Un uomo Arcangelo Pelaia, di 37 anni, con precedenti, e' stato ucciso a colpi di pistola in un agguato a Gioia Tauro. Il fatto e' avvenuto nelle vicinanze della sede del Comando dei Vigili Urbani della citta'. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo si trovava alla guida della sua Fiat Panda quando la vettura e' stata speronata. Dall'altra auto sono stati sparati diversi colpi. La morte di Palaia e' stata istantanea. Indagano i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro diretta dal capitano Francesco Cinnirella
GIOIA TAURO (RC) FORSE L’ENNESIMA FAIDA IN PIENO GIORNO (INTORNO ALLE ORE 1800) HA FALCIATO UN’ALTRA VITTIMA, ARCANGELO PELAIA 37 ANNI, VEDOVO, PADRE DI DUE BAMBINI, AMMAZZATO IN PIAZZA MATTEOTTI, IN PIENO CENTRO, NEI PRESSI DEL COMANDO VIGILI URBANI
Pelaia era a bordo della sua automobile quando è stato speronato da una Fiat-Panda, rubata a Palmi un mese fa; episodio regolarmente denunciato. Carabinieri e polizia, sono intervenuti sul posto, dov’è arrivato anche il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo. Sul luogo dell’omicidio, sono subito giunti i carabinieri della locale Compagnia agli ordini del capitano Francesco Cinnirella e del tenente Ceccagnoli; ed in sinergìa, la polizia di Stato di Gioia Tauro guidata dal primo dirigente Angelo Morabito, insieme al p.m. Enzo Bucarelli, diretta dal procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo. Pelaia, fanno sapere le forze dell’ordine, il primo luglio del 2005 al Lido ristorante ”La Ciambra”, era stato coinvolto nel duplice omicidio dei cugini Leonardo e Saverio Giacobbe, uccisi sul lungomare di Gioia Tauro. Accusato del duplice delitto, Giuseppe Palaia, detenuto, fratello della vittima di oggi, Arcangelo
Domenico Salvatore
GIOIA TAURO (RC) Sembra di essere a Kansas City, se non a Dodge City…cow-boy, saloon, acqua di fuoco, cercatori d’oro, pepite, korral, mustang, Mormoni, country western-Old Time Music, banjo, bandiera a strisce, Fort Apache, Gran Canion, apaches, cheyenne, navajos, comanches, Sioux, colline nere, collina degli stivali, Davy Crockett, Kit Carson, Nuvola Rossa, Geronimo, Cavallo Pazzo, Toro Seduto, George Custer, Buffalo Bill, Calamity Jane, sceriffi, fuorilegge, banditi, ferrovia, assalti alla banca, al treno ed alla diligenza, Wild Bill Hickok, Jesse James Poker, Faro, gamblers, la porta del Far West, dove il cecchino non falliva un colpo e dove il becchino faceva affari d’oro…A Gioia Tauro, non si capisce più niente. Sta diventando una città del selvaggio west. Si spara sempre. Di notte ed anche di giorno; in punti isolati e tra la gente. Non manca il tritolo per i distributori di combustibili e le automobili da far “saltare in aria” con l’autista dentro; candelotti di dinamite, pistole, lupare e kalashnikov, bazooka e lanciagranate. Unica variante ammessa la cocaina al posto dell’oro. Acquistarla per venderla e rivenderla. Non si contano più oramai le faide per il potere, nella sterminata Piana di Gioia Tauro e nella stessa Gioia Tauro. Il Governo fa quello che può per dare lavoro ai giovani ed ai disoccupati, che risolverebbe, come per incanto la questione sociale dell’ordine pubblico e della sicurezza; sebbene i risultati, siano prossimi allo zero posti.
Le forze di polizia, che stanno indagando per risalire all’autore della plateale e barbara esecuzione di stampo mafioso, a colpi di pistola del pregiudicato Arcangelo Pelaia, al movente ed all’eventuale mandante, temono infatti che con questo delitto possa aprirsi la strada ad un’altra faida. Il delitto per le modalità ed il tipo d’arma usati, intorno alle ore 1800, farebbe pensare ad un regolamento di conti. In pieno giorno. La vittima designata, viaggiava a bordo di una Fiat-Panda bianca, quando all’altezza di Piazza Matteotti, sarebbe stata speronata. A quel punto, sono entrati in azione i killers, che da corta distanza, hanno aperto un fuoco d’inferno. Il Palaia, raggiunto al capo ed al torace, in punti vitali, è stramazzato sul sedile in un lago di sangue. La morte è stata pressocchè istantanea. A nulla è valso l’intervento del 118, intervenuto subito sul posto della sparatoria. I killers, eseguita la loro macabra missione di morte, sangue e rovina, si sono dati a precipitosa fuga ed alla macchia. A bordo di una macchina “pulita”. Ben lontani dalla “zona calda”. Prima dell’arrivo di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, che hanno steso una cintura militare intorno al vasto comprensorio. Con posti di blocco volanti, controllo dei pregiudicati della zona, loro alibi-orario e stub. Al delitto hanno assistito dei testimoni oculari involontari, ma nessuno ha visto niente. L’omertà, regna sovrana e nessuno si azzarda a proferire una parola; per paura di vendette private, rappresaglie e violenza di ogni tipo.
Il lavoro degli organi inquirenti, non è stato nemmeno agevole a causa del cordone di curiosi, parenti, familiari, amici e conoscenti della vittima, che sono sopraggiunti sul luogo del mortale agguato, appena radio fante, ha sparso la “voce” e diffuso la notizia. Poco dopo, sul luogo del mortale agguato, sono giunti, il medico legale Aldo Barbaro, per la perizia necroscopica sul cadavere della vittima; la ditta del caro estinto per la rimozione del cadavere; il p.m. di turno che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica di Palmi, competente per territorio. Ma non è escluso, che il fascicolo, finisca sul tavolo del procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. Qualora dovessero emergere elementi di tipo mafioso. Sul posto anche il capitano Francesco Cinnirella, ed il tenente Gianluca Ceccagnoli ed il maggiore Michele Miulli, comandante del Nucleo Investigativo del C.P., coordinati dal colonnello Lorenzo Falferi comandante provinciale ed il primo dirigente della Polstato, Angelo Morabito, assieme al capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro, coordinati dal questore di Reggio Calabria Guido Nicolò Longo. Arcangelo Pelaia, era stato coinvolto nel duplice omicidio dei cugini Leonardo e Saverio Giacobbe, avvenuto nel 2005 sul lungomare di Gioia Tauro. Domani l’autopsia a cura del perito settore nominato dal Tribunale, poi la salma verrà restituita alla famiglia per i funerali, che si svolgeranno in forma pubblica. Salvo diversa decisione del questore di Reggio Calabria Guido Longo.
Le indagini. Si scava nel passato della vittima; se non nel pedigree criminale. Si apprende che in passato (nel 2005) sia stato coinvolto in un omicidio duplice. Assieme al fratello Giuseppe, attualmente detenuto per omicidio dei cugini Saverio e Leonardo Giacobbe; ammazzati a colpi di pistola il 1° luglio 2005 in uno stabilimento balneare (ristorante “La Ciambra.” Alla base del mancato chiarimento pare ci fosse una questione di donne…”Vous cherchez la femme”; se non altro. Arcangelo Pelaia venne assolto, davanti ai giudici della Corte d’Assise; Giuseppe meno fortunato, riuscì ad evitare l’ergastolo, ma rimediò vent’anni di reclusione; confermati in Appello. Ed ora? Le telecamere di qualche negozio, potrebbero sostituirsi al dovere civico del cittadino, che non collabora per omertà; per paura di rappresaglie e vendette, che chiude la bocca a doppia mandata; in una zona ad alta densità mafiosa. Domenico Salvatore
GIOIA TAURO (RC) FORSE L’ENNESIMA FAIDA IN PIENO GIORNO (INTORNO ALLE ORE 1800) HA FALCIATO UN’ALTRA VITTIMA, ARCANGELO PELAIA 37 ANNI, VEDOVO, PADRE DI DUE BAMBINI, AMMAZZATO IN PIAZZA MATTEOTTI, IN PIENO CENTRO, NEI PRESSI DEL COMANDO VIGILI URBANI
Pelaia era a bordo della sua automobile quando è stato speronato da una Fiat-Panda, rubata a Palmi un mese fa; episodio regolarmente denunciato. Carabinieri e polizia, sono intervenuti sul posto, dov’è arrivato anche il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo. Sul luogo dell’omicidio, sono subito giunti i carabinieri della locale Compagnia agli ordini del capitano Francesco Cinnirella e del tenente Ceccagnoli; ed in sinergìa, la polizia di Stato di Gioia Tauro guidata dal primo dirigente Angelo Morabito, insieme al p.m. Enzo Bucarelli, diretta dal procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo. Pelaia, fanno sapere le forze dell’ordine, il primo luglio del 2005 al Lido ristorante ”La Ciambra”, era stato coinvolto nel duplice omicidio dei cugini Leonardo e Saverio Giacobbe, uccisi sul lungomare di Gioia Tauro. Accusato del duplice delitto, Giuseppe Palaia, detenuto, fratello della vittima di oggi, Arcangelo
Domenico Salvatore
GIOIA TAURO (RC) Sembra di essere a Kansas City, se non a Dodge City…cow-boy, saloon, acqua di fuoco, cercatori d’oro, pepite, korral, mustang, Mormoni, country western-Old Time Music, banjo, bandiera a strisce, Fort Apache, Gran Canion, apaches, cheyenne, navajos, comanches, Sioux, colline nere, collina degli stivali, Davy Crockett, Kit Carson, Nuvola Rossa, Geronimo, Cavallo Pazzo, Toro Seduto, George Custer, Buffalo Bill, Calamity Jane, sceriffi, fuorilegge, banditi, ferrovia, assalti alla banca, al treno ed alla diligenza, Wild Bill Hickok, Jesse James Poker, Faro, gamblers, la porta del Far West, dove il cecchino non falliva un colpo e dove il becchino faceva affari d’oro…A Gioia Tauro, non si capisce più niente. Sta diventando una città del selvaggio west. Si spara sempre. Di notte ed anche di giorno; in punti isolati e tra la gente. Non manca il tritolo per i distributori di combustibili e le automobili da far “saltare in aria” con l’autista dentro; candelotti di dinamite, pistole, lupare e kalashnikov, bazooka e lanciagranate. Unica variante ammessa la cocaina al posto dell’oro. Acquistarla per venderla e rivenderla. Non si contano più oramai le faide per il potere, nella sterminata Piana di Gioia Tauro e nella stessa Gioia Tauro. Il Governo fa quello che può per dare lavoro ai giovani ed ai disoccupati, che risolverebbe, come per incanto la questione sociale dell’ordine pubblico e della sicurezza; sebbene i risultati, siano prossimi allo zero posti.
Le forze di polizia, che stanno indagando per risalire all’autore della plateale e barbara esecuzione di stampo mafioso, a colpi di pistola del pregiudicato Arcangelo Pelaia, al movente ed all’eventuale mandante, temono infatti che con questo delitto possa aprirsi la strada ad un’altra faida. Il delitto per le modalità ed il tipo d’arma usati, intorno alle ore 1800, farebbe pensare ad un regolamento di conti. In pieno giorno. La vittima designata, viaggiava a bordo di una Fiat-Panda bianca, quando all’altezza di Piazza Matteotti, sarebbe stata speronata. A quel punto, sono entrati in azione i killers, che da corta distanza, hanno aperto un fuoco d’inferno. Il Palaia, raggiunto al capo ed al torace, in punti vitali, è stramazzato sul sedile in un lago di sangue. La morte è stata pressocchè istantanea. A nulla è valso l’intervento del 118, intervenuto subito sul posto della sparatoria. I killers, eseguita la loro macabra missione di morte, sangue e rovina, si sono dati a precipitosa fuga ed alla macchia. A bordo di una macchina “pulita”. Ben lontani dalla “zona calda”. Prima dell’arrivo di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, che hanno steso una cintura militare intorno al vasto comprensorio. Con posti di blocco volanti, controllo dei pregiudicati della zona, loro alibi-orario e stub. Al delitto hanno assistito dei testimoni oculari involontari, ma nessuno ha visto niente. L’omertà, regna sovrana e nessuno si azzarda a proferire una parola; per paura di vendette private, rappresaglie e violenza di ogni tipo.Il lavoro degli organi inquirenti, non è stato nemmeno agevole a causa del cordone di curiosi, parenti, familiari, amici e conoscenti della vittima, che sono sopraggiunti sul luogo del mortale agguato, appena radio fante, ha sparso la “voce” e diffuso la notizia. Poco dopo, sul luogo del mortale agguato, sono giunti, il medico legale Aldo Barbaro, per la perizia necroscopica sul cadavere della vittima; la ditta del caro estinto per la rimozione del cadavere; il p.m. di turno che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica di Palmi, competente per territorio. Ma non è escluso, che il fascicolo, finisca sul tavolo del procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. Qualora dovessero emergere elementi di tipo mafioso. Sul posto anche il capitano Francesco Cinnirella, ed il tenente Gianluca Ceccagnoli ed il maggiore Michele Miulli, comandante del Nucleo Investigativo del C.P., coordinati dal colonnello Lorenzo Falferi comandante provinciale ed il primo dirigente della Polstato, Angelo Morabito, assieme al capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro, coordinati dal questore di Reggio Calabria Guido Nicolò Longo. Arcangelo Pelaia, era stato coinvolto nel duplice omicidio dei cugini Leonardo e Saverio Giacobbe, avvenuto nel 2005 sul lungomare di Gioia Tauro. Domani l’autopsia a cura del perito settore nominato dal Tribunale, poi la salma verrà restituita alla famiglia per i funerali, che si svolgeranno in forma pubblica. Salvo diversa decisione del questore di Reggio Calabria Guido Longo.
Le indagini. Si scava nel passato della vittima; se non nel pedigree criminale. Si apprende che in passato (nel 2005) sia stato coinvolto in un omicidio duplice. Assieme al fratello Giuseppe, attualmente detenuto per omicidio dei cugini Saverio e Leonardo Giacobbe; ammazzati a colpi di pistola il 1° luglio 2005 in uno stabilimento balneare (ristorante “La Ciambra.” Alla base del mancato chiarimento pare ci fosse una questione di donne…”Vous cherchez la femme”; se non altro. Arcangelo Pelaia venne assolto, davanti ai giudici della Corte d’Assise; Giuseppe meno fortunato, riuscì ad evitare l’ergastolo, ma rimediò vent’anni di reclusione; confermati in Appello. Ed ora? Le telecamere di qualche negozio, potrebbero sostituirsi al dovere civico del cittadino, che non collabora per omertà; per paura di rappresaglie e vendette, che chiude la bocca a doppia mandata; in una zona ad alta densità mafiosa. Domenico Salvatore
Gioia Tauro omicidio Pelaia del 29 giugno 2013
Un fatto grave, inaccettabile , che condanniamo con fermezza e con riferimento al quale auspichiamo che venga al più presto fatta chiarezza .
Siamo convinti che l’intera città di Gioia Tauro dovrà e vorrà reagire con determinazione a questo barbaro atto di violenza, continuando ad affermare la propria volontà di cambiamento e di legalità a favore ed a tutela di tutta la società civile.
Il SINDACO di GIOIA TAURO
Avv. RENATO BELLOFIORE




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