IL CONSIGLIO DEI MINISTRI, SCIOGLIE I CONSIGLI COMUNALI DI SIDERNO, MELITO PORTO SALVO, SAN CALOGERO, POLIZZI GENEROSA, MASCALI E QUARTO, PROROGA PER SEI MESI PER NARDODIPACE
Sciolto per mafia per la quarta volta, di cui tre ufficiali ed una “insabbiata”, record assoluto, da condividere comunque con il comune di Roccaforte del Greco, e con Taurianova, che ha dato il via alla legge, dopo la faida degli Anni Novanta, sempre in provincia di Reggio Calabria. Questa la decisione del Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Monti. Su rapporto del prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli e relazione del ministro degl’interni Anna Maria Cancellieri. Un’OCCC era stata firmata dal p.m. anche per il sindaco uscente Giuseppe Iaria, ma il Gip, non l’ha sottoscritto. Le intercettazioni sibilavano…” Noi ci dobbiamo basare su Gesualdo perché quello abbiamo. Ma lui ci deve tornare il conto. L’abbiamo messo noi lì”. Il procuratore aggiunto Gratteri, rivela “Abbiamo intercettazioni telefoniche e ambientali dove è chiaro l’intervento della famiglia mafiosa che era d’accordo alla realizzazione della mega opera (centrale a carbone di Saline). La ‘ndrangheta non è né di destra né di sinistra.”,
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO-Una volta il prefetto di Reggio Calabria del tempo (Luigi Varratta), nel corso di una conferenza stampa in Prefettura, spiattellò chiaro, forte e tondo che… la maggiora parte dei consigli comunali della provincia, fosse a rischio scioglimento. Prima di lui, a nostra memoria (memoria minuitur nisi eam exerceas), aveva lanciano l’allarme il suo collega Francesco Antonio Musolino; ma anche Luigi De Sena, Giovanni D'Onofrio, Carlo Ferrigno, Goffredo Sottile, Nunzio Rapisarda, Luigi Caselli e Luciano Cannarozzo se non ricordiamo male. A ragion veduta, non per sentito dire, relata refero. Un prefetto, deve avere il polso della situazione, giorno per giorno; se non ora per ora. L’Europa, ci ha chiesto di debellare il fenomeno mafioso, palla al piede del progresso. Vi sono intere regioni del Mezzogiorno d’Italia, in mano alla mafia…Sicilia (Cosa Nostra), Calabria (‘Ndrangheta), Campania (Camorra), Basilicata (Quinta mafia o Basilischi), Puglia (Sacra Corona Unita), stanno tentando di darsi una mossa; ma non è così semplice, come qualche ingenuo sprovveduto creda. L’Italia è una nazione relativamente giovane. Massimo D’Azeglio disse…” L’Italia è fatta, ora bisogna fare gl’Italiani”. I procuratori capo della Repubblica di Reggio Calabria…Sebastiano Surace, Carlo Bellinvia, Giuliano Gaeta, Antonino Catanese, Francesco Scudieri f.f., Salvatore Boemi f.f., Giuseppe Pignatone, Ottavio Sferlazza f.f (in attesa del nuovo, che coordinato sul territorio il lavoro di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, CFS, Marina militare, Polizia Penitenziaria, Polizia Provinciale eccetera, in ogni epoca, hanno sferrato duri colpi alla Piovra. I Governi presieduti da Mario Monti, Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Lamberto Dini, Bettino Craxi a partire dagli Anni Novanta, hanno tentato di dare una sterzata. Il procuratore capo della Repubblica pro tempore Ottavio Sferlazza (per la verità anche il procuratore capo della DDA di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo) hanno lanciato missili terra-aria contro la Piovra, vero tallone d’achille del progresso. La ‘ndrangheta a loro dire, tiene le masse ignoranti, senza diritti e sottomesse, se non schiavizzate, asservite e soggiogate; ma soprattutto, minaccia anche la democrazia e la libertà. Su questa lunghezza d’onda erano sintonizzati anche Giuseppe Pignatone, oggi procuratore capo a Roma e Piero Grasso, procuratore nazionale, oggi senatore e presidente del Senato. Un esempio classico? L’autostrada del Sole, terza corsia. I lavori e la consegna chiavi in mano erano stati fissati per il 2005. Ebbene, dopo otto anni, ancora non si intravede la fine. Se i lavori saranno completati secondo le regole d’arte, si piangerà con un occhio soltanto; ma, se invece, come spesso è accaduto, crolleranno muri e gallerie perennemente al buio e di cartapesta, non basteranno due. La zona più depressa sotto il profilo economico, sociale, morale, politico e culturale è senza ombra di dubbio la Jonica reggina ed in parte catanzarese e crotonese. Gli stessi commissari europei inviati da Bruxelles per una ricognizione, rimasero letteralmente esterrefatti, se non shoccati di fronte all’arretratezza, che fa spavento. Senza autostrada e senza ferrovia elettrificata, né raddoppio del binario. Le strade, sono ancora al medioevo.
Mancano strutture sportive, scuole, ponti e così via. Alla mafia, tutto questo non interessa un bel niente, questo è chiaro. Le interessano solamente i soldi ed a palate; per poterli reinvestire nel business della droga, delle armi, della catena di alberghi, barche, parco macchine e moto super-veloci e super-attrezzate, ville e palazzi, se non interi quartieri, calzature, vestiti e gioielli griffati, moderne tecnologie, figli all’Università con master e conoscenza delle lingue straniere, villaggi turistici, impianti per l’edilizia, yacht e panfili, vacanze nei paradisi artificiali e così via. La crisi economica, nemmeno la sfiora. Risponde secca e decisa come Rhett Butler a Rossella O’Hara…”Francamente, me ne infischio!”, in “Via col vento”. L’ultimo scioglimento del consiglio comunale di Melito Porto Salvo. La mafia ci prova a controllare tutto. Anche l’informazione libera. Indirettamente per non dare nell’occhio e provocare inchieste ed indagini pericolose da parte della DDA. Ed all’occorrenza, anche direttamente. Per il procuratore aggiunto Nicola Gratteri ed il p.m. Antonio Di Bernardo, Gesualdo, Costantino aveva insomma un ruolo di primo piano nella cosca; non li aveva semplicemente “favoriti”, il sindaco era uno di loro. Gli investigatori, ritengono che quelle elezioni fossero macchiate dalla ‘ndrangheta e il successo di Costantino fosse stato determinato proprio dall’appoggio fornito dalla cosca Iamonte. Secondo la DDA la cosca Iamonte, controlla il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel basso Jonio reggino.
La cosca Iamonte, sarebbe d'accordo per la centrale a carbone di Saline Joniche.La legge dello scioglimento del consiglio comunale parte da lontano. Oltre venti anni fa. Viene da Taurianova. In principio, c’era una sola ‘ndrina, poi vennero le cosche di Radicena e di Iatrinoli, i due comuni che si sono fusi ed hanno formato il comune di Taurianova.Quindi le famiglie si moltiplicarono. Infine scoppiò la faida sanguinaria, crudele e spietata per il potere e la lottizzazione del territorio. La sterminata Piana di Gioia Tauro, era ormai diventata teatro di un far west nostrano. Il Reggino, con 77 morti sui 105 della regione, diventava terra proibita. Arrivarono gl’inviati speciali dei quotidiani a tiratura nazionale ed estera. Nel Paese, scoppiò un roboante dibattito anche radiofonico e televisivo. Nella chiesa di San Giuseppe, parlò pure in quei giorni, il vescovo Domenico Crusco, insediato da due giorni nella diocesi di Oppido-Palmi. Il concerto di Nicola Di Bari, venne sospeso ed annullato. Perché, come, dove e quando nasce il famigerato decreto relativo allo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2 AGOSTO 1991 Scioglimento, a norma dell'art. 15-bis della legge 19 marzo 1990, n. 55, del consiglio comunale di Taurianova (GU n. 180 del 2-8-1991) ALLEGATO-AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA-Il consiglio comunale di Taurianova, rinnovato nelle consultazioni elettorali del 10-11 dicembre 1988, presenta fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso.
Invero, www.autonomiecalabria.it, con rapporto della questura di Reggio Calabria del 1°giugno 1991, con rapporto dell'Alto commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa del 3 giugno 1991, con rapporto della legione carabinieri di Catanzaro del 7 giugno 1991 e successivamente con lettera del Dipartimento della pubblica sicurezza del 25 giugno 1991, sono stati evidenziati i collegamenti diretti e indiretti tra amministratori e criminalità organizzata con carattere di continuità sia per la presenza all 'interno dell'amministrazione locale di soggetti legati alle famiglie protagoniste della malavita di Taurianova, sia in conseguenza della coesistenza nella medesima persona della qualità di pubblico amministratore e di esponente di cosca mafiosa. In particolare, il cursus amministrativo di molti consiglieri è risultato carico sia di denunce per reati vari, soprattutto in pregiudizio della p.a. sia, di procedimenti penali, taluni ancora pendenti ovvero conclusisi con sentenza penale di condanna. Fra i componenti del consiglio comunale di Taurianova figuravano:Rocco Zagari, infermiere della U.S.L. n. 27, indicato come elemento di spicco del clan mafioso Avignone-Giovinazzo, sospeso dalla carica di consigliere comunale con provvedimento del prefetto di Reggio Calabria del 9 ottobre 1990, ai sensi dell'art. 15 della legge 19 marzo 1990, n. 55, per essere stato sottoposto alla misura preventiva di allontanamento dal luogo di residenza. Lo stesso Zagari, in data 2 maggio 1991, é stato ucciso a colpi di lupara come già avvenuto per il Domenico Giovinazzo del sopracitato clan di cui lo Zagari è considerato "erede".
Ad ulteriore conferma dei collegamenti con la criminalità va menzionata la sequenza dei fatti criminosi sostanziatisi in ben quattro omicidi e due tentati omicidi susseguitesi nello spazio di ventiquattro ore in Taurianova successivamente all'omicidio dello Zagari e concordemente ritenuti dalle forze dell'ordine come vendetta dell'uccisione dello stesso; Francesco Macrì, condannato - con sentenza della corte d'appello di Reggio Calabria in data 21 giugno 1990 divenuta esecutiva il 21 dicembre 1990 – alla pena di quattro anni e due mesi di reclusione per ireati di cui agli articoli 314, 110, 81, 61 n. 7 e 324 c.p. con interdizione perpetua dai pubblici uffici. In relazione alla condanna riportata il Francesco Macrì é stato sospeso dalla carica di consigliere con decreto del prefetto di Reggio Calabria n. 167/91/Gab del 25 gennaio 1991 e successivamente rimosso con decreto del Ministro dell'interno del 13 marzo 1991 ai sensi dell'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142. n precedenza motivi di ordine pubblico avevano determinato gli scioglimenti degli organi della U.S.L. n. 27 di Taurianova presieduta dallo stesso Macrì, adottati con provvedimenti del Presidente della Repubblica del 15 aprile 1987 e del 5 maggio 1989. Successivamente all'uccisione di Rocco Zagari ed alla rimozione dalla carica di consigliere di Francesco Macrì, figurano nel medesimo consiglio comunale di Taurianova i consiglieri di seguito indicati, i quali, in base al rapporto della legione carabinieri di Catanzaro del 7 giugno 1991, risultano essere collegati ai fenomeni di criminalità organizzata: Michele Zavaglia, nei cui confronti del 6 maggio1991 si è concretizzata la fattispecie prevista dalla legge 1› giugno 1977, n. 286, che dispone la sospensione ope legis degli amministratori a seguito di sentenza di primo grado.
Il medesimo é stato infatti condannato con sentenza del tribunale di Palmi del13 marzo 1991 ad un anno e sei mesi di reclusione per il reato di cui agli articoli 407, 110, 640 e 483 c.p.; Giuseppe Falleti, in rapporto di stretta amicizia e parentela con alcuni esponenti della cosca Avignone; Luigi Germanò, solito accompagnarsi a persone pregiudicate e sottoposte a misure di prevenzione ed egli stesso sanzionato con il divieto di detenere armi e munizioni fin dal 1986; Francesco Leva, ritenuto vicino alle organizzazioni mafiose del luogo; Francesco Sposato, sottoposto a diffida di pubblica sicurezza perché ritenuto appartenente all'omonimo clan mafioso poi soppiantato dal clan Avignone, nonché coimputato con Francesco Macrì in un procedimento penale relativo ad un vizioso giro di assegno di provenienza illecita; Giuseppe Legato, considerato longa manus del Francesco Macrì con cui è coimputato in diversi procedimenti penali; Antonio Vincenzo Fava, legato da affinità con il maggiore esponente del clan mafioso di Antonio Rositano, che fa capo alla già citata cosca Avignone-Giovinazzo. Sindaco del comune di Taurianova é la signora Olga Macrì, sorella del Francesco Macrì. La presenza nei posti chiave dell'amministrazione comunale dei fratelli Macrì, così come pure le relazioni parentali, di affinità e di amicizia precedentemente esposti evidenziano la mancanza di autonomia nell'esercizio del mandato rappresentativo ed appalesano una chiara contiguità tra malavita operativa e sistema clientelare di cui i personaggi sopra citati sono emblematici.
La situazione generale dell'amministrazione risulta conseguentemente deteriorata, sotto il profilo dell'imparzialità e del buon andamento dell'amministrazione e del regolare funzionamento dei servizi, per la disattenzione e l'insensibilità dell'amministrazione comunale alle esigenze concrete e primarie della collettività sotto il profilo sanitario, culturale e sociale. Peraltro, la fruizione dei servizi essenziali appare, in base al dettato dei rapporti pervenuti, sottoposta ad un consolidato sistema di abusi e favoritismi,che impedisce il libero esercizio dei diritti civili. Anche lo stato della sicurezza pubblica risulta gravemente pregiudicato, come testimoniano sia il dato criminale riportato dalle cronache nazionali, sia il clima di diffusa paura che paralizza la popolazione di Taurianova, determina sfiducia nelle istituzioni e mina gli stimoli della partecipazione alla vita sociale. Per quanto riguarda in particolare i pregiudizi che da tale situazione derivano sullo stato della sicurezza pubblica, proprio nel rapporto dell'Alto commissario é evidenziato come in relazione ai collegamenti tra gli amministratori comunali di Taurianova e boss della'ndrangheta si siano ripetutamente verificate vere e proprie "guerre per bande" aventi per oggetto il contestuale controllo di traffici illeciti e della cosa pubblica. Da quanto sopra esposto emerge l'urgenza dell'intervento dello Stato mediante provvedimenti incisivi in direzione dell'amministrazione comunale di Taurianova.
Il prefetto di Reggio Calabria, ai sensi dell'art. 1, secondo comma, del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, ha dato l'avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale di Taurianova sospendendo, con decreto del 3giugno 1991, gli organi ordinari del comune medesimo, in quanto l'ulteriore permanenza in carica del consiglio comunale costituisce grave remora per la normale vigenza dei principi democratici e di libertà collettiva, in atto già fortemente deteriorati. Ritenuto per tutto quanto sopra esposto, che ricorrano le considerazioni indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale del comune di Taurianova, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore, anche nella considerazione che le dimissioni presentate in data 30 maggio 1991, alle quali non éseguita la presa d'atto, non costituisce ostacolo allo scioglimento per espressa previsione dell'art. 1, comma 6, del citato decreto-legge. Roma, 2 agosto 1991 Il Ministro dell'interno: SCOTTI. La Faida di Taurianova è la guerra che scoppia fra le 'ndrine del comune di Taurianova tra il 1989 e il 1991 con 32 morti. L'accaduto, fonte Wikipedia, ha eco nazionale e internazionale soprattutto per le modalità con cui sono avvenuti gli ultimi omicidi nel 1991. A seguito di tale cruenta faida il Governo dell'epoca, approva un decreto legge contro le infiltrazioni mafiose negli enti locali, una risposta forte alla violenza e prepotenza dei mafiosi che specie nei piccoli centri comprime significativamente la democrazia. Premesse. L'origine della faida scaturì dal fatto che la 'Ndrina dei Neri non volle stare a degli accordi presi con le altre famiglie di Taurianova: gli Avignone-Lombardo, i Giovinazzo-Zagari e i Viola-Fazzalari che gli si scatenarono contro.
Il primo omicidio. Il 2 luglio 1989 viene ucciso Rocco Neri poiché stava diventando troppo potente e avrebbe offuscato Domenico ‘Mimmo’Giovinazzo. La cronaca, ricorda che Domenico Giovinazzo, 45 anni, nipote del padrino Giuseppe Avignone e Francesco Rositano, 38 anni, entrambi di Taurianova, furono uccisi a colpi di mitraglietta il 22 luglio del 1990 a Polistena. Da questo episodio, ( dall’omicidio Zagari) nacque la faida. Conclusione. Il 2 maggio 1991, il presunto capomafia Rocco Zagari, ufficialmente infermiere generico all' ospedale si sta facendo fare la barba dal barbiere, quando un killer, armato di semi-automatica calibro 7,65mm, fa esplodere diversi colpi che lo inchiodano sulla sedia con il volto ancora insaponato dalla schiuma. condizionando direttamente quel consiglio comunale a maggioranza dcd ove siedeva. Il giorno dopo, arriva la vendetta: quattro morti. Il primo a cadere sotto diciannove colpi di lupara è stato Pasquale Sorrento, 29 anni. Poi Giovanni e Giuseppe Grimaldi, rispettivamente 59 e 54 anni; quindi Rocco La Ficara, venditore di bombole a gas, 36 anni, cognato di Pasquale Sorrento, e fratello di Angela e Salvatore, assassinati il 29 settembre 1990Tra questi, c'è un salumiere, che si chiama Giuseppe Grimaldi. Uno dei killer prende il coltello del salumiere e gli taglia la testa, poi, la lancia per aria, in mezzo alla strada e gli altri si divertono a fare il tiro a segno. Sono all'aperto, a due passi dalla piazza del paese e ci sono almeno venti persone, impietrite, che guardano quella testa mozzata volare per aria, colpita dai proiettili.
Il 5 maggio 1991 Emilio Ietto, di 32 anni, Leonardo Minzoturo, di 20 anni e Luigi Berlingeri di 25 vengono uccisi in un bar di Laureana di Borrello.Il 14 maggio 1991 viene ucciso a Carmignano di Brenta Michele Messina (lì in soggiorno obbligato), presunto affiliato dei Pesce. Il 17 marzo 1992 vengono arrestati 16 persone inerenti alla faida, di cui 11 a Taurianova (famiglie Zagari, Viola, Fazzolari, Giovinazzo, Alampi e Grimaldi) e 6 a Genova (famiglie Asciutto, Grimaldi, Sorrenti, Reitano, Comandè e Maiolo) e 1 a Siena (Maiolo)
Domenico Salvatore
Da un nostro precedente servizio
Il sindaco Gesualdo Costantino è accusato di associazione mafiosa; e sarebbe stato eletto con i voti del clan. L’operazione, denominata Ada, ha visto agire i militari nelle province di Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Varese, Asti, Roma e Viterbo.
MELITO PORTO SALVO (RC) L’OPERAZIONE “ADA”, HA RIBADITO LA TRACOTANZA DELLA ‘NDRANGHETA, CHE SUL TERRITORIO, VUOLE CONTROLLARE TUTTO. COMPRESA LA POLITICA
Lo ha detto, in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti, il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri commentando i risultati dell'operazione ADA, eseguita oggi dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria contro la cosca Iamonte di Melito Porto Salvo
Domenico Salvatore
Reggio Calabria-Il rapporto tra la politica e la ‘ndrangheta, di cui diremo più sotto, non attiene solo alla sfera d’interessi di Cosa Nostra, Vito Ciancimino, Totò Riina, il papello, Nicola Mancino e così via o della Camorra… il rapimento dell'assessore della Dc Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse, che ha visto coinvolti servizi segreti, alti vertici della politica nazionale e la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo; ma, anche alla ‘ndrangheta. Il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, che ha coordinato l' operazione “Ada” insieme al sostituto procuratore Antonio De Bernardo, afferma:“E' un'indagine, tipica da scuola, che sicuramente sarà utilizzata dai Carabinieri nelle loro scuole, perché spiega perfettamente, cos'è un Locale di 'ndrangheta; spiega perfettamente come si estrinseca il potere mafioso sul territorio nel quotidiano."Nella sostanza - ha aggiunto Gratteri - questa associazione per delinquere controllava dal traffico di armi agli appalti al voto di scambio, alle estorsioni, qualsiasi attività criminosa veniva gestita da questo locale di 'ndrangheta. E' un'indagine, fonte Agi, importante, fatta bene perché intanto ci sono intercettazioni sia telefoniche che ambientali, quindi la voce degli attori protagonisti che formano la prova, si parla nel corso di questi anni di tutte le campagne elettorali, non solo le ultime elezioni comunali ma anche le penultime e nella sostanza uomini del clan di Iamonte si sono interessati attivamente al controllo elettorale. Si sono divisi addirittura - ha concluso Gratteri - le frazioni di territorio in cui ognuno di questi doveva dar conto poi a Remingo Iamonte del numero di voti raccolti".
Concetto, ribadito pure dal procuratore capo della Repubblica pro tempore, Ottavio Sferlazza: ''Ancora una volta ci troviamo a parlare del condizionamento della vita pubblica da parte della 'ndrangheta. La cosca Iamonte opprimeva il territorio di Melito Porto Salvo e ne ha condizionato la vita politica al punto da fare eleggere sindaco il proprio candidato di riferimento'' ''gli imprenditori dovrebbero capire che non è conveniente sotto il profilo dell'opportunità e quello morale fare affari con la 'ndrangheta'' e ha auspicato che ''la politica trovi auto legittimazione davanti ai cittadini. La politica -ha aggiunto- deve ritrovare la capacita' di servire il bene pubblico'. I rapporti fra 'ndrangheta e politica trattano della collaborazione fra uomini della criminalità organizzata calabrese ed uomini eletti dai cittadini, nei posti di pubblica responsabilità, al fine di trarre reciproci illeciti vantaggi. Almeno dagli anni 1970, si sono verificate inchieste in relazione a minacce, rapporti con massoni, rapporti con servizi segreti, omicidi, scioglimento di comuni per infiltrazioni mafiosa e arresti di politici e ndranghetisti, stretti in un complesso politico mafioso. Il 26 ottobre 1969, fonte Wikipedia, avvenne una riunione mafiosa a Montalto per partecipare al Golpe Borghese.
Tra il luglio 1970 e febbraio 1971 durante i Fatti di Reggio, capeggiati da Ciccio Franco del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, alcune 'ndrine stavano dalla parte della destra e altre con la sinistra . Giorgio De Stefano della 'ndrina De Stefano e Antonio Nirta della 'ndrina Nirta, volevano appoggiare i golpisti : una linea diretta unisce la ‘ndrangheta, con i golpisti, Licio Gelli Gran Maestro del Grande Oriente, della loggia massonica P2, rappresentato da Lino Salvini, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, accompagnato dai massoni marchesi Felice e Carmelo Genovese Zerbi, servizi segreti italiani con i generali Gianadelio Maletti e Vito Miceli tesserati della loggia massonica P2, l’ammiraglio Gino Birindelli, CIA, Richard Nixon, alcuni generali dei Carabinieri e Stefano Delle Chiaie, politico dell'estrema destra, fondatore di Avanguardia Nazionale. Su indicazione del pentito Giuseppe Albanese, scoperti nell’operazione Olimpia e descritti negli atti della commissione parlamentare d’inchiesta, l'incontro avvenne a villa “La Spagnola”, una tenuta di proprietà di Valerio Borghese lungo la Costa degli dei, situata nel comune Parghelia.Il caso Moro. 1978. Da una telefonata intercettata tra il segretario di Moro Sereno Freato e Benito Cazora, deputato della Dc, secondo alcune ricostruzioni incaricato di tenere i rapporti con la malavita calabrese, avvenuta otto giorni prima della morte di Moro, nella quale Freato cerca di avere notizie sulla prigione di Moro.
Dall'intercettazione risulterebbe che la 'ndrangheta aveva a disposizione alcune foto di via Fani (forse quelle relative al rullino sparito o delle loro copie) e che in una di queste vi fosse "un personaggio noto a loro". Secondo quanto riferito nel 1991 da Cazora sarebbero stati alcuni esponenti della 'ndrangheta, in stato di soggiorno obbligato, ad offrire ad alcuni esponenti della DC la propria collaborazione per individuare il luogo della prigionia di Moro, in cambio della possibilità di riottenere la libertà di movimento, ma questa collaborazione non venne comunque realizzata. Anni 1980-L'11 giugno 1980, fu assassinato Giuseppe Valarioti, segretario della Sezione del PCI di Rosarno. Aveva solo 30 anni.Il 21 giugno 1980 fu assassinato Giovanni Losardo, militante comunista, già Sindaco di Cetraro ed - al momento dell'assassinio - Assessore alla pubblica istruzione, Segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola.Nel 1989, fu assassinato Lodovico Ligato, ex parlamentare DC ed ex presidente delle Ferrovie dello Stato. Anni 1990. Il 10 novembre 1992 a Palmi, viene scoperto un narcotraffico e un traffico di armi: tra gli inquisiti esponenti dei clan Pesce e Pisano di Rosarno, Licio Gelli, Giovanni Palamara ex assessore regionale socialista, Antonino Zito ex presidente del consiglio regionale, e Mario Battaglini .
L'inchiesta fu archiviata dal Giudice per le indagini preliminari Augusta Iannini, che ha dichiarato: non doversi promuovere l’azione penale nei confronti dei 64 massoni indagati. Il 12 dicembre 1992, a Reggio Calabria, si scopre che 96 persone sono prestanome delle proprietà ritenute delle cosche della ' ndrangheta calabrese. Indagati i Mammoliti di Oppido Mamertina, dei Pesce di Rosarno che hanno filiali criminali in Canada e in Australia, dei Commisso di Siderno, dei Versace di Polistena, dei Floccari di Locri, gli Aquino di Gioiosa Jonica e degli Spanò di Giffone. Il 20 luglio 1995 a Palmi, il pentito Giuseppe Albanese rivela che la 'ndrangheta proteggeva un gruppo eversivo rosso, Unione Comunisti Combattenti, che avrebbe commesso anche un attentato e una rapina, grazie alla mediazione di Giacomo Mancini, il quale in cambio assicurava alle tre cosche amiche, i Mancuso di Limbadi, i Pesce di Rosarno e gli Iamonte di Melito Porto Salvo, favori per l' assegnazione di appalti relativi alla costruzione della superstrada jonica da Rosarno a Gioiosa e aggiustamenti nei processi .Dal 2000 al 2009. Il 13 agosto 2001 a Rosarno la ‘Ndrangheta minaccia il Sindaco antimafia Giuseppe Lavorato . Colpi di kalashnikov contro il Comune e la finestra del suo ufficio. In seguito il Sindaco Lavorato portò Rosarno ad essere il primo Comune d'Italia a costituirsi parte civile in un processo antimafia.
Il 27 marzo 2005 viene indirizzata una busta con un proiettile da mitragliatore a Maurizio Carbonera, sindaco di Buccinasco (MI), il 26 marzo del 2003 gli era già stata incendiata l'automobile. Il 16 ottobre 2005, fu assassinato alle primarie dell'Unione a Locri Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria.Il 17 novembre 2007 viene arrestato il sindaco di Seminara Antonio Pasquale Marafioti, il vicesindaco Mariano Battaglia e l'assessore allo Sport Adriano Gioffrè (lista civica) per associazione a delinquere di tipo mafioso. Coinvolti presunti esponenti della 'ndrina Gioffrè di Seminara e anche l'ex Sindaco Carmelo Buggè. Il Comune di Seminara era già stato sciolto una volta per infiltrazioni mafiose. Il 28 gennaio 2008, nell'operazione Onorata Sanità, vengono tenute sotto custodia cautelare 18 persone tra cui il consigliere regionale Domenico Crea e esponenti della cosca dei Morabito, degli Zavettieri e dei Cordì per associazione mafiosa, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, truffa, omissione di soccorso, soppressione e distruzione di atti veri. Il 13 febbraio 2008 nell'operazione Naos, tra i 50 arrestati sono presenti anche l'assessore al turismo della regione Calabria Pasquale Tripodi (successivamente scarcerato per illegittimità del provvedimento l'8 marzo 2008[19]), Vincenzo Ielo, sindaco di Staiti e il vicesindaco di Brancaleone, Gentile Scaramuzzino per favoreggiamento mafioso della cosca dei Morabito, Bruzzaniti, Palamara in svariate attività illecite.
Il 19 marzo 2008 viene arrestato il consigliere regionale della Calabria Franco La Rupa con l'accusa di Scambio elettorale politico-mafioso, in presunti collegamenti con il boss di Amantea Tommaso Gentile. Nell'inchiesta sono stati anche arrestati Armando Mendicino, un sottufficiale dei carabinieri, un appuntato della Guardia di finanza, Domenico De Luca accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e Concetta Schettini, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Amantea. Il 9 aprile 2008 il senatore Sergio De Gregorio è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio, dovuto a presunti favori nell'acquisto della caserma Mezzacapo alla cosca ndranghetista del reggino Ficara. De Gregorio esclude categoricamente qualsiasi coinvolgimento. l'11 aprile 2008 si viene a conoscenza che la cosca dei Piromalli stava contrattando con un politico siciliano la compravendita di 50.000 voti per 200.000€ degli italiani all'estero (in Sud America).Il 7 maggio 2008 viene arrestato il candidato UDC Pasquale Inzitari per concorso esterno in associazione mafiosa e il capo-cosca Domenico Rugolo, entrambi parenti dell'imprenditore Nino Princi vittima nei giorni precedenti di un attentato della 'Ndrangheta. Sono stati inoltre sequestrati nell'operazione beni per 15 milioni di euro.
Nel giugno del 2008 sono stati sequestrati 7 cantieri lungo la statale 106 appartenenti alle cosche Morabito-Bruzzaniti-Palamara, Maisano e Vadalà.Vengono effettuati 33 fermi tra cui 2 consiglieri di Bova Marina e Samo e 2 imprenditori.Il 12 ottobre 2008 viene sciolto per 18 mesi il comune di Rosarno per infiltrazione mafiosa, in particolare della cosca dei Piromalli. Il 13 ottobre 2008 vengono arrestati il sindaco e il vicesindaco di Gioia Tauro insieme al sindaco di Rosarno per concorso esterno in associazione mafiosa. Anno 2010.Il 23 febbraio 2010 in una inchiesta su una rete di riciclaggio di denaro attuata dai vertici di Telecom Sparkle e Fastweb, sarebbe coinvolto anche il senatore del Popolo delle libertà Nicola Di Girolamo, eletto a Stoccarda, in Germania con schede elettorali false degli Arena. Il 10 aprile 2010 spunta fuori da un'intercettazione tra il faccendiere Miccichè e Filippo Fani, esponente del Pdl, che le cosche della Piana di Gioia Tauro hanno fatto bruciare le schede elettorali degli italiani in Venezuela. Nel Novembre 2010, a seguito dell'inchiesta Crimine e Infinito del luglio 2010, per la prima volta un comune lombardo viene sciolto per infiltrazioni mafiose: Desio. L'11 dicembre 2010, a Vibo Valentia.
Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti prevede che l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia sarà sciolta per la penetrazione della 'ndrangheta nella sanità Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio, presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, era il commissario straordinario dell’ASL di Vibo Valentia. Il 14 dicembre 2010 con l'operazione Recupero,a seguito dell'Operazione Crimine di luglio, vengono eseguite 51 ordinanze di custodia cautelare presso 51 presunti affiliati alla cosca accusati di associazione mafiosa. Viene arrestato anche l'ex Sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni. Il 21 dicembre 2010 vengono eseguiti 12 arresti per associazione mafiosa e corruzione elettorale con fini mafiosi delle elezioni regionali del 29 e 30 marzo 2010. Tra gli arrestati c'è il consigliere regionale Santi Zappalà, e la cosca Pelle. Il 22 dicembre 2010 l'ex consigliere della Regione Calabria Mimmo Crea viene condannato in primo grado a 11 anni di carcere accusato di concorso esterno in associazione mafiosa favorendo i Morabito-Zavettieri, i Cordì e i Talia Anno 2011. Nel marzo 2011, per la prima volta in Liguria viene sciolto il comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose della famiglia Pellegrino. Il 25 giugno 2011 il sindaco di Ventimiglia si dimette e viene commissariato per evitare lo scioglimento del comune ligure.
Il 30 novembre 2011 si conclude un filone dell'operazione Infinito in cui viene arrestata il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli insieme ad un avvocato, un medico e un maresciallo della Guardia di Finanza e presunti membri dei Valle-Lampada. Anno 2012. Il 17 gennaio 2012 l'ex assessore del pdl alla regione Lombardia Ponzoni è accusato di aver avuto appoggio elettorale dalla 'ndrangheta nelle elezioni regionali del 2005. Il 3 febbraio 2012 anche il comune ligure di Ventimiglia viene sciolto per mafia. Il 23 marzo 2012 vengono sciolti i comuni di Bova Marina e Platì in provincia di Reggio Calabria e Leini (in seguito all'inchiesta Minotauro del 2011) in Provincia di Torino. Il 3 aprile 2012 si viene a conoscenza che la DDA di Reggio Calabria sta indagando su Romolo Girardelli presunto faccendiere dei De Stefano che sarebbe legato in affari con l'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, il primo col bisogno di riciclare denaro sporco, l'altro nascondere parte dei soldi ricevuti dai rimborsi elettorali. Il 6 aprile 2012 vengono sciolti i comuni di Melito (VV) e Bagaladi (RC). Il 6 aprile 2012 vengono sequestrati beni del valore di 16 milioni di euro all'ex consigliere regionale della Calabria Santi Zappalà, arrestato nel 2010 per aver contrattato voti elettorali con le cosche di San Luca. Il 21 maggio 2012 nell'operazione Falsa politica vengono arrestate a Siderno 15 persone presunte affiliate ai Commisso, tra cui un ex consigliere della regione Calabria, un ex consigliere della provincia di Reggio Calabria ed un consigliere del comune di Siderno.
Il 22 maggio 2012 viene sciolto il comune di Rivarolo Canavese in Provincia di Torino per infiltrazioni mafiose. Il 7 luglio 2012 viene sciolto il comune di Mongiana, in Provincia di Vibo Valentia. Il 3 ottobre 2012, avviso di garanzia per il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e alla giunta di centro destra della Calabria, con l’accusa di abuso d’ufficio, per la nomina di Alessandra Sarlo, coniuge del giudice Vincenzo Giglio, presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, arrestato lo scorso 30 novembre a Milano per le ipotesi di corruzione e favoreggiamento personale, aggravato dall’aver agevolato la ‘ndrangheta. Il 9 ottobre 2012 viene sciolto per la prima volta in Italia un capoluogo di provincia: Reggio Calabria. In carcere il consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Plutino e l’ex assessore Luigi Tuccio figlio dell’ex procuratore di Palmi e Massimo Pascale. Il 10 ottobre 2012 viene arrestato, insieme ad altre 19 persone, l'assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti del Pdl per aver comprato, a 50€ a voto, 4000 voti alla 'Ndrangheta per un totale di 200.000€, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. L'assessore era in rapporti con Giuseppe D'Agostino (già arrestato anni prima per le operazioni sull'ortomercato) delle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara e con il gestore di negozi Costantino Eugenio dei Mancuso.
Il 10 ottobre 2012, a Sedriano, è stato arrestato il sindaco Alfredo Celeste], di 59 anni, insegnante di religione all'Itis Alessandrini di Vittuone, accusato di corruzione con i suoi complici Eugenio Costantino, 51 anni, imprenditore e titolare di un negozio di compravendita dell'oro e il medico Silvio Marco Scalambra, 55 anni. Costantino ha avuto legami con la cosca "Di Grillo Mancuso" ed è anche coinvolto nell'inchiesta dei voti di scambio per la figlia Teresa Costantino. Scalambra, lavorava per breve periodo di prova in diverse strutture ospedaliere ma non è stato confermato. Il sindaco Alfredo Celeste non si dimette. Il 15 novembre 2012 vengono arrestati a Rende due consiglieri del PD Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo (già accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio) accusati di ingerenza clientelare su una società del comune insieme a un boss locale già in carcere. Il 16 novembre 2012 viene arrestato il boss di Rende (CS) Ettore Lanzina latitante da 4 anni e nella lista dei 100 latitanti più ricercati, è accusato di associazione mafiosa,omicidio plurimo, nonché di aver fatto ottenere favori elettorali all'ex sindaco del comune Umberto Bernaudo e all'ex assessore provinciale Pietro Paolo Ruffi entrambi agli arresti domiciliari. Lo 'ndranghetista era persino stipendiato dal comune. Domenico Salvatore



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