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Le patatine fritte nell'olio extra vergine di oliva non fanno male, sono più digeribili e combattono l'invecchiamento.

«L'olio extra vergine di qualità - afferma il presidente di Unaprol, Massimo Gargano - resiste alle elevate temperature meglio di altri oli alimentari per il basso contenuto di componenti polinsaturi e per la presenza di antiossidanti, anche dopo diverse ore di frittura continua».

ROMA, 18 Gennaio 2013 - Le patatine fritte nell'olio extra vergine di oliva non fanno male, sono più digeribili di quelle cotte con altri oli alimentari e anche più ricche di sostanze antiossidanti che combattono l'invecchiamento.

Il Consorzio olivicolo italiano Unaprol mette fine così a un lunga sfida tra i fornelli tra extravergine e semi, citando uno studio del dipartimento di Scienza degli alimenti della facoltà di Agraria dell'Università di Napoli, studio che ha preso in esame il ciclo di cottura di una normale friggitrice domestica.

È stato dimostrato infatti che da ogni 100 grammi di patatini fritte per 7-8 minuti alla temperatura di 180-200 gradi con olio extra vergine, è stato possibile estrarre e dosare tra i 3 e gli 8 mg di sostanze fenoliche antiossidanti. «L'olio extra vergine di qualità - afferma il presidente di Unaprol, Massimo Gargano - resiste alle elevate temperature meglio di altri oli alimentari per il basso contenuto di componenti polinsaturi e per la presenza di antiossidanti, anche dopo diverse ore di frittura continua».

Questo è possibile perchè durante la frittura l'olio extra vergine rilascia parte degli antiossidanti più idrosolubili (idrossitirosolo), arricchendo i cibi fritti di questi benefici componenti naturali.«Peccato - conclude Gargano - che di patate fritte con l'olio extra vergine di oliva, ve ne siano ancora così poche in commercio».

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