NON STO CON LA CHIESA. STO CON IL CRISTO IN CROCE.
PAPA FRANCESCO LASCIAMOLO CORRISPONDERE CON IL RELATIVISTA SCALFARI
“Perdona loro che non sanno quello che fanno…”. Pietro rinnega, gli Apostoli in fuga, mamma Maria straziante. La donna di Magdala ti accarezza l’anima e cerca il tuo sguardo. La Betania perplessa. E Giuda nel campo di sangue. La storiella continua… Quale è la Chiesa alla quale dovremmo aggrapparci? Non mi parlate degli oranti in penitenza. Il mio Cristo non è quello dei cattolici che affollano le prediche e si consegnano al perdono.
Io vivo la mia solitudine tra Barabba e il suicidio di Giuda.
Gli altri nell’atto del bisogno hanno il sonno della mestizia e delle verità lacerate. Non c’è un Cristo per tutti. Non mi vedrete in una Chiesa ad ascoltare parole raccontate soltanto. Io le parole le ho vissute e le vivo e non ho mai giocato alle tre carte per vedere quale fosse la vincente. Non mi chiedete perché.
Non sto con la Chiesa. Sto con il Cristo in Croce. Non mi interessa la ragione. L’Illuminismo uccide Cristo quotidianamente con il relativismo.
Perché non ho bisogno di moralisti e tanto meno di una teologia della morale. Vivo il mistero. Non mi basta. Resto un cristiano che può guardare negli occhi l’altro e non ho maschere.
I cattolici hanno bisogno di essere cattolici perché vivono il peccato e si cercano nel perdono. Illusione e teatro. Io non smetto di restare ai piedi di Cristo. Oltre la teologia del nulla.
Mi serve l’assurdo. Ionesco e Camus vivono con me. Papini e Fabbri mi accompagnano. San Francesco di Paola è la mia guida. Non mi interessano Martini, Ravasi, Bertone… le liturgie… e tanto meno Papa Francesco che mi convince sempre di meno. Lasciamolo corrispondere con il relativista Eugenio Scalfari.
PEDRO ALARCON
PAPA FRANCESCO LASCIAMOLO CORRISPONDERE CON IL RELATIVISTA SCALFARI
“Perdona loro che non sanno quello che fanno…”. Pietro rinnega, gli Apostoli in fuga, mamma Maria straziante. La donna di Magdala ti accarezza l’anima e cerca il tuo sguardo. La Betania perplessa. E Giuda nel campo di sangue. La storiella continua… Quale è la Chiesa alla quale dovremmo aggrapparci? Non mi parlate degli oranti in penitenza. Il mio Cristo non è quello dei cattolici che affollano le prediche e si consegnano al perdono.
Io vivo la mia solitudine tra Barabba e il suicidio di Giuda.
Gli altri nell’atto del bisogno hanno il sonno della mestizia e delle verità lacerate. Non c’è un Cristo per tutti. Non mi vedrete in una Chiesa ad ascoltare parole raccontate soltanto. Io le parole le ho vissute e le vivo e non ho mai giocato alle tre carte per vedere quale fosse la vincente. Non mi chiedete perché.
Non sto con la Chiesa. Sto con il Cristo in Croce. Non mi interessa la ragione. L’Illuminismo uccide Cristo quotidianamente con il relativismo.
Perché non ho bisogno di moralisti e tanto meno di una teologia della morale. Vivo il mistero. Non mi basta. Resto un cristiano che può guardare negli occhi l’altro e non ho maschere.
I cattolici hanno bisogno di essere cattolici perché vivono il peccato e si cercano nel perdono. Illusione e teatro. Io non smetto di restare ai piedi di Cristo. Oltre la teologia del nulla.
Mi serve l’assurdo. Ionesco e Camus vivono con me. Papini e Fabbri mi accompagnano. San Francesco di Paola è la mia guida. Non mi interessano Martini, Ravasi, Bertone… le liturgie… e tanto meno Papa Francesco che mi convince sempre di meno. Lasciamolo corrispondere con il relativista Eugenio Scalfari.
PEDRO ALARCON
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