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La crisi economica degli USA e lo shutdown, ma davvero il default sarebbe come la bomba atomica?

Il Tea Party è un movimento politico schierato a difesa del libero mercato e su posizioni conservatrici/libertarie, emerso negli USA nel 2009 attraverso una serie di proteste locali coordinate a livello nazionale. Viene comunemente classificato nell'area del cosiddetto populismo di destra.
Il movimento è sorto coagulando le proteste popolari di quanti hanno deciso di reagire dinanzi a diverse decisioni (salvataggi di banche, statizzazioni, ecc.) assunte a livello federale durante la presidenza di George W. Bush e, in seguito, di Barack Obama: la legge di stabilizzazione economica di emergenza del 2008, la legge di recupero e reinvestimento del 2009 e una serie di proposte di riforma sanitaria.Il nome Tea Party deriva dalla sigla "Taxed Enough Already" (già abbastanza tassati), e dal Boston Tea Party, la protesta del 1773 da parte dei coloni del Nord America contro le tasse inglesi 

OBAMA BUSSA A SOLDI, MA IL PARTITO DEL THỂ OPPONE LO SHUT DOWN E TRASCINA GLI USA VERSO IL DEFAULT? OTTOCENTOMILA DIPENDENTI SENZA STIPENDIO…
Domenico Salvatore

Beate le moderne generazioni, che tra un master e l'altro masticano Inglese, se non Tedesco, Francese e Spagnolo. E se non bastasse, sarebbero pronte a prendere l'aereo per Londra, Manchester, Liverpool, Parigi, Madrid, Barcellona, Buenos Ayres. Sono giovani che comunque,. 'masticano economese, politichese, sportivese, culturese e così via. Oggi, si fa fatica a leggere un giornale, non solo a causa dei termini stranieri entrati nell'uso comune della lingua…Default, shut down,  spread, welfare, rating, spanding review, credit crunch e così via. Obamacare, significa riforma sanitaria americana. Prima, c'era ed in parte c'è ancora, il linguaggio austero dell'economese. Basta smanettare un attimino su internet, hai voglia quanti se ne trovino…governo europeo ed europeista, volontà di servizio e senso di responsabilità,  momento eccezionale, emergenza, costituzione, risanamento finanza pubblica, situazione economica grave, finanza pubblica, vincoli, strategie, crescita, sviluppo, integrazione, intese, sostegno, elaborazione, risanamento, politiche per la ripresa, crescita, coesione, ripartire, conti pubblici, incentivi, provvedimenti, crescita economica, meccanismi virtuosi, banche, imprese, attori economici, crescita, produttività,fonte www.eddyburg.it,competitività, arena globale, investimenti, regole e incentivi, imprenditori italiani e stranieri, strumenti, defiscalizzazione, salari, peso fiscale, costo del lavoro, incentivi monetari, imprenditorialità, fare tesoro, soluzione equa e rapida,spirito imprenditoriale, investire, politica industriale moderna, piccole e medie imprese, motore dello sviluppo, alta tecnologia, ottica organica, processo di integrazione, la burocrazia, snellire le procedure, equità, attrarre investimenti, valorizzare, inadempienze, classi dirigenti, la questione del lavoro, crescita non fine a stessa, crescita, rifinanziamento, imprese e lavoratori, innovazione, debiti, ostacoli burocratici, spirito d'impresa, economia, vita economica, crescita del paese, obiettivi europei, crescita della persona, welfare universalistico, ammortizzatori sociali, precari, valorizzare, ricostruzione, autocritica, innovazione, partecipazione, trasparenza, autorevolezza del potere, legge elettorale, competenze, percorsi, decisioni, procedure, coesione nazionale, patto di fiducia, convergenza, politica, politiche, ruolo del parlamento, forze politiche, regole, processo costituente, veti, contrapposizioni, prese di posizione, riforma, convenzione, principi, democrazia governante, ridurre i costi, responsabilità, ottica di alleanza, maggioranze ampie e coese, mercato unico, rilancio, equilibri mondiali, politica comune, processi globali, rinnovato impegno, forze armate, economia, esportazione, l'Europa e la crescita, la crescita e l'Europa sfida, decisioni, proposte, obiettivo complessivo….". 

Termini di difficile comprensione per gli addetti ai lavori. Figurarsi per i principianti, per i pivelli, gl'inesperti ed i poppanti. Fanno subito l'occhio di triglia. Purtroppo bisogna aggiornarsi ed in fretta anche. Almeno sui termini più in voga. L'Ansa butta giù un sacco ed una sporta nel corpo dei suoi "lanci", che spesso rilanciamo così come vengono… A causa dello shutdown, gli Stati Uniti non parteciperanno al secondo round di trattative, in programma a Bruxelles la settimana prossima, per un accordo di libero scambio con l'Europa"Sono contento di trattare ma non lo faccio con una pistola puntata alla testa degli americani". Lo afferma il presidente americano Barack Obama che, a sorpresa, oggi e' uscito dalla Casa Bianca per una passeggiata, durante la quale si e' recato da Taylor Gourmet, scelto perchè offre sconti del 10% ai dipendenti in congedo forzato per lo shutdown.Gli Stati Uniti stanno rischiando il primo default della loro storia: lo ha detto il presidente Usa Barack Obama. ''Sarebbe drammatico'', ha sottolineato Obama.Il cosiddetto "Boston Tea Party" (lett. "Ricevimento del tè di Boston") fu un atto di protesta da parte dei coloni della costa atlantica del Nord America diretta contro il governo britannico, in relazione alle loro recenti leggi sulla tassazione commerciale, con la quale vennero distrutte molte ceste di tè. 

Si svolse martedì 16 dicembre 1773 nel porto di Boston e fu vista da molti come la scintilla che fece iniziare la rivoluzione americana. Continueranno a funzionare gli aeroporti e i tribunali, gli ospedali e i servizi di mensa per le scuole. Ma anche il dipartimento di Giustizia che comprende le attività di intelligence. Andrà invece in congedo forzato buona parte del personale civile del dipartimento alla Difesa, mentre è garantita la paga dei militari, anche se subirà ritardi. Il governo analizza l'ipotesi del fallimento Crescono la rabbia dei cittadini per il blocco di servizi.: "Avrebbe un potenziale catastrofico".Cresce la paura in America. La paura che il muro contro muro politico che sta paralizzando il Paese possa portare al clamoroso fallimento dello Stato. A lanciare l'allarme è stato lo stesso Barack Obama: se entro il 17 ottobre in Congresso non ci sarà l'intesa sull'innalzamento del tetto del debito «si rischia il primo default della storia degli Stati Uniti». Le conseguenze - ammonisce il presidente Usa - sono inimmaginabili, «un disastro». Una «catastrofe», incalza il Tesoro americano, che potrebbe dar vita a una crisi finanziaria e a una recessione «come nel 2008, o peggio». Non c'e da scherzare, dunque. Obama - per un giorno tornato a parlare tra la gente a Rockville, in Maryland - ha puntato ancora una volta il dito contro quella fazione dei repubblicani (vedi i Tea Party) che sta per ora dettando legge all'interno del partito repubblicano, impedendo il varo di una legge di bilancio. 

Per farlo, infatti, chiedono di rimettere le mani sull'odiata Obamacare, la riforma sanitaria del presidente entrata in vigore da tre giorni. Un capitolo che la Casa Bianca non vuole assolutamente riaprire. Il timore, però, è che l'infinito braccio di ferro impedisca l'intesa anche sul tetto del debito. A questo punto si aprirebbero scenari inquietanti. «In caso di default - spiega il Tesoro Usa - l'economia americana scivolera' in una recessione che potrebbe essere peggiore di qualsiasi altra dalla Grande Depressione». Senza contare che «il dollaro e i Treasury sono al centro del sistema finanziario internazionale». «Siamo al centro dell'economia mondiale, e un nostro default colpirebbe l'intera economia mondiale. Tutto il mondo ne soffrirebbe», incalza Obama, tornando ad accusare i repubblicani di irresponsabilità. Del resto, le preoccupazioni del presidente americano sono le stesse della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale: «È essenziale che gli Stati Uniti alzino il tetto del debito, perché non farlo - ha avvertito Christine Lagarde - avrebbe un impatto sull'economia americana e mondiale». Di fronte allo spettro default, comunque, qualcosa comincia a muoversi nello schieramento repubblicano. 

E lo speaker della Camera, John Boehner - accusato da Obama di essere ostaggio dei Tea Party - avrebbe fatto sapere ai suoi che lui non permetterà che si arrivi davvero a una bancarotta statale. Del resto Jack Lew, ministro del Tesoro nell'amministrazione Obama, ha già varato una serie di misure straordinarie previste quando nelle casse dello Stato cominciano a scarseggiare i soldi. E secondo le previsioni, dopo il 17 ottobre - senza un innalzamento del tetto del debito - rimarrebbero a disposizione solo 30 milioni di dollari. Intanto lo `shutdown´ continua a costare circa 300 milioni di dollari al giorno. Ma la cifra, in mancanza di un accordo, è destinata a salire col passare del tempo, con un effetto domino - spiegano gli sperti - paragonabile agli uragani Katrina o Sandy. Drammatica la situazione delle centinaia di migliaia di dipendenti pubblici costretti a rimanere a casa o a non essere - per il momento - pagati. Mentre monta la rabbia contro i membri del Congresso che, "shutdown" o non "shutdown", continuano a percepire i loro stipendi. Ma gli uragani incombono anche in questi giorni: in vista dell'arrivo della tempesta tropicale Karen sulle coste Usa del Golfo del Messico, la Federal Emergency Management Agency (Fema, la protezione civile americana), sta richiamando i dipendenti che aveva posto in congedo a causa dello shutdown. Il tempo stringe e un accordo non appare a portata di mano. 

Lo shutdown va avanti e si avvicina inesorabile la scadenza del 17 ottobre, quando gli Stati Uniti raggiungeranno il tetto del debito e potrebbero fare default a breve nel caso in cui il Congresso non lo aumentasse. Le ripercussioni sul mercato sarebbero immediate: gli investitori sono già intrappolati - secondo alcuni osservatori - nel 'circo' di Washington, che potrebbero 'sfiduciare', così come potrebbero farlo i Paesi creditori degli Stati Uniti.Ma una schiarita non sembra all'orizzonte. Lo speaker della Camera a maggioranza repubblicana, John Boehner, ritiene che non ci siano i voti per approvare un aumento del tetto del debito, a meno che questo non sia accompagnato da misure per ridurre la spesa. Boehner ha detto a chiare lettere di non poter prevedere quando terminerà lo shutdown, sta a Obama sedersi al tavolo e avviare le trattative: senza un confronto serio sul budget, insomma, gli Stati Uniti sono sulla strada del default. "Questa è la strada che abbiamo preso. Quando il presidente ha cancellato il suo viaggio in Asia, ho pensato: bene vuole aver un dialogo", ha affermato Boehner. "Ho deciso quindi di restare a Washington il fine settimana. Conosce il mio numero di telefono, non deve far altro che chiamarmi". "Non voglio che gli Stati Uniti facciano default ma non aumenterò il tetto del debito senza un serio confronto sui problemi che fanno aumentare il nostro debito", ha spiegato Boehner. 

I mercati per ora reggono l'incertezza ma se non intravedranno una soluzione le tensioni potrebbero aumentare, così come potrebbe salire il pressing dei creditori americani. La Cina ha oltre 1.100 miliardi di dollari di debito americano e già nel 2011, nell'ultima battaglia sul debito che costò agli Stati Uniti il primo downgrade della loro storia, invitò le autorità alla responsabilità. Già questo, per gli Stati Uniti, una circostanza abbastanza umiliante.Casa Bianca, Boehner sbaglia, consenta voto su debito - ''Non dice il vero, dovrebbe consentire il voto''. Cosi' l'amministrazione Obama replica alla speaker della Camera, John Boehner, secondo il quale non ci sono i voti necessari solo per un aumento del tetto del debito a meno che non vengano incluse misure per tagli alla spesa. Gli ultimi aggiornamenti non sono proprio incoraggianti, come dice l'Ansa…"Sono pronto a discutere con i repubblicani, ma dico no allo shutdown e alla minaccia di creare un caos economico": lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, nel corso di una conferenza stampa, a proposito di un rischio di default dello Stato Usa.''Non tratto fino a che una parte estrema dei repubblicani continuera' a costringere lo speaker della Camera Boehner a porre minacce all'economia Usa''.

Un default, ha detto Obama, sarebbe ''assurdo, catastrofico'', provocherebbe ''uno shutdown dell'economia, sulle spalle innanzitutto delle famiglie e delle imprese americane''. ''Per la prima volta in 225 anni di storia - ha aggiunto - non saremmo piu' in grado di onorare i nostri impegni e obblighi finanziari''. ''Sarebbe un caos'', ha ripetuto.E rivolgendosi ai repubblicani: "Non e' possibile minacciare la recessione perchè si sono perse le elezioni. Non è così che funziona". "Basta scuse. Il Congresso vada al voto e riapra lo Stato Federale prima possibile"."Come ha detto Warren Buffett, il default sarebbe una bomba nucleare, un'arma troppo orribile per solo pensare di usarla". Lo ha detto Obama citando il noto miliardario."Gli Stati Uniti hanno sempre pagato il conto e continueranno a farlo": è il messaggio del presidente americano alla Cina e agli altri Paesi che hanno espresso grande preoccupazione per il rischio del primo default della storia Usa.Obama chiama al telefono John Boehner, lo speaker della Camera ma non si registra nessun passo avanti. Lo rende noto il portavoce del leader repubblicano secondo cui il presidente avrebbe ribadito che non intende negoziare nè sullo shutdown, nè sull'innalzamento del tetto del debito.Ovviamente diversa e' la versione fornita dalla Casa Bianca, circa i contenuti della telefonata, in questa guerra a colpi di parole. Barack Obama, secondo un comunicato, s'e' detto disponibile a negoziare su tutto, ma solo dopo che i repubblicani abbiano dato il loro via libera alla riapertura dello Stato Federale e abbiano smesso di minacciare il Paese di portarlo al default. 

Quindi ha esortato, come fa da qualche giorno, lo Speaker Boehner a fare votare la Camera e porre fine immediatamente con lo shutdown. E poi alzare il tetto del debito senza vincoli di carattere idelogico. ''In caso contrario - ammonisce la nota della Casa Bianca - ci sarebbero gravi conseguenze per le famiglie della classe media e l'economia americana nel suo complesso''.Occhi puntati su venerdi' 11 ottobre, giorno di paga per i circa 800mila statali che non percepiscono lo stipendio da circa otto giorni. Se entro quel giorno il Congresso non avrà votato per far cessare lo shutdown, la busta paga di tutti questi 'federal employees' sarà dimagrita di circa la metà.Cresce la rabbia dei cittadini Usa per lo 'shutdown', la chiusura dello stato federale: secondo un nuovo sondaggio di Cnn e Orc International, per la maggioranza degli americani la paralisi, scattata il primo ottobre, sta creando "gravi problemi al Paese". Il 63% degli intervistati si dichiara "arrabbiato" con i repubblicani per il modo in cui hanno gestito lo 'shutdown', ma non la fanno franca neppure i democratici: il 57% dei cittadini sono arrabbiati anche con loro, e il 53% se la prende con il presidente Barack Obama. Tra i servizi a rischio negli Stati Uniti c'e' anche la social security, ossia la previdenza sociale americana, che non e' ancora stata bloccata dalla paralisi dell'amministrazione pubblica, ma potrebbe essere colpita dal default.

 "Se non verra' trovato un accordo per innalzare il tetto del debito le prestazioni sociali sono a rischio", ha fatto sapere la Social Security Administration. La scadenza per aumentare il tetto del debito e' il 17 ottobre.Migliaia di camion provenienti da tutto il paese minacciano di bloccare la Beltway, il raccordo anulare di Washington, venerdi' prossimo, per protestare contro il Congresso, incapace di risolvere il problema dello shutdown. La manifestazione è già stata nominata 'Truckers Ride for the Constitution', e si propone di bloccare un'arteria fondamentale per il traffico non solo della città ma di tutta la East Coast. Un'iniziativa che sta avendo grande successo: basti pensare che la loro pagina Fb ha guadagnato in poche ore ben 56mila fan." 

Domenico Salvatore

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