La formazione del presidente Giuseppe Vadalà, sprecona ed arruffona. Nel primo tempo, va sotto di una rete. Disputa un ottimo secondo tempo, ma solo negli ultimi venti minuti da infarto, prende le giuste misure. Il dream-team di mister Antonio Cormaci gioca al tiro a segno; ma, a parte i due pali e i tre miracoli di ”San Francesco” Galluccio, si sgrana quattro palle-goal grosse così, davanti all’uomoragno. Le coppe, consegnate personalmente dal presidente della Lega Calcio, Domenico Arena
LA CALCISTICA SPINELLA DOMINA, MA LA TAURIANOVESE ALZA…DUE COPPE, RINGRAZIA, SALUTA E RIENTRA IN PIANA
L’esperta Taurianovese di Francesco Giovinazzo, concede il bis, dopo il successo dell’anno scorso. L’equipe di mister Santo Sisinni, non soffre di complessi d’inferiorità, né di sudditanze psicologiche. “Chiude il primo tempo con una bellissima inzuccata di Andreacchio che riesce a controllare l’emozione, colpisce alla grande e gonfia la rete sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il capolavoro balistico lo compie però Romano con un missile terra-aria che “trova” l’incrocio dei pali. Nel finale thrilling e mozzafiato, la fortuna gli dà una mano e “les jeux sont faits rien ne va plus”.
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (Reggio Calabria)- Un grande pomeriggio. Una grande gara della Calcistica Spinella. Un gran tifo sugli spalti. Un gran fair-play in campo. Un gran finale thrilling e mozzafiato. Un grande trionfo per la Taurianovese. Gli spettatori, che sono giunti sulle rive del Marosimone, per assistere ad una grande partita, sono stati pienamente soddisfatti o rimborsati. Hanno fatto l’en plein di brividi lungo la schiena, emozioni e souspences. Un match alla pari. Nessuna delle due squadre poteva strappare la storica frase pronunciata da Napoleone Buonaparte nel Duomo di Milano…“Dieu me l’a donnèe garde a qui y touchera”.Bisognava conquistarla sul campo questa benedetta “Supercoppa” provinciale, riservata alla categoria Allievi. Tuttavia la Taurianovese sapeva bene che prima di tutto, bisognava …To be or not to be, that is the question. Mister Antonio Cormaci, ha svolto un ottimo, lodevole lavoro, durante tutto il campionato e “sentiva” questa partita in maniera epidermica. Figurarsi i ragazzi, che avevano la cuccuma in corpo. Ci tenevano innanzitutto a fare bella figura. A disputare una gara tutta impeto e passione. Possibilmente a vincerla. Purtroppo, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. E le buone intenzioni spesso se ne vanno a patrasso. Intendiamoci, la Calcistica Spinella, avrebbe meritato di alzare al cielo la coppa ‘giusta’. Per quel che di bello e di buono ha saputo fare e costruire nell’arco della gara.
Il pacchetto arretrato (Falcone, Spinella, Mandalari, Romeo, Isaiku e Squillace)ha retto bene per tutta la gara. Soprattutto sul piano atletico, in cui hanno sovrastato nettamente gli avversari. Caratteristica, che gli ha consentito di schiacciare l’acceleratore a tavoletta, perfino sulla chicane e sulla curva parabolica. La Taurianovese partiva in pole position, ma il pit-stop dei padroni di casa era è stato perfetto. Fantastica l’uscita dai box. Sulla tribuna peones e campesinos, surriscaldavano le corde vocali e facevano un casino della malora. Mosquitos sul settore centrale. Uno branchino di miciette miagolanti sugli esterni, facevano impennare l’adrenalina, più in alto del Machu Picchu. Mai visto niente di simila al “Saverio Spinella”. La voce della new age; della new generation; della beat generation. Paolo Romeo, saliva sull’ottovolante, Manganaro e Latella infilavano il tunnel dell’horror. Ma la guardia dei cerberi pianigiani era asfissiante. Tripodi e Branca, finivano sul letto chiodato del fachiro. Sui gradoni a ridosso di Andrea Manti, il barone; del ‘signor Macheda’; del presidente Saverio Pansera e del “centravanti del Panatinaikos, ‘signor Klimaco’, indovinate? Ma sìììììì, una “Pantera rosa” ruggiva. Non chiamatelo Pippo Laface. Nemo propheta in patria. Ha firmato per il Brancaleone. Galluccio, Zavaglia, Barreca, Rettura e Nasso ergono una muraglia cinese, a ridosso della trequarti campo. La Calcistica, inizialmente si muove con il modulo classico 4-4-2. Difensori esterni, tornanti di fascia, fluidificante, percussioni e diagonali, funzionano bene. Anche perché il fiato c’è e la velocità pure. Ma il pugno più forte sul punch ball lo appioppa Andreacchio al 35° del primo tempo. Un gancio sinistro doppiato da un montante destro come quello di Cassius Clay sulla mascella di Sonny Liston. Un cross d’angolo. Eterno e solenne, lungo quanto le ‘Bocche di Bonifacio’.
La difesa va a caccia di farfalle sotto l’arco di tito. Andreacchio resta lì impalato come uno spaventapasseri. Quasi a disagio per quel pallone che gli piove addosso. Tenta di fare qualcosa all’ultimo istante. Troppo tardi, la sfera di cuoio, gli rimbalza sulla fronte scoperta e va a finire la sua corsa nel sacco; a gonfiare la rete. Si riprende dallo shok anafilattico, solo dopo che una mandria di bisonti impazziti (di gioia), dopo aver “passeggiato” sul suo stomaco rientra nei ranghi. Riesce solo a darsi un pizzicotto sull’avambraccio, per capire se sogna o è desto. Una siringata terribile. Un soffione al curaro con la cerbottana dei Cherokee. La Calcistica si sente suonata come Kim Soo Ki, a San Siro, dopo la scarica di uppercut di Sandro Mazzinghi. Il povero Isaiku è costretto ad indossare gli stivali delle sette leghe, per evitare guai peggiori. Nei minuti mancanti prima del riposo la Calcistica, prova gli stessi stati d’animo di don Abbondio, davanti ai Bravi di Don Rodrigo…. Avevano una reticella verde per tenere i capelli, dalla quale usciva un enorme ciuffo; due lunghi baffi, una cintura lucida di cuoio, due pistole, un corno con polvere da sparo, un coltellaccio, gonfi e grandi calzoni, uno spadone…"Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai”. Don Abbondio, rimase a bocca aperta, come incantato, poi andò a casa tremolante e impaurito. La Calcistica ha un’intuizione geniale…quando manca la pelle del leone, bisogna indossare quella della volpe. Non succede niente per tutto il primo tempo restante. La Taurianovese si rivela un osso duro, ma negli spogliatoi mister Cormaci, striglia i suoi galletti di primo canto con alucce, speroni, artigli e cresta già sviluppati. Un canto delle sirene a cui nessuno resiste. Rientrano sul tappeto verde artificiale, undici leoni di Nemea, incalzati dalla canea di hooligans e skin-heads, roventi come il magma infocato della Valle del Bove. Gli ospiti, al secondo successo consecutivo, non tirano i remi in barca paghi del risultato. Sebbene sotto l’incalzare arrembante, dei pirati di Barbanera… siano costretti a spostare il baricentro di una trentina di metri. Una Pampas sterminata… Cieli immensi, Fiumi azzurri e colline e praterie Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me. Un corridoio di Danzica, in cui s’infilano a turn-over, gli avanti spinelli ani. Ma era come parlare al muro di berlino. La tifoseria melitota, ‘sente’ la partita e incita alla carica… il 7° cavalleggeri del generale George Armstrong Custer nella valle del Little Big Horn. Comincia un assedio, come quello subito in “L’Isola del tesoro” da Long John Silver, Jim Hawkins, il dottor Livesey, il signor Threlawney ed il capitano Smollet. Israel Hands contro Jim Hawkins, appeso vertiginosamente alle corde del trinchetto e dell’albero di maestra della Hispaniola. Mister Santo Sisinni è un vecchio lupo di mare dei campi di gioco. Riesce a non perdere la testa. Granitico come capitan Achab, attende sul la tolda del Pequod il passaggio di Moby Dick, per poterlo arpinare. Cosa che avviene poco dopo la mezz’ora del secondo tempo. C’è un fallo inutile ed ingenuo poco fuori dell’area di rigore. Romano, strofina la Lampada di Aladino”. Esce il Genio e dispone di tre desideri, che il panchinaro, esprime: segnare da quella distanza proibitiva, ma cara a Platini, Del Piero, Baggio, Zico, Gullit, Maradona, Boninsegna e via di seguito; vincere la partita; resistere all’assedio furibondo, nella Baia di Maracaìbo. Il giovane e dinamico trainer della Calcistica con l’argento vivo addosso muove tutti i fili come un puparo navigato; si agita come il mago Silvan a “Scala Reale”… copri, scala, corri, spingi, infilati qui, vai di là, tiraaa…Sandokhan, la tigre della Malesia ruggisce ancora; più di quanto descriva la mitica penna del leggendario Emilio Salgari. Così inizia l’assedio simile a quello, con cui Caio Giulio Cesare conquistò Alesia di Vercingetorige. Nella ripresa, i pianigiani, sono costretti a salire sulle… Montagne Russe e sul Vascello del pirata. I motori ora rombanoa pieno regime.
Nella seconda fase, Cormaci-Jean Todt, cambia pure le gomme da pioggia, con perfetto sincronismo, e grazie all’ultimo design, dopo aver superato la…dogana indiana, inizia la rimonta, con una serie di sorpassi assai rischiosi. Il popolo di Lilliput, agguerrito e variopinto scende sul sentiero di guerra dopo aver disseppellito l’ascia di guerra, il volto dipinto coi colori fantasmagorici della battaglia. Sembrano i ragazzi della Via Paal. Un match point, proibito dai cardiologi, ai colpiti da aritmia. Il rischio è di vedersi saltare il tappo della valvola mitralica. E non c’è lì, un Chris Barnard che possa espiantare e trapiantare in tempo reale. Si assiste ad un contorsionismo in campo e sugli spalti degno di Rudolf Nureyev e Carla Fracci. I mini-tifosi, hanno gli occhi letteralmente strabuzzati fuori dalle orbite e sembrano in preda al delirium tremens. I calciatorini fanno il pieno di Mato Mato, peperoncino del Messico, Ketchup, Tabasco, pepe della Cayenna e Nduja di Spilinga. Tutti all’attacco.Terzini, mediani, ali e mezze ali, centrattacco e portiere si agitano come il fantasma di capitan Flint. Il Marosimone si trasforma in un campo di Lpsia e Waterloo, perché la falange dell’eroica resistenza della Taurianovese, che ha richiamato in armi pure i veterani del Piave, combatteva come i vietcong di Gianni Morandi a…Da Nang e QuangTri. La vittoria si avvicina, yes… we can. Batman Galluccio, vola da un palo all’altro. Nel finale da tregenda, serve lucidità e precisione, ma la tempesta chimica coarta i neuroni, l’ipotalamo e l’ippocampo. I disperati SMS con l’i-phone Apple ed il Galaxy S 4, cadono nel vuoto siderale e nel cono d’ombra: non c’è campo. Gli attaccanti di casa si lanciano come don Chisciotte contro i mulini a vento…palo, traversa, parata miracolosa del portiere (almeno quattro), tiri respinti sulla linea bianca o spediti dagli attaccanti sull’orlo di una crisi di nervi, su Marte e Giove. Indescrivibile la gioia degli eroi, dei fanti del Piave, a fine gara, applauditi però dallo sportivo pubblico locale, che riconosce il valore della Taurianovese. L’ospitalità è stata perfetta.
A fine gara pasticceria e spumante per tutti, saluti, baci ed abbracci. Sotto gli occhi del presidente della Lega calcio di Reggio Calabria, prof, Domenico Arena, che consegna tre coppe. Una a testa per la vittoria nei rispettivi gironi e la Supercoppa: “Siamo contenti per come si siano svolti i lavori. Ospitalità perfetta, pubblico composto e sportiv o, fair-play in campo e sugli spalti. Ma soprattutto spettacolo nella massima correttezza e moralità. Al di là del discorso ludico, la Federazione persegue l’obiettivo pedagogico. Un ambiente sereno immerso nel verde, nella natura e nell’ossigeno, ma a misura di ragazzo. In cui prevalga l’elemento discorsivo, il dialogo, il confronto delle idee. Con la finalità di promuovere la legalità, la trasparenza, la moralità, l’amicizia, la fratellanza, l’0nestà e di converso la libertà e la democrazia. Combattere l’illegalità, l’astio, il rancore, l’odio e la violenza. Con contributo di tutti e di ciascuno. Grazie, Melito Porto Salvo!”. Poi il finale con le interviste, le fotografie e le dichiarazioni che vi proponiamo nei nostri video. Un rigo a parte, merita la terna arbitrale Marco Bianchi (centrale) 10, Vincenzo Pedone e Cesare Padovano, (laterali). Ha diretto con imparzialità e professionalità, ma soprattutto con occhio di falco e gambe di gazzella. La Nostra favola, migliore di quella di Jimmy Fontana. E… "and they lived happily ever after" vissero tutti felici e contenti
Qui la galleria fotografica della partita, altre ne seguiranno.
IL TABELLINO DI DOSA
Calcistica Spinella-Taurianovese 1-2
Calcistica Spinella: Falcone 7, Spinella 7, Mandalari 7, Romeo I 7, Isaiku 7, Squillace 7, Romeo II 7, Manganaro 7, Tripodi 7, Latella 7, Bianco 7
In panchina, Nucera, Cara, Cua, Iamonte
Sostituzioni, Franco, Mercurio, Scapolla
Allenatore, Antonio Cormaci 8
Presidente, Giuseppe Vadalà 8
Taurianovese: Galluccio 10, Zavaglia 9, Barreca 9, Rettura 9, Nasso 9, Larosa 9, La Delfa 9, Cardona 9, Andreacchio 10, Bongiovanni 9, Condrò 9
In panchina, Marta, Misitano, Furfaro II, Massara
Sostituzioni, Furfaro I, Matalone, Romano
Presidente, Francesco Giovinazzo s.v.
Allenatore, Santo Sisinni 10
Terna arbitrale, Marco Bianchi (centrale) 10, Vincenzo Pedone 10 e Cesare Padovano10, (laterali)
Marcatori 35 p.t. Andreacchi, 35 s.t. Romano, 38 s.t. Tripodi
Note, ammoniti, Barreca, Cardona (T), Romeo (C)
Pomeriggio di sole, terreno in ottime condizioni di gioco, Angoli 7-3; rimesse laterali 20-14; punizioni18-12
LA CALCISTICA SPINELLA DOMINA, MA LA TAURIANOVESE ALZA…DUE COPPE, RINGRAZIA, SALUTA E RIENTRA IN PIANA
L’esperta Taurianovese di Francesco Giovinazzo, concede il bis, dopo il successo dell’anno scorso. L’equipe di mister Santo Sisinni, non soffre di complessi d’inferiorità, né di sudditanze psicologiche. “Chiude il primo tempo con una bellissima inzuccata di Andreacchio che riesce a controllare l’emozione, colpisce alla grande e gonfia la rete sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il capolavoro balistico lo compie però Romano con un missile terra-aria che “trova” l’incrocio dei pali. Nel finale thrilling e mozzafiato, la fortuna gli dà una mano e “les jeux sont faits rien ne va plus”.Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (Reggio Calabria)- Un grande pomeriggio. Una grande gara della Calcistica Spinella. Un gran tifo sugli spalti. Un gran fair-play in campo. Un gran finale thrilling e mozzafiato. Un grande trionfo per la Taurianovese. Gli spettatori, che sono giunti sulle rive del Marosimone, per assistere ad una grande partita, sono stati pienamente soddisfatti o rimborsati. Hanno fatto l’en plein di brividi lungo la schiena, emozioni e souspences. Un match alla pari. Nessuna delle due squadre poteva strappare la storica frase pronunciata da Napoleone Buonaparte nel Duomo di Milano…“Dieu me l’a donnèe garde a qui y touchera”.Bisognava conquistarla sul campo questa benedetta “Supercoppa” provinciale, riservata alla categoria Allievi. Tuttavia la Taurianovese sapeva bene che prima di tutto, bisognava …To be or not to be, that is the question. Mister Antonio Cormaci, ha svolto un ottimo, lodevole lavoro, durante tutto il campionato e “sentiva” questa partita in maniera epidermica. Figurarsi i ragazzi, che avevano la cuccuma in corpo. Ci tenevano innanzitutto a fare bella figura. A disputare una gara tutta impeto e passione. Possibilmente a vincerla. Purtroppo, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. E le buone intenzioni spesso se ne vanno a patrasso. Intendiamoci, la Calcistica Spinella, avrebbe meritato di alzare al cielo la coppa ‘giusta’. Per quel che di bello e di buono ha saputo fare e costruire nell’arco della gara.
Il pacchetto arretrato (Falcone, Spinella, Mandalari, Romeo, Isaiku e Squillace)ha retto bene per tutta la gara. Soprattutto sul piano atletico, in cui hanno sovrastato nettamente gli avversari. Caratteristica, che gli ha consentito di schiacciare l’acceleratore a tavoletta, perfino sulla chicane e sulla curva parabolica. La Taurianovese partiva in pole position, ma il pit-stop dei padroni di casa era è stato perfetto. Fantastica l’uscita dai box. Sulla tribuna peones e campesinos, surriscaldavano le corde vocali e facevano un casino della malora. Mosquitos sul settore centrale. Uno branchino di miciette miagolanti sugli esterni, facevano impennare l’adrenalina, più in alto del Machu Picchu. Mai visto niente di simila al “Saverio Spinella”. La voce della new age; della new generation; della beat generation. Paolo Romeo, saliva sull’ottovolante, Manganaro e Latella infilavano il tunnel dell’horror. Ma la guardia dei cerberi pianigiani era asfissiante. Tripodi e Branca, finivano sul letto chiodato del fachiro. Sui gradoni a ridosso di Andrea Manti, il barone; del ‘signor Macheda’; del presidente Saverio Pansera e del “centravanti del Panatinaikos, ‘signor Klimaco’, indovinate? Ma sìììììì, una “Pantera rosa” ruggiva. Non chiamatelo Pippo Laface. Nemo propheta in patria. Ha firmato per il Brancaleone. Galluccio, Zavaglia, Barreca, Rettura e Nasso ergono una muraglia cinese, a ridosso della trequarti campo. La Calcistica, inizialmente si muove con il modulo classico 4-4-2. Difensori esterni, tornanti di fascia, fluidificante, percussioni e diagonali, funzionano bene. Anche perché il fiato c’è e la velocità pure. Ma il pugno più forte sul punch ball lo appioppa Andreacchio al 35° del primo tempo. Un gancio sinistro doppiato da un montante destro come quello di Cassius Clay sulla mascella di Sonny Liston. Un cross d’angolo. Eterno e solenne, lungo quanto le ‘Bocche di Bonifacio’.
La difesa va a caccia di farfalle sotto l’arco di tito. Andreacchio resta lì impalato come uno spaventapasseri. Quasi a disagio per quel pallone che gli piove addosso. Tenta di fare qualcosa all’ultimo istante. Troppo tardi, la sfera di cuoio, gli rimbalza sulla fronte scoperta e va a finire la sua corsa nel sacco; a gonfiare la rete. Si riprende dallo shok anafilattico, solo dopo che una mandria di bisonti impazziti (di gioia), dopo aver “passeggiato” sul suo stomaco rientra nei ranghi. Riesce solo a darsi un pizzicotto sull’avambraccio, per capire se sogna o è desto. Una siringata terribile. Un soffione al curaro con la cerbottana dei Cherokee. La Calcistica si sente suonata come Kim Soo Ki, a San Siro, dopo la scarica di uppercut di Sandro Mazzinghi. Il povero Isaiku è costretto ad indossare gli stivali delle sette leghe, per evitare guai peggiori. Nei minuti mancanti prima del riposo la Calcistica, prova gli stessi stati d’animo di don Abbondio, davanti ai Bravi di Don Rodrigo…. Avevano una reticella verde per tenere i capelli, dalla quale usciva un enorme ciuffo; due lunghi baffi, una cintura lucida di cuoio, due pistole, un corno con polvere da sparo, un coltellaccio, gonfi e grandi calzoni, uno spadone…"Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai”. Don Abbondio, rimase a bocca aperta, come incantato, poi andò a casa tremolante e impaurito. La Calcistica ha un’intuizione geniale…quando manca la pelle del leone, bisogna indossare quella della volpe. Non succede niente per tutto il primo tempo restante. La Taurianovese si rivela un osso duro, ma negli spogliatoi mister Cormaci, striglia i suoi galletti di primo canto con alucce, speroni, artigli e cresta già sviluppati. Un canto delle sirene a cui nessuno resiste. Rientrano sul tappeto verde artificiale, undici leoni di Nemea, incalzati dalla canea di hooligans e skin-heads, roventi come il magma infocato della Valle del Bove. Gli ospiti, al secondo successo consecutivo, non tirano i remi in barca paghi del risultato. Sebbene sotto l’incalzare arrembante, dei pirati di Barbanera… siano costretti a spostare il baricentro di una trentina di metri. Una Pampas sterminata… Cieli immensi, Fiumi azzurri e colline e praterie Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me. Un corridoio di Danzica, in cui s’infilano a turn-over, gli avanti spinelli ani. Ma era come parlare al muro di berlino. La tifoseria melitota, ‘sente’ la partita e incita alla carica… il 7° cavalleggeri del generale George Armstrong Custer nella valle del Little Big Horn. Comincia un assedio, come quello subito in “L’Isola del tesoro” da Long John Silver, Jim Hawkins, il dottor Livesey, il signor Threlawney ed il capitano Smollet. Israel Hands contro Jim Hawkins, appeso vertiginosamente alle corde del trinchetto e dell’albero di maestra della Hispaniola. Mister Santo Sisinni è un vecchio lupo di mare dei campi di gioco. Riesce a non perdere la testa. Granitico come capitan Achab, attende sul la tolda del Pequod il passaggio di Moby Dick, per poterlo arpinare. Cosa che avviene poco dopo la mezz’ora del secondo tempo. C’è un fallo inutile ed ingenuo poco fuori dell’area di rigore. Romano, strofina la Lampada di Aladino”. Esce il Genio e dispone di tre desideri, che il panchinaro, esprime: segnare da quella distanza proibitiva, ma cara a Platini, Del Piero, Baggio, Zico, Gullit, Maradona, Boninsegna e via di seguito; vincere la partita; resistere all’assedio furibondo, nella Baia di Maracaìbo. Il giovane e dinamico trainer della Calcistica con l’argento vivo addosso muove tutti i fili come un puparo navigato; si agita come il mago Silvan a “Scala Reale”… copri, scala, corri, spingi, infilati qui, vai di là, tiraaa…Sandokhan, la tigre della Malesia ruggisce ancora; più di quanto descriva la mitica penna del leggendario Emilio Salgari. Così inizia l’assedio simile a quello, con cui Caio Giulio Cesare conquistò Alesia di Vercingetorige. Nella ripresa, i pianigiani, sono costretti a salire sulle… Montagne Russe e sul Vascello del pirata. I motori ora rombanoa pieno regime.
Nella seconda fase, Cormaci-Jean Todt, cambia pure le gomme da pioggia, con perfetto sincronismo, e grazie all’ultimo design, dopo aver superato la…dogana indiana, inizia la rimonta, con una serie di sorpassi assai rischiosi. Il popolo di Lilliput, agguerrito e variopinto scende sul sentiero di guerra dopo aver disseppellito l’ascia di guerra, il volto dipinto coi colori fantasmagorici della battaglia. Sembrano i ragazzi della Via Paal. Un match point, proibito dai cardiologi, ai colpiti da aritmia. Il rischio è di vedersi saltare il tappo della valvola mitralica. E non c’è lì, un Chris Barnard che possa espiantare e trapiantare in tempo reale. Si assiste ad un contorsionismo in campo e sugli spalti degno di Rudolf Nureyev e Carla Fracci. I mini-tifosi, hanno gli occhi letteralmente strabuzzati fuori dalle orbite e sembrano in preda al delirium tremens. I calciatorini fanno il pieno di Mato Mato, peperoncino del Messico, Ketchup, Tabasco, pepe della Cayenna e Nduja di Spilinga. Tutti all’attacco.Terzini, mediani, ali e mezze ali, centrattacco e portiere si agitano come il fantasma di capitan Flint. Il Marosimone si trasforma in un campo di Lpsia e Waterloo, perché la falange dell’eroica resistenza della Taurianovese, che ha richiamato in armi pure i veterani del Piave, combatteva come i vietcong di Gianni Morandi a…Da Nang e QuangTri. La vittoria si avvicina, yes… we can. Batman Galluccio, vola da un palo all’altro. Nel finale da tregenda, serve lucidità e precisione, ma la tempesta chimica coarta i neuroni, l’ipotalamo e l’ippocampo. I disperati SMS con l’i-phone Apple ed il Galaxy S 4, cadono nel vuoto siderale e nel cono d’ombra: non c’è campo. Gli attaccanti di casa si lanciano come don Chisciotte contro i mulini a vento…palo, traversa, parata miracolosa del portiere (almeno quattro), tiri respinti sulla linea bianca o spediti dagli attaccanti sull’orlo di una crisi di nervi, su Marte e Giove. Indescrivibile la gioia degli eroi, dei fanti del Piave, a fine gara, applauditi però dallo sportivo pubblico locale, che riconosce il valore della Taurianovese. L’ospitalità è stata perfetta.
A fine gara pasticceria e spumante per tutti, saluti, baci ed abbracci. Sotto gli occhi del presidente della Lega calcio di Reggio Calabria, prof, Domenico Arena, che consegna tre coppe. Una a testa per la vittoria nei rispettivi gironi e la Supercoppa: “Siamo contenti per come si siano svolti i lavori. Ospitalità perfetta, pubblico composto e sportiv o, fair-play in campo e sugli spalti. Ma soprattutto spettacolo nella massima correttezza e moralità. Al di là del discorso ludico, la Federazione persegue l’obiettivo pedagogico. Un ambiente sereno immerso nel verde, nella natura e nell’ossigeno, ma a misura di ragazzo. In cui prevalga l’elemento discorsivo, il dialogo, il confronto delle idee. Con la finalità di promuovere la legalità, la trasparenza, la moralità, l’amicizia, la fratellanza, l’0nestà e di converso la libertà e la democrazia. Combattere l’illegalità, l’astio, il rancore, l’odio e la violenza. Con contributo di tutti e di ciascuno. Grazie, Melito Porto Salvo!”. Poi il finale con le interviste, le fotografie e le dichiarazioni che vi proponiamo nei nostri video. Un rigo a parte, merita la terna arbitrale Marco Bianchi (centrale) 10, Vincenzo Pedone e Cesare Padovano, (laterali). Ha diretto con imparzialità e professionalità, ma soprattutto con occhio di falco e gambe di gazzella. La Nostra favola, migliore di quella di Jimmy Fontana. E… "and they lived happily ever after" vissero tutti felici e contenti
Qui la galleria fotografica della partita, altre ne seguiranno.
IL TABELLINO DI DOSA
Calcistica Spinella-Taurianovese 1-2
Calcistica Spinella: Falcone 7, Spinella 7, Mandalari 7, Romeo I 7, Isaiku 7, Squillace 7, Romeo II 7, Manganaro 7, Tripodi 7, Latella 7, Bianco 7
In panchina, Nucera, Cara, Cua, Iamonte
Sostituzioni, Franco, Mercurio, Scapolla
Allenatore, Antonio Cormaci 8
Presidente, Giuseppe Vadalà 8
Taurianovese: Galluccio 10, Zavaglia 9, Barreca 9, Rettura 9, Nasso 9, Larosa 9, La Delfa 9, Cardona 9, Andreacchio 10, Bongiovanni 9, Condrò 9
In panchina, Marta, Misitano, Furfaro II, Massara
Sostituzioni, Furfaro I, Matalone, Romano
Presidente, Francesco Giovinazzo s.v.
Allenatore, Santo Sisinni 10
Terna arbitrale, Marco Bianchi (centrale) 10, Vincenzo Pedone 10 e Cesare Padovano10, (laterali)
Marcatori 35 p.t. Andreacchi, 35 s.t. Romano, 38 s.t. Tripodi
Note, ammoniti, Barreca, Cardona (T), Romeo (C)
Pomeriggio di sole, terreno in ottime condizioni di gioco, Angoli 7-3; rimesse laterali 20-14; punizioni18-12
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