
Polistena (Reggio Calabra) - «
Ho scelto di candidarmi per giocare la mia partita. O funziona adesso o me ne vado».
Così parlò Pippo Civati nell’incontro tenuto presso il circolo del Pd a Polistena e promosso dal sostenitore Marco Parlato - della corrente del candidato lombardo - alla presenza del segretario Pino Varamo e di numerosi iscritti e simpatizzanti. Un appuntamento utile a Civati per spiegare alla platea la sua densa mozione ed il “suo” Pd.
Civati ha voluto toccare a largo spettro tanti temi cari a sinistra, iniziando però dal governo: «
Ero e resto in disaccordo su questo governo delle larghe intese che è impedito di fatto a fare le riforme necessarie che servono ai cittadini poiché frenato dalle forti resistenze del Pdl impegnato a fare solo una inutile manfrina per difendere gli interessi di Berlusconi che, personalmente, ritengo decaduto già da agosto…».

Imu, lotta all’evasione fiscale, questione immigrazione e tassazione, tetto agli stipendi pubblici ma anche alleanze vecchie nuove da ricucire – come ne caso di Sel – o stringere, almeno su alcuni temi come il reddito minimo di cittadinanza, con il M5S. E tanta autocritica con una stoccata indirizzata a Letta che ha il sapore di una sfida: «
Dovremmo prendere posizioni politiche forti, decise e mantenerle ferme ma non lo possiamo fare perché ancora non siamo in grado. Sulla legge elettorale abbiamo perso già sei mesi, mentre paradossalmente, abbiamo trovato una maggioranza larghissima per modificare l’art. 138 della Costituzione. E poi ci han messo di mezzo i saggi, la bicamerale e chissà cos’altro per impedire di cambiare il porcellum che a me sembra faccia comodo a tanti. La verità è che non abbiamo definito a priori le regole d’ingaggio col Pdl e ci siamo rimessi all’idea di un governo condiviso frutto, diciamo, di una scelta notturna…».
Prodi che lascia sbattendo la porta «è un problema per tanti di noi» afferma caustico Civati che riprende: «
Unità, uguaglianza e sinistra. Queste per me son le parole chiave e gli elettori pretendono un cambiamento radicale, diversamente dirotteranno il loro consenso verso Grillo su cui nutro moltissime riserve».
Su Renzi poi ha affermato che la loro iniziale intesa – all’epoca della rottamazione – era basata su una comune condivisione di idee «
e posizioni che io ho mantenuto – ha confermato schernendosi Civati
– mentre altri hanno mutato a convenienza».

S’è detto convinto che la fase del Pd “partito liquido” è stata superata da un pezzo, «
adesso siamo ad uno stadio avanzato», avendo la classe dirigente piddina assunto un atteggiamento troppo di palazzo e poco coinvolgente con iscritti e territori «
perché c’è tanto da riflettere se i giovani non ci votano più».
Occorre secondo Civati un “
investimento di prospettiva” sostenuto dall’Unione Europea «
che non può solo chiederci riforme pesantissime e poi lasciarci soli» e dare risposte sul conflitto di interessi che non ha solo Berlusconi e che è presente anche a sinistra e che «
è un valore certo, legale, economico, ma anche morale».
Ed infine sul lungo commissariamento del partito in Calabria: «
Bisogna prendere atto che questo è un paese con realtà diversissime. Quando per troppo tempo si aspetta la linea dettata da Roma, si finisce per diventare solo delle colonie».
Giuseppe Campisi
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