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Melito Porto Salvo (RC), il dottor Nucera Pietro Antonio, assolto (Reale 3) torna a casa da uomo libero, completame​nte scagionato.

La Giustizia (In Corte d’Appello a Reggio Calabria, presidente Pastore, a latere Blatti e Gullino, pg  Ezio Arcadi) ha trionfato. Restituita la sua onorabilità. Il professionista completamente scagionato e scarcerato (sarà pure risarcito per ingiusta detenzione) difeso dai suoi legali di fiducia, Pietro Modaffari e Domenico Naccari,  ha già fatto ritorno a casa, ai suoi familiari, amici e parenti ed al suo lavoro. 


Nucera Pietro Antonio detto Pierino.
Libero di riprendere la sua vita di relazione. Il sostituto  procuratore generale, Ezio Arcadi, aveva chiesto alla Corte d’Appello di Reggio Calabria la conferma  della pena, la conferma del verdetto di primo grado per tutti gli imputati del processo “Reale 3. Le operazioni ed il   servizio di video-sorveglianza  permettevano ai Carabinieri, di accertare che esponenti di altissimo livello della criminalità organizzata reggina come Rocco Morabito, figlio di Giuseppe inteso ‘U Tiradrittu ed il ‘riggitanu’ Giovanni Ficara, indicato come il capo della cosca Ficara-Latella, si recassero a casa di Giuseppe Pelle, per discutere di nuovi equilibri ed alleanze

MELITO PORTO SALVO, ASSOLTO CON LA FORMULA PER NON AVER COMMESSO I FATTO, IL DOTTOR PIETRO ANTONIO NUCERA, A CUI È STATA RESTITUITA LA SUA ONORABILITÁ E DIGNITÁ.

Giova ricordare che nel processo di  primo grado, celebrato con il rito abbreviato, il gup  Daniela Oliva il 15 giugno del 2011, abbia condannato tutti gli imputati, Pietro Antonio Nucera,  Francesco Iaria, Antonino Latella,  Rocco Morabito, Costantino Carmelo Billari, Domenico Pelle,  Sebastiano Pelle,  Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva,  Antonio Pelle (cl. 1987),  Mario Versaci,  Filippo Iaria, Antonio Pelle (cl. 1986),  Sebastiano Carbone, Giuseppe Frantone,  Liliana Aiello Giorgio Macrì, a pene variabili per complessivi, circa due secoli di carcere. Le pene più pesanti, sono state inflitte ai  presunti boss Giuseppe Pelle (20 anni) e Giovanni Ficara (18). Il consigliere regionale Santi Zappalà, fu  condannato, per corruzione elettorale “aggravata dall’art. 7 Legge 203/1991” a 4 anni di reclusione. Risultato assolutamente sperequato ed incoerente con i redditi dichiarati dal medesimo e dal nucleo familiare convivente”. I finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria ed i carabinieri del R.O.S. su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sequestrarono al politico 7,5 milioni di euro in denaro contante, titoli e assicurazioni

Domenico Salvatore
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MELITO PORTO SALVO- Smontato,  pezzo per pezzo e demolito l’impianto accusatorio. “Conoscerete la verità e la verità,vi farà liberi”.(Giovanni 8,32)… Cerca la verità, ascolta la verità, apprendi la verità, ama la verità, dì’ la verità, attienti alla verità, difendi la verità fino alla morte: poiché la verità ti farà libero dal peccato, dal demonio, dalla morte dell’anima ed in ultimo dalla morte eterna. Petite et dabitur vobis, quaerite et invenietis, pulsate et aperietur vobis. La Giustizia ha sbagliato. La Giustizia ha fatto un passo indietro. Ed ha restituito a Pietro Antonio Nucera, l’onorabilità e la dignità, per continuare a vivere e lavorare come ha sempre fatto, o n e s t a m e n t e. Nel rispetto della legalità e della trasparenza. Il dottor Pietro Antonio Nucera, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Legale, dell’Asp 5 di Reggio Calabria, continuerà ad essere un punto di riferimento per la sua famiglia, sua moglie, i suoi figli. E potrà camminare a testa alta. Persona stimata, rispettata e benvoluta, non solo nella città di Melito Porto Salvo, è stata salutata con scene di vivo entusiasmo. L’operazione “Reale 3” scattò il 21 dicembre del 2010. Il provvedimento di fermo fu emesso dai procuratori aggiunti Nicola Gratteri e Michele Prestipino, e dai sostituti Giovanni Musarò e Maria Luisa Miranda, coordinati dal procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone; si fondava sulle conversazioni registrate da febbraio ad aprile all’interno dell’abitazione di Bovalino di Giuseppe Pelle, figlio di Antonio, alias “‘Ntoni Gambazza”, catturato a Polistena, dopo dieci anni di latitanza il 12 giugno 2009; figura apicale indiscussa del clan di ‘ndrangheta omonimo. La linea di successione al comando é strettamente legata all’anzianità anagrafica e coinvolge solo gli uomini. Lo stato di detenzione di Salvatore Pelle, figlio maggiore del patriarca Antonio, arrestato il 10 marzo 2007, dopo 10 anni di latitanza, e condannato in via definitiva a 14 anni per associazione finalizzata al narcotraffico, stabilivano che il ruolo di capobastone passasse sulle spalle del secondogenito, Giuseppe Pelle. Le intercettazioni ambientali, d’altra parte, avevano confermato che Giuseppe Pelle, dopo la morte del padre, Antonio Pelle inteso ‘U Gambazza”, avesse assunto il comando dell’omonima ‘ndrina, operante a San Luca, Bovalino e zone viciniori. Gli strali della Giustizia colpirono in maniera severa… 20 anni di reclusione per Giuseppe Pelle e Rocco Morabito; 18 anni per Antonino Latella e Giovanni Ficara; 12 anni per Domenico Pelle; 10 anni e 8 mesi per Antonio Pelle cl. 87; 10 anni per Sebastiano Pelle; 8 anni e 8 mesi per Giuseppe Mesiani Mazzacuva; 8 anni per Pietro Antonio Nucera, Filippo Iaria, Carmelo Billari Costantino e Mario Versaci; 6 anni per Giorgio Macrì; 4 anni per Santi Zappalà, Giuseppe Francone, Sebastiano Carbone e Antonio Pelle cl. 86; 2 anni e 8 mesi sono stati inflitti a Francesco Iaria ; 2 anni e 2 mesi a Liliana Aiello.. Sebbene, giudicati con il rito abbreviato avessero ottenuto lo sconto di un terzo della pena. Disposta  pure l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e la confisca di un distributore di carburante con annesso bar ad Ardore, l’intero patrimonio del “Freedom cafè”, dell’impresa “Azzurro costruzioni” di Siderno e quote sociali del “Punto edile” di Bova Marina. La DDA di Reggio Calabria, in illo tempore diretta dal procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone (oggi a Roma) in precedenza aveva promosso altre due operazioni: Reale 1, del 22 aprile 2010, imperniata sulla figura del commercialista Giovanni Zumbo; in contatto con i servizi segreti, informava i boss Giuseppe Pelle e Giovanni Ficara sullo stato delle indagini contro la ‘ndrangheta; “Reale 2″ del  18 maggio 2010, improntata sulle presunte infiltrazioni della cosca Pelle all’interno della facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea. Cala il sipario dunque sulla vicenda giudiziaria del dottor Pietro Antonio Nucera, popolarmente inteso “Pierino Nucera”, collegata all’operazione “Reale 3”. Dopo una gogna giudiziaria spaventosa, durata un paio di anni di terribili sofferenze. Per dovere di cronaca, dopo conferma ufficiale. Non per relata refero; se non, per sentito dire. Domenico Salvatore.

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