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Chi fermerà la musica? di Giuseppe Falcomatà

Chi fermerà la musica?
Il rogo al MuStruMu è qualcosa di più rispetto al “solito”, vile, atto intimidatorio. La barbarie, con un attacco diretto al cuore dell’umanità reggina, alla sua cultura nella sua accezione più semplice e pura, ha fatto un salto di qualità.

Già perché, ieri, ad andare in fumo, non sono stati soltanto gli strumenti musicali, i libri, gli spartiti antichi, i video, i dischi, i giornali, che Demetrio (Spagna ndr) aveva recuperato nei suoi viaggi in giro per il mondo. C’è un’altra dimensione, forse superiore. Le fiamme hanno temporaneamente spento il sogno di Demetrio, di sua moglie, dei suoi figli e di tutti coloro che alimentano la propria idea di libertà attraverso la passione per la musica e per tutto ciò che è tradizione, cultura e bellezza.

Non c’è nulla di diverso tra questo fuoco e quello della biblioteca di Alessandria, tra questo rogo e i Bücherverbrennungen nazisti che hanno distrutto secoli di sapere custodito tra i libri. Nulla.
Le iniziative organizzate dal Museo dello Strumento Musicale, hanno regalato (e il termine non è casuale) alla città alti momenti di cultura e socializzazione. Tutto autofinanziato, sempre.
Il rischio, oggi, è che Reggio bruci tra l’indifferenza dei più. Ieri, in piazza, purtroppo, c’erano i soliti, quelli che non accettano, quelli che hanno ancora un po’ di fiato per soffiare contro il vento dell’indifferenza. Il rischio è che si continui a guardare a questi fatti, sempre più attoniti e sempre meno sorpresi, sempre meno sorpresi e sempre più abituati, quasi come anestetizzati e inermi.
Trent’anni di lavoro paziente, di passione e d’amore non possono, non devono, dissolversi in una tanica di benzina.

Non lasciamo che Reggio si perda in questi fatti. Sentiamo nostra ogni ingiustizia, tratteniamo tra le narici l’odore intenso di fumo per non dimenticarlo. Prendiamo coscienza che gli squarci inferti ai luoghi della musica, della cultura, ai centri di aggregazione della comunità, sono squarci inferti a ognuno di noi. La solidarietà non basta. Serve una rivoluzione gentile, personale, culturale.
Chi ha deciso che quella struttura doveva chiudere? È necessario che si faccia chiarezza sui nomi di coloro che hanno mandato ed eseguito. Condannare chi ci vuole condannati ad essere dimenticati, condannare coloro che hanno fatto e stanno facendo questo, ogni giorno, ai loro e ai nostri figli.
Il rogo ci spinge a chiedere a tutti di non mollare, di sostenere la rinascita del Museo in ogni modo plausibile. Ci spinge a chiedere interventi concreti per una sua pronta rinascita. Mi rivolgo, pertanto, anche ai Commissari, affinché contribuiscano economicamente alla rinascita del Museo.

Gli strumenti continueranno a suonare al Museo della Musica, ne sono convinto. Il fuoco alimenta il fuoco, quello migliore, quello della passione verso la musica, verso la tradizione e verso la cultura.

Giuseppe Falcomatà








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