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Figlia di orfana di guerra incassava assegno madre morta



 Incassava assegno di madre defunta
Era pensione di guerra, denunciata da Gdf di Ancona

Figlia di orfana di guerra incassava assegno madre morta

ANCONA - Continuava a ritirare la pensione della madre, orfana di un militare caduto durante la prima guerra mondiale (1915-1918), nonostante la donna fosse morta da un anno. Una donna di San Paolo di Jesi (Ancona), è stata denunciata per truffa aggravata ai danni della Ragioneria territoriale dello Stato nell’ambito di un’indagine della Guardia di finanza di Ancona sulle falese pensioni di guerra. In tutto sono 5 le persone denunciate per aver percepito indebitamente pensioni analoghe.

Le indagini delle Fiamme gialle hanno riguardato 30 trattamenti pensionistici concessi a persone che hanno subito menomazioni all’integrità psico-fisica per causa di guerra, ai familiari di persone decedute per causa di guerra e a quelli di persone morte per cause legate alle guerre che, quando erano in vita, avevano una pensione di guerra. Ventisette posizioni sono risultate regolari. La Gdf ha invece scoperto che tre assegni venivano ritirati in modo indebito dai congiunti di altrettanti reduci di guerra, e cointestatari o delegati a operare sui rapporti ancora accesi a nome dei propri cari defunti. Un anconetano continuava a prelevare regolarmente la pensione di guerra della madre, morta nel 2003, da un conto corrente postale cointestato con lei.

La stessa cosa facevano i quattro figli di una pensionata morta due anni fa, nel 2011, a Sirolo. Ma il caso più eclatante è senz'altro quello della signora di San Paolo di Jesi, che ha continuato a prendere la pensione della madre orfana di guerra, per un totale di circa 5.700 euro, accreditati ed in gran parte ritirati da un libretto postale. Ora i sei denunciati dovranno restituire allo Stato 20.000 euro complessivi (interessi compresi). Su disposizione dell’autorità giudiziaria, a garanzia del credito erariale, sono stati messi sotto sequestro preventivo tre autoveicoli e le somme depositate in un libretto ed in un conto corrente postale degli indagati.

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