Youtube e Politico.com, sempre più web a pagamento. La piattaforma di Google parte con 53 canali a 0,99 dollari mensili. Il sito web americano testa tariffazione news.
Youtube debutta nei canali a pagamento: parte un programma pilota per un piccolo gruppo di partner. La piattaforma di Google, che in appena otto anni e' passata da un singolo video caricato ('Me At The Zoo') a un miliardo di utenti mensili, si prepara cosi' a completare la trasformazione in tv.
I nuovi programmi a pagamento potrebbero fare concorrenza, oltre alla tv, anche ad altri big della tecnologia a cominciare da Apple. La mossa prevede in questa prima fase 53 canali, con un abbonamento minimo di 0,99 dollari al mese, con contenuti specializzati. Bisogna iscriversi da un computer e a quel punto si e' in grado di vedere i canali a pagamento su pc, telefono, tablet e tv.
Dal sito web si arriva cosi' alla pagina www.youtube.com/channels/paid_channels, dove ci sono le icone di 53 canali a pagamento, come ad esempio ''Big Star Movies'', con film ''senza pubblicita''', oppure ''Fitness'', ''National Geographic Kids'' o ''Primezone Sports''.
L'idea dei canali in streaming a pagamento non e' nuova per il web e YouTube si trovera' da subito a competere con Netflix, che da semplice distributore di contenuti ha iniziato a produrre programmi e serie tv e vanta gia' 30 milioni di abbonati; o Hulu, posseduto da Walt Disney, News Corp e Comcast, che invece ha tagliato il traguardo dei 4 milioni. In arrivo potrebbero esserci poi anche Apple e persino Microsoft, che ha annunciato l'avvio di un programma con contenuti da distribuire attraverso XBox.
E poi, riporta il New York Times, c'e' Politico.com, che copre soprattutto le notizie da Washington nei minimi dettagli: da questa settimana sperimenterà la tariffazione per l'accesso al suo sito web. "La sperimentazione avra' luogo in una mezza dozzina di stati americani e nel mondo", si legge in una nota firmata dai vertici John F. Harris, Jim VandeHei e Kim Kingsley. Si sottolinea che se il cambiamento è 'piccolo' e di un 'esperimento', e' pero' 'un cambiamento nel nostro modo di pensare. Crediamo che ogni gruppo di media di successo alla fine fara' pagare per il suo contenuto".
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