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Roccaforte del Greco, il paese della democrazia (interrotta)

Dibattito pubblico  dal titolo:“Il coraggio di amministrare. Il movimento "Liberi di Ricominciare" dopo l'esordio a San Luca lo scorso 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica e successivamente a Gioia Tauro (15 giugno) per la prima tappa del tour itinerante del "comitato per la difesa della democrazia negli enti locali", si ripropone domenica 30 a Roccaforte del Greco con un dibattito aperto intitolato "Democrazia interrotta: “ Il coraggio di amministrare ", in risposta alle deplorevoli "insinuazioni" di Conchita Sannino di Repubblica. Al dibattito è stata anche invitata Conchita Sannino di Repubblica.. Erano stati invitati a partecipare anche:  Rosario Sergi, socio fondatore di "Liberi di Ricominciare" in rappresentanza dell'area ionica;Ercole Nucera, già Sindaco di Roccaforte del Greco;Paolo Ferrara, presidente di "Liberi di Ricominciare"; Pierpaolo  Zavettieri Consigliere amministrazione provinciale di Reggio Calabria; Domenico Pirrotta, presidente di "Insieme per Gioia"; Salvatore Varano,Presidente "Ideali e libertà" e già vicesindaco di Borgia (CZ); Luigi Palamara, presidente  di "Nessuno tocchi Roccaforte del Greco"; Giuseppe Angiò già consigliere comunale di Ardore e socio fondatore di "Mondo Rurale"; Ilario Ammendolia, già Presidente di Associazione dei Sindaci della Locride e già sindaco di Caulonia;Gianluca Ursini, giornalista de l'Unità;Giorgio Dal Torrione, già sindaco di Gioia Tauro (RC). Ha concluso i lavori: Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla Cultura e Legalità della Provincia di Reggio Calabria;In assenza di Giuseppe Morabito, già Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria già Presidente dell'Unione regionale degli Ordini forensi della Calabria
ROCCAFORTE DEL GRECO (RC), QUELLA DEMOCRAZIA INTERROTTA, IL COMITATO PER LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA, NEGLI ENTI LOCALI, FA TAPPA IN ASPROMONTE, IL CORAGGIO DI AMMINISTRARE. UN CIMITERO DEGLI ELEFANTI
Domenico Salvatore



Lo Stato efficiente e funzionale c’è, questo è lapalissiano; in maniera forte e massiccia. Ed è attivo ed operativo. Anche troppo. Non ha senso infatti, si fa osservare da autorevoli personaggi equidistanti ed equilibrati, sciogliere un Comune di tre-quattrocento abitanti (sulla carta), addirittura per tre volte, record nazionale; da decenni, abbandonato in balìa delle onde e di se stesso. L’unica strada in grado di collegare con la costa è la provinciale Melito-Bagaladi-San Lorenzo-Roccaforte. Una trazzera vertiginosa tutta curve da capogiro, saliscendi a perdifiato, crepe e voragini a perdere, affrontabile con il fuoristrada. Per buona parte dell’anno interrotta da frane e valanghe. Lo Stato, non ha visto e continua a rimanere “cieco”, la necessità ed il bisogno di una bretella di scorrimento veloce lungo l’Amendolea, in grado di collegare alla marina in cinque minuti. E nemmeno l’alternativa, altrimenti detta pedemontana grecanica, in grado di collegare in tempi rapidi, Reggio Calabria con Fossato, Bagaladi, San Lorenzo, Roccaforte, Condofuri, Bova, Palizzi. Lo Stato…non dà lavoro ai giovani, che appena possono emigrano verso altri lidi.

A Roccaforte, oramai una ghost town (città o villaggio fantasma; se non “cimitero degli elefanti”) rimangono i vecchi e gli anziani, in attesa del trapasso. Cittadini residenti, mani incallite ormai senza speranza…amara terra mia, amara e bella. Non hanno più sogni da cullare, assediati anche, dagli acciacchi senili e dai malanni, che ognuno si porta dietro. A stento riescono a provvedere alle necessità primarie. E non tutti. Arriviamo alle prime case di Roccaforte sotto la pioggia battente; ad un tiro di schioppo da…luglio…luglio col bene che ti voglio/vedrai non finira' ia ia ia ia/luglio m'ha fatto una promessa/l'amore portera' ia ia ia ia/anche tu/in riva al mare/tempo fa/amore amore/mi dicevi luglio/ci portera' fortuna/poi non ti ho vista piu'/vieni da me c'e' tanto sole/ma ho tanto freddo al cuore/se tu non sei con me/luglio si veste di novembre/se non arrivi tu ia ia ia ia/luglio sarebbe un grosso sbaglio/non rivedersi piu' ia ia ia ia/ …”. Fa freddo. I convegnisti si son portati tutti la giacca e qualcheduno, pure il giaccone. Incredibile, ma vero, se si pensa che nella “Valle della morte” negli USA, la temperatura è già salita e 54 gradi. Nessuno, grida allo scandalo, quando vede le colonne di fumo  innalzarsi dai caminetti accesi. Giove Pluvio e suo compare Eolo, mitico re dei venti, la fanno da padrone. Le automobili, che hanno osato sfidare il “Mont Ventoux” arrancano e sbuffano in colonna, prima d’insinuarsi nel budello che conduce al rione “Castello”, sede del Comune e head quarter della manifestazione itinerante.

Il sagrato della chiesa di San Rocco, “alloggia” una ventina di macchine. Le altre, possono solo strusciare sugli spuntoni della rocca. C’è lo scambio di saluti e baci, pacche sulle spalle, strette di mano, sorrisi di circostanza, sotto la balaustra di “Palazzo San Rocco”, c’era una volta il Comune. Poco prima di mezzogiorno, gli scongiuri dei comuni mortali, muovono a compassione il padre Zeus. Giacomo Leopardi, riporta la serenità nel borgo natìo…” Passata è la tempesta:/Odo augelli far festa, e la gallina,/Tornata in su la via,/Che ripete il suo verso. Ecco il sereno/Rompe là da ponente, alla montagna;/ Sgombrasi la campagna,/ E chiaro nella valle il fiume appare./Ogni cor si rallegra, in ogni lato/ Risorge il romorio/ Torna il lavoro usato./…”. Luigi si è rivolto invano al  reverendo padre del paese per ottenere i locali della parrocchia e ripararsi dalle intemperie atmosferiche, ma era come parlare al muro. Bisogna chiedere il permesso all’arciprete, al vicario di zona, al vescovo, all’arcivescovo, al cardinale, sino al Papa…et ego vobis dico, petite et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsate et aperietur. Chiedete e vi sarà dato. Cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Protestava il Supermolleggiato…“si è spento il sole e chi l'ha spento sei tu” .

Finalmente dal cervello sesquipedale di Ercole Nucera, ex sindaco, ex segretario regionale SDI ed ex assessore provinciale alla cultura  esce l’idea vincente di svolgere il convegno nel teatro greco. Sebbene la recitazione fosse rigorosamente in versi, e alle parti soliste, non si accompagnasse un Coro, gruppo di attori che assolveva la funzione di collegamento delle scene, commento e narrazione della trama. I Greci, consideravano il teatro non come una semplice occasione di divertimento e di evasione dalla quotidianità, ma piuttosto come un luogo dove la polis si riuniva per celebrare le antiche storie del mito, patrimonio comune della cittadinanza, che lo spettatore greco conosceva, insieme a tutte le informazioni specifiche sullo spettacolo dedotte dal proagòn. Lo spettatore greco, si recava a teatro per imparare precetti religiosi, per riflettere sul mistero dell'esistenza, per rafforzare il senso della comunità civica.  Il teatro, era per i Greci, fonte Wikipedia, uno spettacolo di massa, molto sentito e vissuto da parte dei cittadini di ogni classe sociale e condizione economica: esso era infatti un rituale di grande rilevanza religiosa e sociale, considerato uno strumento di educazione nell'interesse della comunità; un rito collettivo della pólis, che si svolge durante un periodo sacro in uno spazio sacro (al centro del teatro sorgeva l'altare del dio); per le idee, i problemi e la vita politica e culturale dell'Atene democratica, assunse la funzione di cassa di risonanza: se è vero infatti che la tragedia parla di un passato mitico, è anche vero, che il mito diventa metafora dei problemi profondi che Atene vive.

Aristotele a questo proposito formula il concetto di "catarsi" (kàtharsin, purificazione), secondo cui la tragedia pone di fronte agli uomini gli impulsi passionali e irrazionali (matricidio, incesto, cannibalismo, suicidio, infanticidio...) che si trovano, più o meno inconsciamente, nell'animo umano, permettendo agli individui di sfogarli innocuamente, in una sorta di esorcizzazione di massa. Sandro Ciotti, l’indimenticabile, leggendario radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto” direbbe…cielo coperto; a tratti vien giù la pioggia; spettatori intirizziti a ranghi ridotti; spalti semivuoti. Moderatore del dibattito, Rosario Sergi di “Liberi di ricominciare”,che s’insedia nella cavea, assieme agli altri oratori.  Al prologo, per…” ragioni aeree”, prende la parola l’onorevole Valentina Paris (PD), che parte lancia in resta e dalla sua rampa semovente, partono un paio di missili terra-aria. La legge sullo scioglimento non le va a genio: è obsoleta, fatiscente, superata, anacronistica. Non condivide il cavallo di troia della mafia, “prezzemolo di ogni minestra”; i comodi alibi, i capri espiatori.”La mafia c’è, esiste e nessuno si sogna di metterlo in dubbio, ma il Parlamento, che è sotto scacco, ostaggio delle lobbies , delle oligarchie e dei gruppi liberticidi, che l’hanno spogliato di ogni potere, ci sta sottraendo spazi di libertà e di democrazia. Il racconto che viene fatto del Mezzogiorno d’Italia è falso.

Basta un sospetto, la parola di un sottufficiale ed un Comune viene sciolto per mafia. Sfido io, poi a trovare persone disponibili ad andare ad amministrare un comune catalogato come ‘mafioso’. Paolo Ferrara se la prende con le strane coincidenze:” Ogni volta o muore qualcuno, piove o nevica, c’è uno sciopero oppure non si trova un locale adatto per la riunione. Contestiamo l’articolo di Conchita. Ma come, non si guarda alla trave dei nipoti dei mammasantissima che amministrano l’Università e si viene qui  a guardare la pagliuzza di Roccaforte. La Cassazione ha stabilito con recente sentenza, che non esista il reato di parentela”. Pierpaolo Zavettieri ha resistito quanto ha potuto in maniche di camicia, ma poi ha indossato la giacca e se non bastasse, pure il giaccone. Il consigliere provinciale è stato asciutto ed ossuto. La legge sullo scioglimento dei Comuni, non convince nemmeno lui. Ma soprattutto ha riconosciuto pubblicamente, che a Roccaforte ci siano cittadini onesti, laboriosi ed intelligenti, amanti della legalità.Salvatore Varano, vicesindaco di Borgia:”Il mio Comune è stato sciolto per semplici sospetti. Io personalmente, non sono stato mai inquisito.

Anzi, per dirla tutta, non ho mai ricevuto un avviso di garanzia. Il sindaco “sciolto” Ercole Nucera, (in attesa del ricordo al Capo dello Stato),che non ha condiviso l’articolo, lancia il suo j’accuse, contro la giornalista de “La Repubblica” Conchita Sannino, che a suo dire avrebbe maltrattato il popolo di Roccaforte ed offeso l’intelligenza del paese del partigiano Marco Perpiglia, inteso “Pietro”. Non siamo un paese del Burundi. Non siamo contro lo Stato, sia chiaro, ma ci dicano se Roccaforte debba essere trasferito a valle, pur senza essere alluvionato, come invece Africo, come Roghudi ecc.. Ce ne faremo una ragione. Questo stillicidio, non fa che peggiorare le cose. Il teorema che tutto sia mafia, non regge il confronto con la realtà dei fatti”.Il giornalista Luigi Palamara, presidente del Comitato “Nessuno tocchi Roccaforte”, ha difeso il suo paese coi denti e con le unghie. Palamara si duole per le parole di Conchita su uno dei quotidiani più diffusi del Paese, che paradossalmente, ha acceso i riflettori su Roccaforte, diventato improvvisamente l’ombelico del mondo, con tanto di tempio di Apollo e di Pizia. L’estate scorsa, sono andati in fumo cinquecento ettari di bosco, pinete, frutteti querceti Un danno enorme per l’ambiente, la fauna, la flora, ma nessuno ha mosso un dito. Un’indifferenza spaventosa. Ricordo nella mia infanzia ed adolescenza il chiasso festaiolo di “Zumbeddhu”, le canzoni di Lucio Battisti, il profumo della terra, il verde, l’ossigeno, la natura, la solidarietà, l’amicizia.

Poi è salito in cattedra Ilario Ammendolìa, ex sindaco di Caulonia, ex presidente dei sindaci della Locride, eroe di mille battaglie. Il personaggio, non concorda con quelli che indicano Platì, come il centro della ‘ndrangheta, dove tutto è mafia;e protesta contro lo scioglimento inaudito di Samo…quando noialtri giovanotti sotto il palco gridavamo, abbasso il ministro della malavita, la polizia ci caricava.  Cita due passaggi su Antonio Gramsci. Poi tocca al giornalista Gianluca Ursini (L’Unità). La prima staffilata è contro Roma per l’abbandono del Mezzogiorno, della Calabria, della Zona Grecanica….”Porto la cravatta nera in segno di lutto, perché c’è un funerale alla democrazia ed alla libertà. Ursini è contrario all’attuale legge sullo scioglimento, farraginosa e anacronistica ed allude ad una rivolta gandhiana…democrazia, trasparenza, responsabilità, non violenza. Posizioni, in parte condivise dall’ex sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, anche lui sciolto per mafia. Sebbene La Corte, presieduta dal giudice Iside Russo, abbia confermato l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. C’era molta attesa per l’intervento dell’assessore provinciale alla cultura, Edoardo Lamberti Castronuovo. Uno che non guarda in faccia nessuno quando si tratta di difendere la legalità e la trasparenza. Era già assessore provinciale, quando gli hanno lanciato la sfida di andare a dirigere un comune sciolto per mafia (San Procopio, regno degli Alvaro).

Ma ha rinunziato alle sue indennità per ssalvare la scuola materna. Lamberti, se la prende con i ministri che hanno varato i decreti mangia classi e mangiaistituti. Un accorpamento selvaggio che smembra, polverizza e distrugge i paesi. Non ha gradito il rifiuto del parroco di concedere i locali. Lamberti è uno che dice pane al pane e vino al vino. Non possiede il dono dell’intervento diplomatico, elegante, forbito, ovattato, indolore. Un anticonformista per eccellenza. Il che, gli ha alienato tante porte, comprese quelle del Parlamento. Non ha mai indossato i panni del politicante. Sullo scioglimento dei Comuni per mafia, critica la legge, basata sui sospetti. Su quello di Reggio Calabria, ha un suo convincimento: Reggio Calabria è stato sciolto per mafia;  altrimenti lo avrebbero sciolto per dissesto. Al di là della simpatia od antipatia, Lamberti ci sembra un personaggio spontaneo, schietto, naturale e genuino; un uomo di talento e di qualità. Elementi che contrastano con l’aurea mediocritas. Non vi diciamo amici lettori sovrani, quanti palloni gonfiati e mezze calzette, se non fannulloni, bamboccioni, mammoni, di quelli che conosciamo, occupino posti di responsabilità nel cosiddetto consorzio civile. Anche questo convegno ha avuto la sua coda gastronomica, presso l’agriturismo Passaniti. Pantagruel e Gargantua, hanno avuto la loro parte; senza nulla togliere a Pisone, Sardanapalo, Carlo Magno e qualche altro buongustaio. Finisce a…tarallucci e vino tra frizzi, lazzi, motti e burle, foto e scambio di numeri telefonici Domenico Salvatore

La galleria Fotografica della giornata

Galleria fotografica 2























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