prostituzione, rapina, contrabbando, omicidio, ricettazione, truffa. Pentiti, Joseph Massino; Salvatore Vitale; Richard Cantarella; Frank Coppa; Frank Lino; Chris Paciello. La famiglia Bonanno è una delle Cinque Famiglie che controllano le attività della Mafia italo-americana a New York. Prende il nome da uno dei suoi primi boss: Joseph Bonanno. Le origini della cosca sono da individuarsi a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, luogo di nascita della maggior parte dei suoi componenti iniziali.
Il clan venne fondato da Giuseppe Bonanno, ma quando questi venne ucciso dal rivale clan Buccellato, le egidi della cosca passarono nelle mani del fratello Salvatore, il padre del futuro boss Joe Bonanno. Nel frattempo Stefano Magaddino, storico alleato dei Bonanno, arrivò a New York e divenne un importantissimo membro della cosca. Tuttavia, nel 1921 Magaddino dovette lasciare New York per Buffalo e il clan passò prima sotto le egida di Nicolò Schiro ed in seguito sotto il potentissimo Salvatore Maranzano. Da Salvatore Maranzano a Joseph Bonanno. Maranzano però entrò presto in conflitto con Joe Masseria, scatenando la cosiddetta «Guerra castellammarese», che terminò il 15 aprile 1931, quando Joe Masseria venne assassinato su ordine di fiducia Lucky Luciano. Uscito vittorioso dal conflitto, Maranzano convocò un incontro a Chicago ospitato da Al Capone, in cui celebrò la vittoria e si fece eleggere «capo dei capi». Maranzano però considerava pericolosi Lucky Luciano insieme ai suoi alleati non-siciliani Vito Genovese, Joe Adonis, Frank Costello e gli ebrei Meyer Lansky e Bugsy Siegel, decidendo in segreto di farli assassinare. Il 10 settembre 1931 tuttavia Maranzano fu ucciso a coltellate e colpi di pistola nel suo ufficio a Park Avenue da 4 killer spacciatisi per agenti del fisco.
A seguito dell'assassinio di Salvatore Maranzano durante la guerra Castellammarrese del 1931, Joseph Bonanno sviluppò la sua organizzazione con base a Brooklyn e diventò ben presto uno dei più giovani esponenti del Sindacato nazionale del crimine all'età di 26 anni. Nonostante fosse una delle famiglie più piccole, grazie all'abilità e alle grandi doti organizzative di Bonanno, diventò la 2° più importante famiglia delle cinque famiglie newyorkesi per quasi un trentennio. Joseph Bonanno iniziò ad avere rapporti anche con Joe Profaci e con la famiglia di Buffalo, controllata da suo cugino Stefano Magaddino. Guerra di Bananas. Fu proprio con il matrimonio tra Rosalia profaci, nipote di Profaci, e Salvatore "Bill" Bonanno, figlio di Joseph, che i Profaci ed i Bonanno incominciarono a cospirare l'eliminazione di Carlo Gambino, Vito Genovese e Gaetano Lucchese, boss delle rispettive famiglie. Nel 1964 però, la Commissione rimosse Bonanno dalla guida della famiglia, e insediandoci Gaspar Di Gregorio, vecchio capodecina di Bonanno. Questo portò la famiglia a spaccarsi in due fazioni: i lealisti di Bonanno, guidati da Joe Bonanno, il figlio Bill e il cognato di Joe Frank La Bruzzo, ed i sostenitori di Di Gregorio. La tensione esplose nel 1966, quando in una riunione pacificatrice Bill Bonanno subì un attentato dai sostenitori di Di Gregorio.
Tuttavia l'attentato fallì e la Commissione rimosse Di Gregorio dalla leadership della famiglia, ponendovi Paul Sciacca, ma le ostilità non cessarono. Solo quando Joe Bonanno subì un attacco di cuore nel 1968 le acque si calmarono, e Joe garantì il suo ritiro dalla mafia, limitandosi alla posizione di "anziano statista" del crimine organizzato, ritirandosi con la sua famiglia a Tucson, in Arizona. Sotto la leadership di Sciacca, la famiglia si rprese pian piano, fino al ritiro di Sciacca nel 1971. A Sciacca successe Natale Evola, che però governò brevemente dal 1971 fino al 1973, anno in cui morì. Philip "Rusty" Rastelli fu il successore della famiglia Bonanno dopo la morte di Natale Evola nel 1973. Philip Rastelli e "Lilo" Galante. Dopo la morte di Natale Evola nel 1973, tutti i capodecina della famiglia nominarono come successore Philip Rastelli. Rastelli fu arrestato nel 1973 e condannato nel 1975 a dieci anni. Durante il suo regno la famiglia godette di un momento di prosperosità. Carmine Galante funse da boss reggente mentre Rastelli era in carcere. Galante tuttavia era ben più brutale ed avido, ed incominciò a colpire le altre famiglie nel tentativo di monopolizzare il traffico di eroina negli Stati Uniti. Galante lottò per il controllo della famiglia con Rastelli e diede nuovo vigore alla faida contro i Gambino. Dopo la morte di Carlo Gambino nel 1976, Galante iniziò una nuova faida con la famiglia Genovese per quanto riguardava il traffico di droga che sfociò nella morte di alcuni membri del clan Genovese.
Le Cinque Famiglie, stanchi dell'ingordigia di Galante, ne organizzarono l'omicidio: Galante fu ucciso il 12 luglio 1979 al ristorante "Joe and Mary" di Brooklyn, con diversi colpi di pistola e fucile. Salvatore "Sally Fruits" Farruggia divenne il boss reggente della famiglia dopo la morte di "Lilo" Galante. Farruggia era stato nella Commissione di Cosa Nostra, e anche Rastelli ritornò alla guida della famiglia nel 1983.Di nuovo alla guida, Rastelli espanse le operazioni della famiglia fino ad includere ristoranti e caffè dove, dietro una facciata apparentemente legale, si espanse anche il narcotraffico attraverso la cosiddetta Pizza Connection. Alcuni anni dopo, nella famiglia entrò l'agente FBI infiltrato Joseph D. Pistone, meglio conosciuto come Donnie Brasco. Grazie alla sua collaborazione, circa 120 membri della famiglia furono arrestati e condannati, arrivando quasi alla distruzione della stessa verso la fine degli anni '70. Nel 1985 Rastelli iniziò a perdere il controllo sulle attività della famiglia, in particolare quando grossi gruppi di affiliati rimasero coinvolti sempre più nel traffico di droga, contravvenendo ai suoi ordini. Nel 1986 Rastelli fu arrestato e condannato in base alla RICO. Morì in prigione al 1991.Joe Massino e la caduta. Il successore di Rastelli, Joseph "Big Joey" Massino diede alla famiglia uno sbalzo di potere. Non solo riuscì a far rientrare la famiglia nella Commissione (anche grazie all'amicizia tra Massino e John Gotti), da cui era stata espulsa negli anni '70, ma riuscì anche a depistare le autorità per diversi anni.
Tuttavia nel 2003, Massino fu condannato per racket ed omicidio senza possibilità di appellarsi, con la possibilità di sedia elettrica. Nel 2004, Massino divenne così il primo boss americano a pentitirsi, testimoniando contro i membri della sua famiglia e svelando la verità dietro all'omicidio di Alphonse Indelicato e Dominick Napolitano ed il coinvolgimento di Vito Rizzuto, potente boss canadese. Queste testimonianze causarono il crollo della famiglia, un tempo la 2° più potente di New York, che venne retrocessa come 3°/4° delle Cinque Famiglie di New York. Anthony "Tony Green" Urso era il boss reggente dopo l'arresto di Massino nel gennaio 2003. Venne arrestato nel gennaio 2004 per racket ed omicidio, dopo la testimonianza di Massino stesso. La famiglia venne così rilevata da Vincent "Vinny Gorgeous" Basciano, che ha governato fino al 2012 con vari boss reggenti. Basciano venne arrestato nel novembre 2004 per racket ed omicidio, è stato condannato nel settembre 2006. Attualmente il boss risulta essere Michael Mancuso.Leadership Storica. Boss (ufficiale e reggente)189?-1908 –
Giuseppe Bonanno
1908-1911 - Salvatore Bonanno
1911-1921 - Vito Bonventre
1921-1930 - Nicola Schirò
1930-1931 - Salvatore Maranzano
1931-1968 - Giuseppe "Joseph" Bonanno
1965-1966 - Gaspar "Gasparino" DiGregorio
1966-1971 - Paul "Paulie" Sciacca
1971-1973 - Natale "Joe Diamonds" Evola
1973-1991 - Philip "Rusty" Rastelli
Reggente 1974-1979 - Carmine "Lilo" Galante
Reggente 1979-1983 - Salvatore Faruggia
Reggente 1987-1991 - Anthony "Old Man" Spero
1991-2004 - Joseph "Big Joey" Massino
Reggente 1991-1993 - Anthony "Old Man" Spero
Reggente 2003-2004 - Anthony Urso
2004-2009 - Vincent "Vinny Georgeous" Basciano
Reggente 2004-2006 - Michael "Mickey Nose" Mancuso
Reggente 2006-2009 - Salvatore "Sal the Iron Worker" Montagna
2010-2012 - Vincent "Vinny T.V." Badalamenti
2013-attualmente - Michael "Mickey Nose" Mancuso
Reggente 2013-attualmente - Thomas Di Fiore.
Domenico Salvatore
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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