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IntimeRose, al Photofestival di Milano la personale di Marò D'Agostino

IntimeRose a Milano
(29 marzo-21 aprile 2013)
Marò D'Agostino tra i protagonisti del "PhotoFestival"

A Milano, capitale della fotografia, c'è anche Marò D'Agostino.
L'artista calabrese è tra i protagonisti della kermesse
internazionale. Giunto alla settima edizione, il "PhotoFestival",
circuito espositivo esclusivamente dedicato al medium fotografico, per
circa un mese coinvolgerà gallerie d'arte e spazi espositivi di
Milano, attraverso un percorso di mostre storiche e contemporanee. In
programma numerosi appuntamenti, tra i quali spicca "IntimeRose" la
personale di Marò D'Agostino che sarà inaugurata venerdì 29 marzo,
alle 18.30, all'"Exfabbricadellebambole", e sarà visitabile fino al 21
aprile.
IntimeRose è frutto di un lavoro complesso e plurisenso,
invenzione/visione di un territorio scabroso e delicatissimo. «Il
progetto nasce in primis da un amore viscerale per questo fiore di cui
sono anche appassionata coltivatrice», spiega Marò D'Agostino, «quelle
fotografate sono le rose del mio giardino riprese da me – progettista
di spazi e visionaria ma non propriamente fotografa – nelle diverse
fasi della loro fioritura e in stagioni differenti. È evidente che
l'attrazione per questi fiori comprende come un segreto della mia
natura più profonda, ed è una sorta di identificazione. "Le rose, si
sa, sono fatte per nascondere gli abissi e, nel medesimo tempo, per
indicarli", ha affermato Franco Fortini».
«Nel roseto proposto da Marò D'Agostino le foglie che si
assottigliano in petali nascondono il senso profondo della rosa –
scrive Marcello Sestito –. La rosa non si lascia imbavagliare dalle
interpretazioni, e pur moltiplicandone i sensi, traduce l'elementarità
del fiore in una filosofia complessa. Questo sguardo ravvicinato che
compie l'autrice sulla prima dei vegetali elimina quanto di spinoso il
fiore possiede ne rivela la natura intima, in una intimità senza
pudore, in una sessualità esibita senza infingimenti».


Marò D'Agostino è artista e curatrice fuori da ogni catalogazione e
circuito, trasversale e contraria, naturale ed estrema; elabora
processi nei quali una parte determinante è attribuita alla relazione
tra chi produce e chi fruisce degli stessi. Il suo è un lessico fatto
di contaminazioni profonde e interazioni tra materiali e linguaggi,
tra scienza ed esperienze, tra visioni e utopie, una costante ricerca
interdisciplinare tra Architettura, Design, Teatro, Musica, Poesia,
Agricoltura, Arti Visive ed Applicate, Scrittura Ecologia e Scienze
Umane. Le sue opere si defilano, non necessitano di apparenza, né di
storia, sfacciatamente accurate e nude, spesso impalpabili; nate per
"sparire" senza lasciare ingombri, piuttosto per innescare pensieri e
ulteriori processi.

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