Cinquefrondi (Reggio
Calabria) 01 agosto 2013 – Anche il portavoce di Rinascita, Michele Conia - a
colloquio con noi di MNews.IT - ha inteso dire la sua. Rimandando al mittente
la critiche su Borgo Futuro, esprimendosi sullo stato di benessere dei cinquefrondesi,
sfatando alcuni preconcetti e anticipando importanti novità personali sul
fronte dell’appartenenza partitica. Aprendo condizionatamente al Pd, ha infine
spiegato perché terrebbe ad accomodarsi
sulla poltrona di primo cittadino della città.
Consigliere, il sindaco Cascarano ha collocato le opposizioni - lei con
Rinascita e Michele Galimi con il Pd - nel recinto del passato…
La linea politica che
abbiamo prescelto è quella di non cedere alle provocazioni. Dico solo che a noi
importa che ciò che facciamo venga fatto bene. Ed a quanto pare non solo lo
facciamo bene ma siamo addirittura innovativi se altri hanno le preoccupazioni
di collocarci da qualche parte…
Conia, non le pare che a Cinquefrondi si litighi - politicamente - un
po’ troppo? Perché ciascuna parte non riesce a superare il proprio steccato per
guardare sinergicamente al bene del paese?
Devo dare atto che è
purtroppo vero. Ancora da questo punto di vista siamo piuttosto lontani dal
fare il salto di qualità. La critica politica viene trasformata troppo spesso
in beghe personali ed in futili personalismi. A noi, invece, interessa il
confronto sul fare e non scadere in personalismi che dividano le parti in
fazioni.
Entriamo nel vivo e parliamo di Borgo Futuro. Vetrina elettorale,
passerella delle vanità, vanto del nulla o autentica operazione
socio-culturale, quale è la verità? Potevate davvero intervenite prima e non
l’avete fatto? E, in forza dell’esperienza di “Arretu li mura” pensate di
estendere l’iniziativa ad altri quartieri?
Si poteva fare meglio e
prima, sono d’accordo. Certo ci dovevano pensare i sindaci pro-tempore. E
paradossalmente oggi chi dice questo si ritroverebbe a puntare il dito verso se
stesso od i suoi neocompagni di partito. Quando ero assessore io mi occupavo
esclusivamente di politiche sociali. Borgo Futuro è solo un laboratorio aperto
che tenta di coinvolgere attivamente la società civile e per noi rappresenta un
modello di come vorremmo amministrare. Se poi questo verrà apprezzato
politicamente, lo vedremo.
A suo avviso, i cinquefrondesi – a conti fatti - stanno davvero meglio
di prima, così come ha spiegato il primo cittadino?
Assolutamente no. Ritengo
questo il periodo più brutto della storia di Cinquefrondi. Mancano servizi
essenziali come, ad esempio, quelli sociali. E poi francamente non vedo nulla
di migliorato rispetto a prima. Piuttosto riscontro una certa rassegnazione nei
cittadini che noi di Rinascita vogliamo provare ad allontanare per restituire entusiasmo
e voglia di fare.
Come gruppo consiliare, reputate di avere qualcosa da rimproverarvi politicamente?
E lei si sente in credito od in debito con i cittadini che le hanno dato
fiducia? Valuta la vostra una opposizione adeguata?
Credo che si possa sempre
fare di più nei confronti dei cittadini. Ma almeno spero che loro ci
riconoscano l’impegno profuso che spesso ci comporta dover tralasciare affetti
personali e lavoro. Noi abbiamo deciso di fare attività propositiva ed il
rimprovero che mi posso fare è quello di aver tentato di collaborare con questa
amministrazione. Inutilmente. Poiché, a quanto è parso, essere stati disponibili
non è servito.
Ritiene fondate le critiche che la ritraggono come un personaggio
politico ruvido e permaloso, a volte barricadiero senza ragione, più un tifoso
che un uomo delle istituzioni, border line al culto del “capopopolo”? Alberga
in lei l’animo dell’ egocentrico politico?
Sono al terzo mandato. Se
questa rappresentazione di me fosse stata aderente alla realtà i primi a bocciarmi sarebbero
stati i cittadini, al cui giudizio mi sono
sempre rimesso. Ciò detto, queste asserzioni sono etichette che qualcuno, a suo
gusto, tenta di attaccarmi addosso.
In un recente passato lei ha sposato e condiviso un programma ed una
consiliatura con autorevoli esponenti del Pd locale che ha sedotto e poi rinnegato – si dice – per questioni di poltrone. In un
certo senso, non potrebbe essere definito anche lei un comodo scalatore di posizioni?
Intende ripudiare quella esperienza?
Non ripudio affatto
quella esperienza! All’epoca abbiamo aderito ad un invito del Pd per
sconfiggere le destre. Da lì nacque l’alleanza frutto di un accordo politico.
Io ho rispettato il mandato ricevuto lavorando tantissimo nel mio assessorato.
Terminato il quale abbiamo, assieme ad altri amici, fondato Rinascita come soggetto politico nuovo. E poi rilevo che io
sono rimasto sulle mie posizioni politiche, non così l’attuale segretario del
Pd…
Senta, ha un senso assistere, tutt’oggi, al martirio - anche a
Cinquefrondi - delle sinistre? Il vantaggio dei vostri avversari del
centro-destra non è forse ritrovarsi davanti a tante visioni di sinistra divise
nella loro area di riferimento e perennemente litigiose su ogni questione? Non
sarebbe ora di unire anziché scindere?
Rinascita rappresenta un aggregatore aperto. La informo che ci sono buone possibilità che io non rinnovi neanche la tessera di Rifondazione... Noi siamo disponibili a dialogare con chi condivide idee di sinistra. Anche col Pd. A patto che sia un rapporto alla pari, una testa un voto, con un’assemblea che decida a maggioranza. Se il Pd ci manda un invito, saremmo disposti anche a ragionare, sempre che si liberi il campo dalla presenza ingombrante della vecchia classe dirigente. E poi, a sentire la gente, credo che noi stiamo correndo già seriamente il rischio di vincere le prossime elezioni…
Nei confronti di questo paese, a quanto pare, in tema di sicurezza non
esistono mezze misure: per una parte non lo è tanto da essere definito “un
paese alla deriva”, mentre per chi governa non solo lo è ma – secondo dati
statistici – i reati si sono addirittura più che dimezzati. A suo parere, come
stanno le cose?
In medio stat virtus. No
intendo speculare su questo tema. Si tratta di un problema atavico che nessuna
amministrazione può debellare del tutto. E’ un concetto prima di tutto
culturale. E non basta solo reprimere. Anche se poi ammetto che questa
amministrazione - sotto questo profilo - non si sia spesa molto…
Conia, conferma che sarà lei a sfidare Cascarano sul terreno insidioso
della prossime comunali? E, perché ambisce tanto alla carica di sindaco? Cosa
rappresenta per lei? Un premio personale dopo tante lotte, un adeguato riconoscimento
al lavoro del suo partito, un trampolino di lancio verso altri traguardi o la
possibilità di applicare la “sua” ricetta politica al paese? Mutatis mutandis,
con lei sindaco cosa cambierà?
Confermo. Salvo
stravolgimenti, sarò io il candidato a sindaco per Rinascita. Veda, la mia
grande aspirazione è quella di dimostrare che un altro modo di amministrare è
possibile. Vorrei investire in cultura e politiche sociali. E poi su temi come
acqua pubblica ed ambiente. Vorrei un’amministrazione partecipata e
partecipativa. Istituirei le assemblee di quartiere e convoglierei la vitalità
del paese. Che è tanta, le assicuro. Vorrei esprimere il modello di sindaco che
va incontro ai cittadini, non il contrario. E magari un giorno vorrei essere
ricordato come il sindaco che ha innovato Cinquefrondi.
Giuseppe Campisi
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