Eseguito dalla Dia di Napoli il provvedimento che colpisce nel basso Lazio appartenenti e fiancheggiatori del clan dei Casalesi
Maxi confisca della Direzione Investigativa Antimafia
(Dia) di Napoli il 10 gennaio nel basso Lazio ad aziende e personaggi
vicini al clan dei Casalesi. Su disposizione del Tribunale di Frosinone,
sono stati confiscati beni per oltre 90 milioni di euro nel Lazio e in
Campania: 20 società e relativi beni strumentali, immobili e mobili
registrati, 2 ditte individuali, 26 fabbricati, 28 terreni, 19 veicoli
tra cui tre Ferrari, 114 rapporti finanziari.
E' la più grossa confisca ai danni delle organizzazioni camorristiche che operano nel Lazio.
La Dia aveva ottenuto nel 2011 l'applicazione della misura di prevenzione con il sequestro d’urgenza dei beni, nell'ambito dell'operazione Verde Bottiglia, che ha consentito di sottrarre al sodalizio criminale, contiguo al clan dei Casalesi, un patrimonio costituito da beni localizzati a Castrocielo (FR), Cassino (FR), Campoli Appennino (FR), Sora (FR), Arce (FR), Rocca di Mezzo (AQ), Gaeta (LT), Arpino (FR) e Roma.
Colpiti dalla confisca i pregiudicati Gennaro De Angelis, 69enne di Casal di Principe; Aladino Saidi, 35enne di Sora, e Antonio Di Gabriele, 67enne di Crispano.
E' la più grossa confisca ai danni delle organizzazioni camorristiche che operano nel Lazio.
La Dia aveva ottenuto nel 2011 l'applicazione della misura di prevenzione con il sequestro d’urgenza dei beni, nell'ambito dell'operazione Verde Bottiglia, che ha consentito di sottrarre al sodalizio criminale, contiguo al clan dei Casalesi, un patrimonio costituito da beni localizzati a Castrocielo (FR), Cassino (FR), Campoli Appennino (FR), Sora (FR), Arce (FR), Rocca di Mezzo (AQ), Gaeta (LT), Arpino (FR) e Roma.
Colpiti dalla confisca i pregiudicati Gennaro De Angelis, 69enne di Casal di Principe; Aladino Saidi, 35enne di Sora, e Antonio Di Gabriele, 67enne di Crispano.
Operazione Dia, Verde Bottiglia, confisca beni
La Direzione
Investigativa Antimafia
di Napoli confisca beni per un valore di circa 90 milioni di euro nel basso
Lazio ad appartenenti e fiancheggiatori del clan dei Casalesi.
La Direzione Investigativa
Antimafia ha
eseguito un decreto di confisca di beni ai sensi della normativa antimafia nei
confronti dei pregiudicati:
-
DE ANGELIS Gennaro, 69enne di Casal di
Principe;
-
SAIDI Aladino, 35enne di Sora;
-
DI GABRIELE Antonio, 67enne di Crispano.
Il provvedimento è stato adottato
dal Tribunale di Frosinone - Sez. Misure di Prevenzione - presieduta dal dott.
Tommaso SCIASCIA e composta dai giudici dott.ssa Marina STIRPE e dott. Giuseppe FARINELLA che è
anche l’estensore del decreto, al termine di un iter processuale avviato con la formulazione da parte del Direttore della D.I.A.
di un’articolata proposta di applicazione di misura di prevenzione che aveva
visto nel 2011 il sequestro d’urgenza dei beni dei predetti indagati
(Operazione Verde Bottiglia) .
L’operazione ha consentito di
sottrarre al sodalizio criminale, contiguo al “clan dei casalesi”, un patrimonio del valore stimato in circa 90 milioni di Euro, costituito da beni
localizzati a Castrocielo (FR), Cassino (FR), Campoli Appennino (FR), Sora
(FR), Arce (FR), Rocca di Mezzo (AQ), Gaeta (LT), Arpino (FR), Roma e consistenti in:
20 società e
relativi beni strumentali, immobili e mobili registrati,
2 ditte
individuali;
26
fabbricati;
28 terreni;
19 veicoli
tra cui tre Ferrari;
114 rapporti
finanziari.
In
particolare:
-
DE
ANGELIS Gennaro, stanziatosi nel basso Lazio all’inizio degli anni ’70, ha rappresentato,
per lungo tempo, un punto di riferimento del “clan dei casalesi” fino a diventarne "caporegime", dapprima nell'organizzazione di Antonio Bardellino e,
successivamente alla scissione, nel gruppo camorristico capeggiato da Francesco Schiavone
"Sandokan" con il quale è imparentato. Secondo quanto emerso
dalle attività della D.I.A., il DE ANGELIS, avvalendosi della forza
intimidatrice derivante dalla sua appartenenza al citato sodalizio, aveva formato
un proprio ed indipendente gruppo criminale di tipo mafioso, definito “Deangelisiano”, realizzando, nella propria ”zona” d’influenza la commissione
sistematica di numerosi
reati,
estorsioni, truffe, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, importazione da altri Paesi dell’Unione
Europea di autovetture, in regime di evasione d'IVA.
Per un periodo ha svolto anche la
funzione di "procacciatore" e “fornitore
di armi” al clan dei casalesi durante la storica guerra intestina che ha
visto contrapposti i casalesi di "Sandokan" ai
"bardelliniani". Ha partecipato alle attività
estorsive nella zona d’influenza attraverso l’indicazione al clan, quali obiettivi
contro cui destinare le richieste estorsive, delle attività economiche più fiorenti
nel territorio sud‑pontino.
Per le capacità imprenditoriali e di intermediazione bancaria, il DE ANGELIS
si era accreditato, in seno al clan, come “incaricato”
dal boss "Sandokan" ad operare investimenti in Italia ed all'estero dei capitali illecitamente accumulati
dall'organizzazione criminale;
-
SAIDI
Aladino è ritenuto organico al sodalizio camorristico deangelisiano.
Socio di Gennaro DE ANGELIS sotto un profilo finanziario ed economico, si
impegnava, in particolare, nell’articolazione della frode all’Erario. Allo
stesso sono state contestate diverse imputazioni per trasferimento fraudolento
di valori con l’aggravante prevista per i reati connessi ad attività mafiose e per associazione a delinquere
finalizzata alle truffe ed altri reati contro il patrimonio;
- DI GABRIELE Antonio, è ritenuto un uomo
di fiducia e prestanome del DE ANGELIS, con precedenti per reati di natura
associativa, trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante prevista per
i reati connessi ad attività mafiose, fittizie intestazioni di beni, nonché
reati contro la persona, il patrimonio, in
materia di armi ed altro.
Napoli 14 gennaio 2013
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