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Reggio Calabria, omicidio Pioli, Antonio Napoli si è costituito e ha fatto ritrovare il cadavere


E' stato trovato il cadavere di Fabrizio Pioli, l'elettrauto scomparso il 23 febbraio 2012. Sono stati i carabinieri a trovare i resti, sepolti in un campo nelle campagne di Rosarno. Il luogo della sepoltura, sarebbe stato indicato da Antonio Napoli, accusato del delitto e gia' rinviato a giudizio, che proprio oggi si e' costituito. Sabato scorso, ad un anno della scomparsa, a Rosarno in migliaia erano scesi in piazza chiedendo la restituzione del corpo
GIOIA TAURO (RC),  IL CARROZZIERE FABRIZIO PIOLI, SCOMPARSO PER LUPARA BIANCA, IL SUO CORPO RITROVATO IN UN CAMPO A ROSARNO DOPO LA CONFESSIONE DEL POSSIBILE KILLER, CHE SI È CONSEGNATO AI CARABINIERI. ALLE INDAGINI IN SINERGIA HA PARTECIPATO ANCHE LA POLIZIA DI STATO

5 febbraio 2013 ‘Il gup di Palmi, (da un flash dell’Ansa), ha rinviato a giudizio per omicidio e occultamento del cadavere di Fabrizio Pioli, scomparso il 23 febbraio 2012 a Melicucco (il corpo non e' stato trovato), Antonio Napoli di 55 anni, latitante, la moglie Rosina Napoli (51), il figlio Domenico (23), un nipote, Francesco (33) e Pasquale Galata'. Per l'accusa avrebbero ucciso Pioli per punirlo per la relazione che aveva con la figlia sposata di Antonio, Simona, che ha aiutato le indagini’.
Domenico Salvatore


 La conferenza stampa di questa mattina 






L'intervista al Procuratore Giuseppe Creazzo

GIOIA TAURO (RC)- I Carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, diretti dal capitano Francesco Cinnirella, che si muove sotto la direzione del colonnello Lorenzo Falferi, hanno ritrovato il corpo di Fabrizio. La novità ha fatto il giro di internet. Una conferenza stampa è stata organizzata a Reggio Calabria, presso il Comando Provinciale per i dettagli. Angoscia, sbalordimento, stupore, incredulità, sono i primi commenti che affiorano sulle labbra della gente comune. La notizia del ritrovamento dei resti del povero Fabrizio Pioli, commerciante con un negozio di telefonia, nel centro gioitano, era nell’aria, ma lo scetticismo regnava sovrano. Visto anche che comunque ci troviamo nella sterminata Piana di Gioia Tauro, una zona ad alta densità mafiosa. Territorio controllato dalle famiglie di ‘ndrangheta storiche più influenti. Piromalli, Molè, Pesce, Bellocco, Crea, Mammoliti, Facchineri, Raso, Parrello, Gioffrè, Gallico, Rugolo, Violi, Macrì, Italiano e così via. Un primo flash dell’AGI, chiarisce bene la portata…”I carabinieri di Gioia Tauro hanno trovato il corpo di Fabrizio Pioli, scomparso il 23 febbraio 2012 e secondo quanto si è appreso, il cadavere si trovava in una zona agricola tra i comuni di Rosarno e Melicucco, il piccolo centro da dove il giovane era scomparso. E' probabile che sia stato Antonio Napoli, uno degli indagati per l'omicidio, a dire agli inquirenti dove era stato occultato il cadavere.  Proprio nei giorni scorsi la pressione mediatica si era impennata. L’Ansa ricorda che il 17 fabbraio…Una fiaccolata, nel giorno del primo anniversario della scomparsa, ricordera' il giovane Fabrizio Pioli, l'elettrauto di Gioia Tauro scomparso il 23 febbraio 2012 a Melicucco ed il cui cadavere non e' mai stato trovato. La fiaccolata si svolgera' il 23 febbraio a Gioia Tauro ed e' organizzata dal movimento 'Io sono Fabrizio'.

Nelle settimane scorse per l'omicidio di Pioli sono state rinviate a giudizio cinque persone accusate del delitto e dell'occultamento del cadavere. Un nostro precedente flash…La donna è stata posta sotto protezione e trasferita in una localita' segreta. Per decisione della magistratura, la ragazza di 24 anni, Simona Napoli, che con le sue dichiarazioni ha fatto accusare il padre ed il fratello, Antonio e Domenico, dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Fabrizio Pioli, l'elettrauto di 38 anni scomparso il 23 febbraio scorso da Gioia Tauro, col quale aveva una relazione extraconiugale, ora è sotto tutela. Indagano la Polizia di Stato di Gioia Tauro,  guidata dal 1° dirigente Stefano Dodaro coordinato dal capo della Squadra Mobile, Gennaro Semararo e dal questore Carmelo Casabona; ed i Carabinieri della compagnia di Roccella, diretti dal capitano Marco Comparato, coadiuvato dal suo vice, tenente Diego Ruocco, coordinati dal tenente colonnello Giuseppe De Liso, tutti agli ordini del colonnello Pasquale Angelosanto. Del delitto sono accusati il padre di Simona, Antonio Napoli, e il fratello Domenico; quest’ultimo è detenuto mentre il padre è ancora ricercato. Il provvedimento è stato preso dal p.m. Giulia Pantano, avallato dal gip, entrambi della Procura della Repubblica di Palmi (RC) guidata dal procuratore capo Giuseppe Creazzo. La donna, Simona Napoli, 24 anni, cha sporta denunzia ai Carabinieri di Gioiosa Jonica, sostiene di avere visto il padre con una pistola in pugno, litigare con il compagno.

Lei, viveva a Melicucco (RC) con il figlio e il marito, che per esigenze lavorative era spesso costretto a spostarsi al Nord, fatto sparire perché responsabile di avere avuto una relazione con la donna, già sposata con Vincenzo Curinga. Il peso del silenzio però  può schiacciare una persona, così la donna, ha deciso di raccontare tutto ai Carabinieri di Marina di Gioiosa Jonica e di collaborare con la polizia. Il peso delle intercettazioni, della denunzia della donna, delle sue dichiarazioni e di Facebook. Questa storia, appassiona ed affascina,  quanto la trama del film “L’onore dei Prizzi”. Come i tantissimi altri casi, di cui si è occupata la cronaca nostrana, negli ultimi dieci-quindici anni. Lei, 24.enne, sposata, un figlio di 4 anni, che vive con la nonna, conosce un altro su Facebook. Cominciano a frequentarsi sul net-work più gettonato del web. Apriti cielo! Da queste parti non è ammessa una relazione extra-coniugale, neppure in forma orale. In Calabria, la donna, non si è ancora affrancata dalla schiavitù secolare…. “in dolore paries filios, et sub viri potestate eris, et ipse dominabitur tui”. Altro che “8 marzo”, “Festa delle mimose” ed altri inganni, menzogne, truffe e falsità. Siamo a Gioia Tauro, nella sterminata Piana, che porta il suo nome. Una città che, fallito il V° Centro siderurgico, fallita la mega-centrale a carbone, si  è convertita al commercio, all’ agricoltura, al turismo ed insegue un sogno industriale, collegato al mega-porto uno dei più mastodontici del Mediterraneo. I novelli “Paolo & Francesca” (…”galeotto fu il libro e chi lo scrisse, quel giorno più non  vi leggemmo avante”) non hanno fatto i conti con i retaggi di una cultura arcaica e crudele, allergica al progresso ed all’evoluzione. Il Feudalesimo in Calabria non è mai tramontato.

Sopravvive nel costume, usi e tradizioni. Il nostro giornale si è ampiamente occupato della notizia; tuttavia, ci sembra il caso di tornarci sopra. E non siamo i soli. Anche alla luce degli ultimi sviluppi. Scende in piazza pure la Chiesa. Il prete-coraggio, don Pino De Masi, uno degli organizzatori della fiaccolata di Gioia Tauro,dice:” In nome di Dio e delle persone, chiediamo di costruire città libere dai pregiudizi”. Una storia di ordinaria follia, come possa accadere soltanto al Sud, dove resiste ancora, il delitto d’onore. Specialmente in Calabria.  Sebbene, cancellato o abrogato da decenni.  Trattasi del famigerato articolo 587 del Codice Penale. “In diritto, il delitto d'onore, fonte Wikipedia, è un tipo di reato caratterizzato dalla motivazione soggettiva di chi lo commetta, volta a salvaguardare (nella sua intenzione) una particolare forma di onore, o comunque di reputazione, con particolare riferimento a taluni ambiti relazionali come ad esempio i rapporti matrimoniali o comunque di famiglia.L'onore, in questo senso inteso, è in alcune legislazioni riconosciuto come un valore socialmente rilevante di cui si possa e si debba tener conto anche a fini giuridici, e specialmente se ne parla quindi in ambito penale. La ragione si insinua nella considerazione della motivazione delle azioni umane, che in date culture possono tener profondamente ed anche tragicamente conto di esiti estremi della pressione esercitata dalla reputazione sociale; questa muove le decisioni dell'individuo talvolta ben oltre le norme codificate ordinamentali, ma pur sempre occorrerà valutare
Il delitto d'onore in Italia 
In Italia, sino a pochi decenni fa, la commissione di un delitto perpetrato al fine di salvaguardare l'onore (ad esempio l'uccisione della coniuge adultera o dell'amante di questa o di entrambi) era sanzionata con pene attenuate rispetto all'analogo delitto di diverso movente, poiché si riconosceva che l'offesa all'onore arrecata da una condotta "disonorevole" valeva di gravissima provocazione, e la riparazione dell'onore non causava riprovazione sociale.Vale la pena di riportare il dettato originario della norma:
Codice Penale, art. 587
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella. L'art. 587 del codice penale consentiva quindi che fosse ridotta la pena per chi uccidesse la moglie (o il marito, nel caso ad esser tradita fosse stata la donna), la figlia o la sorella al fine di difendere "l'onor suo o della famiglia". La circostanza prevista richiedeva che vi fosse uno stato d'ira (che veniva in pratica sempre presunto).

La ragione della diminuente doveva reperirsi in una "illegittima relazione carnale" che coinvolgesse una delle donne della famiglia; di questa si dava per acquisito, come si è letto, che costituisse offesa all'onore. Anche l'altro protagonista della illegittima relazione poteva dunque essere ucciso contro egual sanzione. A titolo di chiarimento sulle mentalità generali su queste materie, almeno al tempo della promulgazione del Codice Rocco (che però riprendeva concetti già presenti nel Codice Zanardelli), va detto che contemporaneamente vigeva l'istituto del "matrimonio riparatore", che prevedeva l'estinzione del reato di violenza carnale nel caso che lo stupratore di una minorenne accondiscendesse a sposarla, salvando l'onore della famiglia.Quanto all'ordinamento penale italiano, la prima innovazione venne dalla Corte Costituzionale, la quale aveva sancito l'incostituzionalità dell'art. 559 c.p., che prevedeva la punizione del solo adulterio della moglie e non anche del marito e del concubinato del marito (sentenze n.126 del 19 dicembre 1968 e n.147 del 3 dicembre 1969, ma in precedenza, nel 1961 si era già espressa in senso opposto). La prima sentenza era seguita, almeno temporalmente, ad un disegno di legge (n.4849, presentato alla Camera dei deputati il 6 febbraio 1968) dell'on. Oronzo Reale, ministro Guardasigilli, che proponeva l'abrogazione delle speciali previsioni sulle lesioni e sull'omicidio "a causa d'onore", proposte riprese pochi mesi dopo da un progetto di revisione dell'ordinamento penale affidato a Giuliano Vassalli.

Le proposte erano restate senza effetto, sia per problemi di insufficiente durata delle legislature, sia per una certa posizione di "non sgradimento" da parte dell'opinione pubblica (stigmatizzata, con una certa eco, dal Nuvolone, il quale sottolineò come non si potesse non tenerne conto).Dopo il referendum sul divorzio (1974), a dopo la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975), dopo il referendum sull'aborto, davvero molto tempo dopo quindi le dette sentenze, le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.”
Giovedì 23 febbraio 2012, sparisce un giovane di 28 anni. I familiari lanciano l’S.O.S.. I parenti denunciano la scomparsa. Le autorità di polizia, aprono un fascicolo ed indagano. La Procura di Palmi(RC) diretta dal dottor Giuseppe Creazzo, ha emesso due provvedimenti di fermo, uno dei quali eseguito. per omicidio ed occultamento di cadavere nei confronti del padre e del fratello della donna, Antonio e Domenico Napoli. Si legge venerdì 2 marzo 2012…” Facebook: un incontro che nasce così, casualmente e che diventa una storia d'amore. Non una novità dato che il social network ne ha fatti innamorare tanti e anche sposare. Questa volta però la storia è un po' più complicata: lui, Fabrizio Pioli, 38 anni, elettrauto di Gioia Tauro in Calabria, conosce Simona Napoli. I due fonte, www.ilsussidiario.net, si innamorano, ma c'è un problema, lei è sposata. Si frequentano lo stesso, nasce una relazione clandestina. Il 23 febbraio si danno un nuovo appuntamento. Sarà anche l'ultima volta che si hanno notizie dell'uomo. Cosa è successo? Si teme come si dice in gergo un caso di lupara bianca. Sparizione, che in questi casi finisce sempre o quasi nella morte del soggetto implicato. Infatti le autorità hanno già provveduto ad arrestare il fratello della donna mentre si sta cercando il padre. L'accusa: averlo ucciso e averne nascosto il cadavere. Un delitto d'onore per intendersi: lui aveva osato frequentare una donna sposata.

La stessa Simona ha parlato alle autorità dicendo che questo è quello che è successo e le forze dell'ordine l'hanno messa in località segreta protetta per evitare che anche lei faccia la fine del suo innamorato. Un delitto d'onore per difendere l'onore di famiglia, una storia di altri tempi, ma che purtroppo semrba succeda ancora anche nel Terzo millennio; colpisce che della terribile vicenda non sia stato partecipe proprio il marito della donna. Di fatto, anche se non sembrano coinvolti direttamente, a Gioia Tauro esiste una forte realtà di ndrangheta e il delitto segue proprio quelle logiche. La donna, che ha solo 24 anni, ha anche un figlio di 4 anni: è stata costretta ad abbandonarlo per ordine delle autorità che l'hanno obbligata al rifugio in  località segreta. Il bambino è con il padre, il quale risulta dalle indagini del tutto estraneo alla faccenda. Con lui anche la nonna, moglie e madre dei due assassini, che avevano in mente una sola cosa. Difendere l'onore di una famiglia disonorata. Per colpa di Facebook? Probabilmente come sempre in casi come questi sarebbe successo ugualmente. L'uomo assassinato aveva forse fatto immaginare alla ragazza una vita diversa, magari migliore, via dalla famiglia.”. Sull’argomento, ancora, Carlo Macrì  scrive sul Corriere della Sera:” Si è innamorato di una donna di 24 anni, Simona, sposata con un figlio di 4 anni e per questo è stato ucciso. Un delitto d' onore per il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, che ha chiesto ed ottenuto dal gip la custodia cautelare per il padre e il fratello della ragazza, Antonio e Domenico Napoli, 55 e 22 anni, accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Avrebbero ucciso Fabrizio Pioli, un elettrauto di 38 anni, dopo un' animata discussione e avrebbero fatto scomparire il cadavere e la sua auto. È stata la stessa Simona, con le sue ammissioni, a puntare il dito contro i propri congiunti, «ho visto mio padre puntare la pistola a Fabrizio».

I carabinieri hanno arrestato solo Domenico Napoli, che ha respinto ogni accusa, suo padre, invece, personaggio già noto alla magistratura, è riuscito a far perdere le tracce. Un atteggiamento che ha ancor di più insospettito gli inquirenti. Per Simona già dopo le sue prime dichiarazioni, fatte domenica scorsa, è scattato il piano di protezione con il trasferimento della donna in una località segreta. C' era il rischio, infatti, che potesse anche lei essere uccisa. La donna vive a Melicucco, un piccolo comune della Piana di Gioia Tauro. Da queste parti, le relazioni d' amore clandestine, ancora oggi, si lavano col sangue. Simona però avrebbe potuto pagare con la vita anche la scelta di rivolgersi alla magistratura, subendo il ricatto dei propri genitori. Come è accaduto a Maria Teresa Cacciola, la collaboratrice di giustizia di Rosarno suicidatasi con l' acido muriatico dopo aver accusato i propri familiari di legami con la ' ndrangheta. Quella tra Simona e Fabrizio era diventato comunque un amore vero. I due si erano conosciuti su Facebook. Lei capelli biondi e fisico minuto, sposata con un giovane che attualmente si trova al Nord, madre di un bimbo di quattro anni, aveva allacciato un' amicizia con Fabrizio, un ragazzo molto conosciuto a Gioia Tauro, dove vive. Un giovane con la testa a posto, gran lavoratore. I suoi amici dal 26 febbraio scorso, giorno della sua scomparsa, hanno continuato a sperare in un suo ritorno ed hanno organizzato diverse fiaccolate. Chattando in rete l' amicizia in poco tempo ha lasciato spazio all' amore. Il giorno della scomparsa Fabrizio Pioli con la sua Mini Cooper nera era andato a trovare Simona a casa sua. Era la prima volta che accadeva. L' abitazione della donna, fonte Corriere della Sera‎,   si trova vicina a quella dei suoi genitori che, probabilmente, avevano intuito qualcosa sulla loro frequentazione. Antonio Napoli ha quindi deciso di affrontare Fabrizio per intimargli di stare lontano da sua figlia. L' uomo ha atteso che l' elettrauto uscisse dall' abitazione della figlia e l' ha inseguito con la sua auto. Simona dalla finestra ha visto la scena e, forse intuendo cosa sarebbe potuto accadere, si è messa a sua volta in auto per cercare di fermare suo padre.

La ragazza ha raccontato agli inquirenti di aver raggiunto il genitore nei pressi dello svincolo di Rosarno, sull' autostrada Salerno-Reggio Calabria. «Ho notato mio padre con una pistola in mano discutere animatamente con Fabrizio» ha detto. La donna ha quindi deciso di proseguire verso Gioiosa Jonica, con lo scopo di denunciare quanto aveva visto ai carabinieri. Il giorno successivo Simona Napoli era già lontana dalla sua Calabria”.  Mnews. It,  pubblicava una appello del sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore…” La città di Gioia Tauro in questi giorni guarda attonita e smarrita al dramma – inverosimile ma purtroppo reale – che ha sconvolto una famiglia ma anche le coscienze di tutta la comunità. La scomparsa del giovane Fabrizio Pioli , avvolta da troppi misteri e ombre, è divenuta ormai un peso non sopportabile per i suoi cari e per una comunità che vuole e deve conoscere laverità.Perché è inaccettabile che il valore di una vita sia ridotto al nulla , e che un padre ed una famiglia, ma anche tanti amici, non abbiano il diritto di avere chiarezza sul perché un ragazzo per bene, senza grilli per la testa e così tanto amato sia sparito nel nulla. Quello di Fabrizio è un vero e proprio dramma: perché essere strappati ai propri affetti è una cosa che fa male. Quando ciò accade ad un ragazzo come Fabrizio subentra anche molta rabbia.Da Sindaco di Gioia Tauro, e rappresentante di una comunità che unita e solidale si associa alla famiglia Pioli nel chiedere GIUSTIZIA e VERITA’, rivolgo un appello accorato a tutti coloro i quali abbiano visto qualcosa o sappiano, anche per canali indiretti, cosa sia successo a Fabrizio e soprattutto dov’è Fabrizio.Non è possibile che un ragazzo venga inghiottito dal nulla e che nessuno veda o senta qualcosa.

Mi appello alla sensibilità ed alla coscienza delle tantissime persone oneste che vivono a Gioia Tauro, Melicucco, nella Piana di Gioia Tauro e nella zona Jonica, luoghi nei quali Fabrizio pare si sia recato e dai quali pare sia scomparso. E’una preghiera rivolta a chi – forse perché padre, o madre, o fratello – può comprendere lo strazio che prova chi vede strapparsi un affetto così grande ed insostituibile ed al contempo si vede negare la possibilità di riportarlo a casa.Spesso la paura rappresenta un montagna difficile da scalare, ma ci sono tanti modi – anche nell’anonimato – per aiutare le Forze dell’Ordine, che tanto si stanno adoperando, a risolvere questa vicenda.Mi rivolgo pertanto a chiunque possa dare una mano di aiuto alla famiglia Pioli, alla quale tutti i gioiesi oggi simbolicamente appartengono: aiutateci a riportare a casa Fabrizio, aiutateci a fare giustizia, perché fatti del genere non abbiano più ad accadere. Chiedo a tutta la comunità gioiese di stringersi intorno alla famiglia Pioli e manifestare loro tutta la solidarietà di cui è capace.Chi sa parli! Per Fabrizio, per la sua famiglia, per tutti i cittadini onesti, per vincere con la solidarietà ogni notte di paura che grava ancora sulla nostra terra”. Potremmo definire questa vicenda…” Storia impossibile a lieto fine” o “Tragedia dell’amore perduto”, Atto I° Scena II^. La divina Caterina Caselli, alias “Casco d’oro” cantava così al Festival di Sanremo in quei mitici “Anni Sessanta”… “La verità mi fa male, lo so.../La verità mi fa male, lo sai!/Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu/la verità ti fa male, lo so)/Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più/(la verità ti fa male, lo so)/Dovresti pensare a me/e stare più attento a te/C'è già tanta gente che/ce la su con me, chi lo sa perché?/Ognuno ha il diritto di vivere come può/(la verità ti fa male, lo so)/Per questo una cosa mi piace e quell'altra no/(la verità ti fa male, lo so)/. La leteratura e la casistica son piene di episodi simili, a parte Romeo e Giulietta,Tristano ed Isotta, Ginevra e Lancillotto, Paolo e Francesca e così via Altri li chiama: miracoli dell’amore, che fece dire al Sommo Poeta…” Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,/prese costui de la bella persona/che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende./Amor, ch'a nullo amato amar perdona,/mi prese del costui piacer sì forte,/che, come vedi, ancor non m'abbandona./Amor condusse noi ad una morte./Caina attende chi a vita ci spense./Queste parole da lor ci fuor porte./ “. Domenico Salvatore




















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