Lo ricorda ancora di più la grande comunità della città di Reggio Calabria che lo ha conosciuto nei molteplici ruoli di consigliere comunale della città, consigliere della Provincia di Reggio Calabria, e come dirigente di quel grande partito di massa che fu il Partito Comunista Italiano. Ha raggiunto in Cielo la sua diletta sposa Carmela Pangallo. Era originario di Fossato Jonico…”Compagni, lavoratori, gridava l’agit-prop Giuseppe Stellittano, (anch’esso defunto), all’altoparlante della sua macchina, questa sera tutti in piazza, alle ore 18:00 parlerà il compagno, professore Nino Stillittano…
IL PROFESSORE NINO STILLITTANO, PARTIGIANO, UN PEZZO DI STORIA DELLA POLITICA, DELLA CULTURA, DELLA PEDAGOGIA CALABRESE, SAGGISTA, SCRITTORE
Classe di ferro 1919-Le lancette dell’ultimo decennio, che gli avrebbero permesso di tagliare il traguardo pur sempre prestigioso del secolo di vita, avevano iniziato da tempo il loro ultimo giro, ma l’anziano esponente comunista, non ce l’ha fatta a superare la crisi. Il cordoglio della città dello Stretto. Il ricordo dei politici, degli amici, parenti e conoscenti. Il tam-tam di internet
Domenico Salvatore
REGGIO CALABRIA-Anche Nino Stillittano, l’ultimo dei mohicani del PCI, il partito comunista più grande dell'Europa occidentale, se n’è andato. Nonostante fosse stato sempre di sana e robusta costituzione. Mancava poco per i cento anni. Un’altra stella di prima grandezza della politica reggina è caduta; prima della notte di San Lorenzo. Consigliere comunale a Reggio Calabria, Rosarno, Montebello Jonico; consigliere provinciale sulla Piana e nella Jonica, nelle file del PCI. Nel 1976, il PCI raggiunse l'apice del suo consenso elettorale, col 34,4% dei voti, dopo che, l'anno prima, aveva conquistato le principali città italiane, mentre alle elezioni europee del 1984, avvenne il breve "sorpasso" sulla DC (33,33% dei consensi contro il 32,97%). Membro della direzione provinciale e regionale; componente del Comitato Centrale del PCI, presidente f.f. del CORECO, sezione di Reggio Calabria, per dieci anni.Li aveva visti passare tutti i grandi segretari…Amadeo Bordiga (1921-1923), Palmiro Togliatti (1923-1924/1930-1934/1938-1964), Angelo Tasca (1923-1924), Antonio Gramsci (1924-1926), Camilla Ravera (1927-1930), Ruggero Grieco (1934-1938), Luigi Longo (1964-1972), Enrico Berlinguer (1972-1984), Alessandro Natta (1984-1988), Achille Occhetto. Nino, si è spento, nella sua casa in riva allo Stretto, sul Viale Calabria, circondato dall’affetto dei suoi cari.
Il figlio Elio, primario di Medicina dell’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo (ex primario dei nosocomi di Taurianova e Polistena), poeta, scrittore e saggista, ha fatto tutto il possibile e l’immaginabile per allungare la vita al suo caro papà. Ma nonostante la sua scienza, il papà si è spento …” Si é spento il sole, nel mio cuore, per te,/ non ci sarà più un'altra estate d'amor, /i giorni sono fredde notti per me,/ senza più luce né calor!/ Sul caldo mare che ci ha fatto incontrar,/ un vento gelido mi porta il dolor,/ la bianca luna che ci ha fatto sognar/ si é spenta come il sole d'or./ Muore, nell'ombra la vita/ nel silenzio di tanti ricordi,/…”. ‘Sorella morte’, non gli ha concesso neppure di poter accompagnare all’altare la diletta nipotina. Una tristezza infinita. Un colpo terribile del destino crudele. Un colpo gobbo della malasorte, in cui si sprofonda inesorabilmente. Il tracollo, il lutto, il manifesto, i funerali, la sepoltura, le incombenze burocratiche. Un mulinello, che macina h 24. La notizia della dipartita del caro Nino Stillittano, collega, compaesano e fraterno amico del nostro papà, è stata per noi, un fulmine a ciel sereno. Non lo dimenticheremo mai.Sebbene, fossimo al corrente del suo stato di salute, non ottimale. Pochi sanno dei suoi hobbies. Tipo la saggistica, di cui daremo dettagli nei prossimi giorni.
La scrittura, occupò sempre un posto importante nella sua, ben lunga vita.….” Oh quante volte ai posteri/narrar se stesso imprese,/e sull'eterne pagine/cadde la stanca man!Oh quante volte, al tacito/morir d'un giorno inerte,/chinati i rai fulminei,/le braccia al sen conserte,/stette, e dei dì che furono/l'assalse il sovvenir!/E ripensò le mobili/tende, e i percossi valli/,e il lampo dè manipoli,/e l'onda dei cavalli,/e il concitato imperio/e il celere ubbidir./Ahi! Forse a tanto strazio/cadde lo spirto anelo,/e disperò; ma valida/venne una man dal cielo,/e in più spirabil aere/pietosa il trasportò;/e l'avviò, pei floridi/sentier della speranza,/ai campi eterni, al premio/che i desideri avanza,/ dov'è silenzio e tenebre/la gloria che passò./Bella Immortal! Benefica/Fede ai trionfi avvezza!/Scrivi ancor questo, allegrati;/ché più superba altezza/al disonor del Gòlgota/giammai non si chinò./Tu dalle stanche ceneri/sperdi ogni ria parola:/il Dio che atterra e suscita,/che affanna e che consola,/sulla deserta coltrice/accanto a lui posò./”. Il gran signore di Piazza Castello, non c’è più, ma noi, non tenevamo pronto il “coccodrillo”. Quasi per scaramanzia. Speravamo di poter festeggiare il secolo di vita, insieme ad Elio e tutti i suoi parenti, amici e conoscenti. Ha servito lo Stato, la Patria, la nazione, il popolo italiano.
Dapprima, come soldato, poi come partigiano, quindi come maestro di scuola e di vita, infine come politico di razza. La cultura, ha dato, ma ha ricevuto pure. Nino Stillittano l’uomo, il cittadino, il pedagogista, il letterato, il saggista…”Mimmoooo! Ti aspetto per pranzo. La mia badante cucina da Padreterno. Vieni di buon mattino, così chiacchieriamo un po’. Ti parlerò di me e della buon’anima di tuo padre. Di Fossato, degli Anni Trenta e Quaranta. Tu ancora dovevi nascere. Ti raccomando di non abbandonare la mia, la tua, la nostra Fossato. Fa’ qualcosa. Muovi un dito. Ti consegno questo materiale, questo e quest’altro. So di non essere eterno, ma un comune mortale. Da un giorno all’altro potrei tracollare.” E si abbandonava all’onda lunga dei ricordi; dei due “Nino”, alle emozioni, alle rimembranze. Le sue, non più floride condizioni di salute, ma il colpo al cuore lo abbiamo ricevuto forte ed intenso. Ci legava un feeling speciale. Ma a che serve rivendicare il nodo ed il vincolo? Nino Stillittano non c’è più! Almeno fisicamente. Ma sarà presente sempre la sua eredità morale, spirituale, culturale e letteraria. Non morirà il pedagogista, il maestro di vita e di scuola. Il politico di razza. Il rigore morale. La bandiera del Partito Comunista degli Anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta sino alla svolta della Bolognina. Il simbolo stesso del proletariato. Ed ora, chi consolerà il primario di Medicina, dottor Elio?
Se fossimo ai “Mancusi”, strappando il verso al divino Giosuè, diremmo…” Alle querce ed a noi” — Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'./Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse/Che rapisce de gli uomini i sospir,/Come dentro al tuo petto eterne risse/Ardon che tu né sai né puoi lenir./ A le querce ed a noi qui puoi contare/L'umana tua tristezza e il vostro duol./Vedi come pacato e azzurro è il mare,/Come ridente a lui discende il sol!/ E come questo occaso è pien di voli,/Com'è allegro de' passeri il garrire!/A notte canteranno i rusignoli:/Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;/I rei fantasmi che da' fondi neri/De i cuor vostri battuti dal pensier/Guizzan come da i vostri cimiteri/Putride fiamme innanzi al passegger./Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,/Che de le grandi querce a l'ombra stan/Ammusando i cavalli e intorno intorno/Tutto è silenzio ne l'ardente pian,/Ti canteremo noi cipressi i cori/Che vanno eterni fra la terra e il cielo:/Da quegli olmi le ninfe usciran fuori/Te ventilando co 'l lor bianco velo;/E Pan l'eterno che su l'erme alture/A quell'ora e ne i pian solingo va/Il dissidio, o mortal, de le tue cure/Ne la diva armonia sommergerà. —/…Vorrebbe ancora tempestarlo di baci e carezze, spendere premure ed attenzioni…”Papààààà!
Grazie per avermi dato la vita! e …per avermi dato la forza di essere la persona che sono diventata oggi! Con impegno, amore e pazienza; non è solo una questione di sangue ma un atto d’amore. Io sono fiero di avere un papà meraviglioso come te e ti vorrò sempre un bene dell’anima. Mi hai insegnato a vivere e lasciato sbagliare. I figli contano più degli hobby e della partita. Non temevi di essere tenero e affettuoso. Sapevi capire e perdonare gli sbagli dei figli e riconoscere i propri. Non ti ritenevi perfetto e sapevi ironizzare sui propri limiti” . In ogni caso, un figlio non può giudicare il padre e tanto meno io potrei giudicare un padre che non ha mai ostacolato la mia libertà (Ivan Sergeevič Turgenev *” PADRI E FIGLI”). Nino Stillittano, il partigiano che ha combattuto per la libertà, per la democrazia, per la Patria, merita un busto, una statua, l’intitolazione di una via, di una scuola. Sta alla sensibilità dell’uomo ed alla sua memoria di elefante…’Memoria minuitur nisi eam exerceas’. Un uomo integerrimo ed incorruttibile. Quando era presidente del CORECO f.f., sezione di Reggio Calabria, lo tempestarono di richieste disoneste, illecite ed illegali, ma la sua firma su quegli atti, non venne mai apposta. Ed il povero Nino, dovette subire l’onta della bomba sotto la sua macchina.
Un fulgido esempio di politico serio che non si chinava di fronte alla ‘ndrangheta. Consigliere comunale a Montebello, a Reggio Calabria, a Rosarno e consigliere provinciale nella Piana e nella Jonica. Un coraggio da leone. Allarga le braccia, incredulo, affranto ed inconsolabile, straziato, il primario di Medicina all’ospedale di Melito Porto Salvo. Gli è piombata addosso una valanga vasta e pesante. E dovrà sudare le proverbiali sette camicie di Ercole per gestire il “dopo”. Un’eredità enorme, in termini di valori morali ed ideali, ma anche letterari, politici, spirituali. Numerosi gli attestati di solidarietà, fax, e-mail, lettere, telefonate e visite di colleghi, intellettuali, amici, parenti e conoscenti. Un personaggio di grosso calibro che Reggio Calabria, deve gestire come si deve. Parte integrante della storia politica di questa città. Le sue spoglie mortali riposeranno nel cimitero di Condera, il più grande della città, nella cappella di famiglia. Nino, sentiva il peso della solitudine. Gli s’illuminavano gli occhi, quando, comodamente sprofondati nel sofà di casa sua in Viale Calabria, andava in onda il film della sua carriera politica luminosa e sfolgorante. Tante vicende, tanti personaggi. Compresi i Falcomatà, Rossi, Tornatora, Ugo Vetere, ex sindaco di Roma, Argiroffi, Tripodi, Misefari. Ricordava volentieri la poesia di Giuseppe Ungaretti, la celeberrima lirica “San Martino del Carso”…Di queste case/Non è rimasto/ Che qualche/Brandello di muro/Di tanti/Che mi corrispondevano/Non è rimasto/Neppure tanto/Ma nel cuore/Nessuna croce manca/E’ il mio cuore/Il paese più straziato/”.
Tanti, partiti, sindacati, personaggi politici e culturali ecc. lo ricordano con affetto ed ammirazione. Quelli, che salutavano i suoi comizi dal balcone con interminabili salve di scroscianti applausi a scena aperta e cori da stadio…Ni-no, Ni-no, Ni-no. Nemmeno andasse in onda l’incontro di pugilato tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith, al Madison Garden Squadre di New York Il PdCI reggino ricorda Nino Stillitano (Mer, 07/08/2013 - 16:48)…È morto il prof. Nino Stillitano….”Anche se probabilmente è poco conosciuto ai giovani di oggi il Professore ha rappresentato dagli anni “40” in poi fino agli anni “80” un punto di riferimento politico altissimo in città ed a livello regionale. I niziò il suo impegno da Partigiano; aveva innato il valore della giustizia sociale e quindi combattere il fascismo gli venne quasi naturale.Da li prese avvio una stagione lunghissima in cui Nino fu protagonista dentro il PCI ma anche dentro le istituzioni cittadine, provinciali e Regionali.Veniva da quella stagione il cui il “Maestro” era una figura sociale importante nella società italiana e lo era ancor di più perché come tanti maestri dedico la sua cultura, i suoi studi all’impegno politico alla diffusione dell’idea comunista della quale è stato uno strenuo sostenitore. Lo ricorda Mommo Tripodi nel suo libro e lo ricorda anche Tommaso Rossi nella sua ricostruzione della storia del PCI dei decenni scorsi.
Nel Partito assunse per 40 anni ruoli di primissimo rilievo.Da Dirigente politico assunse ruoli istituzionali molto importanti; negli anni “70” fu capolista nella lista per le elezioni comunali e poi Consigliere comunale.Erano altri tempi. Il Civico Consesso era composto dai massimi dirigenti politici e da persone di alto profilo sociale; per questo il contributo suo e di tanti altri come lui determinò anni di progresso civile e sociale a Reggio.Per molti anni fu Consigliere Provinciale. Nell’Istituzione Provinciale Nino fù per anni grande punto di riferimento anche stando all’opposizione. Infine fu membro del Comitato Regionale di Controllo (il CO.RE.CO.) istituzione oggi abrogata con grave miopia di questo Stato strano e cieco. Anche qui, i Compagni ed anche gli avversari sapevano di trovare nel prof. Stillitano la personificazione del rigore; di trovare lo strenuo difensore degli interessi collettivi e delle fasce bisognose.Già perché crediamo che questo possa essere, il miglior testimone da ereditare per i giovani di oggi: il rigore morale, l’alto senso dello Stato e delle Istituzioni e soprattutto l’altissima considerazione per il Partito come massima espressione di democrazia. Personalmente l’ho conosciuto da ragazzino; da giovane iscritto al PCI ed ho avuto sempre un grande rispetto per questa figura che già nel suo aspetto fisico raffigurava il senso del rigore e della serietà. L’ho rivisto di nuovo negli ultimi anni della sua vita. Da Segretario Provinciale andavo a casa, con Mommo Tripodi, a fargli la tessera del Partito in quanto da anni era iscritto al PdCI. Era l’occasione di lunghe chiacchierate in quanto con Mommo ricordavano particolari importanti delle battaglie politiche che avevano condiviso e purtroppo spesso si trovavano a lamentare la crisi della politica di oggi.
Per me fare la tessera al prof. Nino è stato un grande onore perché sapevo di firmare la tessera ad un grande uomo politico ed istituzionale ad un appassionato Partigiano e ad un grande Comunista. E per questo esprimiamo a nome di tutto il Partito sentite condoglianze ai figli ed ai parenti tutti. PdCI – Federazione Provinciale di Reggio Calabria. Cordoglio dell'on. Giovanni Nucera per la scomparsa del Prof. Nino Stillitano
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L’on.Giovanni Nucera, Segretario Questore del Consiglio regionale (Reggio Calabria 7 agosto 2013) …“Ho appreso con dolore e profondo sconforto la notizia della scomparsa, avvenuta giorni addietro, del Prof. Nino Stillittano.
Il Professore, come da noi tutti era chiamato, non è stato soltanto un pedagogo nella difficile arte dell'insegnamento, ma è stato soprattutto un uomo di grande impegno sociale e di forti slanci politici, virtù maturate nel suo cuore, come portatore di una fede che è stata il motore del suo servizio alle comunità nelle quali ha vissuto e per le quali si è sempre battuto senza risparmio.
Lo ricordano a Montebello Ionico, sua terra d'origine e sua iniziale palestra di tante battaglie sociali per l'emancipazione delle popolazioni ioniche. Ma lo ricorda ancora di più la grande comunità della città di Reggio Calabria che lo ha conosciuto nei molteplici ruoli di consigliere comunale della città, consigliere della Provincia di Reggio Calabria, e come dirigente di quel grande partito di massa che fu il Partito Comunista Italiano.
Fu un idealista, un uomo che visse la sua militanza politica e partitica con la dignità, la coerenza e la trasparenza d'impegno che solo pochi eletti hanno saputo testimoniare ad un livello così alto. Fu un comunista anomalo rispetto ai tempi in cui ha vissuto e condotto la sua esperienza nei diversi consessi elettivi di cui faceva parte e negli apparati burocratici territoriali all'interno dei quali si distinse per impegno e lealtà.
L'anomalia della sua azione consisteva nel rifiuto della concezione ideologica della politica. Fu un antesignano del confronto, del dialogo e delle aperture con le altre sensibilità culturali e politiche.
Forse per questo, molte volte, fu incompreso nella sua azione lucida e lungimirante. Proprio per questo, ancora, è stato costantemente vittima di congiure interne al Partito Comunista Italiano e stretto tra le rigidità ideologiche di un apparato burocratico che non accettava le aperture al di fuori della cristallizzata nomenclatura interna e i forti cambiamenti che le nuove generazioni reclamavano dalla società dei cosiddetti 'adulti'.
Si schierò a favore di Reggio, e ancora di più seppe porsi contro corrente rispetto alla sua parte politica, nell'analisi storica che seguì i tragici avvenimenti dei primi anni '70. La sua fede e la sua azione politica ispirarono il suo impegno e le sue battaglie per l'emancipazione dell'uomo, l'uguaglianza dei diritti e la parità delle classi sociali. Grande impegno dedicò al riconoscimento dei diritti dei contadini, per la garanzia del lavoro per una classe operaia sfruttata e malpagata. Ha sempre tenuto alta la sua dignità, sia nella difesa delle fasce più deboli, che nel confronto con gli organi costituiti del potere, territoriali. La sua fu una costante promozione della persona umana, tanto da poter dire oggi che al materialismo marxista dell'età giovanile, nel suo cuore, si è innestato il seme del messaggio evangelico e della fede in Cristo.
Lo ricorderò sempre con affetto e mi sento in colpa per tutte le volte che sono stato da lui interpellato e ho disertato gli appuntamenti, giammai per una mancanza di riguardo, ma come conseguenza di una instancabile e frenetica attività politica che molte volte mi ha costretto a trascurare gli affetti più cari.
Conservo con piacere le sue pubblicazioni, che considero il suo importante testamento politico. Le rileggerò considerandole "sapere" e "conoscenza" con le quali arricchire la mia personale esperienza politica. “
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Francesco Catanzariti, fonte Fossatese nel mondo, ex sindaco di Platì commentando “Il tempo delle battaglie politiche”, di Stillittano ripercorre in un libro gli eventi del passato… “Antonino Stillittano, dirigente comunista dal ‘47, ha dato alle stampe un libro sulla sua attività nei Consessi Elettivi e nel Comitato Regionale di Controllo di Reggio Calabria negli anni 1960-90. In questi anni, infatti, è stato eletto, per diversi mandati, consigliere provinciale e comunale a Reggio Calabria, a Rosarno e nel suo paese natio, Montebello Jonico. In queste assemblee è stato scelto per svolgere il ruolo impegnativo e importante di capogruppo. Nella scelta ha certamente pesato il carisma dell’uomo, il passato di combattente partigiano in Albania, le sue doti e capacità. Non a caso ha ricoperto nel Pci prestigiosi e alti incarichi non solo a livello locale ma anche nazionale. - Il libro, intitolato «Era l’anno del sole non quieto», è molto interessante, oltre che utile. Con questa pubblicazione contribuisce a irrobustire la memoria storica della lotta politica e amministrativa di Reggio e provincia ma dà anche un rendiconto particolareggiato della sua attività, nel rispetto scrupoloso dell’etica e della trasparenza. Etica e trasparenza, oggi spesso proclamate, ma sovente eluse da tanti eletti. Stillittano non aspira oggi ad altre candidature, anche se ancora non ha buttato la spugna e conserva, con la lucidità della sua robusta intelligenza, la grinta e la voglia di combattere la battaglia politica per il trionfo dei suoi ideali. Il libro, scritto in maniera semplice, è scorrevole. Non è un assemblaggio alla rinfusa, ma una raccolta di scritti, stralci, documenti, con un percorso logico e rigoroso e con note introduttive e di commento, che danno ai lettori pagine interessanti e belle della nostra storia politica.
Si ha l’impressione, così come in maniera originale è ristrutturato il volume, che Stillittano, indossi i panni danteschi di Virgilio per farti da guida. E, l’autore, infatti, col suo modo di scrivere e di argomentare sembra ti conduca con mano nei luoghi e nei tempi di alcune battaglie politiche e sociali, ti fa visitare e vivere con la mente giorni di forti passioni, di grandi ideali, ma anche di sacrifici, di frequenti rinunce, un libro che, nella sua semplicità, ma anche intensità ti trasporta a una atmosfera di nostalgia, al fascino di un periodo, che non puoi rinnegare essendo alla base della formazione e educazione politica e culturale sua e di tante generazioni. Stillittano non sì limita a raccontarci «il clima arroventato delle intere nottate dei Consigli», ma ci parla anche (o meglio ci svela) momenti di amarezza di non condivisione dell’operato dei gruppi dirigenti della Federazione Comunista. Come quando con franchezza parta di Taranto un dirigente che, al suo rientro a Reggio, da Mosca, dove aveva frequentato la scuola dl partito, «preferì emigrare a Torino anziché fare, condizionato, il segretario provinciale del partito comunista reggino, lasciando spazio ad alcuni avventurieri politici». Non parla per togliersi “la pietra dalla scarpa” (e pietre nelle scarpe siamo in molti ad averne), ma per tentare di fare verità e chiarezza e, cosi, creare I presupposti per facilitare il trionfo degli ideali dì giustizia sociale nei quali ha sempre creduto e tuttora crede.
Troviamo le sue battaglie, le sue critiche, leggendo il libro; seguendo gli avvenimenti dei «Consigli» su tutti i problemi che hanno assillato e assillano la città: metano, acqua, palazzo di Giustizia, Omeca... Non risparmia, nei suoi interventi, critiche anche al suo partito e alla stessa amministrazione Falcomatà. Il volume ci fornisce una idea della vastità dell’impegno di Stillittano. Auspico, nell’interesse della memoria storica, che Stillitano continui a darci altre opere. È un augurio che credo interpreti il pensiero di tanta gente che ha avuto modo di conoscere, apprezzare e stimare l’insegnante partigiano, sceso dalle montagne e dalle colline di Fossato di Montebello, per approdare a Reggio, la sua, nostra amata città di adozione. la sua, nostra amata città di adozione.”
Domenico Salvatore
IL PROFESSORE NINO STILLITTANO, PARTIGIANO, UN PEZZO DI STORIA DELLA POLITICA, DELLA CULTURA, DELLA PEDAGOGIA CALABRESE, SAGGISTA, SCRITTORE
Classe di ferro 1919-Le lancette dell’ultimo decennio, che gli avrebbero permesso di tagliare il traguardo pur sempre prestigioso del secolo di vita, avevano iniziato da tempo il loro ultimo giro, ma l’anziano esponente comunista, non ce l’ha fatta a superare la crisi. Il cordoglio della città dello Stretto. Il ricordo dei politici, degli amici, parenti e conoscenti. Il tam-tam di internet
Domenico Salvatore
REGGIO CALABRIA-Anche Nino Stillittano, l’ultimo dei mohicani del PCI, il partito comunista più grande dell'Europa occidentale, se n’è andato. Nonostante fosse stato sempre di sana e robusta costituzione. Mancava poco per i cento anni. Un’altra stella di prima grandezza della politica reggina è caduta; prima della notte di San Lorenzo. Consigliere comunale a Reggio Calabria, Rosarno, Montebello Jonico; consigliere provinciale sulla Piana e nella Jonica, nelle file del PCI. Nel 1976, il PCI raggiunse l'apice del suo consenso elettorale, col 34,4% dei voti, dopo che, l'anno prima, aveva conquistato le principali città italiane, mentre alle elezioni europee del 1984, avvenne il breve "sorpasso" sulla DC (33,33% dei consensi contro il 32,97%). Membro della direzione provinciale e regionale; componente del Comitato Centrale del PCI, presidente f.f. del CORECO, sezione di Reggio Calabria, per dieci anni.Li aveva visti passare tutti i grandi segretari…Amadeo Bordiga (1921-1923), Palmiro Togliatti (1923-1924/1930-1934/1938-1964), Angelo Tasca (1923-1924), Antonio Gramsci (1924-1926), Camilla Ravera (1927-1930), Ruggero Grieco (1934-1938), Luigi Longo (1964-1972), Enrico Berlinguer (1972-1984), Alessandro Natta (1984-1988), Achille Occhetto. Nino, si è spento, nella sua casa in riva allo Stretto, sul Viale Calabria, circondato dall’affetto dei suoi cari.
Il figlio Elio, primario di Medicina dell’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo (ex primario dei nosocomi di Taurianova e Polistena), poeta, scrittore e saggista, ha fatto tutto il possibile e l’immaginabile per allungare la vita al suo caro papà. Ma nonostante la sua scienza, il papà si è spento …” Si é spento il sole, nel mio cuore, per te,/ non ci sarà più un'altra estate d'amor, /i giorni sono fredde notti per me,/ senza più luce né calor!/ Sul caldo mare che ci ha fatto incontrar,/ un vento gelido mi porta il dolor,/ la bianca luna che ci ha fatto sognar/ si é spenta come il sole d'or./ Muore, nell'ombra la vita/ nel silenzio di tanti ricordi,/…”. ‘Sorella morte’, non gli ha concesso neppure di poter accompagnare all’altare la diletta nipotina. Una tristezza infinita. Un colpo terribile del destino crudele. Un colpo gobbo della malasorte, in cui si sprofonda inesorabilmente. Il tracollo, il lutto, il manifesto, i funerali, la sepoltura, le incombenze burocratiche. Un mulinello, che macina h 24. La notizia della dipartita del caro Nino Stillittano, collega, compaesano e fraterno amico del nostro papà, è stata per noi, un fulmine a ciel sereno. Non lo dimenticheremo mai.Sebbene, fossimo al corrente del suo stato di salute, non ottimale. Pochi sanno dei suoi hobbies. Tipo la saggistica, di cui daremo dettagli nei prossimi giorni.
La scrittura, occupò sempre un posto importante nella sua, ben lunga vita.….” Oh quante volte ai posteri/narrar se stesso imprese,/e sull'eterne pagine/cadde la stanca man!Oh quante volte, al tacito/morir d'un giorno inerte,/chinati i rai fulminei,/le braccia al sen conserte,/stette, e dei dì che furono/l'assalse il sovvenir!/E ripensò le mobili/tende, e i percossi valli/,e il lampo dè manipoli,/e l'onda dei cavalli,/e il concitato imperio/e il celere ubbidir./Ahi! Forse a tanto strazio/cadde lo spirto anelo,/e disperò; ma valida/venne una man dal cielo,/e in più spirabil aere/pietosa il trasportò;/e l'avviò, pei floridi/sentier della speranza,/ai campi eterni, al premio/che i desideri avanza,/ dov'è silenzio e tenebre/la gloria che passò./Bella Immortal! Benefica/Fede ai trionfi avvezza!/Scrivi ancor questo, allegrati;/ché più superba altezza/al disonor del Gòlgota/giammai non si chinò./Tu dalle stanche ceneri/sperdi ogni ria parola:/il Dio che atterra e suscita,/che affanna e che consola,/sulla deserta coltrice/accanto a lui posò./”. Il gran signore di Piazza Castello, non c’è più, ma noi, non tenevamo pronto il “coccodrillo”. Quasi per scaramanzia. Speravamo di poter festeggiare il secolo di vita, insieme ad Elio e tutti i suoi parenti, amici e conoscenti. Ha servito lo Stato, la Patria, la nazione, il popolo italiano.
Dapprima, come soldato, poi come partigiano, quindi come maestro di scuola e di vita, infine come politico di razza. La cultura, ha dato, ma ha ricevuto pure. Nino Stillittano l’uomo, il cittadino, il pedagogista, il letterato, il saggista…”Mimmoooo! Ti aspetto per pranzo. La mia badante cucina da Padreterno. Vieni di buon mattino, così chiacchieriamo un po’. Ti parlerò di me e della buon’anima di tuo padre. Di Fossato, degli Anni Trenta e Quaranta. Tu ancora dovevi nascere. Ti raccomando di non abbandonare la mia, la tua, la nostra Fossato. Fa’ qualcosa. Muovi un dito. Ti consegno questo materiale, questo e quest’altro. So di non essere eterno, ma un comune mortale. Da un giorno all’altro potrei tracollare.” E si abbandonava all’onda lunga dei ricordi; dei due “Nino”, alle emozioni, alle rimembranze. Le sue, non più floride condizioni di salute, ma il colpo al cuore lo abbiamo ricevuto forte ed intenso. Ci legava un feeling speciale. Ma a che serve rivendicare il nodo ed il vincolo? Nino Stillittano non c’è più! Almeno fisicamente. Ma sarà presente sempre la sua eredità morale, spirituale, culturale e letteraria. Non morirà il pedagogista, il maestro di vita e di scuola. Il politico di razza. Il rigore morale. La bandiera del Partito Comunista degli Anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta sino alla svolta della Bolognina. Il simbolo stesso del proletariato. Ed ora, chi consolerà il primario di Medicina, dottor Elio?
Se fossimo ai “Mancusi”, strappando il verso al divino Giosuè, diremmo…” Alle querce ed a noi” — Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'./Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse/Che rapisce de gli uomini i sospir,/Come dentro al tuo petto eterne risse/Ardon che tu né sai né puoi lenir./ A le querce ed a noi qui puoi contare/L'umana tua tristezza e il vostro duol./Vedi come pacato e azzurro è il mare,/Come ridente a lui discende il sol!/ E come questo occaso è pien di voli,/Com'è allegro de' passeri il garrire!/A notte canteranno i rusignoli:/Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;/I rei fantasmi che da' fondi neri/De i cuor vostri battuti dal pensier/Guizzan come da i vostri cimiteri/Putride fiamme innanzi al passegger./Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,/Che de le grandi querce a l'ombra stan/Ammusando i cavalli e intorno intorno/Tutto è silenzio ne l'ardente pian,/Ti canteremo noi cipressi i cori/Che vanno eterni fra la terra e il cielo:/Da quegli olmi le ninfe usciran fuori/Te ventilando co 'l lor bianco velo;/E Pan l'eterno che su l'erme alture/A quell'ora e ne i pian solingo va/Il dissidio, o mortal, de le tue cure/Ne la diva armonia sommergerà. —/…Vorrebbe ancora tempestarlo di baci e carezze, spendere premure ed attenzioni…”Papààààà!
Grazie per avermi dato la vita! e …per avermi dato la forza di essere la persona che sono diventata oggi! Con impegno, amore e pazienza; non è solo una questione di sangue ma un atto d’amore. Io sono fiero di avere un papà meraviglioso come te e ti vorrò sempre un bene dell’anima. Mi hai insegnato a vivere e lasciato sbagliare. I figli contano più degli hobby e della partita. Non temevi di essere tenero e affettuoso. Sapevi capire e perdonare gli sbagli dei figli e riconoscere i propri. Non ti ritenevi perfetto e sapevi ironizzare sui propri limiti” . In ogni caso, un figlio non può giudicare il padre e tanto meno io potrei giudicare un padre che non ha mai ostacolato la mia libertà (Ivan Sergeevič Turgenev *” PADRI E FIGLI”). Nino Stillittano, il partigiano che ha combattuto per la libertà, per la democrazia, per la Patria, merita un busto, una statua, l’intitolazione di una via, di una scuola. Sta alla sensibilità dell’uomo ed alla sua memoria di elefante…’Memoria minuitur nisi eam exerceas’. Un uomo integerrimo ed incorruttibile. Quando era presidente del CORECO f.f., sezione di Reggio Calabria, lo tempestarono di richieste disoneste, illecite ed illegali, ma la sua firma su quegli atti, non venne mai apposta. Ed il povero Nino, dovette subire l’onta della bomba sotto la sua macchina.
Un fulgido esempio di politico serio che non si chinava di fronte alla ‘ndrangheta. Consigliere comunale a Montebello, a Reggio Calabria, a Rosarno e consigliere provinciale nella Piana e nella Jonica. Un coraggio da leone. Allarga le braccia, incredulo, affranto ed inconsolabile, straziato, il primario di Medicina all’ospedale di Melito Porto Salvo. Gli è piombata addosso una valanga vasta e pesante. E dovrà sudare le proverbiali sette camicie di Ercole per gestire il “dopo”. Un’eredità enorme, in termini di valori morali ed ideali, ma anche letterari, politici, spirituali. Numerosi gli attestati di solidarietà, fax, e-mail, lettere, telefonate e visite di colleghi, intellettuali, amici, parenti e conoscenti. Un personaggio di grosso calibro che Reggio Calabria, deve gestire come si deve. Parte integrante della storia politica di questa città. Le sue spoglie mortali riposeranno nel cimitero di Condera, il più grande della città, nella cappella di famiglia. Nino, sentiva il peso della solitudine. Gli s’illuminavano gli occhi, quando, comodamente sprofondati nel sofà di casa sua in Viale Calabria, andava in onda il film della sua carriera politica luminosa e sfolgorante. Tante vicende, tanti personaggi. Compresi i Falcomatà, Rossi, Tornatora, Ugo Vetere, ex sindaco di Roma, Argiroffi, Tripodi, Misefari. Ricordava volentieri la poesia di Giuseppe Ungaretti, la celeberrima lirica “San Martino del Carso”…Di queste case/Non è rimasto/ Che qualche/Brandello di muro/Di tanti/Che mi corrispondevano/Non è rimasto/Neppure tanto/Ma nel cuore/Nessuna croce manca/E’ il mio cuore/Il paese più straziato/”.
Tanti, partiti, sindacati, personaggi politici e culturali ecc. lo ricordano con affetto ed ammirazione. Quelli, che salutavano i suoi comizi dal balcone con interminabili salve di scroscianti applausi a scena aperta e cori da stadio…Ni-no, Ni-no, Ni-no. Nemmeno andasse in onda l’incontro di pugilato tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith, al Madison Garden Squadre di New York Il PdCI reggino ricorda Nino Stillitano (Mer, 07/08/2013 - 16:48)…È morto il prof. Nino Stillitano….”Anche se probabilmente è poco conosciuto ai giovani di oggi il Professore ha rappresentato dagli anni “40” in poi fino agli anni “80” un punto di riferimento politico altissimo in città ed a livello regionale. I niziò il suo impegno da Partigiano; aveva innato il valore della giustizia sociale e quindi combattere il fascismo gli venne quasi naturale.Da li prese avvio una stagione lunghissima in cui Nino fu protagonista dentro il PCI ma anche dentro le istituzioni cittadine, provinciali e Regionali.Veniva da quella stagione il cui il “Maestro” era una figura sociale importante nella società italiana e lo era ancor di più perché come tanti maestri dedico la sua cultura, i suoi studi all’impegno politico alla diffusione dell’idea comunista della quale è stato uno strenuo sostenitore. Lo ricorda Mommo Tripodi nel suo libro e lo ricorda anche Tommaso Rossi nella sua ricostruzione della storia del PCI dei decenni scorsi.
Nel Partito assunse per 40 anni ruoli di primissimo rilievo.Da Dirigente politico assunse ruoli istituzionali molto importanti; negli anni “70” fu capolista nella lista per le elezioni comunali e poi Consigliere comunale.Erano altri tempi. Il Civico Consesso era composto dai massimi dirigenti politici e da persone di alto profilo sociale; per questo il contributo suo e di tanti altri come lui determinò anni di progresso civile e sociale a Reggio.Per molti anni fu Consigliere Provinciale. Nell’Istituzione Provinciale Nino fù per anni grande punto di riferimento anche stando all’opposizione. Infine fu membro del Comitato Regionale di Controllo (il CO.RE.CO.) istituzione oggi abrogata con grave miopia di questo Stato strano e cieco. Anche qui, i Compagni ed anche gli avversari sapevano di trovare nel prof. Stillitano la personificazione del rigore; di trovare lo strenuo difensore degli interessi collettivi e delle fasce bisognose.Già perché crediamo che questo possa essere, il miglior testimone da ereditare per i giovani di oggi: il rigore morale, l’alto senso dello Stato e delle Istituzioni e soprattutto l’altissima considerazione per il Partito come massima espressione di democrazia. Personalmente l’ho conosciuto da ragazzino; da giovane iscritto al PCI ed ho avuto sempre un grande rispetto per questa figura che già nel suo aspetto fisico raffigurava il senso del rigore e della serietà. L’ho rivisto di nuovo negli ultimi anni della sua vita. Da Segretario Provinciale andavo a casa, con Mommo Tripodi, a fargli la tessera del Partito in quanto da anni era iscritto al PdCI. Era l’occasione di lunghe chiacchierate in quanto con Mommo ricordavano particolari importanti delle battaglie politiche che avevano condiviso e purtroppo spesso si trovavano a lamentare la crisi della politica di oggi.
Per me fare la tessera al prof. Nino è stato un grande onore perché sapevo di firmare la tessera ad un grande uomo politico ed istituzionale ad un appassionato Partigiano e ad un grande Comunista. E per questo esprimiamo a nome di tutto il Partito sentite condoglianze ai figli ed ai parenti tutti. PdCI – Federazione Provinciale di Reggio Calabria. Cordoglio dell'on. Giovanni Nucera per la scomparsa del Prof. Nino Stillitano
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L’on.Giovanni Nucera, Segretario Questore del Consiglio regionale (Reggio Calabria 7 agosto 2013) …“Ho appreso con dolore e profondo sconforto la notizia della scomparsa, avvenuta giorni addietro, del Prof. Nino Stillittano.
Il Professore, come da noi tutti era chiamato, non è stato soltanto un pedagogo nella difficile arte dell'insegnamento, ma è stato soprattutto un uomo di grande impegno sociale e di forti slanci politici, virtù maturate nel suo cuore, come portatore di una fede che è stata il motore del suo servizio alle comunità nelle quali ha vissuto e per le quali si è sempre battuto senza risparmio.
Lo ricordano a Montebello Ionico, sua terra d'origine e sua iniziale palestra di tante battaglie sociali per l'emancipazione delle popolazioni ioniche. Ma lo ricorda ancora di più la grande comunità della città di Reggio Calabria che lo ha conosciuto nei molteplici ruoli di consigliere comunale della città, consigliere della Provincia di Reggio Calabria, e come dirigente di quel grande partito di massa che fu il Partito Comunista Italiano.
Fu un idealista, un uomo che visse la sua militanza politica e partitica con la dignità, la coerenza e la trasparenza d'impegno che solo pochi eletti hanno saputo testimoniare ad un livello così alto. Fu un comunista anomalo rispetto ai tempi in cui ha vissuto e condotto la sua esperienza nei diversi consessi elettivi di cui faceva parte e negli apparati burocratici territoriali all'interno dei quali si distinse per impegno e lealtà.
L'anomalia della sua azione consisteva nel rifiuto della concezione ideologica della politica. Fu un antesignano del confronto, del dialogo e delle aperture con le altre sensibilità culturali e politiche.
Forse per questo, molte volte, fu incompreso nella sua azione lucida e lungimirante. Proprio per questo, ancora, è stato costantemente vittima di congiure interne al Partito Comunista Italiano e stretto tra le rigidità ideologiche di un apparato burocratico che non accettava le aperture al di fuori della cristallizzata nomenclatura interna e i forti cambiamenti che le nuove generazioni reclamavano dalla società dei cosiddetti 'adulti'.
Si schierò a favore di Reggio, e ancora di più seppe porsi contro corrente rispetto alla sua parte politica, nell'analisi storica che seguì i tragici avvenimenti dei primi anni '70. La sua fede e la sua azione politica ispirarono il suo impegno e le sue battaglie per l'emancipazione dell'uomo, l'uguaglianza dei diritti e la parità delle classi sociali. Grande impegno dedicò al riconoscimento dei diritti dei contadini, per la garanzia del lavoro per una classe operaia sfruttata e malpagata. Ha sempre tenuto alta la sua dignità, sia nella difesa delle fasce più deboli, che nel confronto con gli organi costituiti del potere, territoriali. La sua fu una costante promozione della persona umana, tanto da poter dire oggi che al materialismo marxista dell'età giovanile, nel suo cuore, si è innestato il seme del messaggio evangelico e della fede in Cristo.
Lo ricorderò sempre con affetto e mi sento in colpa per tutte le volte che sono stato da lui interpellato e ho disertato gli appuntamenti, giammai per una mancanza di riguardo, ma come conseguenza di una instancabile e frenetica attività politica che molte volte mi ha costretto a trascurare gli affetti più cari.
Conservo con piacere le sue pubblicazioni, che considero il suo importante testamento politico. Le rileggerò considerandole "sapere" e "conoscenza" con le quali arricchire la mia personale esperienza politica. “
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Francesco Catanzariti, fonte Fossatese nel mondo, ex sindaco di Platì commentando “Il tempo delle battaglie politiche”, di Stillittano ripercorre in un libro gli eventi del passato… “Antonino Stillittano, dirigente comunista dal ‘47, ha dato alle stampe un libro sulla sua attività nei Consessi Elettivi e nel Comitato Regionale di Controllo di Reggio Calabria negli anni 1960-90. In questi anni, infatti, è stato eletto, per diversi mandati, consigliere provinciale e comunale a Reggio Calabria, a Rosarno e nel suo paese natio, Montebello Jonico. In queste assemblee è stato scelto per svolgere il ruolo impegnativo e importante di capogruppo. Nella scelta ha certamente pesato il carisma dell’uomo, il passato di combattente partigiano in Albania, le sue doti e capacità. Non a caso ha ricoperto nel Pci prestigiosi e alti incarichi non solo a livello locale ma anche nazionale. - Il libro, intitolato «Era l’anno del sole non quieto», è molto interessante, oltre che utile. Con questa pubblicazione contribuisce a irrobustire la memoria storica della lotta politica e amministrativa di Reggio e provincia ma dà anche un rendiconto particolareggiato della sua attività, nel rispetto scrupoloso dell’etica e della trasparenza. Etica e trasparenza, oggi spesso proclamate, ma sovente eluse da tanti eletti. Stillittano non aspira oggi ad altre candidature, anche se ancora non ha buttato la spugna e conserva, con la lucidità della sua robusta intelligenza, la grinta e la voglia di combattere la battaglia politica per il trionfo dei suoi ideali. Il libro, scritto in maniera semplice, è scorrevole. Non è un assemblaggio alla rinfusa, ma una raccolta di scritti, stralci, documenti, con un percorso logico e rigoroso e con note introduttive e di commento, che danno ai lettori pagine interessanti e belle della nostra storia politica.
Si ha l’impressione, così come in maniera originale è ristrutturato il volume, che Stillittano, indossi i panni danteschi di Virgilio per farti da guida. E, l’autore, infatti, col suo modo di scrivere e di argomentare sembra ti conduca con mano nei luoghi e nei tempi di alcune battaglie politiche e sociali, ti fa visitare e vivere con la mente giorni di forti passioni, di grandi ideali, ma anche di sacrifici, di frequenti rinunce, un libro che, nella sua semplicità, ma anche intensità ti trasporta a una atmosfera di nostalgia, al fascino di un periodo, che non puoi rinnegare essendo alla base della formazione e educazione politica e culturale sua e di tante generazioni. Stillittano non sì limita a raccontarci «il clima arroventato delle intere nottate dei Consigli», ma ci parla anche (o meglio ci svela) momenti di amarezza di non condivisione dell’operato dei gruppi dirigenti della Federazione Comunista. Come quando con franchezza parta di Taranto un dirigente che, al suo rientro a Reggio, da Mosca, dove aveva frequentato la scuola dl partito, «preferì emigrare a Torino anziché fare, condizionato, il segretario provinciale del partito comunista reggino, lasciando spazio ad alcuni avventurieri politici». Non parla per togliersi “la pietra dalla scarpa” (e pietre nelle scarpe siamo in molti ad averne), ma per tentare di fare verità e chiarezza e, cosi, creare I presupposti per facilitare il trionfo degli ideali dì giustizia sociale nei quali ha sempre creduto e tuttora crede.
Troviamo le sue battaglie, le sue critiche, leggendo il libro; seguendo gli avvenimenti dei «Consigli» su tutti i problemi che hanno assillato e assillano la città: metano, acqua, palazzo di Giustizia, Omeca... Non risparmia, nei suoi interventi, critiche anche al suo partito e alla stessa amministrazione Falcomatà. Il volume ci fornisce una idea della vastità dell’impegno di Stillittano. Auspico, nell’interesse della memoria storica, che Stillitano continui a darci altre opere. È un augurio che credo interpreti il pensiero di tanta gente che ha avuto modo di conoscere, apprezzare e stimare l’insegnante partigiano, sceso dalle montagne e dalle colline di Fossato di Montebello, per approdare a Reggio, la sua, nostra amata città di adozione. la sua, nostra amata città di adozione.”
Domenico Salvatore
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