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Oltre Milano, Idee per la Citta' di Domani - Convegno Camera di Commercio

Proposte e "desiderata" in un sovrabbondante convegno della Camera di Commercio

MILANO, SVILUPPO E DISUGUAGLIANZE




 Una città dicotomica che accentuerà nel futuro ombre e luci: ad esempio, più cosmopolita e tollerante e nel contempo con maggiore presenza di ‘ndrangheta e criminalità organizzata.


E’ il quadro presentato al convegno “Oltre Milano. Idee e proposte per la città di domani” organizzato dalla Camera di Commercio con sovrabbondanza di autorità, esperti, dati e cifre concentrati in una mattinata: il sondaggio “Milano al futuro” di Renato Mannheimer, tre tavole rotonde introdotte e moderate da Giulio Sapelli (Storia economica Università Statale) e Mauro Magatti (Sociologia Generale Università Cattolica) con 18 relatori, la sfilata e interventi conclusivi del presidente della Regione Roberto Maroni, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del presidente della Provincia Guido Podestà, l'amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala e l'ad di Fiera Milano Enrico Pazzali.


Aggiungendo, ovviamente, apertura e conclusione del padrone di casa, Carlo Sangalli. A fine lavori, è stato distribuito il libro “Progetto Milano” di Magatti e Sapelli, ricchissimo di “scorci, prospettive, proposte”.

Cosa abbiamo capito di tanta scienza?  Dal sondaggio le priorità: lavoro e formazione soprattutto per i più giovani,  seguite da welfare e sanità.

 Tra le imprese spicca la richiesta di creare un contesto favorevole allo sviluppo, indispensabile per la metà delle aziende interpellate.  

Per quasi sei milanesi su dieci la qualità della vita nei prossimi anni migliorerà e per la maggioranza dei cittadini e degli imprenditori Milano sarà sempre più cosmopolita e internazionale, tollerante verso persone di diverse etnie e stili di vita e con una vivace vita notturna.

 Ma gli intervistati (tra il 70 e l'80% del campione) immaginano anche una città dove si accentueranno le disuguaglianze dettate dal reddito, dove sarà sempre più difficile trovare casa a prezzi accessibili e dove sarà alta la presenza di 'ndrangheta e criminalità organizzata.

Circa sette cittadini e sei imprese su dieci ritengono che l'offerta di lavoro in futuro rimarrà bassa o calerà, e solo il 25% delle aziende si aspetta un trend in crescita.

 La maggioranza degli intervistati desidera quindi una città aperta al mondo, più solidale e dal volto umano e - per il 69% degli studenti rispetto al 41% complessivo - più competitiva e meritocratica.

 Mentre a sorpresa il 47% degli imprenditori sceglie l'immagine di una “città sostenibile, accogliente e solidale” rispetto ad altri aspetti più legati al business.

Non parlerei di sorpresa – afferma il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici – in quanto gli investimenti, come d'altronde e' sempre avvenuto, vanno laddove c'e' piu' competitivita' .

E’ quindi non solo per motivi etici, ma anche per motivi di logica economica che ognuno di noi dovrebbe adoperarsi al meglio per eliminare quei punti d’ombra denunciati dal sondaggio
”.

Tra le dieci azioni più importanti della pubblica amministrazione per disegnare la Milano del futuro al primo posto, a giudizio unanime di cittadini e imprese, si colloca lo snellimento della burocrazia.

“Bisogna tornare a progettare il futuro di Milano - le parole del presidente di Carlo Sangalli -. Per uscire dalla crisi dobbiamo costruire tutti insieme una città più attiva, una città intelligente con burocrazia zero e in grado di attirare talenti e investitori esteri”.

 Giuliano Pisapia ha ricordato che «ci troviamo davanti a scelte difficili: di fronte alla riduzione delle risorse, bisogna capire dove tagliare mantenendo quell'equità che è il simbolo di Milano e della democrazia».

Per Guido Podestà «quando parliamo di città metropolitana, parliamo di qualcosa di indispensabile per il nostro territorio e sarà fondamentale investire per ridurre i costi per le imprese dovuti alla burocrazia».

 Nell'ultimo intervento Roberto Maroni annuncia che la Giunta sta studiando, assieme all'Associazione nazionale dei costruttori edili e alle banche, un provvedimento che metta a disposizione degli anziani e delle giovani coppie il patrimonio immobiliare sfitto e non venduto di tante imprese di costruzione che sono oggi in difficoltà.

 «Un patrimonio non utilizzato di 170mila vani in Lombardia, su cui le aziende pagano l'Imu. È un'assurdità»

Metà degli imprenditori antepongono al business una città sostenibile: “Nessuna sorpresa – dice Colombo Clerici – si sa che gli investimenti e le risorse vanno laddove c'e' competitivita' in termini, non solo di qualita' del vivere, ma anche di offerte culturali, sociali, economico-commerciali. ”

Benito Sicchiero

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