Editors Choice

3/recent/post-list

Il "Curiosone", notiziando tra i flash delle agenzie di stampa

Il curiosone(tra i ‘lanci delle agenzie a cura di glossa)



Ecco il diamante da record,
venduto all'asta per 23 mln dollari


AGI) - Ginevra - Un diamante da record, puro, incolore, tagliato a forma di pera, da 101,73 carati e venduto all'asta per la cifra mai registrata di 23,5 milioni di dollari, pari a 18,2 milioni di euro. Lo ha reso noto la casa d'aste Christie's che ha battuto il pezzo eccezionale in un hotel di lusso a Ginevra. Ad acquistarlo e' stato il celebre gioielliere americano Harry Winston, appena entrato, con le sue 24 gioiellerie in tutto il mondo, nel gruppo Swatch. (AGI) .
********************
Siria: da Qatar 3 miliardi di dollari in armi per ribelli

23:52 16 MAG 2013


(AGI) - Londra, 16 mag. - Il plutocratico petro-gas-emirato sunnita del Qatar ha finora speso almeno 3 miliardi di dollari negli ultimi due anni per aiutare i ribelli anti-Assad. E' quanto rivela il Financial Times secondo il quale per il piccolo - solo per dimensioni - emirato che galleggia sulle terze riserve accertate di gas, l'intervento in Siria e' solo un tassello della complessiva strategia per ottenere il riconoscimento della comunita' internazionale delle sue ambizioni di diventare una figura chiave nel Golfo Persico ed in tutto il Medio Oriente. Dopo aver sostenuto con efficacia e determinazione la ribellione libica contro Muammr Gheddafi nel 2011, il Qatar prova a ripetere in Siria l'exploit che gli ha fatto conquistare un nuovo status ed il rispetto delle cancellerie di tutto il mondo. Secondo lo 'Stockholm International Peace Research Institute', che segue i trasferimenti di materiale militare, il Qatar ha inviato oltre 70 aerei da trasporto militari carichi di ogni genere di armi in Siria attraverso la Turchia. Il tutto solo tra aprile del 2012 e lo scorso marzo.
*******************

Beckham da l addio al calcio lo Spice boy lascia a 38 anni   
20:01 16 MAG 2013


(AGI) - Roma, 16 mag. - Al Teatro dei Sogni hanno condiviso gioie e vittorie e nel giro di otto giorni, quasi in ordine d'importanza, hanno scelto di dire basta. Dopo Alex Ferguson e Paul Scholes, un'altra icona del Manchester United decide di farsi da parte. Ma associare David Beckham ai soli Red Devils e' quanto meno riduttivo. Uno dei talenti piu' puri espressi dal calcio inglese negli ultimi vent'anni si appresta ad appendere le scarpette al chiodo: ancora due partite col Paris Saint Germain, l'ultima il 26 maggio contro il Lorient, e calera' il sipario sulla carriera di Beckham, che nel calcio ha avuto due amori: il Manchester united e la nazionale. Una carriera infatti fortemente legata allo United, dove ha fatto il suo ingresso nel '91, debuttando in prima squadra il 23 settembre 1992, ad appena 17 anni, in una gara di Coppa di Lega contro il Brighton. Sara' l'inizio di una cavalcata lunga 394 partite, sei Premier League vinte, due FA Cup e una Champions League datata 1997. Beckham e' una delle stelle piu' luminose di quella squadra, ala destra un po' atipica, dotato di un piede destro fatato che su cross e punizioni fa la differenza.
  Con Giggs sulla sinistra, Keane e Scholes in mezzo e Cole e Yorke in avanti, Beckham e' il tassello che rende quel potenziale offensivo un mix micidiale. La maglia numero 7 che fu di Best e Cantona non poteva avere erede migliore. Ma anche le storie d'amore piu' belle hanno una fine e nel 2003, dopo l'eliminazione in FA Cup con l'Arsenal, qualcosa si rompe col maestro e mentore Alex Ferguson, che nello spogliatoio gli lancia uno scarpino che lo colpisce poco sopra l'occhio. Cinque mesi dopo si consuma l'addio, con Beckham che cede finalmente alla corte del Real Madrid, ennesimo 'galactico' dell'era Perez. Nella capitale spagnola rimarra' quattro anni e solo nell'ultima stagione riesce a vincere qualcosa, la Liga, mentre la Champions resta un sogno. A 32 anni, nella piena maturita' della sua carriera, una scelta rivoluzionaria: addio al calcio ad alti livelli per migrare negli Stati Uniti. Beckham accetta l'offerta dei Los Angeles Galaxy, un progetto che va oltre il lato sportivo perche' nel frattempo il centrocampista inglese e' diventato un'icona extrasportiva, vuoi per il matrimonio con la Spice Girl Victoria Adams, vuoi per le gigantografie pubblicitarie che lo vedono uomo immagine di Armani. Gli dedicano pure un film, "Sognando Beckham", storia di una ragazzina indiana che sfida i tabu' della sua gente per giocare a pallone. Perche' David e' questo, e' un simbolo e l'America lo sceglie come ambasciatore per diffondere quel 'soccer' schiacciato da basket, football e hockey. Certo, il livello della MLS non e' altissimo, sta stretto a Becks che in due occasioni trova modo di 'scappare', andando a giocare in prestito al Milan (sei mesi nel 2009 e altrettanti nel 2010 segnati pero' dal terribile infortunio al tendine d'Achille) che oggi lo ha salutato come "professionista impeccabile" e "grande amico". Negli ultimi anni made in Usa riesce finalmente a gioire, conquistando per due volte di fila il titolo, poi, lo scorso gennaio, non riesce a resistere al richiamo di Parigi.
  La lunga corte di Leonardo e del Paris Saint Germain lo portano all'ombra della Torre Eiffel dove domenica scorsa vince l'ennesimo campionato, primo inglese a trionfare in quattro Paesi diversi. Il Psg ha provato a convincerlo a giocare un altro anno, Becks ha declinato. "Sento che e' il momento giusto di chiudere la carriera - le sue parole di congedo - Se mi avessero detto da ragazzo che avrei giocato e vinto con la mia squadra del cuore, il Manchester United, che avrei giocato e indossato con orgoglio la fascia di capitano del mio Paese per oltre 100 partite e militato nei piu' importanti club del mondo, avrei risposto che era pura fantasia. E invece sono stato fortunato ad aver realizzato tutti questi sogni". "Ad oggi la cosa che mi rende piu' orgoglioso e' essere stato il capitano dell'Inghilterra - ha detto ancora Beckham - Sapevo che ogni volta che indossavo la maglia dei Tre Leoni, non solo mi univo a un elenco di grandi giocatori, ma rappresentavo anche ogni tifoso che segue con passione la sua nazionale. Sono onorato di aver rappresentato l'Inghilterra dentro e fuori dal campo". Manchester United e nazionale, i suoi due grandi amori calcistici. Non e' mai voluto tornare in Premier League proprio per non affrontare da avversario lo United mentre per quanto riguarda l'Inghilterra, e' stato un rapporto tormentato.
  Beckham ha dato tutto per quella maglia, indossata per la prima volta nel settembre '96 contro la Moldova, sotto la guida di Hoddle. Dietro le sue 115 presenze, 59 delle quali con la fascia di capitano (la prima il 15 novembre 2000 contro l'Italia), le corse contro il tempo dagli infortuni, a volte riuscite (la frattura al metatarso e lo stop di due mesi prima dei Mondiali 2002), a volte no (la rottura del tendine d'Achille che lo costrinse ad andare in Sudafrica come semplice accompagnatore). E ancora, durante la parentesi americana, gli inverni in Europa ad allenarsi o giocare per non perdere il posto. Beckham e' stato amato (il suo gol alla Grecia fu decisivo per la qualificazione ai Mondiali nippo-coreani) e odiato (dall'espulsione nella gara con l'Argentina a Francia '98 che non gli fu mai perdonata al gestaccio contro i tifosi inglesi dopo la sconfitta col Portogallo a Euro2000). E poi l'ultima delusione, l'esclusione dalla nazionale olimpica in campo per quei Giochi di Londra per cui lui stesso si era impegnato in prima linea. Ma in fondo quale campione non fa discutere? Goodbye and good luck, mr Beckham.
**************************

Calcio Psg prepara offerta da 18 mln l anno per Ronaldo   
10:36 16 MAG 2013


(AGI) - Roma, 16 mag. - Il Psg non molla la presa su Cristiano Ronaldo. Secondo il sito del quotidiano francese "L'Equipe" il club parigino e' pronto a offrire un ingaggio da 18 milioni netti a stagione al fuoriclasse portoghese del Real Madrid. Il cartellino di Ronaldo ha una valutazione di 100 milioni di euro, ma il club "blanco" potrebbe aprire una trattativa visto l'interesse per il tecnico del Psg, Carlo Ancelotti.
**************************

Calcio Balotelli a nuovo coro razzista lascio il campo
19:41 15 MAG 2013


(AGI) - Roma, 15 mag. - "Ho sempre detto che se fossero successi episodi di razzismo allo stadio non avrei detto nulla.
  Ma questa volta ho cambiato idea: se accadra' un'altra volta, lascero' il campo perche' e' una cosa troppo stupida". A parlare e' Mario Balotelli, che in un'intervista alla Cnn e' tornato sugli episodi di domenica sera a San Siro, quando da parte dei tifosi romanisti sono arrivati cori razzisti nei suoi confronti che hanno costretto l'arbitro Rocchi a sospendere il match per circa due minuti. "Ho parlato con Prince (Boateng ndr), volevo lasciare il campo - aggiunge l'attaccante del Milan - ma avrebbero pensato che volevo andar via perche' eravamo in difficolta' e quindi mi sono detto 'no, e' meglio che giochiamo e parlero' poi', cosi' e' andata. Se non fosse stato per questo motivo, avrei lasciato il campo". (AGI)
*************************
Minoli attacca Rai, 'La storia siamo noi' non e' in palinsesti
Dg Gubitosi: 'Già in pensione, scade contratto ma La storia siamo noi va avanti'. La replica: 'Bugia, non e' in palinsesti'
ROMA - "'La Storia siamo noi' non è nei palinsesti, questa è la verità". Lo dice Giovanni Minoli all'ANSA dopo le parole del dg Rai. "La Rai - prosegue - puo’ fare quello che vuole, ma non si dicano bugie". Minoli definisce poi "illazioni quelle su mie presunte richieste all'azienda". "In un’azienda normale - aggiunge - sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere".
"Io non ho chiesto niente e non ho ricevuto nessuna proposta - spiega Minoli all'ANSA -. Sono notizie false, forse Perina vuole preparare la strada a qualche camerata amico suo. Ho dato mandato ai miei legali di valutare se ci sono gli estremi per una querela". "In un'azienda normale sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere - afferma il giornalista -. Invece si sostiene che la trasmissione non è chiusa, mentre nei palinsesti approvati dal cda la trasmissione finisce a giugno e poi non c'é più. Certo le cose si possono cambiare, ma al momento la notizia è che la trasmissione non c'é più. La trasmissione è stata chiusa d'imperio e non mi è stato proposto nulla. E non si dica - prosegue - che si privilegiano gli interni perché Vespa non è un interno, Angela non è un interno, è stato preso da fuori il direttore del Tg1, sono stati assunti cinque top manager esterni. A Donat Cattin, pensionato, è stato fatto perché lo ha chiesto Vespa. La Rai può fare quello che vuole, ma non si dicano bugie".
"Se si tirano fuori aspetti economici, bisogna fare i conti con quello che ho portato alla Rai - dice ancora -. Ho portato convenzioni per 50 milioni di euro. Non si dicono bugie, quando parlamentari di tutti gli schieramenti protestano per la chiusura, quando c'é un sentimento collettivo, che emerge in queste ore, contrario alla chiusura del programma. E' un programma di valore: se ha ricevuto l'Oscar per la tv a febbraio qualcosa vorrà pure dire".

RAI: GUBITOSI,'LA STORIA' NON CHIUDE, LASCIA MINOLI - ''La Storia siamo noi non chiude. Termina semplicemente il contratto con Giovanni Minoli che era andato gia' in pensione tre anni fa ed aveva avuto un contratto triennale per i 150 anni dell'Unita' d'Italia che scade il 31 maggio''. Lo ha spiegato il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, rispondendo alle domande dei giornalisti. "Il format della Storia siamo noi è della Rai, era stato ideato da Renato Parascandolo, poi gestito da Minoli per una fase che adesso si chiude", ha aggiunto Gubitosi, ringraziando il giornalista per il lavoro svolto e non escludendo in futuro nuove collaborazioni.
"Il format della Storia siamo noi è della Rai, era stato ideato da Renato Parascandolo, poi gestito da Minoli per una fase che adesso si chiude", ha aggiunto Gubitosi, ringraziando il giornalista per il lavoro svolto e non escludendo in futuro nuove collaborazioni.
"E' stato un magnifico periodo questo de 'La storia siamo noi', prima e durante la gestione Minoli. Ora tutta la parte di Rai Educational, compresa la storia, è in mano a Silvia Calandrelli. Abbiamo grande fiducia in lei, sta lavorando su cose importanti come la prima guerra mondiale. L'offerta di storia continua". Lo ha detto il dg Rai, Luigi Gubitosi, rispondendo alle domande dei giornalisti a Viale Mazzini. "Minoli ha fatto bene - ha proseguito -, vorrei che fosse chiaro che c'é soddisfazione e lo ringraziamo e ci auguriamo che in futuro si possa fare ancora qualcosa insieme. Penso che Minoli con Calandrelli potrà farà magnifiche cose. Si parleranno. Sono convinto che ci saranno i modi di utilizzare ulteriormente le capacità autoriali di Minoli in Rai Storia". Successivamente il dg ha però precisato che la politica della Rai è "utilizzare forze interne e non rinnovare contratti di chi va in pensione". "I contratti si esauriscono - ha spiegato -, le fasi storiche si esauriscono".
PERINA, MINOLI VOLEVA UN MLN EURO, MEGLIO CAMBIARE - "Mi dicono che il problema è economico: Minoli (che è già in pensione) voleva un milione di euro per mandare avanti il programma, di cui detiene i diritti". Lo scrive su Facebook Flavia Perina, esponente di Fli, ex membro della Commissione di Vigilanza. "Se fossi il direttore della Rai - aggiunge -, lo darei ad Alessandro Carbone e Cristiana Mastropietro. Lo farebbero meglio per meno della metà.
GUBITOSI, TRATTATIVA CON YOUTUBE, ESITO ANCORA INCERTO - "Stiamo discutendo una revisione dei nostri rapporti con YouTube, in vista di un eventuale accordo per tutti i contenuti della Rai. E' troppo presto per dire come si concluderà". Il dg Rai, Luigi Gubitosi, conferma l'avvio di una trattativa per la revisione del contratto con Google per trasmissione su Internet dei contenuti della tv pubblica. L'azienda intende rivedere al rialzo il corrispettivo della cessione dei propri diritti video, attualmente ritenuto inadeguato. Lo stesso dg due settimane fa, al Festival della tv e dei nuovi media, a Dogliani, aveva spiegato che nella definizione del contratto anni fa "c'é stata disattenzione ed i diritti sono stati concessi ad un prezzo irrisorio".
***************

Al Bano, 70 anni del 'leone' di Cellino
'Ai figli insegno sacrifici. Padre Pio? Errore ostensione'

16 maggio, 10:20
di Giorgiana Cristalli
ROMA - "Il sacrificio come esercizio quotidiano": è il motto di Al Bano Carrisi, 70 anni il prossimo 20 maggio, ed è l'insegnamento che il cantante di Cellino San Marco cerca di trasmettere ai suoi figli. Una vita spesa tra musica, Puglia, famiglia, successo e palcoscenici di mezzo mondo. Una carriera costellata da hit popolari, in tandem con l'ex moglie Romina Power, poi da solo. Quattro figli dal matrimonio con la figlia di Tyrone Power e Linda Christian e due da Loredena Lecciso, Al Bano ironizza: "Non mi sono fatto mancare niente". Ha al suo attivo persino una improbabile causa per plagio, vinta, contro Michael Jackson.
"In questi anni ho imparato a vivere - spiega in un'intervista all'ANSA -: dedicherò i prossimi 70 a mettere in atto questa esperienza". Ha rimpianti? "Nessuno - risponde -, il rimpianto non serve ed è solo male che fai a te stesso. Alcune cose sono state fantastiche, altre no". Crede nel sacrificio perché, dice, "aiuta a capire e ad assaporare la vita". Non è pessimista se pensa al futuro dei suoi figli "che sono l'amore più grande". Non è certo che la crisi di oggi sia un problema insormontabile. "Ho vissuto un'Italia in cui veramente il lavoro non c'era e c'era miseria. Oggi se vai negli aeroporti sono pieni, i ristoranti sono tutti pieni, idem i cinema", aggiunge. In passato, osserva il cantante di origini contadine, "c'era una vera crisi esistenziale, erano tempi in cui trovare lavoro o partire era difficile. Oggi forse si esagera, anche i mass media... Lo dico perché ho vissuto anni duri, in cui i treni arrivavano vuoti al sud e trasportavamo braccia e menti al nord. Era un viaggio verso l'ignoto, non sapevi dove saresti andato e chi avresti incontrato".
A 70 anni 'il leone' di Cellino appare più coriaceo che mai. "Basta darsi da fare - dice - perché, se l'Italia riesce a dare lavoro anche a 6 milioni di 'nuovi italiani', allora c'é ancora spazio per la speranza. Ai miei figli - racconta - insegno a faticare. L'italiano negli ultimi tempi è stato coccolato, rassicurato. Vogliono tutti la pappa pronta". Una vita allenata al sacrificio "diventa interessante". Bisognerebbe essere "atleti anche nello spirito", dice l'instancabile cantante, pronto per un giro di concerti all'estero in trio con Toto Cutugno e Umberto Tozzi.

Oltre al sacrificio, una parola chiave del bilancio della sua vita è la fede, che lo ha sostenuto anche negli anni segnati dalla scomparsa della figlia Ylenia. "Guai se non avessi avuto quella valvola di sfogo, quella certezza che da bambino mi accompagna", esclama Al Bano, che riconosce a Papa Francesco la capacità di portare a San Pietro fedeli da tutto il mondo.
"Non sottovalutiamo la fede nei giovani - afferma - anche se ci sono quelli che abbracciano il dio della droga e lì, se non stai attento, le speranze si affievoliscono". Lui che ha conosciuto di persona Padre Pio e che spesso si reca a San Giovanni Rotondo, non ha apprezzato la decisione di dare il via, il primo giugno, all'ostensione permanente di quello che nel frattempo è diventato San Pio.
"Onestamente sono contrario. Padre Pio meriterebbe un po' di riposo e non questo sguardo di curiosità. Non è una scelta felice per come era fatto lui, ma anche, in generale, per un essere umano. Uno é morto, ha fatto quello che ha fatto e lasciatelo dormire in pace! Anche quando era in vita - sospira - non lo hanno lasciato in pace". Preferisce non entrare nel merito dei motivi che potrebbero avere condotto a questa decisione. "Non entro in questo alveare. Dico solo che Padre Pio me lo voglio immaginare, sognare. E' come San Pietro. Voglio immaginarlo; vederlo in esposizione non mi sembra un grande spettacolo". E conclude con amarezza: "Sono convinto che se San Pio fosse in vita, sarebbe il primo a dire 'Fuori i mercanti dal tempio'. Sto azzardando forse un po' troppo, lo so. E' il mio carattere
***********************

Paolo Villaggio ricoverato per un malore
Era nella sua casa, soccorso dal 118 e trasportato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I
ROMA - Malore per Paolo Villaggio nella sua casa, nella Capitale. L'attore e' stato trasportato dal 118 di Roma al pronto soccorso del Policlinico Umberto I.
"Ci ho parlato un'ora fa e sta perfettamente. Non è successo assolutamente nulla. Tutte le persone di 80 anni che conosco, quelle ancora vive, stanno peggio di lui". Così al telefono con Sky Tg24 la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta, a proposito del ricovero del padre stamani per un malore a Roma. Elisabetta Villaggio ha lamentato la violazione della privacy del padre: "Trovo brutto che qualcuno - non credo i medici, che hanno il segreto professionale - prende e chiama i media".
"E' stato un normalissimo controllo di routine ieri sera - ha detto ancora Elisabetta Villaggio a Sky Tg24 -. Ma negli ospedali romani c'é gente assoldata dai media che come vede uno famoso chiama".

-Glossa".
*********************


Posta un commento

0 Commenti