Grazie al successo interno su autorete all’87°, nelle peggiore partita del campionato. Il bomber Giovanni Calabrò, frattura della tibia, rimarrà assente per un paio di mesi. Abulico ed apatico nel primo tempo, graziato dalla dea bendata e fortunato nel secondo, quando una fortuita autorete di un difensore ospite, ha spalancato le porte del successo e della classifica. Mister Tripodi a fine gara nel parterre ammette:” Abbiamo giocato male. Non tutte le ciambelle escono col buco”. L’assenza, per una sbornia di…pipita, di Kris Kremo, alias Guido Gullì, si è fatta sentire
IL FUTSAL MELITO, “IMPROVVISAMENTE” BALZA IN TESTA ALLA CLASSIFICA GENERALE
Il trainer stefanita Michele Cotroneo mugugna:”Abbiamo giocato un grosso match fuori casa, colpito la traversa e pressato a lungo”. Il presidente Giuseppe Chirico:”Ci stava stretto pure il pareggio”. Ed un tifoso al seguito:” Abbiamo perso sei punti; con i tre “regalati” in casa”. La traversa e Candito, negano la gioia del goal, in almeno un paio di circostanze. Buono l’arbitraggio del signor D’Agostino di Reggio Calabria
Domenico Salvatore
MELITO DI PORTO SALVO (Reggio Calabria)- Il massimo risultato col minimo sforzo, ma non chiamatelo… furto con scasso. Il calcio stefanita, che sta conoscendo una sua evoluzione positiva, ride per il quarto posto del Real che in casa si è tolto lo sfizio di battere le capoliste (4-1al Melito e 3-0 alla Pro Pellaro) a suon di reti, ma non piange il Santo Stefano, che esce a testa alta dalla fossa dei leoni del Marosimone, dove ha disputato un grosso match per carattere e personalità. La peggiore partita del Melito, in casa o la migliore del Santo Stefano in trasferta? La febbre del sabato sera, non ha contagiato nessuno. Gli atleti di casa hanno fatto il piena di valeriana, tisana della nonna e camomilla! Grazie lo stesso John Travolta! Dalla goleada di Sant’Alessio in Aspromonte al …”golletto” su autorete, piccolo così, il passo è stato decisamente breve. Ha pesato come un macigno, il grave infortunio, occorso al granatiere Giovanni Calabrò o gli sbuffi gelidi del dirimpettaio Etna, provincia della Siberia, imparruccato sino alle basse quote? Questo, lo ignoriamo. Uno dei migliori in questa partita ed in tutto il campionato sin qui disputato. Bomber di peso e di statura. Incubo notturno degli uomini-ragno. Forse, Pulcinella ed Arlecchino, hanno giocato un brutto scherzo all’incolpevole Ienuso, che ha mostrato tutto il suo vasto repertorio e l’esperienza in diverse occasioni. Soprattutto nella ripresa, quando i “pionieri del genio minatori”, hanno cominciato a bombardare con la dinamite. Sa notare il particolare momento di grazia di Maurizio ‘Vunì’ (Pangallo). Un tornante di fascia destra, che ha seminato il panico spesso e volentieri, nelle retrovie stefanite. Da una sua incursione in combinazione con Marra è arrivata la “retuccia”, più preziosa della parure della regina Vittoria. Dal disastro…ambientale di vaste proporzioni, si salva il solo enfant-prodige Minicuci, che ha “danzato” con la grazia di Rudolf Nureyev. La nostra opinione, tuttavia è, che il Santo Stefano meritasse la vittoria. Il riverbero-mormorio dei dirigenti ospiti, che avevano un diavolo per capello, nella dependence a fine gara, ci sembra del tutto giustificato. A loro dire, gli stava stretto, perfino il pareggio. Ma i “numeri”, che cosa dicono? 9 calci d’angolo a 2 per gli ospiti; 15 punizioni a 13 e 18 falli laterali a 15. Un palo esterno, una traversa e due parate decisive di Candito. Se non abbiamo visto un’altra partita, ben’inteso, deja vu. Luogo comune, per le squadre che non accettano il nostro commento, quando perdono; e talora, anche quando vincono senza meritarlo. Il Melito di oggi, è la brutta copia della squadra brillante ed esuberante, bella e piacevole da vedersi, delle scorse settimane. Compreso l’ultimo quarto d’ora della trasferta di Bocale, dove i “Melitoti”si sono imposti per 3-1. Una partita da dimenticare alla svelta. Anche sugli spalti, hooligans e skin-heads, si lamentavano dell’involuzione e frustrati ed amareggiati storcevano il naso in segno di protesta e disapprovazione. Un paio, hanno preferito guadagnare il caminetto in tutta fretta, anche per smaltire la delusione cocente. Va be’ che per il tifo bisogna soffrire, ma una prova incolore, scialba e mortificante anche per il gioco del calcio, non se l’aspettavano.
Il Carnevale? Finisce qui. Ma tu divertiti, ancora un po’. Tanto è sempre Carnevale! Due o tre campioncini, si guardavano la partita; un paio erano fuori forma; qualche “ John Rambo” mirava più alle gambe che al pallone. Sebbene, il peggiore infortunio, sia capitato proprio a “Pecos Bill”Giovanni Calabrò. Sembrava una “botta” da nulla. Tuttavia lo scrivente, commentando col suo vicino in tribuna aveva subito detto:”Serve il Pronto Soccorso”. Purtroppo, è andata ancora peggio. Frattura della tibia e fine del campionato. Ingessatura e riabilitazione, terranno il bomber per parecchio tempo fuori dai campi di gioco. Benchè l’infermeria sia piena, a causa di quattro o cinque acciaccati, che mister DomenicTripodi, spera di recuperare nei prossimi giorni. Dribblomani, individualisti ed egoisti, nonostante il traner in seconda, Silvio Malaspina, urlasse più di Mario Lanza al Metropolitan Coliseum e mister Mimmo Tripodi, invece, Placido Domingo in versione “O sole mio”. Le diagonali funzionavano poco e male; le sovrapposizioni erano inefficaci; il gioco sulle fasce precario se non assente. Il personalismo dominava in lungo ed in largo. “Arrivano i nostriiii!”, ha funzionato negli ultimi dieci minuti quando i maghi della panchina hanno immesso un paio di mustang che scalpitavano nel korral dei Nasi Forati e dei Piedi Neri…Augh grande capo!...Minicuci Speedy Gonzales, Focà, Orlando. Forze fresche, di quel che passa il convento. Ma Zavettieri, Foti e Toscano, fremevano come un cane pit-bull, se non rott-weiler, alla catena. Il modulo 4-5-1, apparso farraginoso e stridente e spesso fuori fase, ha fatto ploff! Gli schemi ariosi, spumeggianti, effervescenti, splash down!. Nella ripresa, si sono viste le cose migliori, pur nel grigiore generale. Almeno sul piano emozionale e delle occasioni. Bomber con le polveri bagnate, taccagni, spilorci, tirchi e pidocchi. Avara sul piano della tecnica e dello spettacolo, la gara ha offerto sprazzi ac cettabili, sul piano agonistico e della tattica. Sotto questo profilo, è nostra opinione, che sia stata una partita eccezionale sino a sballare, con il battistrada liso e sdrucito, la convergenza e l’equilibratura. Non c’erano in campo Robinho e Carmona, né il buuu, per M’Baye Niang, ma il signor D’Agostino di Reggio Calabria, che ha diretto bene a dispetto della stazza, ma non è simpatizzante di Pantagruel & Gargantua, ha dovuto sventolare una decina di cartellini gialli, per domare i quadrupedi di Plaza de toros a Malaga, con la muleta di Joselito. Ha funzionato meglio il 4-4-2 di mister Michele Cotroneo. A tratti, 4-3-3. Ma a noi, questo Santo Stefano, ci aveva convinto già all’andata. E lo dicemmo. Perché non abbiamo peli sulla lingua. Senza quel gestaccio sconsiderato e scellerato del centrocampista locale, a cui consigliamo un corso accelerato di training autogeno, per gestire meglio le emozioni, se non lo stress e l’ansia, ora saremmo qui a scrivere ben altro di quella partita (con il Melito in apnea) e del campionato della formazione stefanita. Calcio spettacolo sotto gli ulivi, come poche volte si veda, sui campi di calcio. Ci piacque! Scripta manent, verba volant. Acqua passata. E non macina più mulino, oramai. Un Melito frastornato, dissoluto, traviato, a caccia di farfalle sotto l’arco di tito.
La panchina ballava la macarena, il mambo e la mazurka, senza musica. Ma da quella rapa non si riusciva a cavar sangue. Il Santo Stefano, non ha sbagliato niente. Se non quella grossa, irripetibile occasione a porta vuota capitata proprio prima dell’autogoal. La stessa partita col Ravagnese, che ha provocato nei soupporters e nei teen-agers…travasi di bile, reflussi esofagei, fibrillazioni atriali, insonnia, emicrania ed inappetenza, persa malamente in casa? Nooo! Peggio!Goal mancato, goal subìto? Macchè, la rete, anzi l’autorete, l’ha fatta la difesa ospite. Un folletto ‘U fuddhittu, si è incarnato nel pallone che imbizzarrito come un cavallo dei chiricahua s’è infilato beffardamente nella rete dell’esterrefatto Ienuso, un colosso di Rodi, con un sibilo arzigogolante…fifiuuuu! Il muro di berlino, aveva retto pure ai missili terra-aria della classe Pershing, Cruise e Patriot. Abbiamo sempre detto e scritto e qui ci ripetiamo, (Repetita iuvant), che le partite, siano nient’altro, che una serie di episodi collegati o scollegati, questo è il dilemma amletiano. Non fai niente per 100 minuti? Basta una punizione, un corner, un’autorete, il tiro della domenica, una papera del brutto anatroccolo e…Cenerentola… abracadabra abracadera nella magica mia sfera, cosa vedono i miei occhi?…diventa principessa. Fa il paio con quelle partite stregate, ma la macumba ed il voodoo non c’entrano dove sbagli due rigori; colpisci pali e traverse; ti salvano tre tiri sulla linea bianca; il portiere para l’imparabile; sbagli goal a porta vuota; l’arbitro ti annulla un goal regolarissimo; il guardalinee ti sbandiera un fuorigioco, che non c’è, nell’ordine di 20-30 metri, senz’abbagli solari, né automobilistici; ed alla fine, schiumando rabbia mal repressa ed ira funesta, non racimoli, nemmeno uno straccio di pareggio. Ovviamente, non siamo all’Accademia del nostro maestro Gianni Brera. Ể facile, lanciare proclami e pontificare. Non siamo la Bibbia. La nostra c.d., è un’opinione, sic et simpliciter. Ed abbiamo il massimo rispetto, per quella degli altri; se espressa, nell’ambito del dialogo civile e democratico e del confronto delle idee. La beffa atroce? Con un golletto da due soldi, piccolo così, anzi, una sfortunata autorete stefanita, si ritrova addirittura in testa alla classifica. Per il contemporaneo inatteso tonfo…meuuuu! della capolista Pro Pellaro in casa del Real Santo Stefano. Domenico Salvatore
Il tabellino di Dosa
Futsal Melito: Candito 4, Errigo 4, Ielo 4, Laganà 4, Marra 4, Latella 5, Pangallo 6, Iamonte 4, Calabrò 6, Pansera 4, Tripodi 4.
In panchina, Barilla, Toscano, Foti, Zavettieri
Sostituzioni, Minicuci, Orlando, Focà
Allenatore, Mimmo Tripodi 6
Presidente, Rocco De Pietro 8,5
Santo Stefano: Ienuso 6, Pedà 6, Verduci 6, Giunta 6, Cotroneo 6, D’Agostino 6, Delfino 6, Cutrupi 6, Putortì 6, Ciraudo 6, Tavano 6
In panchina, Gattuso
Sostituzioni, Pansera, Morena, De Nicola
Allenatore, Michele Cotroneo 6
Presidente, Giuseppe Chirico 8
Arbitro, Emanuele D’Agostino 8,5
Marcatore, autorete all’87°
Note, pomeriggio gelido, terreno di gioco in ottime condizioni. Ammoniti: Errigo, Ielo, Marra e Iamonte per il Melito; Pedà, Verduci, Putortì e Tavano per il Santo Stefano, angoli 2-9; punizioni 13-15, rimesse laterali 15-18
IL FUTSAL MELITO, “IMPROVVISAMENTE” BALZA IN TESTA ALLA CLASSIFICA GENERALE
Il trainer stefanita Michele Cotroneo mugugna:”Abbiamo giocato un grosso match fuori casa, colpito la traversa e pressato a lungo”. Il presidente Giuseppe Chirico:”Ci stava stretto pure il pareggio”. Ed un tifoso al seguito:” Abbiamo perso sei punti; con i tre “regalati” in casa”. La traversa e Candito, negano la gioia del goal, in almeno un paio di circostanze. Buono l’arbitraggio del signor D’Agostino di Reggio Calabria
Domenico Salvatore
MELITO DI PORTO SALVO (Reggio Calabria)- Il massimo risultato col minimo sforzo, ma non chiamatelo… furto con scasso. Il calcio stefanita, che sta conoscendo una sua evoluzione positiva, ride per il quarto posto del Real che in casa si è tolto lo sfizio di battere le capoliste (4-1al Melito e 3-0 alla Pro Pellaro) a suon di reti, ma non piange il Santo Stefano, che esce a testa alta dalla fossa dei leoni del Marosimone, dove ha disputato un grosso match per carattere e personalità. La peggiore partita del Melito, in casa o la migliore del Santo Stefano in trasferta? La febbre del sabato sera, non ha contagiato nessuno. Gli atleti di casa hanno fatto il piena di valeriana, tisana della nonna e camomilla! Grazie lo stesso John Travolta! Dalla goleada di Sant’Alessio in Aspromonte al …”golletto” su autorete, piccolo così, il passo è stato decisamente breve. Ha pesato come un macigno, il grave infortunio, occorso al granatiere Giovanni Calabrò o gli sbuffi gelidi del dirimpettaio Etna, provincia della Siberia, imparruccato sino alle basse quote? Questo, lo ignoriamo. Uno dei migliori in questa partita ed in tutto il campionato sin qui disputato. Bomber di peso e di statura. Incubo notturno degli uomini-ragno. Forse, Pulcinella ed Arlecchino, hanno giocato un brutto scherzo all’incolpevole Ienuso, che ha mostrato tutto il suo vasto repertorio e l’esperienza in diverse occasioni. Soprattutto nella ripresa, quando i “pionieri del genio minatori”, hanno cominciato a bombardare con la dinamite. Sa notare il particolare momento di grazia di Maurizio ‘Vunì’ (Pangallo). Un tornante di fascia destra, che ha seminato il panico spesso e volentieri, nelle retrovie stefanite. Da una sua incursione in combinazione con Marra è arrivata la “retuccia”, più preziosa della parure della regina Vittoria. Dal disastro…ambientale di vaste proporzioni, si salva il solo enfant-prodige Minicuci, che ha “danzato” con la grazia di Rudolf Nureyev. La nostra opinione, tuttavia è, che il Santo Stefano meritasse la vittoria. Il riverbero-mormorio dei dirigenti ospiti, che avevano un diavolo per capello, nella dependence a fine gara, ci sembra del tutto giustificato. A loro dire, gli stava stretto, perfino il pareggio. Ma i “numeri”, che cosa dicono? 9 calci d’angolo a 2 per gli ospiti; 15 punizioni a 13 e 18 falli laterali a 15. Un palo esterno, una traversa e due parate decisive di Candito. Se non abbiamo visto un’altra partita, ben’inteso, deja vu. Luogo comune, per le squadre che non accettano il nostro commento, quando perdono; e talora, anche quando vincono senza meritarlo. Il Melito di oggi, è la brutta copia della squadra brillante ed esuberante, bella e piacevole da vedersi, delle scorse settimane. Compreso l’ultimo quarto d’ora della trasferta di Bocale, dove i “Melitoti”si sono imposti per 3-1. Una partita da dimenticare alla svelta. Anche sugli spalti, hooligans e skin-heads, si lamentavano dell’involuzione e frustrati ed amareggiati storcevano il naso in segno di protesta e disapprovazione. Un paio, hanno preferito guadagnare il caminetto in tutta fretta, anche per smaltire la delusione cocente. Va be’ che per il tifo bisogna soffrire, ma una prova incolore, scialba e mortificante anche per il gioco del calcio, non se l’aspettavano.
Il Carnevale? Finisce qui. Ma tu divertiti, ancora un po’. Tanto è sempre Carnevale! Due o tre campioncini, si guardavano la partita; un paio erano fuori forma; qualche “ John Rambo” mirava più alle gambe che al pallone. Sebbene, il peggiore infortunio, sia capitato proprio a “Pecos Bill”Giovanni Calabrò. Sembrava una “botta” da nulla. Tuttavia lo scrivente, commentando col suo vicino in tribuna aveva subito detto:”Serve il Pronto Soccorso”. Purtroppo, è andata ancora peggio. Frattura della tibia e fine del campionato. Ingessatura e riabilitazione, terranno il bomber per parecchio tempo fuori dai campi di gioco. Benchè l’infermeria sia piena, a causa di quattro o cinque acciaccati, che mister DomenicTripodi, spera di recuperare nei prossimi giorni. Dribblomani, individualisti ed egoisti, nonostante il traner in seconda, Silvio Malaspina, urlasse più di Mario Lanza al Metropolitan Coliseum e mister Mimmo Tripodi, invece, Placido Domingo in versione “O sole mio”. Le diagonali funzionavano poco e male; le sovrapposizioni erano inefficaci; il gioco sulle fasce precario se non assente. Il personalismo dominava in lungo ed in largo. “Arrivano i nostriiii!”, ha funzionato negli ultimi dieci minuti quando i maghi della panchina hanno immesso un paio di mustang che scalpitavano nel korral dei Nasi Forati e dei Piedi Neri…Augh grande capo!...Minicuci Speedy Gonzales, Focà, Orlando. Forze fresche, di quel che passa il convento. Ma Zavettieri, Foti e Toscano, fremevano come un cane pit-bull, se non rott-weiler, alla catena. Il modulo 4-5-1, apparso farraginoso e stridente e spesso fuori fase, ha fatto ploff! Gli schemi ariosi, spumeggianti, effervescenti, splash down!. Nella ripresa, si sono viste le cose migliori, pur nel grigiore generale. Almeno sul piano emozionale e delle occasioni. Bomber con le polveri bagnate, taccagni, spilorci, tirchi e pidocchi. Avara sul piano della tecnica e dello spettacolo, la gara ha offerto sprazzi ac cettabili, sul piano agonistico e della tattica. Sotto questo profilo, è nostra opinione, che sia stata una partita eccezionale sino a sballare, con il battistrada liso e sdrucito, la convergenza e l’equilibratura. Non c’erano in campo Robinho e Carmona, né il buuu, per M’Baye Niang, ma il signor D’Agostino di Reggio Calabria, che ha diretto bene a dispetto della stazza, ma non è simpatizzante di Pantagruel & Gargantua, ha dovuto sventolare una decina di cartellini gialli, per domare i quadrupedi di Plaza de toros a Malaga, con la muleta di Joselito. Ha funzionato meglio il 4-4-2 di mister Michele Cotroneo. A tratti, 4-3-3. Ma a noi, questo Santo Stefano, ci aveva convinto già all’andata. E lo dicemmo. Perché non abbiamo peli sulla lingua. Senza quel gestaccio sconsiderato e scellerato del centrocampista locale, a cui consigliamo un corso accelerato di training autogeno, per gestire meglio le emozioni, se non lo stress e l’ansia, ora saremmo qui a scrivere ben altro di quella partita (con il Melito in apnea) e del campionato della formazione stefanita. Calcio spettacolo sotto gli ulivi, come poche volte si veda, sui campi di calcio. Ci piacque! Scripta manent, verba volant. Acqua passata. E non macina più mulino, oramai. Un Melito frastornato, dissoluto, traviato, a caccia di farfalle sotto l’arco di tito.
La panchina ballava la macarena, il mambo e la mazurka, senza musica. Ma da quella rapa non si riusciva a cavar sangue. Il Santo Stefano, non ha sbagliato niente. Se non quella grossa, irripetibile occasione a porta vuota capitata proprio prima dell’autogoal. La stessa partita col Ravagnese, che ha provocato nei soupporters e nei teen-agers…travasi di bile, reflussi esofagei, fibrillazioni atriali, insonnia, emicrania ed inappetenza, persa malamente in casa? Nooo! Peggio!Goal mancato, goal subìto? Macchè, la rete, anzi l’autorete, l’ha fatta la difesa ospite. Un folletto ‘U fuddhittu, si è incarnato nel pallone che imbizzarrito come un cavallo dei chiricahua s’è infilato beffardamente nella rete dell’esterrefatto Ienuso, un colosso di Rodi, con un sibilo arzigogolante…fifiuuuu! Il muro di berlino, aveva retto pure ai missili terra-aria della classe Pershing, Cruise e Patriot. Abbiamo sempre detto e scritto e qui ci ripetiamo, (Repetita iuvant), che le partite, siano nient’altro, che una serie di episodi collegati o scollegati, questo è il dilemma amletiano. Non fai niente per 100 minuti? Basta una punizione, un corner, un’autorete, il tiro della domenica, una papera del brutto anatroccolo e…Cenerentola… abracadabra abracadera nella magica mia sfera, cosa vedono i miei occhi?…diventa principessa. Fa il paio con quelle partite stregate, ma la macumba ed il voodoo non c’entrano dove sbagli due rigori; colpisci pali e traverse; ti salvano tre tiri sulla linea bianca; il portiere para l’imparabile; sbagli goal a porta vuota; l’arbitro ti annulla un goal regolarissimo; il guardalinee ti sbandiera un fuorigioco, che non c’è, nell’ordine di 20-30 metri, senz’abbagli solari, né automobilistici; ed alla fine, schiumando rabbia mal repressa ed ira funesta, non racimoli, nemmeno uno straccio di pareggio. Ovviamente, non siamo all’Accademia del nostro maestro Gianni Brera. Ể facile, lanciare proclami e pontificare. Non siamo la Bibbia. La nostra c.d., è un’opinione, sic et simpliciter. Ed abbiamo il massimo rispetto, per quella degli altri; se espressa, nell’ambito del dialogo civile e democratico e del confronto delle idee. La beffa atroce? Con un golletto da due soldi, piccolo così, anzi, una sfortunata autorete stefanita, si ritrova addirittura in testa alla classifica. Per il contemporaneo inatteso tonfo…meuuuu! della capolista Pro Pellaro in casa del Real Santo Stefano. Domenico Salvatore
Il tabellino di Dosa
Futsal Melito: Candito 4, Errigo 4, Ielo 4, Laganà 4, Marra 4, Latella 5, Pangallo 6, Iamonte 4, Calabrò 6, Pansera 4, Tripodi 4.
In panchina, Barilla, Toscano, Foti, Zavettieri
Sostituzioni, Minicuci, Orlando, Focà
Allenatore, Mimmo Tripodi 6
Presidente, Rocco De Pietro 8,5
Santo Stefano: Ienuso 6, Pedà 6, Verduci 6, Giunta 6, Cotroneo 6, D’Agostino 6, Delfino 6, Cutrupi 6, Putortì 6, Ciraudo 6, Tavano 6
In panchina, Gattuso
Sostituzioni, Pansera, Morena, De Nicola
Allenatore, Michele Cotroneo 6
Presidente, Giuseppe Chirico 8
Arbitro, Emanuele D’Agostino 8,5
Marcatore, autorete all’87°
Note, pomeriggio gelido, terreno di gioco in ottime condizioni. Ammoniti: Errigo, Ielo, Marra e Iamonte per il Melito; Pedà, Verduci, Putortì e Tavano per il Santo Stefano, angoli 2-9; punizioni 13-15, rimesse laterali 15-18
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