Premio e castigo, benedizione e maledizione, salvezza e perdizione eterna, passano per la via stretta ed angusta dell’accorpamento all’azienda ospedaliera. La confusione regna sovrana; ognuno tira l’acqua al proprio mulino e nessuno, sa indicare la strada maestra, che porta alla salvezza, riscatto e rilancio del nosocomio. Alla manifestazione pro-ospedale, ultimo anello della catena di proteste di piazza c’erano anche i consiglieri regionali Pasquale Maria Tripodi, Giuseppe Giordano e Nino De Gaetano, anche il consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri ed i sindaci di San Lorenzo, Condofuri, Palizzi e Staiti. Incatenamento simbolico sulla scalinata d’ingresso
MELITO PORTO SALVO, LA SALVEZZA DELL’OSPEDALE PASSA DALL’ACCORPAMENTO ALL’AZIENDA OSPEDALIERA MELACRINO-BIANCHI-MORELLI, NON ALL’ASP 5
Domenico Salvatore
Petite et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsate et aperietur vobis, dice il Vangelo, chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; bussate, e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Lo stanno facendo da decenni, gli operai della vigna del Signore, ma è come parlare al muro. Ed ancora Matteo a suggerirci…Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione. Dov’eravamo rimasti? Ah! All’ultima (in ordine di tempo) protesta di piazza dei cittadini, sempre meno numerosi e sempre più soli. Indigeni autoctoni. Quelli del comprensorio, hinterland o mandamento sono andati a…”Chi l’ha visto?”….Risposta?... ”Si arrangiassero! Sono stati loro, a portare l’ospedale nel vicolo cieco, sull’orlo di una crisi di nervi ed ora, non possono chiederci la luna!”.
Siamo rimasti alla proposta di accorpamento del governatore Giuseppe Scopelliti, presenti anche il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino Morelli” Lillino Bellinvia e i dirigenti Franco Sarica ed Enzo Sidari. Presenti anche i primari che operano agli Ospedali Riuniti: Salvatore Costarella (Chirurgia e Chirurgia d’urgenza), Pietro Volpe (Chirurgia vascolare) e Gaetano Topa (Ortopedia); anche al “Tiberio Evoli”. Al recente sopralluogo del Direttore Sanitario dell’ASP di Reggio Calabria, dr. Francesco Sarica e del Direttore Sanitario dell’A.O. Bianchi-Melacrino-Morelli, dr. Vincenzo Sidari.
Lo scrivente ha partecipato, alle manifestazioni, nella sua veste di cronista ed ha imparato a conoscere sia gli organizzatori attivi, che quelli passivi, ma non chiamateli bastian contrari. Sia anche i partecipanti. I “quattro gatti” stavolta sono diventati “due”, ad essere generosi. Ma quali… tremila e quattromila! Chiacchiere di bizolo, leggende metropolitane, inganni colossali, che non incantano davvero nessuno, raccontate da spudorati menzogneri per vocazione e sfrontati bugiardi di professione. Mica giocavano Reggina-Milan o Reggina-Juventus; se non Reggina-Inter. Nemmeno trecento e quattrocento! Ci tornano alla mente, i “numeri” della CGIL-CISL-UIL od altra sigla sindacale, se non quelli dei big della politica, allorquando abbiano pilotato, telecomandato, pardon organizzato, una qualche manifestazione di piazza…un milione di cittadini…booooooommmm! Discordavano sempre con i numeri della Questura…ottanta-novantamila, massimo centomila! Il corteo era stato convocato in piazza, sita in via del Fortino, per le nove e trenta. Ma come si evince dalle immagini in nostro possesso, a quell’ora ed in quel punto, non vi era nessuno. Le forze dell’ordine si erano infatti spostati sulla via, su cui sorge “La casa del regno”…Dio proteggici dalla violenza, l'ipocrisia, l'oppressione del povero, la menzogna. La via del male è sempre facile e piacevole da percorrere e conduce alla perdizione, molti sono quelli che la trovano; la via del bene è stretta, angusta ed amara e conduce alla salvezza, pochi sono quelli che la trovano! A Melito molti sono devoti a Maria Santissima di Porto Salvo . A Lei, chiedono consigli e grazia. Poi, ci sono i cattivi profeti di sciagura…E come canta Fabrizio De Andrè…”Si sa che la gente da buono consigli sentendosi come Gesù nel tempio…si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempo! Ci sono i seminatori di zizzania. Diventa proibitivo separare il grano dal loglio… Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Senza scomodare il celeberrimo discorso della montagna…”Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolterà queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande. Fuori di metafora o di parabola, rimane sul tappeto la vexata quaestio del nosocomio.
Si son visti i politici: Nino De Gaetano, Pasquale Maria Tripodi e Giuseppe Giordano, consiglieri regionali dell’opposizione o dissidenti di maggioranza ed il consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri. Si sono visti almeno quattro sindaci (Principato, Mafrici, Autolitano e Sapone), assessori, consiglieri, sindacalisti, ma nessuno di loro ha chiesto la parola; né è stato invitato a parlare. Nemmeno un quarto dei sindaci della cosiddetta “Area Grecanica”, che per la Regione Calabria, arriva sino ad Africo (Motta San Giovanni, Montebello Jonico, Cardeto, Condofuri, Bova Marina, Bova, Palizzi, Brancaleone, Staiti, Bagaladi, San Lorenzo, Roghudi, Roccaforte del Greco, Melito Porto Salvo, Bruzzano, Ferruzzano ed Africo). La nostra opinione è che l’ospedale di Melito Porto Salvo, intitolato a “Tiberio Evoli”, si salverà se diventerà parte integrante dell’azienda ospedaliera “Melacrino-Bianchi-Morelli…Evoli”. Si perderà, se resterà nell’anonima ed isolata posizione di stallo. E perfino, se venisse accorpata all’Asp 5. Sembra una sottile, trascurabile differenza. Ma su questa si giocherà il destino del nosocomio melitese. Purtroppo questo, non è il tempo di Cassandra. La confusione, architettata da chi e perché, regna sovrana.
Cittadini, comitati, volontariato, associazionismo, politica, istituzioni ecc. non parlano un solo univoco linguaggio, ma lingue diverse, come nella Torre di Babele, costruita dai Babilonesi, con l'intenzione di arrivare al cielo e dunque a Dio. Il pericolo vero, da tutti sottovalutato è il rischio reale di un’implosione dall’interno. Mettiamo il caso che medici, paramedici ed amministrativi (quando questi ultimi, senza preavviso come un fulmine a ciel sereno, furono dirottati verso Reggio Calabria, lo scrivente suonò il campanello d’allarme, ma venne zittito in malo modo, almeno ci provarono, umiliato ed offeso; era l’inizio della fine), della struttura, vadano in pensione e niente e nessuno li sostituisca. Si chiuderebbero i reparti per mancanza di personale. Crollerebbe il numero dei posti-letto, già ridotti all’osso. La struttura ospedaliera cadrebbe a pezzi; cosa, che sta già avvenendo. Il responsabile della sanità, chiuderebbe la struttura sanitaria d’autorità. Cancellata con un colpo di spugna. I “numeri” giusti ci sono. Lo hanno letto, detto e ribadito Salvatore Tuscano e Carmelo Marino, ma anche Paola Spinella. Di solito sono i parametri, che tengono in piedi un ospedale e dai quali non si può prescindere. Sono quelli che consentono alla classe politica di varare nuovi investimenti per migliorare la qualità dell’offerta. Ma qui, si va controcorrente.
Non siamo riusciti a rintracciare il presidente del Comitato Pro Ospedale di Melito, Vincenzo Gangemi. Ci piacerebbe sapere, “perché” abbia così poca visibilità ed incidenza.. Non sarebbe azzardato, paventare una sua dissidenza, se non divergenza, contrasto o discordia. Abbiamo più volte detto e scritto, che la Zona Grecanica sia stata ridotta come una tabula rasa, per contare sempre meno. Per contare, meno di niente. Una città dormitorio. Un serbatoio di voti da saccheggiare alle elezioni provinciali, regionali, politiche, europee…Manca la classe politica. La cosiddetta ‘classe dirigente’. Non ha santi in paradiso. Nessun ministro, vice-ministro o sottosegretario ( nemmeno stavolta. Passa un Governo e se ne fa un altro, ma non cambia proprio un bel niente). Niente senatori, niente deputati, niente assessori o consiglieri regionali e nemmeno provinciali. Una tragedia…’greca’.Tranne il ‘semplice’ consigliere Pierpaolo Zavettieri, rientrato dalla finestra, dopo essere uscito dalla porta. Ultimamente, aveva due assessori regionali, Saverio Zavettieri e Mimmo Crea, ma sappiamo tutti come andò a finire.
Tuttavia, noi pensiamo che il Governatore della Calabria, non abbia nessuna voglia di perdere la faccia, rispetto agl’impegni assunti e sottoscritti moralmente, davanti alla nutrita platea e sotto l’occhio magico delle telecamere mobili. Non sono “promesse” come qualche bastian contrario, avvezzo a pescare nel torbido, va cianciando artatamente. Peppe Scopelliti da quando lo conosciamo (politicamente da sempre), non ha mai tradito gl’impegni. Egli vuole continuare a riscuotere la stima, la fiducia ed il credito politico, di cui gode in larga parte. Il comprensorio melitese, ha sempre risposto positivamente ai suoi stimoli, riversando messe di voti. Dunque, non ha nessuno voglia di chiudere l’ospedale. Sebbene per essere ‘credibile’, ora che siamo giunti al ‘punto di non ritorno’, debba procedere all’accorpamento con l’azienda ospedaliera di Reggio Calabria, ‘Melacrino-Bianchi-Morelli’. Entro il mese di maggio 2013. Altrimenti, perderebbe la ‘credibilità’, motore di ogni politico; senza la quale, non si va da nessuna parte. I Melitesi comunque, dovrebbero rassegnarsi al nuovo status, se e quando. Il campanilismo, l’individualismo, il personalismo, il solismo, non hanno prodotto niente di buono. Frangar, non flectar…ai tempi di Livio, Lucano, Ovidio, Seneca, ma oggi si direbbe…mi piego, ma non mi spezzo. Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO, LA SALVEZZA DELL’OSPEDALE PASSA DALL’ACCORPAMENTO ALL’AZIENDA OSPEDALIERA MELACRINO-BIANCHI-MORELLI, NON ALL’ASP 5
Domenico Salvatore
Petite et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsate et aperietur vobis, dice il Vangelo, chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; bussate, e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Lo stanno facendo da decenni, gli operai della vigna del Signore, ma è come parlare al muro. Ed ancora Matteo a suggerirci…Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione. Dov’eravamo rimasti? Ah! All’ultima (in ordine di tempo) protesta di piazza dei cittadini, sempre meno numerosi e sempre più soli. Indigeni autoctoni. Quelli del comprensorio, hinterland o mandamento sono andati a…”Chi l’ha visto?”….Risposta?... ”Si arrangiassero! Sono stati loro, a portare l’ospedale nel vicolo cieco, sull’orlo di una crisi di nervi ed ora, non possono chiederci la luna!”.
Siamo rimasti alla proposta di accorpamento del governatore Giuseppe Scopelliti, presenti anche il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino Morelli” Lillino Bellinvia e i dirigenti Franco Sarica ed Enzo Sidari. Presenti anche i primari che operano agli Ospedali Riuniti: Salvatore Costarella (Chirurgia e Chirurgia d’urgenza), Pietro Volpe (Chirurgia vascolare) e Gaetano Topa (Ortopedia); anche al “Tiberio Evoli”. Al recente sopralluogo del Direttore Sanitario dell’ASP di Reggio Calabria, dr. Francesco Sarica e del Direttore Sanitario dell’A.O. Bianchi-Melacrino-Morelli, dr. Vincenzo Sidari.
Lo scrivente ha partecipato, alle manifestazioni, nella sua veste di cronista ed ha imparato a conoscere sia gli organizzatori attivi, che quelli passivi, ma non chiamateli bastian contrari. Sia anche i partecipanti. I “quattro gatti” stavolta sono diventati “due”, ad essere generosi. Ma quali… tremila e quattromila! Chiacchiere di bizolo, leggende metropolitane, inganni colossali, che non incantano davvero nessuno, raccontate da spudorati menzogneri per vocazione e sfrontati bugiardi di professione. Mica giocavano Reggina-Milan o Reggina-Juventus; se non Reggina-Inter. Nemmeno trecento e quattrocento! Ci tornano alla mente, i “numeri” della CGIL-CISL-UIL od altra sigla sindacale, se non quelli dei big della politica, allorquando abbiano pilotato, telecomandato, pardon organizzato, una qualche manifestazione di piazza…un milione di cittadini…booooooommmm! Discordavano sempre con i numeri della Questura…ottanta-novantamila, massimo centomila! Il corteo era stato convocato in piazza, sita in via del Fortino, per le nove e trenta. Ma come si evince dalle immagini in nostro possesso, a quell’ora ed in quel punto, non vi era nessuno. Le forze dell’ordine si erano infatti spostati sulla via, su cui sorge “La casa del regno”…Dio proteggici dalla violenza, l'ipocrisia, l'oppressione del povero, la menzogna. La via del male è sempre facile e piacevole da percorrere e conduce alla perdizione, molti sono quelli che la trovano; la via del bene è stretta, angusta ed amara e conduce alla salvezza, pochi sono quelli che la trovano! A Melito molti sono devoti a Maria Santissima di Porto Salvo . A Lei, chiedono consigli e grazia. Poi, ci sono i cattivi profeti di sciagura…E come canta Fabrizio De Andrè…”Si sa che la gente da buono consigli sentendosi come Gesù nel tempio…si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempo! Ci sono i seminatori di zizzania. Diventa proibitivo separare il grano dal loglio… Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Senza scomodare il celeberrimo discorso della montagna…”Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolterà queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande. Fuori di metafora o di parabola, rimane sul tappeto la vexata quaestio del nosocomio.
Si son visti i politici: Nino De Gaetano, Pasquale Maria Tripodi e Giuseppe Giordano, consiglieri regionali dell’opposizione o dissidenti di maggioranza ed il consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri. Si sono visti almeno quattro sindaci (Principato, Mafrici, Autolitano e Sapone), assessori, consiglieri, sindacalisti, ma nessuno di loro ha chiesto la parola; né è stato invitato a parlare. Nemmeno un quarto dei sindaci della cosiddetta “Area Grecanica”, che per la Regione Calabria, arriva sino ad Africo (Motta San Giovanni, Montebello Jonico, Cardeto, Condofuri, Bova Marina, Bova, Palizzi, Brancaleone, Staiti, Bagaladi, San Lorenzo, Roghudi, Roccaforte del Greco, Melito Porto Salvo, Bruzzano, Ferruzzano ed Africo). La nostra opinione è che l’ospedale di Melito Porto Salvo, intitolato a “Tiberio Evoli”, si salverà se diventerà parte integrante dell’azienda ospedaliera “Melacrino-Bianchi-Morelli…Evoli”. Si perderà, se resterà nell’anonima ed isolata posizione di stallo. E perfino, se venisse accorpata all’Asp 5. Sembra una sottile, trascurabile differenza. Ma su questa si giocherà il destino del nosocomio melitese. Purtroppo questo, non è il tempo di Cassandra. La confusione, architettata da chi e perché, regna sovrana.
Non siamo riusciti a rintracciare il presidente del Comitato Pro Ospedale di Melito, Vincenzo Gangemi. Ci piacerebbe sapere, “perché” abbia così poca visibilità ed incidenza.. Non sarebbe azzardato, paventare una sua dissidenza, se non divergenza, contrasto o discordia. Abbiamo più volte detto e scritto, che la Zona Grecanica sia stata ridotta come una tabula rasa, per contare sempre meno. Per contare, meno di niente. Una città dormitorio. Un serbatoio di voti da saccheggiare alle elezioni provinciali, regionali, politiche, europee…Manca la classe politica. La cosiddetta ‘classe dirigente’. Non ha santi in paradiso. Nessun ministro, vice-ministro o sottosegretario ( nemmeno stavolta. Passa un Governo e se ne fa un altro, ma non cambia proprio un bel niente). Niente senatori, niente deputati, niente assessori o consiglieri regionali e nemmeno provinciali. Una tragedia…’greca’.Tranne il ‘semplice’ consigliere Pierpaolo Zavettieri, rientrato dalla finestra, dopo essere uscito dalla porta. Ultimamente, aveva due assessori regionali, Saverio Zavettieri e Mimmo Crea, ma sappiamo tutti come andò a finire.
Tuttavia, noi pensiamo che il Governatore della Calabria, non abbia nessuna voglia di perdere la faccia, rispetto agl’impegni assunti e sottoscritti moralmente, davanti alla nutrita platea e sotto l’occhio magico delle telecamere mobili. Non sono “promesse” come qualche bastian contrario, avvezzo a pescare nel torbido, va cianciando artatamente. Peppe Scopelliti da quando lo conosciamo (politicamente da sempre), non ha mai tradito gl’impegni. Egli vuole continuare a riscuotere la stima, la fiducia ed il credito politico, di cui gode in larga parte. Il comprensorio melitese, ha sempre risposto positivamente ai suoi stimoli, riversando messe di voti. Dunque, non ha nessuno voglia di chiudere l’ospedale. Sebbene per essere ‘credibile’, ora che siamo giunti al ‘punto di non ritorno’, debba procedere all’accorpamento con l’azienda ospedaliera di Reggio Calabria, ‘Melacrino-Bianchi-Morelli’. Entro il mese di maggio 2013. Altrimenti, perderebbe la ‘credibilità’, motore di ogni politico; senza la quale, non si va da nessuna parte. I Melitesi comunque, dovrebbero rassegnarsi al nuovo status, se e quando. Il campanilismo, l’individualismo, il personalismo, il solismo, non hanno prodotto niente di buono. Frangar, non flectar…ai tempi di Livio, Lucano, Ovidio, Seneca, ma oggi si direbbe…mi piego, ma non mi spezzo. Domenico Salvatore
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