Genova 18 luglio 2013 - Il consiglio
comunale inizia con la presentazione al consiglio, da parte dell’assessore al Bilancio Francesco Miceli, dei documenti previsionali e programmatici 2013 – 2015.
Dopo
l’esposizione, interviene il sindaco Marco Doria:
Oggi è il primo
tempo del bilancio. Il secondo sarà a settembre, quando verranno forniti ai Comuni
elementi di certezza sulle risorse disponibili. Questo ci fa capire che ci muoviamo
in un quadro provvisorio, e non possiamo illuderci che a settembre lo scenario migliori.
Il quadro nel quale siamo inseriti ha forti elementi di incertezza per il
quadro normativo di riferimento, che è provvisorio. Però abbiamo anche la certezza
che ci saranno ulteriori tagli per tutti i comuni. Questa situazione, assolutamente
certa, è compensabile solo attraverso l’imposizione sugli immobili, l’unica
leva in mano ai comuni. Altro elemento di certezza è l’aggravarsi della
recessione: disoccupazione, contrazione del Pil, situazioni di emergenza
sociale. Questo scenario è condiviso, in quanto oggettivo, da tutti i sindaci
italiani. In questa situazione dobbiamo fare un bilancio, un atto dovuto da
parte di una pubblica amministrazione. La legge avrebbe consentito di
procrastinare l’approvazione del bilancio
preventivo 2013 alla fine di settembre, abbiamo deciso che non era possibile tardare
ulteriormente: è doveroso licenziare il bilancio prima della pausa estiva, per
dare indicazioni chiare ai servizi comunali. Poi, legati al bilancio del Comune
ci sono operazioni di trasferimento di risorse, ad esempio ad Amt e a Fiera di
Genova per permettere loro di sopravvivere e fornire servizi. Inoltre,
l’approvazione del bilancio ci consente di accendere il mutuo per lo scolmatore
del Fereggiano.
Alcune cifre sulla
disponibilità di risorse del Comune e quindi sulla sua capacità di spesa. Questo
esame tiene conto di una manovra che fa parte integrante di questa ipotesi di
bilancio. Perché abbiamo cambiato alcune aliquote definite nel 2012? Perché
partivamo da cifre che riguardano le risorse disponibili: nel 2012 avevamo a
disposizione 882 milioni di euro. A fine giugno, ragionavamo sulla base di 800
milioni di euro disponibili, ossia 80 milioni di euro in meno rispetto al 2012
(circa il10% in meno). Come reggere a questa riduzione? Era d’obbligo ridurre
la spesa e, in un anno di azione amministrativa, la spesa del Comune si è ridotta
di 50 milioni di euro. Il bilancio preventivo 2013 quindi ci portava a un
livello necessario di 830 milioni. Sotto non si poteva andare, a meno di
effettuare, non più risparmi virtuosi, ma tagli dolorosi e insostenibili. Da
qui la necessità e l’obbligo di una manovra per aumentare le entrate, facendo
leva sullo strumento a disposizione dei comuni: l’imposizione sugli immobili.
All’interno di 830 milioni di spesa
corrente, che proponiamo in questo bilancio, abbiamo voci che
attualmente non sono comprimibili. La spesa più rilevante è quella del personale:
230 milioni circa. Anticiperemo i pensionamenti di chi ha raggiunto i requisiti
e limiteremo al massimo le assunzioni. Analogamente abbiamo operato nelle
partecipate. Cito per tutti gli accordi sindacali raggiunti in Amt e nel Carlo
Felice, con il ricorso ad ammortizzatori sociali, per tenere in vita due realtà
importantissime. Tra le spese di funzionamento del Comune, rilevantissime quelle
per i servizi sociali e scolastici. E’ importante ribadire la presenza
articolata e necessaria del Comune nella nostra realtà: erogatore di servizi e
creatore di lavoro. Il Comune è un soggetto fondamentale del sistema del
welfare nel momento in cui lo Stato arretra. In rapporto con il terzo settore,
il Comune svolge un ruolo di supplenza, secondo il principio di sussidiarietà. Dobbiamo
considerare la prospettiva futura, ci auguriamo un rilancio del Paese e quindi
di Genova. Perché si realizzi, il
sistema deve essere mantenuto. I tagli brutali affossano la possibilità di
rilancio, uccidono il sistema pubblico, che ha un ruolo fondamentale. Tenere il
sistema significa anche avere una visione del futuro: la Genova di domani deve
puntare sempre più sul turismo e sulla cultura. Dobbiamo anche puntare su una
progressiva riorganizzazione del sistema del Comune, che deve essere adeguato
ai tempi e deve essere efficiente, contenere le spese, dare servizi ai
cittadini, fare una politica di investimenti.
Si passa poi
alla mozione presentata dai consiglieri Mario
Baroni (Gruppo Misto), Stefano
Anzalone (Idv), Matteo Campora
(Pdl), Francesco De Benedictis
(Gruppo Misto), Alfonso Gioia (Udc),
Lilli Lauro (Pdl), Cristina Lodi (Pd), Lucio Valerio Padovani (Lista Doria) ed
Edoardo Rixi (Lega Nord), sul sostegno a famiglie non residenti a Genova
con parenti ricoverati presso ospedali,
Risponde l’assessore Paola Dameri: è un tema non del tutto sconosciuto
ai servizi sociali, che già lavorano in rete con associazioni del volontariato
operanti sul territorio, che agiscono anche consigliando alle famiglie di
assumere la residenza presso le associazioni stesse. Potremmo utilizzare la
residenza di via di Francia, che usiamo per i senza fissa dimora, per poter
attivare una serie di servizi e di condizioni per l’accesso ai servizi sociali.
Verrà avviata anche una collaborazione con la Regione. Siamo favorevoli a
questa mozione.
Il documento
viene approvato all’unanimità con 28
voti a favore.
Infine la discussione
sul piano industriale e linee di
indirizzo Iren e situazione tariffaria, che si apre con l’intervento del sindaco Marco Doria: Iren non è
un’impresa del Comune di Genova, che però ne è azionista e come tale esercita
un controllo e contribuisce a determinarne le tariffe. Nel Consiglio
d’amministrazione il Comune ha nominato 3 consiglieri: una partecipazione
importante ma non maggioritaria.
Questo
Consiglio è stato protagonista di una discussione intensa e appassionata sul
gruppo e sulle sue prospettive. Abbiamo votato un nuovo statuto, che poi è
stato fatto proprio dal Cda.
Il Comune non
ha intenzione di alienare le proprie azioni di Iren: in passato l’opposizione
aveva proposto di vendere le quote in possesso dell’Amministrazione; abbiamo
votato e abbiamo respinto la proposta.
Il piano
industriale di Iren era già stato definito in precedenza; a questo Cda, in cui
ci sono nuovi membri, tra cui il presidente e l’amministratore delegato,
compete di metterlo in pratica e aggiornarlo.
Iren è
presente in settori diversi, regolati da differenti normative, nel territorio
genovese e fuori. Produce energia fuori di Genova, tratta rifiuti in Emilia e a
Torino, è presente nel settore idrico nell’area genovese ma anche in altre
regioni, con impegni di durata variabile secondo la durata delle gestioni delle
reti.
In tutti
questi settori, il Comune di Genova ha indicato come principio ispiratore il
criterio dell’efficienza aziendale.
L’obiettivo
di Iren, che è un’azienda multi utilities, è secondo noi il consolidamento
attraverso ulteriori fusioni progressive. Non è auspicabile un’ulteriore
espansione in questo momento, ma neanche una riduzione.
Il consiglio comunale si conclude alle
ore 18.36
0 Commenti