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Operazione ADA, il presunto boss Giovanni Minniti, catturato dai Carabinieri domenica 10 marzo 2013 a Desio in Brianza

I carabinieri della stazione di Desio (Milano) hanno arrestato Giovanni Minniti, di 27 anni, boss affiliato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). L'uomo era ricercato dal febbraio scorso per traffico, detenzione e spaccio di stupefacenti, essendo destinatario con altre 64 persone di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria. I militari lo hanno catturato ieri pomeriggio in un appartamento del centro cittadino di Desio dove si era rifugiato in una lussuosa villa, di via Monte Bianco, a casa di un 79enne, ex imprenditore edile, conterraneo, finito in manette per favoreggiamento, anche se ha detto ai militari che non sapeva che quel giovane fosse ricercato; nella cucina, è spuntato anche mezzo chilo di eroina
DESIO (MI), IL PREGIUDICATO GIOVANNI MINNITI, 27 ANNI, DI MELITO PORTO SALVO, PRESUNTO AFFILIATO ALLA COSCA IAMONTE, CATTURATO IN BRIANZA, IN CASA DI UN CONTERRANEO ANCH’ESSO ARRESTATO
L'uomo 27 anni, presunto affiliato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo era ricercato dal febbraio scorso per traffico, detenzione e spaccio di stupefacenti, essendo destinatario con altre 64 persone di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria. Era sfuggito al blitz del 12 febbraio 2013 (Operazione Ada), in Calabria, quando la cosca fu sgominata Si era travisato con un nuovo look, che però non gli è bastato per sfuggire alla cattura. Arrestato dai carabinieri di Desio. L’accusa è di associazione a delinquere connessa al traffico di stupefacenti
Domenico Salvatore

DESIO (MI)- La chiamano “Melito Porto Salvo della Brianza”. Tra gli arrestati nell'operazione Ada, come fu nominata dagli inquirenti, effettuata il 12 febbraio scorso, figurava anche il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino, del Pd. Le indagini consentirono di documentare come la cosca degli Iamonte, controllasse il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel territorio melitese e le sue infiltrazioni all’interno della pubblica amministrazione. I carabinieri della stazione di Desio (Milano) hanno arrestato Giovanni Minniti, di 27 anni, presunto boss affiliato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). L’uomo, era ricercato dal febbraio scorso per traffico, detenzione e spaccio di stupefacenti, essendo destinatario con altre 64 persone di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria. I militari, lo hanno catturato ieri pomeriggio in un appartamento del centro cittadino di Desio dove si era rifugiato. Il 12 febbraio 2013, i Carabinieri del Comando Provinciale, diretto dal colonnello Lorenzo Falferi, che sul territorio coordinava il lavoro dei militari della Compagnia di Melito Porto Salvo, diretta dal capitano Gennaro Cascone, arrestavano 65 persone, su disposizione della DDA di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, f.f. Ottavio Sferlazza, coadiuvato dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, eseguivano le relative OCCC, a carico di:

    AMBROGIO Giuseppe alias Pereira, cl. 82;  
    AMODEO Paolo, cl.;   
    BENEDETTO Carmelo alias indios, cl.;   
    BENEDETTO Fortunato Giovanni alias Apache, cl. 53;   
    BORCHIERO Alessio, cl. 87;
    BORRUTO Giovanni alias furia, cl. 82;
    CALARCO Domenico Salvatore Marco, cl.; 
    CANNIZZARO Luca Bruno, cl. 80;  
    CENTO Francesco alias Rattu, cl. 82;
     COSTANTINO Gesualdo, cl. 69;
    COSTARELLA Andrea Domenico, cl. 79;
    FERRARA Adriano Valentino, cl. 86;
    FERRARA Antonio alias Pittara, cl. 87;
    FERRARA Pasquale, cl. 82;
     FOSSO Francesco, cl. 85;
    FOTI Giovanni alias micio, cl. 82;
    GUERRERA Giuseppe, cl. 63;
    GULLI’ Giovanni, cl.78;
     IAMONTE Francesco alias faccia o occhi di drago, cl. 80;
     IAMONTE Remingo alias bassotto;
    IARIA Davide, cl. 80;
    IMBALZANO Domenico Giuseppe;
    LAGANA’ Carmelo alias Hitler, cl. 69;
    LA PIETRA Emanuele Domenico, cl. 88;
     LEONE Francesco alias nano, cl. 87;
    MAISANO Francesco cl. 62;
    MALASPINA Consolato, cl. 53;
    MARINO Giovanni alias pagnotta;
    MAZZERI Antonio alias Totolino, cl. 71;
    MEDURI Antonio alias Lampino, cl. 52;
    MEDURI Consolato alias Lampino, cl. 87;
    MINNITI Giovanni, cl. 86;
    MINNITI Salvatore, cl. 61;
    NUCERA Antonino alias Nino Marines, cl. 87;
    NUCERA Domenico alias Mico Trenta, cl. 89;
    PANGALLO Francesco alias Coi, cl. 88;
    PANGALLO Maurizio, cl. 88;
    PAVIGLIANITI Giovanni, cl. 73;
    PIZZICHEMI Alberto Daniele alias Daniele, cl. 70;
    PUGLIESE Giovanni alias Partanna, cl. 85;
    ROSACI Antonino, cl. 83;
    ROSACI Quinto Antonio alias mastro Quinto;
    ROSACI Santoro, cl. 85;
    ROSATO Pietro, cl. 86;
    SARCINELLI Vito, cl. 88;
    STELITANO Antonino alias Murgia, cl. 81;
    STELITANO Donato, cl.86;
    STELITANO Luigi, cl. 88;
    TRIPODI Antonino alias barista, cl. 69;
    TRIPODI Giovanni, alias il vecchio, cl. 71;
    TRIPODI Venerando, cl.54;
    VERDUCI Bartolo, cl. 76;
    VERDUCI Gaetano, cl. 77

 A parte  i soggetti per i quali invece  erano stati disposti gli arresti domiciliari:

    AMBROGIO Giuseppe, cl. 85;
    CARACCIOLO Antonio, cl. 85;
    CARACCIOLO Giuseppe alias Papè, cl. 85;
    CENTO Giuseppe, cl. 79;
    CREA Umberto, cl. 79;
    FOTI Francesco Martino alias Ciccio Billi, cl. 75;
    GIORDANO Francesco Antonino, cl. 88;
    LAGANA’ Antonino Francesco, cl. 87;
    NOCERA Angelo, cl. 72;
    NICOLO’ Loris Francesco, cl. 89;
    ROMEO Vincenzo, cl. 85;
    TRIPODI Filippo, cl. 85
Desio, ( soprannominata la “Melito della Brianza”; il mammasantissima don Natale Iamonte, padrino riconosciuto della ‘ndrangheta, mandato al soggiorno obbligato proprio a Desio, dove risiedeva una sorella, ma, venne arrestato a Milano il 22 novembre del 1993, in un appartamento di via Ruccellai ) è una città di circa cinquantamila abitanti, che ha dato i natali a personaggi illustri. A parte il papa Pio XI e don Luigi Giussani, fondatore di ‘Comunione e Liberazione’ ed il giornalista Renato Farina fondatore di “Libero”. Nel territorio di Desio, è attiva una Locale di 'Ndrangheta e la 'Ndrina degli Iamonte. La Giunta del sindaco Giampiero Mariani avvolta nelle spire della ‘ndrangheta fu costretta a dimettersi ed il Consiglio Comunale venne sciolto dal Prefetto di Milano; evitando il marchio infamante sul filo di lana. Sul territorio insiste la famigerata “cava della 'ndrangheta” di via Molinara, scoperta nel 2008 durante l'operazione Star Wars coordinata, dall’allora pm monzese Giordano Baggio.“Viene accusato, inquisito ed arrestato per associazione mafiosa il latitante Fortunato Stillittano, già sottoposto a regime di 416 bis, fonte Monza Today, affiliato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, da trent'anni legata a Desio. Sotto accusa finisce anche Natale Moscato e l'assessore regionale all'ecologia Massimo Ponzoni.


Le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, furto, ricettazione, incendio doloso. Nell'aprile 2009 patteggiano quasi tutti, con condanne che vanno da un anno e sei mesi a quattro anni. Il tribunale di Monza, Il giudice, Alfredo De Lillo, ha accolto le richieste di patteggiamento per:Fortunato Stellitano, 4 anni; Giovanni Stellitano, 3 anni e 6 mesi; Giulio Bralla, 1 anno e 6 mesi. Rito abbreviato invece per Ivan Tenca, 10 anni. “. Lì sotto, nel settembre 2008, la Polizia Provinciale di Milano, ha scoperto 140mila metri cubi di rifiuti tossici. Idrocarburi incombusti, oli esausti, piombo, cadmio e cromo esavalente nascosti sotto terra. La Brianza, denuncia “Narcomafie”, un tempo considerata il polmone verde di Milano, si sta gradualmente trasformando in una moltitudine di cittadelle dormitorio. Dietro il boom edilizio, le speculazioni di gruppi ’ndranghetisti, che in territorio brianzolo concludono affari da anni, facendo scempio di un’area oggi pesantemente avvelenata anche dallo smaltimento illecito di rifiuti. Desio in passato,  venne indicato come area di influenza di un'altra fondamentale cosca calabrese, quella dei Mazzaferro.

L'organizzazione guidata da Giuseppe Mazzaferro, ha goduto negli anni di autonomie operative rilevanti, poiché gestiva gli interessi del clan a livello regionale. E per questo, viene citata l'operazione "I fiori della notte si san Vito" della Dda di Milano, che  aveva evidenziato una ‘ndrina assai potente e ricca, capeggiata dallo stesso Mazzaferro; il mammasantissima della ‘ndrangheta, originario di Marina di Gioiosa (RC), era stato pure indicato a suo tempo, quale capo dei capi della “Provincia Lombardia”. Suo fratello, Francesco Mazzaferro invece, era a capo della “Provincia Piemonte”. L’una e l’altra, si muovevano sotto l’egida della “Provincia di Reggio Calabria”, organo supremo di autogoverno della ‘ndrangheta planetaria. Desio, custodisce le spoglie mortali del giudice Francesco Di Maggio…  morto all' ospedale "San Martino" di Genova, dove attendeva un trapianto di fegato per una grave forma di epatite degenerata in cirrosi epatica,  la salma era stata trasferita a Desio, nella basilica dei santi Siro e Materno, per il rito funebre,  celebrato alle 15.30 dal vescovo ausiliario di Milano, monsignor Angelo Mascheroni, finte Corriere della Sera. L' ex pubblico ministero, gia' collaboratore di Domenico Sica all' Alto Commissariato per la lotta contro la mafia e titolare di numerose inchieste di mafia, tra cui quella che porto' all' arresto di Angelo Epaminonda, detto "il Tebano", verra' quindi sepolto nel cimitero della cittadina brianzola. Di Maggio era giunto a Desio con la famiglia a meta' degli Anni Sessanta, proveniente dalla Sicilia, sua terra d' origine. Nel 1975, prima di indossare la toga, aveva ricoperto la carica di consigliere comunale. Il papà  era un maresciallo dei Carabinieri. Non gradiva che, come avvocato esercitante nel foro di Monza, difendesse certi personaggi in odore di mafia. E così, nei primi anni Ottanta, partecipò ad un pubblico concorso per uditore e diventò sostituto procuratore a Milano. Giovanni Minniti, è stato arrestato ieri pomeriggio, domenica10 marzo 2013, dai Carabinieri della locale stazione. Domenico Salvatore













 

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