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Comune di Bologna: question time.

QUESTION TIME, CHIARIMENTI IN MERITO ALL'EMERGENZA ABITATIVA.

L'assessore  alle  Politiche abitative Riccardo Malagoli ha risposto, nella
 seduta odierna di Question Time, alle domande dei consiglieri Michele Facci
 (Pdl) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) sull'emergenza abitativa.

 La domanda del consigliere Michele Facci (Pdl):

"A  seguito  dell'ultimo suicidio avvenuto nella nostra città, collegato ad
 una procedura di sfratto esecutivo, chiedo
 di  conoscere,  se  la  Giunta ritiene di dover in qualche modo rivedere le
 proprie politiche sulle emergenze abitative , cercando di coinvolgere anche
 altri  soggetti,  istituzionali e privati, che possano essere di ausilio, e
 soprattutto  di  prevenzione  sulle  azioni  di  supporto  alle famiglie in
 difficoltà".

 La domanda della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
 "La  stampa  riporta  la  notizia  dell'aumento  percentuale  di  sfratti a
 Bologna; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta
 1)  se  intendano promuovere misure per fronteggiare questa emergenza nella
 nostra città e, in caso positivo, quali siano e
 2) se non ritengano necessario rafforzare le politiche abitative del Comune
 stesso a favore delle famiglie in situazione di emergenza, magari anche con
 misure straordinarie e temporanee".

 La risposta dell'assessore alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli:

 "Vi  ringrazio  di  queste  domande,  mi  prenderò  tutto il tempo che mi è
 concesso  per  relazionare  rispetto  a quello che non ieri, e non da pochi
 giorni,  ma  dal momento in cui ci siamo insediati abbiamo fatto. E abbiamo
 agito  avendo  ben  presente  -  rispetto invece al Governo nazionale - che
 questa  situazione  stava diventando sempre più stringente per i cittadini.
 Lo  abbiamo  fatto mettendo in campo azioni per le politiche sull'emergenza
 abitativa.  Noi  ne  eravamo  coscienti,  e  tant'è  che in questi due anni
 abbiamo  istituito  alcune  misure che partono dal Fondo di rotazione per i
 giovani  dai  18  ai  35 anni che vogliono rendersi autonomi, concedendo un
 contributo  a rotazione, con scadenze lunghe, che va restituito in tre anni
 e  che  prevede  -  nella  nuova  versione  -  la  possibilità  di avere un
 contributo  di 4.000 euro che può servire a diverse cose: pagare la caparra
 che  mobili,  pagare le utenze e l'allacciamento delle utenze. E ancora, il
 microcredito per la casa che abbiamo istituito a inizio mandato, realizzato
 per  persone  che  hanno  difficoltà  nel  pagamento della rata del mutuo o
 dell'affitto,  anche  questo a 48 mesi con tassi praticamente azzerati, che
 ha visto coinvolte 44 famiglie per un totale 106.000 euro erogati e, per il
 momento,  di  insolventi c'è solo una famiglia. Dopo due anni possiamo dire
 che  questo  fondo  ha  dato  un buon risultato. Poi ci sono gli alloggi di
 transizione:  26  in  via della Campagna, 27 in via del Roncaglio, 6 in via
 Barozzi,  18  appartamenti  per  donne  con bambini in via Gandusio e altri
 monolocali  (49)  per  progetti  con  le associazioni per la gestione delle
 emergenze.

 Le  politiche  abitative  sono  una  cosa  che non si limita a un pensiero,
 soprattutto  in un momento come questo. Possono esserci modalità diverse di
 stare  nella  propria abitazione che vedono una socialità, come il progetto
 co-housing  per  i  giovani.  Ma  non solo, l'accordo con le organizzazioni
 sindacali  Cgil, Csil, Uil, Sunia, Sicet e Uniat con il Comune di Bologna è
 servito  per  abbassare  l'affitto nelle case Erp: se una famiglia versa in
 difficoltà  economica  può andare da Acer e a fronte di un calo del reddito
 del  50%  viene  immediatamente  gli  viene  abbassato  l'affitto. Il nuovo
 statuto  di Ama (Agenzia metropolitana per l'affitto) mette a disposizione,
 anche  per  l'emergenza  di  persone che non riescono a pagare, un fondo di
 garanzia  importante  e  una  nuova  modalità  di relazione rispetto a cosa
 facciamo  con  i privati. Il protocollo antisfratti, ci abbiamo lavorato in
 questi  due  anni,  l'abbiamo  modificato  due volte: la prima volta appena
 insidiati,  la  seconda  volta  dopo  un anno di sperimentazione. E oggi vi
 posso  dire  che  nei primi quattro mesi di attuazione del protocollo - che
 prevede  la presenza costante il lunedì, in accordo con il Tribunale, degli
 operatori dei servizi per l'abitare per cercare di mettere insieme le parti
 per  evitare  gli  sfratti - siamo passati da 2,4 accordi al mese a 5,5; li
 abbiamo  raddoppiati.  Abbiamo  realizzato  il  progetto Money tutoring che
 aiuta le persone, dando anche un contributo, che aiuta a capire quanto, con
 le  risorse  che  hanno  a  disposizione,  possano  spingersi  per le spese
 quotidiane. Per esempio, il cellulare è sì importante ma va gestito secondo
 le proprie capacità di spesa. E' un progetto che sta dando ritorni, abbiamo
 intenzione  di  ripresentarlo  il prossimo anno. Poi abbiamo l'autorecupero
 che  sta  partendo:  40 famiglie recupereranno immobili del Comune. Abbiamo
 avuto  la  capacità di convenire con le organizzazioni sindacali che questo
 tema  dell'emergenza  abitativo  è importante e nell'ultimo accordo abbiamo
 destinato  un  milione di euro, le modalità le discuteremo con i sindacati,
 per vedere come fare a dare una risposta.

 E'  poco?  E'  quello  che  un'Amministrazione  può e deve fare cercando di
 intervenire   preventivamente.   Permettetemi   un  cenno  delle  politiche
 nazionali  che  non  sono dello Stato, ma che sono state dei Governi che ne
 hanno  la  responsabilità.  Non  è  lo Stato che ha tolto il contributo per
 l'affitto,  che  ha  modificato  la  cedolare secca andando contro i canoni
 calmierati,  la  progressività  dell'Imu  non è una cosa che non può essere
 fatta,  attualmente l'Imu la paga chi ha una casa e chi ne ha mille. Questa
 non  è  equità  e non è un aiuto alle famiglie e al governo di questa città
 per  affrontare  la  crisi. Qualcuno pensava che questa crisi fosse corta e
 passasse  in  fretta.  Questa  crisi  è  invece drammatica, sta impoverendo
 centinaia  di  migliaia  di persone, mentre arricchisce alcuni. Occorre che
 tutti  noi  guardiamo  il pregresso, i governi delle città sono stati messi
 nelle  condizioni di operare con poche risorse che riuscivano a destinare a
 questa  emergenza,  mentre  i  Governi che si sono succeduti hanno fatto il
 contrario.  Oggi  non possiamo mettere in capo all'Amministrazione comunale
 questa  crisi.  Questa  crisi  ha  delle  colpe, dei nomi e dei cognomi ben
 precisi e non accetto il fatto che si facciano delle domande che in qualche
 modo  sottendono  che l'Amministrazione comunale ha responsabilità su fatti
 gravissimi.  O  ce  la  prendiamo tutti assieme queste responsabilità, e io
 sono  disposto con le azioni di questa Amministrazione a fare la mia parte,
 a  cercare  di discutere con voi quali proposte migliori possano aiutare le
 persone  durante  la crisi, insieme possiamo fare una pressione sui partiti
 che  voi  tutti  rappresentate  affinché  venga  messo all'attenzione delle
 politiche  nazionali,  oppure  signori  io  non l'accetto. Sulle mie spalle
 supporto  tutti  i  giorni  faticosamente e psicologicamente persone che mi
 vengono  a chiedere aiuto e io cerco di fare il possibile per darglielo con
 gli  strumento  che ho, ma che mi sono stati tolti. Non si può continuare a
 pensare che ci sono persone che tutti i giorni scontano questa crisi perché
 non  hanno  risposte. Risposte che ci sono state tolte. Noi facciamo quello
 che  possiamo, altri potrebbero anche fare meglio, ma con tutta la capacità
 che  ho  accetto  volentieri  delle  proposte. Durante la discussione della
 nuova  Ama  c'è  stata  una discussione interessante, propositiva e abbiamo
 accolto molte delle istanze che venivano dall'opposizione perché è così che
 si  lavora in un Consiglio comunale. Si cerca di dare risposte alla gente e
 fare capire a chi è a Roma, come Amministrazione tutta, che abbiamo bisogno
 di  strumenti  per reagire a questa crisi. L'unico Governo che ha provato a
 fare  qualcosa  sulle  politiche  abitative fu quello di Prodi che mise 500
 milioni di euro, subito spariti nella successiva Finanziaria.
 Sapete quanto ci dava lo Stato prima di togliere un aiuto alle famiglie che
 sembrava quasi un'elemosina? 3,5 milioni di euro. Oggi da solo il Comune di
 Bologna  ci  mette  un  milione di euro, cifra raggiunta grazie a risparmi,
 economie  e  capacità  di  capire  che  questo  è  un problema molto serio.
 Parliamone  ma  in  termini  costruttivi.  Le  azioni  che vi ho detto sono
 parziali,  danno  risposta a qualcuno. Ma qualcuno l'abbiamo salvato grazie
 alla  nostra  iniziativa.  Quanti  ne sono stati salvati dai Governi con le
 proprie iniziative?".


 QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'AMIANTO



L'assessore  alla  Sanità,  Luca  Rizzo  Nervo,  ha  risposto  alla domanda
 d'attualità  della consigliera Federica Salsi (Gruppo misto) sulla presenza
 di amianto nel cortile della scuola Don Milani.

 Domanda d'attualità della consigliera Salsi (Gruppo misto):

 "Premesso che:
 ci  è  stato  segnalato  da  un  genitore che ha un figlio che frequenta le
 scuole  Don  Milani  che  nello  scorso  weekend,  un bimbo ha raccolto nel
 cortile  della scuola un sasso che poi portato a casa e fatto analizzare in
 laboratorio, è risultato contenere amianto.
 Chiede:
 se  ci sono rischi per la salute dei bambini e tutti quelli che frequentano
 la scuola; quale sia la provenienza di quel sasso; se ci sono altri sassi o
 residui  contenenti  amianto  nel  cortile;  cosa  è  stato fatto o cosa si
 intende fare per risolvere il problema".

 La risposta dell'assessore Rizzo Nervo:

 "In  data  29 marzo 2013 è stata tenuta una Commissione Consiliare relativa
 al tema delle criticità da amianto. In tale Commissione Consiliare la D.ssa
 Guberti  di  Azienda  USL  ha  illustrato  il tema relativo al monitoraggio
 dell’amianto nelle tubazioni dell'acqua potabile.
 Sono emerse le seguenti considerazioni, importanti per definire il grado di
 priorità sanitaria e ambientale:
    Non  sussistono  limiti  di  legge in Italia e in Europa, solo gli Stati
    Uniti hanno stabilito limiti in materia.
    Non vi sono indicazioni dell’OMS che segnalino un’emergenza sanitaria in
    merito,  ben  diversamente  dall’evidenza  e la rilevanza di mesoteliomi
    pleurici, causati da fibre di amianto in atmosfera.
    Il  monitoraggio  svolto  dalla  Azienda  USL  di  Bologna nell’acqua da
    acquedotto  ha evidenziato la presenza di fibre di amianto in circa il 7
    % dei monitoraggi eseguiti (in 29 campioni su 398)
    Il  numero di fibre rilevato è molto inferiore ai valori soglia indicati
    da documenti guida americani, da 1000 a 10.000 volte inferiore.
    Si  precisa che il monitoraggio svolto dalla USL di Bologna, dal 1998 ad
    ora,  costituisce l’unico esempio a livello nazionale di monitoraggio di
    acqua  ad uso potabile. Non vi sono infatti altri casi noti e pubblicati
    in Italia.
    La mancanza di monitoraggio a livello nazionale induce a ritenere che la
    problematica corrisponda ad una situazione di non elevata criticità.

 Si  è  deciso pertanto di avviare le relazioni con Hera per approfondire la
 tematica  e comprendere i dettagli della problematica tecnica, anche se non
 è stata assegnata alla materia un'urgenza e priorità.
 Hera  ha  specificato che provvede alla sostituzione di tutte le condutture
 che  si  trovano  in condizioni critiche, anche nell’ottica di politiche di
 riduzione delle perdite.
 Nei  casi  di  positività,  il  gestore ha adottato il seguente protocollo:
 provvede  ad  effettuare  il “ lavaggio” del tratto interessato e in alcuni
 casi  più  resistenti  a  ridurre  la pressione dell’acqua e/o collegare il
 tratto  della  condotta  interessata  con  altre  parti dell’acquedotto per
 facilitare il regolare deflusso. In tutti i casi si è provveduto a ripetere
 il   campione   per   verificare   l’efficacia   del  trattamento  al  fine
 dell’eliminazione  di  eventuali  residui  di  amianto.In generale i valori
 ripetuti  nella  sede  risultata  positiva  non  sono  stati  confermati da
 controlli  successivi,  a  conferma della sporadicità di tali rilievi e del
 fatto  che  acque  dure  e  poco aggressive, come quelle dell’acquedotto di
 Bologna,    contrastano   la   cessione   di   fibre   dai   manufatti   di
 cemento-amianto .
 PUNTI 2  E 3
 Le indicazioni dell’OMS, fatte proprie dall’Azienda USL, nonché i risultati
 dei  monitoraggi  e delle procedure adottate dal gestore, non costituiscono
 elementi di particolare preoccupazione.
 Si  ritiene  pertanto  che  nessun  comportamento omissivo sia da imputarsi
 all’Amministrazione".


QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI MEDIATORI CULTURALI


L'assessore Marilena Pillati ha letto in aula la risposta dell'assessore ai
 Servizi   Sociali   e   all'Immigrazione  Amelia  Frascaroli  alla  domanda
 d'attualità   del   consigliere   Lorenzo  Tomassini  (Pdl)  sui  mediatori
 culturali.

 Domanda d'attualità del consigliere Tomassini:

 "Con  riferimento  agli  articoli  di  stampa  pubblicati in questi giorni,
 chiede  al  Sindaco di sapere se risponda al vero l'assunzione di mediatori
 culturali Rom e Sinti.
 In  caso  affermativo, chiede di conoscere il pensiero del Sindaco rispetto
 al provvedimento in questione.
 Chiede, altresì, l'entità del compenso mensile loro riconosciuto, la durata
 del  contratto,  i  termini legali ed il costo complessivo del rapporto, le
 modalità della loro selezione e le valutazioni di opportunità e di priorità
 politica della scelta amministrativa".

 Risposta dell'assessore Frascaroli, letta in Aula dall'assessore Pillati:

 "Gentilissimo Consigliere Tomassini,
 come già Le ho anticipato verbalmente sono a rispondere alla sua domanda di
 attualità  riportandoLe  quanto  da  me  già  dichiarato, tramite l'Ufficio
 stampa  del  nostro  Comune nella serata del 22 aprile u.s., in merito alle
 notizie   pubblicate   da   alcuni  quotidiani  on  line  che  annunciavano
 l'assunzione  da  parte  della  nostra  Amministrazione di alcuni mediatori
 culturali Rom e Sinti.

 Le riporto pertanto, in maniera integrale, la dichiarazione:

 "La  notizia  diffusa  dal  sito  web  voxnews.info e ripresa dalla testata
 online  Imolaoggi,  riguardante  l'assunzione  di mediatori culturali rom e
 sinti da parte del Comune di Bologna, è falsa. Così come è falsa la notizia
 di terreni che saranno regalati a famiglie sinti e rom.
 Le  persone a cui si fa riferimento hanno seguito un percorso di formazione
 di tre anni, sia teorico che pratico, finanziato dal progetto europeo Srap,
 (Addiction prevention within Roma and Sinti communities). Un'esperienza che
 ho  definito  bellissima  e da tenere viva. Ora stiamo lavorando per capire
 come  tenere  attiva  l'iniziativa  e utilizzare al meglio le competenze di
 queste  persone, ma non ho mai parlato di assunzione da parte del Comune di
 Bologna.  Chiunque utilizzi in maniera distorta le mie dichiarazioni per il
 proprio  tornaconto,  o  diffonda  in rete notizie false con l'obiettivo di
 creare tensioni fra i cittadini, fa il male della città.
 Diffidiamo  quindi  i  mezzi  di  informazione  a  pubblicare notizie false
 riguardanti il Comune di Bologna e l'Amministrazione comunale".


QUESTION TIME, CHIARIMENTI IN MERITO ALLE OFFICINE RIZZOLI


L'assessore alle Relazioni sindacali esterne all'ente, Matteo Lepore ha
 risposto, nella seduta odierna di Question Time, alla domanda della
 consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle Officine Rizzoli.

 La domanda della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
 "Visti i recenti articoli di stampa relativi all'asta andata deserta per le
 Officine Rizzoli, si chiede alla Giunta se non ritenga che una ulteriore
 asta deserta possa provocare sulla città una ricaduta economica ma
 soprattutto sociale tenuto conto che la maggior parte dei lavoratori
 assunti dalle Officine Rizzoli vivono nel capoluogo emiliano; se non
 ritenga che non poter fare affidamento sui 35 milioni di credito che le
 Officine Rizzoli vantano nei confronti delle Pubbliche amministrazione,
 debba indurre la nostra amministrazione a farsi portavoce presso il governo
 attuale e quello che verrà affinché si sblocchi ulteriormente, questa
 situazione. ".

 La risposta dell'assessore alle Relazioni sindacali esterne all'ente,
 Matteo Lepore:
 " Inanzitutto ricordo che, come lei giustamente citava, parliamo di Rizzoli
 Ortopedia S.p.a. che è sottoposto ad una procedura di fallimento con
 esercizio provvisorio fino al 30 maggio 2013, ha un curatore fallimentare,
 ha sede a Budrio, ma anche in altre città, ci sono 31 filiali: Bologna,
 Ancona, Bari, Brescia, Caserta, Cremona, Genova, Lecce, Macerata, Napoli,
 Pescara, Prato, Roma, Salerno, Taranto e Venezia. Stiamo parlando di178
 dipendenti di cui 48 a Budrio e 10 nella filiale di Bologna. Quindi stiamo
 parlando di un'azienda che ha 'la testa' nel nostro territorio,
 sicuramente molti dipendenti nel nostro territorio, ma anche tanti in altre
 parti d'Italia. C'è stata un'asta il 23 aprile che è andata deserta.
 Insieme al Comune di Budrio e alla Provincia di Bologna stiamo seguendo
 questa situazione, in particolare il Comune di Budrio e la Provincia di
 Bologna sono parte molto attiva, sono stati molti gli incontri anche con il
 Ministero del Lavoro, in questo momento sono stati attivati gli
 ammortizzatori sociali. Credo però che piuttosto che raccontarle tutti gli
 incontri e il percorso che è stato fatto ci sia un punto politico da
 chiarire rispetto all'impegno che questa città e questa Amministrazione
 vogliono dare per la soluzione di questo problema. Credo che il punto
 fondamentale sia che questa azienda non è un'azienda che fallisce per cause
 proprie, ha un suo business che funziona, è un'eccellenza a livello
 nazionale ed internazionale, era coinvolta ed è coinvolta tuttora in un
 progetto sul polo di Budrio, c'è una filiera intera che rischia di essere
 compromessa da questa mancanza. Per cui l'appello che noi facciamo è
 sicuramente al Governo affinché intervenga per sostenere i lavori in questa
 fase, per cercare di stimolare possibili compratori, ma anche facciamo
 appello agli imprenditori e all'economia del nostro territorio,  oltre che
 alle imprese che ci possono essere a livello nazionale. Questa è una buona
 impresa che merita di essere salvata, i lavoratori sono degli ottimi
 professionisti che meritano di poter continuare a lavorare in questo
 settore per cui  hanno e avranno sempre il nostro sostegno e per questo
 insieme al Comune di Budrio, alla Provincia e anche alla Regione siamo e
 continueremo ad essere parte attiva. Grazie"



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