“Con
la testa e con il cuore si va ovunque”
Reggio Calabria,
27/03/13- Emozioni, umanità e forza. Sono questi i sentimenti che hanno
caratterizzato la presentazione del libro di Giusy Versace Con la testa e con il cuore si va ovunque, Edizioni Mondadori. L’evento, realizzato in collaborazione con il Consiglio Regionale della Calabria, il Centro pierre e la Libreria Amaddeo
di Reggio Calabria, svoltosi presso la
Sala Calipari, del Consiglio Regionale della Calabria, ha visto la
partecipazione di numerosi studenti provenienti dalle scuole reggine, che hanno
appreso un grande insegnamento di vita da questa donna che si è fatta forza ed
è andata avanti nonostante mille difficoltà.
Giusy, infatti,
nell’agosto del 2005, sull’autostrada Salerno Reggio Calabria, durante un
acquazzone, perse il controllo dell’auto, andando a sbattere contro il
guard-rail che le ha tranciato le gambe dal ginocchio in giù. Da allora è
iniziata la sua nuova vita, che ha voluto raccontare in questo libro, che lei
chiama «diario, che è stato difficile da scrivere. In alcuni punti mi sono
emozionata».
A fare da relatore, Francesco Alì, ad intervenire l’on. Candeloro Imbalzano che ha contribuito alla realizzazione dell’evento, Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione Calabria, Pasquale Romeo, Psichiatra, Piero Sansonetti, Direttore di Calabria Ora.
L’on. Imbalzano si
è detto «lieto di partecipare alla presentazione di questo libro, libro che
senza retorica rappresenta per noi una straordinaria testimonianza di vita, da
cui emerge il carattere non comune di Giusy, la sua tenacia, il suo orgoglio,
la sua volontà, tipicamente calabrese. Anche dalle avversità insuperabili, si
può emergere più forti di prima. L’esempio di Giusy ci dimostra che si può
andare avanti, superando le difficoltà». Inoltre, Imbalzano ha voluto
sottolineare come Giusy «rappresenta un esempio positivo, di tenacia e
freschezza anche per quei calabresi che vivono lontani dal nostro paese e che
spesso devono portare la croce di fatti non positivi che offuscano l’immagine
del nostro popolo, sano e laborioso, capaci come te di raggiungere obiettivi
straordinari nella vita».
Ad intervenire Piero
Sansonetti, direttore di Calabria Ora, «ho letto il libro di Giusy, un libro
bellissimo che si legge in un attimo, che ti emoziona.
La prima parte del libro ti fa entrare e vivere con lei, hai paura per questa ragazza, speri che guarisca… e poi entri nella sua famiglia, come se fossi lì. C’è una descrizione di vita collettiva, non è mai sola. Giusy che si ritrova senza le gambe, prende su di sé la questione della mancanza di alcuni strumenti importanti per la vita e di come si possa prendere in mano la vita senza questi strumenti». Nel libro non mancano momenti di rabbia che Sansonetti ha voluto sottolineare «quando Giusy si domanda “ma perché a me?”, ciò dimostra la sua umanità, ma essendo una credente, Giusy riesce a far si che questo sia solo un momento. “Perché Dio mi dà questo?”, la domanda non è cosa ho io meno degli altri? Io non sono qualcosa di meno, io ho qualcosa di meno. Viene prima l’avere o l’essere? Non è l’avere a determinarci, ma l’essere. Non avere le gambe, non è decisivo, si può vivere bene, si può amare, avere amici e Giusy dimostra perfino di riuscire a correre. Conta la testa e il cuore». Un punto fondamentale individuato da Sansonetti, è «di come essere uguali è un diritto fondamentale degli essere umani». Spesso ce ne dimentichiamo. Il direttore ha concluso, ribadendo l’importanza di Giusy per la Calabria «la sua forza, il suo coraggio non possono che incoraggiare i calabresi a dare e fare di più».
La prima parte del libro ti fa entrare e vivere con lei, hai paura per questa ragazza, speri che guarisca… e poi entri nella sua famiglia, come se fossi lì. C’è una descrizione di vita collettiva, non è mai sola. Giusy che si ritrova senza le gambe, prende su di sé la questione della mancanza di alcuni strumenti importanti per la vita e di come si possa prendere in mano la vita senza questi strumenti». Nel libro non mancano momenti di rabbia che Sansonetti ha voluto sottolineare «quando Giusy si domanda “ma perché a me?”, ciò dimostra la sua umanità, ma essendo una credente, Giusy riesce a far si che questo sia solo un momento. “Perché Dio mi dà questo?”, la domanda non è cosa ho io meno degli altri? Io non sono qualcosa di meno, io ho qualcosa di meno. Viene prima l’avere o l’essere? Non è l’avere a determinarci, ma l’essere. Non avere le gambe, non è decisivo, si può vivere bene, si può amare, avere amici e Giusy dimostra perfino di riuscire a correre. Conta la testa e il cuore». Un punto fondamentale individuato da Sansonetti, è «di come essere uguali è un diritto fondamentale degli essere umani». Spesso ce ne dimentichiamo. Il direttore ha concluso, ribadendo l’importanza di Giusy per la Calabria «la sua forza, il suo coraggio non possono che incoraggiare i calabresi a dare e fare di più».
A prendere la parola anche lo psichiatra Pasquale Romeo «oggi non si sa cosa sia la normalità. La storia di Giusy, nella sua fragilità, ci sta mostrando la sua umanità, l’essere normali. Spesso passa il concetto che fragilità corrisponda ad essere deboli, ma non è così». Parlando del libro, ha poi detto «questo è un libro di teoria, ma è un libro che insegna, che fa pensare che ognuno di noi può fare cose miracolose per rendere la propria vita diversa».
Ad elogiare Giusy
anche Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione Calabria, che ha subito
dichiarato «Giusy rappresenta un esempio per tutti quanti noi, soprattutto per
i giovani, rappresenta un messaggio positivo, il non piangersi addosso, come
invece spesso siamo portati a fare. La vera forza è quella di rialzarsi». Giusy
il periodo di riabilitazione lo ha passato a Budrio, in provincia di Bologna,
non essendoci strutture adatte in Calabria. A tal proposito Scopelliti ha
dichiarato che «molto probabilmente entro l’anno, in Calabria, a Lamezia Terme,
vi sarà un centro protesi».
A concludere Giusy,
emozionata per la presenza di così tante persone, più che presentare il suo
libro, ha dato consigli su come affrontare la vita, raccontando al pubblico
presente i suoi racconti più intimi, delle sue paure, ma anche della sua grande
forza d’animo. Dell’amore e dell’amicizia di cui è circondata «io non sono
crollata perché non sono rimasta sola, perché da sola non ce l’avrei mai fatta.
Le persone che mi sono state accanto non mi hanno mai lasciata, non mi hanno mai abbandonata, ci hanno creduto molto più di me e prima di me che ce l’avrei fatta». Ha parlato delle difficoltà affrontate per superare le piccole cose quotidiane, semplici per le persone “normali”, ma non per i disabili… cose come l’andare al mare, prendere un gelato, gesti semplici che diventano complicati. Tutta questa forza l’ha trovata perché, come lei stessa ha dichiarato «io amo la vita, ho una terribile voglia di vivere, me ne frego di non avere le gambe». La grande forza di Giusy sta anche nell’aiutare gli altri, approcciandosi al volontariato «ho scoperto il valore del volontariato perché se facciamo una cosa bella per noi, farla per gli altri è ancora più bello». Per questo motivo nel 2011 è nata l’Associazione Disabili No Limits Onlus, associazione con la quale raccoglie fondi per donare ausili di tecnologia avanzata a sostegno dei disabili economicamente svantaggiati.
Le persone che mi sono state accanto non mi hanno mai lasciata, non mi hanno mai abbandonata, ci hanno creduto molto più di me e prima di me che ce l’avrei fatta». Ha parlato delle difficoltà affrontate per superare le piccole cose quotidiane, semplici per le persone “normali”, ma non per i disabili… cose come l’andare al mare, prendere un gelato, gesti semplici che diventano complicati. Tutta questa forza l’ha trovata perché, come lei stessa ha dichiarato «io amo la vita, ho una terribile voglia di vivere, me ne frego di non avere le gambe». La grande forza di Giusy sta anche nell’aiutare gli altri, approcciandosi al volontariato «ho scoperto il valore del volontariato perché se facciamo una cosa bella per noi, farla per gli altri è ancora più bello». Per questo motivo nel 2011 è nata l’Associazione Disabili No Limits Onlus, associazione con la quale raccoglie fondi per donare ausili di tecnologia avanzata a sostegno dei disabili economicamente svantaggiati.
Alla fine del suo
intervento, Giusy ha voluto mostrare un video con foto della sua vita privata,
regalando momenti di vera emozione ai giovani ragazzi presenti in sala. A
conclusione del libro una frase, ricca di significato «E domani? Intanto corro,
poi vediamo dove arrivo».
Numerosi gli interventi da parte dei giovani ragazzi, curiosi di capire come ha fatto a rialzarsi. Ad aiutarla è stata la sua forte fede «la fede mi ha aiutata a non arrabbiarmi con la vita. Tutti dobbiamo credere in qualcosa, questo ci aiuta a sapere che non siamo soli». E quando le hanno chiesto perché ha voluto correre, ha risposto: «ho iniziato a correre per pura gioia di correre e per l’emozione di correre. Mi sento viva, libera, nulla mi può fermare quando corro». La sua voglia di correre l’ha portata a vincere alcuni premi e a battere record a livello europeo. «Lo sport», sostiene Giusy «aiuta ad aumentare la propria autostima, è un importante veicolo di confronto e integrazione».
Dunque, un incontro
che ha lasciato emozioni, che ha toccato l’animo, che ci fa capire che
l’importante nella vita non è ciò che si ha, ma quello che si è. La vita è
difficile, è dura, è piena di ostacoli, ma bisogna andare avanti, poi si vedrà
dove si arriva. La forza per andare avanti ognuno la ha e la trova all’interno
di sé, ogni giorno della nostra vita è un giorno importante, che và vissuto al
meglio.
Ognuno dovrebbe
fare della propria vita come si fa un’opera d’arte, come scriveva Gabriele
D’Annunzio.
Valentina Raffa
Valentina Raffa


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