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Lo Stato, attraverso Cassa depositi e prestiti, presta ai comuni esattamente i loro stessi soldi

L’articolo 16, comma 6, del DL 95/2012, cd spending review, riduce il fondo sperimentale di solidarietà (in pratica i trasferimenti) per i comuni di 2.250 milioni, per il 2013, e di 2.500 milioni per il 2014. Mentre per le provincie le riduzioni di trasferimenti ammontano a  1.200 milioni per il 2013 ed altrettanti per il 2014.
Il comma 10, dell’art. 1, del DL 35/2013, cd sblocca pagamenti, mette a disposizione degli enti locali, provincie comprese, rispettivamente 2.000 milioni di euro, per il 2013,  ed altri 2.000 per il 2014.

I Comuni con i loro soldi, che lo Stato prima trattiene poi presta, pagheranno le imprese, che però, in molti casi, non vedranno un euro.
Infatti, a causa dei costanti ritardi nei pagamenti delle spettanze, molte imprese versano in grave crisi di liquidità, evidenziata dai durc irregolari e dalle pendenze presso Equitalia, evidenziate al controllo, ai sensi dell’art. 48 bis del dpr 600/73.
Se non vengono sospese, con apposito emendamento in occasione della conversione in Legge del citato Decreto 35, le procedure di verifica della regolarità contributiva e previdenziale e della pendenza di cartelle esattoriali non pagate, i pagamenti, che gli enti faranno, dovranno essere dirottati verso Inps, Inail, Cassa edile e/o Equitalia

Quindi lo Stato con una semplice partita di giro lascia tutti contenti, senza alcun onere nel proprio bilancio. Infatti, gli Enti locali prenderanno a prestito i loro soldi, li utilizzeranno per versarli, per conto delle imprese, agli enti previdenziali, assistenziali ed esattoriali, e, per giunta, ci pagheranno sopra gli interessi al 3,302% annuo.

Questa iniezione di liquidità, lungi dall’essere certamente destinata alle imprese e quindi alla economia locale, tuttavia non risolverà il problema economico degli enti locali, che si trovano ad affrontare la previsione di bilancio 2013 con una minore disponibilità di circa 40 euro ad abitante.

Inoltre, dopo il rinvio di Tares, si va verso lo stop al pagamento della rata di giugno dell'imu,  sulla prima casa e alloggi popolari, fino al 16 settembre. Entro il 31 agosto il governo dovrà adottare una riforma complessiva della tassazione sulla casa. Se pensiamo che i due tributi erano i perni sui quali era stata strutturata la riforma del federalismo fiscale, ci rendiamo conto della incertezza che regna negli uffici finanziari dei comuni.


Auspicabile allora che, il nuovo Governo, affronti seriamente il tema dei trasferimenti agli enti locali, che in questi ultimi anni stanno diventando i parafulmini di ogni inefficienza pubblica.


Enzo Cuzzola

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